Beppe Grillo

Gli scarsi risultati delle liste di Grillo

In queste elezioni si stanno giustamente analizzando tutte le previsioni fatte in precedenza. Non ho ancora letto nulla sugli scarsi risultati delle liste di Grillo, che erano quotate intorno al 7% e che a Roma hanno ottenuto il 2,6, ed a Pescara l’1.74%. Chi ha altri dati li inserisca nei commenti.

Questo nonostante la novità, che certamente premia tutte le nuove liste civiche, e l’impatto della pubblicità del comico genovese.

Che, a quanto pare, era politicamente sovrastimato.

Poi ci sarà il confronto con i risultati ottenuti, che con il 2% saranno piuttosto scarsi.
Tra l’altro nelle comunali non ci si può nemmeno lamentare dei media e dell’informazione.

Cultura della Giustizia: incontro con Salvatore Borsellino

Il 15 Marzo 2008 presso il Salone Comunale di Forlì in piazza Saffi alle ore 20.30 si terrà l’incontro “CULTURA DELLA GIUSTIZIA” organizzato dal Meetup di Grillo di Forlì e Clan-Destino.
partecipano
SALVATORE BORSELLINO (fratello di Paolo Borsellino)
BENNI CALASANZIO BORSELLINO (nipote degli imprenditori Borsellino di Lucca Sicula, vittime della mafia)
Moderatore: Alessandro Marconi (partecipante del ForGrillo – Meetup degli amici di Beppe Grillo di Forlì)

Gli elettori di Grillo sono nel PD?

I sondaggi pubblicati oggi da Repubblica forniscono qualche dato interessante. Primo, il partito Democratico, primo responsabile della crisi di Governo assieme alle forze centriste, non perderebbe consensi nel caso andasse solo alle urne.
Secondo, che l’emorragia dei Comunisti Italiani (che perderebbero più della metà dei voti) e di Rifondazione (che prenderebbe poco più della metà dei suoi voti) porterebbe l’insieme di queste forze ad un 7% complessivo.
Terzo, che gli elettori potenziali di Grillo si trovano quasi tutti nel Partito Democratico. Questo dato appare abbastanza strano, in effetti. Come dire che se non si candida Grillo con una sua lista nazionale la seconda scelta nel panorama politico nazionale sarebbe il PD, uno dei bersagli preferiti da Grillo nelle sue campagne.

La cosa rossa è una invenzione dei giornalisti

Beppe Grillo prima e Luciana Litizzetto poi beffeggiano il nome dato dai giornalisti alla probabile federazione dei partiti di sinistra: La Cosa Rossa. Nessuno dei due, però, si è preso la briga di verificare da dove provenisse il nome, ed hanno giustamente preso in giro i politici che pensavano avevano pensato a questo nome. Per fortuna non esiste nessuna cosa Rossa, Luciana! Dovreste disprezzare, invece, l’uso che i media fanno delle parole, modificandole o coniando nuovi termini per dare di fatto nuovi significati, spesso dispregiativi.

Lo fecero quando i pacifisti diventarono dissidenti, lo fanno oggi per giudicare già a partire dai termini i partiti di sinistra, chiamandoli estremisti, radicali (anche se i radicali sono fuori), massimalisti. Non si tratta di ingenuità o di mancanza di vocabolari, questi termini sono studiati a tavolino per affibbiare disprezzo a qualcuno che ha meno influenza sui media rispetto ai “moderati”, “popolari” (invece di populisti), “democratici”.

Chi sceglierai, tra i “democratici” (anche quando impognono la democrazia con le armi e le basi militari contro la popolazione, il demòs) o i “massimalisti” (che invece chiedono di rispettare la costituzione)? Sarebbe come far scegliere ad un bambino uno schiaffo o una carezza.

La cosa rossa non esiste, nessuna mente lucida chiamerebbe mai così qualcosa che ha il compito di attirare voti. Tra l’altro molti già parlano di partito unico, quando l’ipotesi invece è quella di un coordinamento o al massimo di una federazione. Ma i media, in questo caso, hanno da tempo perso il ruolo di trasmettitori di informazione, hanno le mani in mezzo alla pasta ed ormai decidono pure la forma che ne viene fuori.

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