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E’ sempre facile, per gli altri.

In diverse occasioni, ad X-Factor, alcuni aspiranti hanno risposto molto male alle critiche sulle loro doti canore.

Capita, ovviamente, quando si ripone in un sogno una aspettativa che, scontrandosi con la realtà, è inizialmente difficile da accettare.
Così alla notizia di non avere talento, la cosa più immediata da pensare è che nemmeno i giudici ne hanno, e questo non gli ha impedito di essere ricchi e famosi. Ovviamente in questo ordine di importanza.

Io non so se sia sempre stato così. Raramente i provini per la televisione facevano parte dello spettacolo. Chissà quante volte un aspirante partecipante di San Remo avrà risposto male a chi lo giudicava inadatto. Forse le accuse erano diverse, ed un tempo non li accusavano di avere le tette rifatte, o di essere famosi per raccomandazione.

Però è troppo facile, così.

Al top del mondo dello spettacolo, così come in tanti altri vertici, ci sono persone che hanno dedicato una vita alla propria passione, spesso senza immaginare di diventare famosi col tempo. Mi immagino Elio, o Morgan, mentre studiavano musica. Sarei pronto a scommettere che il loro primo pensiero fosse la musica, non i soldi. Anche perché non sono stupidi: arricchirsi con la musica era difficile già tempo fa, nonostante il talento.

L’ingrediente necessario, tranne quale rarissimo caso, è la passione per quello che si fa. Chi emerge grazie al proprio talento lo deve a sforzi che non sono nemmeno paragonabili al presentarsi ad un provino. Immagino le porte chiuse trovate nel loro cammino, e quanto sia stato difficile resistere alle insistenze di chi non credeva in loro, che gli consigliava di trovare una occupazione più sicura.

Simona Ventura, pur non appartenendo al mondo della Musica, ha fatto la sua gavetta e la sua esperienza. Non è diventata famosa grazie ad un gratta e vinci. Non basta essere di bella presenza o rifarsi il seno per sfondare. Lo dimostra il numero di tette rifatte che rimangono rifatte in casa e non diventano star televisive. Certamente un pizzico di fortuna sarà stata una componente essenziale: incontri fortunati, occasioni acchiappate al volo. Ma anche occasioni cercate con insistenza, provini su provini, qualche studio, qualche rinuncia.

Ed Arisa? Lei si è costruita prima un personaggio quasi da cartone animato per vincere San Remo. Ma prima ha fatto tanti lavori (Wikipedia cita:
cantante di piano bar, baby sitter, parrucchiera, donna delle pulizie ed estetista) e studiato musica. Perché non tutti lo sanno, ma la musica si studia. A 16 anni ha vinto il primo concorso canoro, a 17 un secondo, poi ha vinto una borsa di studio come interprete, poi ha fatto il Sanremolab, poi ha vinto il concorso per partecipare, e poi ha vinto SanRemo. E vincere San Remo, si sa, non significa arrivare in cima e mantenere la fama.

Ho scritto questo lungo sproloquio per dire che è veramente brutto che un ragazzo o una ragazza si presenti davanti ad un pubblico come quello di X-Factor per offendere ridendo su quanto si facile la vita dei giudici o di chi ha avuto successo nella vita. Certo, oggi per loro sarà semplice, però perché non vi chiedete prima se avete fatto il loro stesso sforzo per arrivare lì? Siete sicuri di avere lo stesso talento?

E’ l’esternalizzazione delle colpe che ci accompagna ormai da bambini. Gli studenti, persino alle elementari, non sono più somari. La colpa, senza dubbio, è degli insegnanti. All’università è colpa dei figli di papà. Al lavoro è colpa dei raccomandati. Da vecchi sarà colpa della luna piena o delle maree.

E troppo facile, così.

Sappiate che mi fate schifo, perché non siete quei fenomeni di mezza età che si trovano nelle metropolitane ed hanno 1000 volte il vostro talento. Gente alla quale la vita ha veramente spesso girato le spalle, o che per la propria passione non si è piegata a compromessi, ottenendo solo rifiuti. Gente che ha studiato anche molto ma non ha avuto la vostra occasione, o l’ha persa per l’emozione del momento. Loro sì che potrebbero lamentarsi, e sono sicuro che saprebbero farlo con dignità, senza tirare in ballo chi ce l’ha fatta.

La vita è difficile più o meno per tutti. I raccomandati ci sono, per carità. Ma voi siete solo bambinetti troppo viziati. Non solo farete fatica a cantare, ma le avrete perse anche negli altri ambiti, perché incapaci di lavorare.

Il vero valore di Facebook

Le aziende che si basano su grossi siti web hanno un valore che è difficile valutare economicamente. Così quando vanno in borsa a volte vengono sottostimate, altre volte altamente sovrastimate.
In questi mesi abbiamo visto il vero valore di Facebook. Non era così difficile prevederlo, e nel mio piccolo ne avevo già parlato con un po’ di anticipo (https://alessandroronchi.net/2012/facebook-non-vale-5-mld-di-eur/)

A tre mesi dal suo debutto a Wall Street, Facebook ha dimezzato il proprio valore in Borsa. Se il primo giorno il titolo è stato scambiato per 38 dollari, attirando anche investitori di peso come il miliardario George Soros che ci ha investito 10,6 milioni di dollari, ora è venduto a 19,79 $, cedendo il 6,79 per cento. Entro dicembre comunque si ipotizza una immissione di altri 1,7 miliardi di dollari in azioni.
Fonte: Il fatto Quotidiano

In realtà non mi dispiace affatto, la rete era migliore prima e senza Facebook, e sarà migliore quando passerà la moda.

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