Cip 6

Tornano Cip6 all’incenerimento grazie alla Prestigiacomo

Ho deciso di ri-pubblicare integralmente l’ANSA secondo la quale l’attuale ministro dell’Ambiente ha fatto approvare il ripristino degli incentivi per le energie rinnovabili agli inceneritori di rifiuti, ed il commento molto approfondito ed intelligente di Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II secondo il quale Verdi e Sinistra Italiana sono stati fatti sparire anche a causa del loro intervento su questo immenso affare, che ha recato un enorme danno economico a forti poteri economici, molto legati anche ai media ed alla stampa nazionale. Danni ovviamente solo temporanei, grazie al pronto intervento dell’Attuale Governo ed alle Promesse di Veltroni sugli inceneritori in campagna elettorale.

ANSA – CATANIA, 2 OTT – Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha presentato un emendamento al collegato alla legge Finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, che riconosce gli incentivi del Cip6 anche per l’energia elettrica prodotta dagli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti.
L’emendamento, presentato di concerto col ministro per lo Sviluppo Economico, interviene nella questione relativa agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, consistenti in una maggiorazione del prezzo di vendita dell’energia elettrica (il cosiddetto Cip6) in questo modo prodotta. L’emendamento riconosce l’agevolazione anche all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti non organici, quali quelli utilizzati nel ciclo di termovalorizzazione, con riferimento ”agli impianti, costruiti o in costruzione, che si trovano in zone a rischio emergenza rifiuti dichiarata con
provvedimento del presidente del consiglio dei ministri”. La disposizione, in deroga a quanto stabilito dalla direttiva comunitaria 77/2001 che limita la misura, per le fonti assimilate a quelle rinnovabili, all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti organici, evitera’, in particolare per la Regione Siciliana , i rischi connessi al possibile blocco della costruzione dei tre termovalorizzatori previsti, essenziali per risolvere in via definitiva la questione smaltimento dei rifiuti.

Comunisti Italiani, Rifondazione e Verdi: espulsi dal CIP6

Le elezioni di maggio 2008 hanno decretato l´espulsione dal Parlamento Italiano dei partiti della sinistra storica italiana. Oltre al risultato del voto popolare, che c´è dietro? Sembrerà strano, ma ragionando
scientificamente sui dati, si delinea uno scenario al centro del quale si trova il giro di affari connesso ai rifiuti della Campania, o meglio ai consistenti guadagni (provenienti dalle nostre tasche grazie al CIP6) garantiti dall´incenerimento del maggior volume possibile di immondizia. La storia del CIP6 è costellata da interventi “miracolosi” che ripetutamente hanno snaturato le originarie intenzioni di finanziare solo la produzione di energia alternativa non inquinante. Il CIP6 è stato introdotto nel 1992 con la delibera
n. 6 del Comitato Interministeriale Prezzi (CIP) e consiste in una maggiorazione del 6% del prezzo dell’elettricità pagato dai consumatori finali che dal 1992 hanno sborsato mediamente circa 60 euro l’anno in piu’. Nel momento in cui si stampava la norma, è avvenuto il primo “miracolo” grazie ad una mano che accanto all’espressione “energie rinnovabili” aggiunse “o assimilate”. Il secondo miracolo si verificò, dopo la direttiva comunitaria del 2001/77 (relativa a benefici solo per le fonti rinnovabili), con l´emanazione del relativo decreto attuativo (D.Lgs. n°387/2003) che estese i benefici anche alla produzione energetica dai rifiuti. La conseguenza di questi miracoli è stata che gli oltre 40 miliardi di fondi del CIP6 stanziati in questi anni sono serviti per il 76% a finanziare le “assimilate”, e solo in minima parte a promuovere le vere “energie rinnovabili” (solare, eolico, geotermico, idroelettrico). In tal modo i pubblici denari si sono riversati nelle voraci casse di grandi aziende per produrre energia da fonti non rinnovabili e inquinanti (centrali termoelettriche, produzione di gas e carbone da residui di raffineria, termovalizzatori connessi agli inceneritori di rifiuti). Nell´autunno 2007 è stata approvata
la Finanziaria 2008 che ha interrotto i “miracoli” prevedendo l´abolizione del CIP6 per le energie assimilate; l´articolo 30, infatti, prevede che gli incentivi CIP6 (di cui al secondo periodo del comma 1117 della Finanziaria 2007) siano destinati solo agli impianti realizzati e operativi, e non a quelli già
autorizzati ma in costruzione o non ancora costruiti. I nuovi inceneritori, tra cui quello di Acerra (e gli altri 4 previsti in Campania), non avrebbero usufruito dei consistenti e gratuiti contributi statali. Il 10 gennaio 2008 su ordine della magistratura di S. Maria Capua Vetere sono stati arrestati numerosi
esponenti di punta dell´UDEUR campano tra cui la moglie del Ministro Mastella. Sono seguite la crisi e le dimissioni del Governo Prodi. A Camere sciolte e contro la volontà del Parlamento, con un “colpettino di stato” passato inosservato e benevolmente accolto da una gran parte dei media che contano, lo “scadente” Prodi ha ripreso la serie di miracoli emanando due ordinanze con le quali ha concesso di nuovo il CIP6 all´inceneritore di Acerra e, stravolgendo il parere della Commissione VIA del Ministero dell´Ambiente, ha stabilito che, nel citato impianto, potranno essere bruciati i rifiuti tal quale e non solo i CDR prodotti secondo i requisiti di legge. Il governo Berlusconi, neoeletto, ha immediatamente ratificato il miracolo di Prodi. Prodi con due ordinanze ha aperto la via per lauti guadagni parassitari secondo le direttive già impartite dall´ABI nel 1998 quando ordinò di non rispettare l´ordinanza del Ministro dell´Interno Napoletano, con delega alla Protezione Civile, che avrebbe evitato gli ultimi 10 anni di scandalo rifiuti in Campania. Napolitano aveva ordinato che entro il 2000 la Campania doveva ridurre del 35% i rifiuti prodotti, che entro il 1998 dovevano essere realizzati gli impianti per la produzione di CDR a norma e che nell´attesa che fossero costruiti gli inceneritori le ecoballe non dovevano essere accumulate ma bruciate a carico dell´affidatario. Nell´autunno 1998, come si legge nel libro Ecoballe di Paolo Rabitti, con l´intervento di ABI (Associazione Bancaria Italiana) tramite il Direttore Generale, si inizia a compiere il “miracolo” che farà accumulare vari milioni di tonnellate di rifiuti imballati in discariche inadeguate ubicate sui fertilissimi terreni della piana campana, in attesa di essere bruciate nell´inceneritore di Acerra reso “amico” da vari interventi miracolosi in modo da fare incassare il contributo CIP6. E´ evidente che la sinistra italiana, con l´eliminazione del CIP6 dalla finanziaria 2008, ha ostacolato il disegno delle lobbies che contano che hanno investito, da tempo, anche sull´operazione rifiuti in Campania. Ciò deve avere decretato la caduta concordata del Governo Prodi per andare a nuove elezioni con compagini partitiche sostanzialmente amiche delle lobbies che contano per espellere dal parlamento coloro che ancora ostacolavano i facili guadagni parassitari che
proprio nei rifiuti della Campania hanno una sorgente copiosa. Caduta che deve essere stata concordata perché Prodi, sciolto il suo governo, ha subito fatto grossi favori alle lobbies con le due citate ordinanze a Camere sciolte. La sinistra storica, in parte impegolata, impantanata e annebbiata non ha capito in tempo la strategia lobbystica che, probabilmente, ha ottenuto risultati impensati che stanno trasformando la Campania in terra di facile conquista coloniale, di lauti guadagni parassitari e di sperimentazione per una progressiva riduzione della democrazia tramite l´abuso dei poteri speciali
commissariali. Più di qualsiasi raffinata strategia politica, un efficace intervento lobbystico, basato sulla creazione di una inesistente emergenza rifiuti senza fine, ben sostenuto da una gran parte dei
mass media che contano, servili e velinari, avrebbe fatto “perire” di CIP6 la sinistra italiana e fatto scomparire una vera opposizione parlamentare. Brutta fine e preoccupante prospettiva per gli italiani in una nazione comandata, più che mai, dalla lobbycrazia.

Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II

4 ottobre 2008

Cip6: 91 milioni di euro non dovuti andranno restituiti

Una agenzia ANSA, che riporto, rivela che sono stati rilevati 91 milioni di euro indebitamente sottratti alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo l’Authority vanno restituiti. La mia opinione è che questa cifra potrebbe essere utilizzata per contribuire ulteriormente allo sviluppo delle vere energie rinnovabili sul territorio nazionale. Spalmata nelle bollette, invece, diventerebbe un contributo irrisorio ed invisibile al consumo di energia elettrica.

*Incentivi Cip 6, l’Authority scopre 91 milioni di euro non dovuti.
Vanno restituiti ai consumatori*

Milano, 14 gennaio – Novantuno milioni di euro di incentivi indebitamente percepiti da restituire nelle bollette dei consumatori. E’ questo il risultato dei controlli che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha effettuato nel biennio 2006-2007 sugli operatori attivi nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate. Dei 91 milioni di euro, 27 sono stati già restituiti, per gli altri sono in corso le operazioni di recupero.
Le violazioni accertate sono il frutto delle quasi 100 ispezioni effettuate dall’Autorità, in collaborazione con la Cassa conguaglio per il settore elettrico (CCSE), sugli impianti che usufruiscono degli incentivi “Cip 6” per la produzione da fonti rinnovabili, assimilate e
da cogenerazione.
Il programma di ispezioni proseguirà per tutto il 2008 e prevede di arrivare a un totale di circa 150 verifiche. Sul totale dei 91 milioni di euro, 59 circa sono relativi ad importi
indebitamente percepiti da impianti “assimilati” e 32 relativi all’obbligo di acquisto dei ‘certificati verdi’, per impianti che non rispettavano le norme della cogenerazione.
Nel dettaglio, gli accertamenti finora conclusi hanno coinvolto 97 impianti, per una potenza installata complessiva di circa 6,900 MW, di cui il 54% circa costituita da produzione da fonti assimilate. Questa attività ha consentito di incassare subito, con conseguente alleggerimento del Conto per nuovi impianti da fonti rinnovabili e assimilate (componente A3 della bolletta), circa 27 milioni di euro, relativi ad incentivazioni indebitamente percepite da impianti “assimilati” nell’ambito del provvedimento Cip n. 6/92.
I recuperi sono destinati a produrre effetti anche con riferimento alle produzioni dei prossimi anni, contribuendo a ridurre per il futuro il fabbisogno del conto A3.
Oltre ai recuperi amministrativi, la campagna di ispezioni ha innescato un circolo virtuoso, spingendo gli operatori a svolgere verifiche interne ed a rispettare le norme.

Energie rinnovabili, la ricetta controblack-out e povertà

(ANSA) – ROMA – Da piu’ di un anno gli uffici del CSIRO, il piu’ importante centro di ricerca australiano, e’ completamente solarizzata. A Sacramento in California, imprese costruttrici e industrie di produzione di energia stanno costruendo interi quartieri serviti da sistemi fotovoltaici. Tra 5 anni negli USA anche singole abitazioni potranno essere riscaldate, refrigerate e illuminate con l’applicazione di un nuovo sistema solare termico che combina il ciclo del vapore, utilizzato nelle grandi centrali elettriche, con il ciclo di assorbimento e refrigerazione, utilizzato nei grandi impianti di refrigerazione. Il sistema ha una potenza di 5 kW ed e’ in grado di ottimizzare il ciclo in base alla domanda di calore, freddo ed elettricita’ raggiungendo standard elevatissimi di efficienza e una riduzione dei costi della meta’ anche rispetto agli impianti solari termoelettrici. In Australia dal 1987, si svolge la World Solar Challange, una gara internazionale di auto solari, che ogni anno registra la partecipazione di nuovi prototipi. Si tratta solo di alcuni esempi delle innumerevoli applicazioni delle energie rinnovabili che non rappresentano soltanto la componente piu’ sostenibile ed inesauribile del sistema energetico, ma anche un motore di crescita sociale e di lotta alla povertà. Entro il 2010 le energie rinnovabili potrebbero rispondere alla domanda di energia di un miliardo di persone, meta di quelle che oggi non hanno accesso all elettricita , 800 milioni delle quali vivono in paesi in via di sviluppo. Il Vertice di Johannesburg ha lanciato un appello ai paesi industrializzati perché si impegnino nel ”diversificare l’offerta di energia ed incrementare la quota delle fonti rinnovabili per aumentarne il contributo sull’offerta energetica globale, rimuovendo le distorsioni del mercato, prendendo in considerazione la ristrutturazione della tassazione ed eliminando progressivamente i sussidi per le fonti dannosi”. Non si tratta di una sollecitazione inutile: le fonti convenzionali (fossili e nucleare) ricevono oggi sussidi annuali, a livello mondiale, per oltre 300 miliardi di dollari, che potrebbero invece alimentare la ricerca applicata e la diffusione di energie pulite. Ma anche i governi dei paesi industrializzati, allarmati dalle previsioni di un aumento della domanda globale di energia, che tra il 2000 e il 2030 subira un incremento di oltre il 60 per cento, la cui risposta sara affidata in larga parte ai combustibili fossili. Nel 2001 l UE ha emanato una direttiva, la 2001/77/CE del Parlamento e del Consiglio relativa alla promozione dell energia prodotta da fonti rinnovabili. Il provvedimento impone agli Stati membri, gli attuali quindici ma anche a quelli in via di adesione, di intraprendere le misure necessarie per raggiungere entro il 2010 una quota del 12% di produzione da fonti rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Italia in campo per fonti piu verdi Il nostro Paese con la legge 1 giugno 2001 di ratifica e esecuzione del Protocollo di Kyoto dispone di individuare le politiche nazionali che consentano di conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni anche attraverso il miglioramento dell efficienza energetica e un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili. Il provvedimento indica come priorita l accelerazione delle iniziative di ricerca e sperimentazione per l introduzione dell idrogeno come combustibile nei sistemi energetici e di trasporto, per la realizzazione di impianti di produzione di energia con biomasse e per l utilizzazione del solare termico, di impianti eolici e fotovoltaici e per la produzione di energia dal combustibile generato dai rifiuti solidi urbani. Anche la delibera CIPE che rivede le linee guida per la nazionali per riduzione delle emissioni, prevede che per il periodo 2008-2012 il contributo all abbattimento dei gas serra derivante dalle rinnovabili salga fino a 75TWh, in linea quindi con gli obiettivi comunitari. Nel 2001 il fabbisogno interno lordo di elettricita (consumi finali e perdite) e stato di 305 TWh, ma si prevede un incremento del 2% circa l anno. Le rinnovabili costituiscono quindi un alternativa indispensabile per rispondere all aumento della domanda e per ridurre la dipendenza dalle fonti e dagli approvvigionamenti tradizionali, petrolio e fossili. Una circolare del Ministro delle Attivita Produttive ha recentemente proposto obiettivi indicativi nazionali di consumo di elettricita prodotta da fonti rinnovabili per il periodo 2003-2012. ma come raggiungerli? Alcune misure sono gia state adottate: si tratta di quelle di attuazione del piano energetico 1988, delle leggi 9/91 e 10/91, del provvedimento CIP 6/92 che ha dato impulso alla diffusione delle rinnovabili e dal quale trae origine il sistema dei certificati verdi, ma soprattutto delle disposizioni in materia di ristrutturazione del sistema e del mercato energetico. Altre misure gia adottate, ma che richiedono perfezionamenti, concernono il quadro complesso delle competenze e delle procedure autorizzative, anche in relazione al potenziamento dei compiti e dei poteri delle Regioni. Un altro problema centrale e rappresentato dalla regolamentazione degli obblighi di collegamento alla rete, che ha subito un accelerazione grazie alla delibera n.50/02 dell Autorita per l energia elettrica e il gas con la quale e stata avviata una ridefinitone delle procedure sia per gli utenti che per gli impianti. Ma altre misure verranno prese al più presto. Entro settembre dovranno essere emanati i decreti di attuazione della Comunitaria 2001, per individuare gli obiettivi futuri di consumo di elettricita da fonti rinnovabili, imponendo l approvvigionamento sul territorio nazionale o da paesi che abbiano adottato politiche analoghe a quelle nazionali.
Un provvedimento attuativo dovra garantire che i regimi di sostegno siano compatibili con le regole di mercato , favorendo la competitività e i vantaggi delle energie pulite, anche mediante la semplificazione delle procedure amministrative. Il provvedimento includera anche i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Facciamole costare meno L impegno a promuovere energie sostenibili e inesauribili con il target del 12% entro il 2010, e stato riconfermato dai ministri europei dell Ambiente e dell Energia riunitisi la settimana scorsa per un consiglio informale che ha voluto mettere le basi per un modello europeo di integrazione tra politiche energetiche e ambientali. Il confronto e proseguito idealmente sul filone avviato dal lavoro svolto dalla task force istituita dal G8 di Okinawa del 2000 e concluso al G8 di Genova, mirato proprio a identificare azioni e misure per incoraggiare e promuovere l uso delle rinnovabili. La task force nel suo rapporto finale stilato dai due presidenti, un italiano, il Direttore Genrale del Ministero dell Ambiente Corrado Clini e l inglese Mark Mody Stuart, presidente della Shell, aveva offerto alcune indicazioni di massima per aprire il mercato delle rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la diffusione e la competitivita rispetto alle fonti tradizionali. E vero infatti che il costo delle energie rinnovabili tende a diminuire con l aumento dei volumi, ma nella maggior parte dei casi non e’ ancora direttamente competitivo con le alternative convenzionali, soprattutto a causa dei costi elevati di installazione di reti ad hoc e per la conversione delle strutture già esistenti. Secondo il rapporto , che e stato fatto proprio dai rappresentanti dei Grandi nel G8, i paesi industrializzati dovranno destinare maggiori risorse ai trust fund delle agenzie finanziarie internazionali, per realizzare progetti provenienti dal settore privato. Nel lungo periodo le industrie dovranno essere incoraggiate ad assumere impegni volontari per procurare e utilizzare le energie rinnovabili. Le agenzie bilaterali e multilaterali dovrebbero promuovere le rinnovabili nei progetti di sviluppo, quando il loro uso costituisca l’opzione a minor costo, sulla base dell’analisi del ciclo di vita. E dal canto loro i governi dovrebbero adeguare le loro politiche alle disponibilita dei consumatori a sostenere i costi per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, utilizzando i meccanismi di mercato nazionali: agevolazioni, incentivi e quote pre-determinate nel portafoglio dell’energia. I paesi industrializzati, e l’Europa in prima fila attraverso i suoi Programmi per l Ambiente e per la Ricerca e lo Sviluppo, devono dare maggiore sostegno alla sperimentazione e all’applicazione di tecnologie di sfruttamento delle rinnovabili favorendone il trasferimento nei paesi in via di sviluppo. Una condizione essenziale per l’ampliamento del mercato del settore delle energie pulite infatti consiste nella cooperazione ambientale, prendendo come modello l attivita della GEF, Global Environment Facility, della Banca Mondiale, dell’United Nations Development Program e di numerosi donatori bilaterali e privati, a dimostrazione che investire nello sviluppo sostenibile rappresenta un opportunita di crescita e di profitto.(ANSA).

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