Cultura Libera

Linux Day 2006 a Forlì

Sabato 28 Ottobre si terrà la sesta edizione del Linux Day, evento nazionale dedicato GNU/Linux e al software libero.

In tutte le principali città d’Italia si articola una serie di eventi che concorrono alla buona riuscita della manifestazione nazionale, promossa dall’Italian Linux Society (ILS) con lo scopo di promuovere Linux, il software libero e le forme di diffusione libera della cultura.

A Forlì anche quest’anno ad organizzare l’evento è l’associazione culturale di promozione sociale FoLUG, una delle prime nate sul tema in Italia, in collaborazione con il Comune ed il Polo Scientifico didattico di Forlì. L’evento si terrà dalle ore 10 alle ore 18 presso la sede della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, in via Oberdan n° 2.

Durante la giornata verranno effettuate dimostrazioni pratiche e presentazioni tematiche, il cui programma è pubblicato sul sito www.folug.org, e verrà fornita assistenza gratuita per l’installazione e la configurazione di software libero a chi porterà il proprio computer.

Tra gli argomenti che verranno trattati durante la giornata ci saranno sicurezza, utilizzo di software libero come sistema multimediale centralizzato, I blog con WordPress, le licenze d’uso Creative Commons, Wikipedia, etc.

Il software libero è diventato uno strumento di uso comune, spesso sfruttato senza comprenderne filosofia e modalità di produzione. In realtà metodi e filosofia del software libero sono insieme strumenti di promozione sociale, capaci di cambiare la abitudini delle persone e contribuire al miglioramento della qualità della vita, grazie ai contributi che possono fornire alla libertà di comunicazione e decentralizzazione delle fonti di informazione.

Ai visitatori verranno distribuiti gratuitamente, fino ad saurimento scorte, materiale informativo e CD-Rom con software libero realizzati dal Comune di Forlì. Per qualsiasi informazione è possibile contattare l’associazione tramite l’indirizzo email folug-cons@lists.linux.it.

Via il compenso dalle rassegne stampa

E’ stata finalmente eliminato l’articolo 32 del decreto legge n. 262. che prevedeva un compenso anche per chi riproduceva parzialmente articoli provenienti da qualsiasi media (stampa, internet, etc), che di fatto poneva seri problemi a tutti coloro che effettuano qualsiasi tipo di rassegne stampa (dal momento che non è facile nemmeno pagare il compenso, si sarebbero ostacolate completamente).

Su CopyRight e proprietà intellettuale

Nei giorni scorsi sulla musica scaricata illegalmente da internet se ne sono dette di tutti i colori. Roberto Maroni ha dichiarato di usufruirne abitualmente, per portare la questione in Parlamento.
Bisogna però ricordare che l’ex Ministro era al Governo quando è stata approvata la legge Urbani, che prevede sanzioni penali per chi condivide i file con altri utenti (quindi tutti i fruitori di musica illegale ottenuta attraverso sistemi peer to peer).

Visto che allora non disse nulla, nonostante le proteste levatesi da ogni parte del mondo senziente, io sarei per fare provare a lui per primo il risultato di quanto ha contribuito ad approvare, procedendo con il processo penale nei suoi confronti.

Immediatamente Bobo Craxi si è alzato dalla sedia per gridare che si tratta di un furto. Bene, se siamo d’accordo, iniziamo con il sostituire tutte le copie senza licenza dei software utilizzati dalle pubbliche amministrazioni di tutt’Italia, partendo da quelli che si potrebbero sostituire dall’oggi al domani (come ad esempio OpenOffice.org). Purtroppo si continua a paragonare le mele con le pere: se scarico una canzone il cui costo è di 1€ o rubo un chilo di frutta, non è la stessa cosa.
Le case discografiche potrebbero abbattere il download illecito semplicemente vendendo a prezzi ragionevoli (non 1 € a canzone, ma 20 centesimi, dal momento che il costo di produzione e ri-produzione è molto basso) le canzoni scaricate in maniera legale.

Non si può cambiare tono quando l’illegalità favorisce le multinazionali, che hanno tutto l’interesse nel mantenere il monopolio nonostante l’irregolarità diffusa nelle licenze, ed essere duri solo quando gli illeciti sono un vantaggio solo per i piccoli utenti.

Petizione per liberare l’archivio della RAI

Arcoiris TVScopro oggi, con un po’ di ritardo, che esiste una petizione promossa da Arcoiris.TV per liberare l’archivio della RAI e permettere agli utenti della televisione pubblica di accedere attraverso internet ai contenuti, quando e come vogliono.

Un po’ come ha già fatto la BBC, quindi nulla di improponibile, ma assolutamente innovativo per l’Italia.
Vi chiedo di firmarla.

Wikimentario, il documentario su Wikipedia

Ricevo e pubblico volentieri questo messaggio che mi è giunto in privato, che descrive la nascita di un documentario della durata di dieci minuti con interviste ai primi fondatori di Wikipedia e diversi appassionati intervenuti al Wikimania 2005.

Globalvision ha prodotto recentemente il primo Wikimentary, un documentario su Wikipedia, la libera enciclopedia on line.

Il documentario, della durata di dieci minuti, decrive il nuovo modo di diffondere la conoscenza sulla rete attraverso interviste ai primi fondatori di Wikipedia e ai numerosi wikimaniacs presenti a Francoforte l’agosto scorso per il primo convegno sul tema, Wikimania 2005 – The First International Wikimedia Conference.

Costo del video? Lo stesso costo della nostra linea internet. Si, perché il documentario di Rory O’Connor, presidente e cofondatore della Globalvision Inc., è reperibile su internet all’indirizzo http://www.archive.org/search.php?query=wikimedia e ad esso è applicata la Creative Commons license, vale a dire la possibilità di utilizzare liberamente il materiale offerto sulla rete, secondo il principio delle copyleft licenses proprie di tutto il materiale wiki.

L’iniziativa segue dunque in pieno la “filosofia wiki” ed apre nuovi orizzonti per la libera enciclopedia creata nel 2003 dalla Wikimedia Foundation Inc., l’organizzazione madre di Wikipedia. Dopo Wiktionary, Wikiquote, Wikibooks, Wikisource, Wikinews, Commons, Wikispecies e Nupedia, si apre l’era dei Wikimentaries, documentari di cui viene reso disponibile non solo il montato, ma anche tutto il materiale girato.

Nel caso del documentario su Wikipedia parliamo di oltre tredici ore di immagini, con tanto di trascrizioni delle interviste su file di testo” afferma il regista. “Chiunque può scaricare del tutto o in parte le immagini, aggiungerne eventualmente di proprie e montare altri film sullo stesso tema”. L’iniziativa di Rory O’Connor incoraggia così la crescita e lo sviluppo di progetti open content e la diffusione gratuita di materiale su internet.

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