Ordine del giorno per l’acqua pubblica
Oggi presenterò un Ordine del Giorno sull’Acqua, che a sostegno del bene comune e della pubblicizzazione dell’acqua.
Segue il testo:
ODG “ACQUA BENE COMUNE”: ADESIONE AL MANIFESTO PER L’ACQUA E AL COORDINAMENTO ENTI LOCALI PER L’ACQUA PUBBLICA, IMPEGNI CONSEGUENTI.
Il Consiglio Comunale di Forlì
PREMESSO che
l’acqua è un bene comune ed è un bene finito indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi;
– la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti umani inalienabili e inviolabili di ciascuno
CONSIDERATO che complessivamente oltre 1 miliardo e 400 milioni di persone che abitano il pianeta non hanno accesso all’acqua potabile e che per far fronte a questa situazione è stata promossa la campagna mondiale Acqua diritto umano bene comune ed è stato costituito un Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua;
CONSIDERATO inoltre
che tra le iniziative del Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua vi è la diffusione del Manifesto dell’Acqua di cui si chiede la sottoscrizione;
che lo scorso 21 novembre a Roma, nell’ambito del Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, si è tenuta la prima Assemblea del Coordinamento nazionale degli Enti Locali per l’Acqua pubblica
RICORDATO che è stata nuovamente assegnata alla Commissione Ambiente della Camera la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua sulla quel sono state raccolte in tutta Italia nel corso del 2007 oltre 400.000 firme di cittadine e cittadini. La proposta di legge ha l’obiettivo di sottrarre l’acqua (reti, gestione ciclo idrico integrato, erogazione) alle leggi del mercato e della concorrenza, garantendone la proprietà e la gestione interamente pubbliche e il controllo diretto da parte della comunità locale; di assicurare una quantità minima vitale di acqua, gratuita, a tutti gli esseri umani;
Il Consiglio Comunale di Forlì
IMPEGNA Sindaco e Giunta
– ad avviare ogni iniziativa utile affinchè il Parlamento approvi la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua;
– a proseguire l’opera di sensibilizzazione sul tema dell’acqua e della desertificazione coinvolgendo gli altri Comuni della provincia e la Regione;
– a contrastare ogni forma di politica e di sviluppo che di fatto possa comportare direttamente o indirettamente o un impoverimento quantitativo/qualitativo del patrimonio “acqua” o un estendersi dei processi di desertificazione;
a promuovere azioni per
– preservare e salvaguardare le risorse idriche e favorire l’accesso all’acqua per tutti, come diritto a partire dal proprio territorio;
– ridurre il consumo e gli sprechi di acqua potabile a livello di comportamenti ed usi quotidiani, privilegiando per bere il consumo di acqua di rubinetto in casa ed a sollecitarne l’uso nei luoghi pubblici;
– sollecitare i gestori affinchè garantiscano una buona qualità dell’acqua del rubinetto;
– praticare la riduzione dei consumi domestici e a sollecitare l’adozione negli edifici pubblici, nelle abitazioni, di tecnologie di riduzione dei consumi (riduttori di flusso);
– sostenere, con tutti i mezzi legittimi, iniziative concrete in difesa dell’acqua come diritto umano e bene comune da parte delle istituzioni;
– definire le azioni necessarie per garantire una gestione ed un governo pubblico delle risorse idriche del territorio;
– sostenere il finanziamento di progetti che garantiscano l’accesso all’acqua nei paesi più poveri. DELIBERA
di sottoscrivere il Il MANIFESTO DELL’ACQUA a cura Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua, All. A) e di aderire al Coordinamento Enti Locali per l’Acqua Pubblica;
S’IMPEGNA
a modificare lo Statuto Comunale introducendo il riconoscimento dell’acqua come bene comune pubblico e patrimonio dell’umanità e di tutte le specie viventi e l’accesso all’acqua potabile come un diritto umano fondamentale che non deve essere assoggettato a norme di mercato.
H2Oro – L’acqua, un diritto dell’umanità
La Compagnia teatrale ITINERARIA presenta “H2Oro – L’acqua, un diritto dell’umanità” (200 repliche in due anni) Lunedì 27 Ottobre 2008 ore 20.45 alla Sala San Luigi, in via L. Nenni 12 – FORLI’-
INGRESSO GRATUITO
organizzato dall’Associazione SORRISI DAL MONDO
Una produzione della Compagnia teatrale ITINERARIA diretta da Roberto Carusi
Interpreti: Fabrizio De Giovanni e Lorella De Luca
Regia: Emiliano Viscardi
Musiche originali: Augusto Ripari
Allestimenti tecnici e scenografici: Maria Chiara Di Marco
Datore Luci e macchinista: Eliel Ferreira
Assistente alla regia: Aldo Bianchi
Light designer: Giorgio Romano
Contributi video: Dario Barezzi
Operatore video: Sergio Cavandoli
Post-produzione video: Franco Valtellina
Testo: Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni
Con la partecipazione di: Roberto Carusi che ha prestato la voce per i video.
Per informazioni:
Associazione Culturale e Teatrale Itineraria – Cologno Monzese (MI)
Tel. 02/25396361- 335.8393331
e-mail itinerariateatro@gmail.com
sito internet www.itineraria.it
(cliccando sul logo “H2Oro” è possibile scaricare tutto il materiale relativo allo spettacolo)
H2Oro
L’acqua un diritto dell’umanità
Da un progetto di Fabrizio De Giovanni e Maria Chiara Di Marco nasce questo spettacolo di teatro-documento per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi del “Bel Paese”, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti.
L’acqua non deve diventare “l’oro blu” del XXI secolo, dopo che il petrolio è stato “l’oro nero” del secolo XX. L’acqua deve invece essere considerata come bene comune, patrimonio dell’umanità. L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano e sociale imprescrittibile, che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. Perché questo avvenga bisogna sottrarre l’acqua alla logica del mercato e ricollocarla nell’area dei beni comuni, alla cui tavola devono potersi sedere tutti gli abitanti della Terra con pari diritti, comprese le generazioni future. Attraverso una documentazione rigorosa si affrontano i temi della privatizzazione dell’acqua, delle multinazionali, del contratto mondiale dell’acqua, delle guerre dell’acqua e delle dighe, degli sprechi e dei paradossi nella gestione dell’acqua in Italia, del cosa fare noi-qui-ora, della necessità di contrastare e invertire l’indirizzo di mercificazione e privatizzazione. Uno spettacolo per affermare che un altro mondo è possibile, non all’insegna del denaro, ma della dignità umana.
Spettacolo premiato nel 2006 con una targa d’argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Realizzato con il Patrocinio del “Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua” e del “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” di Vecchiano, ha ricevuto in seguito il Patrocinio del Ministero delle Politiche agricole e forestali, del Ministero della Pubblica Istruzione Università e Ricerca, della Presidenza della Regione Lombardia e della Provincia di Lodi.
GOLIA E’ NUDO
“H2Oro – l’acqua, un diritto dell’umanità” è una produzione dell’Associazione Culturale e Teatrale ITINERARIA in forma di teatro-documento.
Essa si pone in quel filone di testimonianze civili, portate attraverso il teatro, che questa Associazione propone – da oltre dieci anni – ai suoi soci e a un pubblico, indistintamente, di cittadini, studenti, frequentatori di biblioteche e organizzazioni di volontariato.
Fabrizio De Giovanni è, con Lorella De Luca, interprete dello spettacolo che si è – per così dire – “cucito addosso” affinché le sconvolgenti verità di cui si fa portavoce acquistino (ancorché ampiamente ed autorevolmente documentate) un’ulteriore credibilità anche in versione scenica.
L’attore/autore si è avvalso della collaborazione dello storico Ercole Ongaro, già felicemente autore di altre due produzioni teatrali di Itineraria (l’una sulla Costituzione, l’altra sui diritti dei bambini) che tuttora si replicano, ma anche di Emiliano Viscardi per la regia, di Maria Chiara Di Marco per l’apparato scenico, di Dario Barezzi per i contributi filmati. E non a caso: la varietà dei linguaggi e degli strumenti non è tanto una moda in voga nel teatro attuale quanto, piuttosto, una scelta di necessità. Affrontando infatti temi di urgente attualità quale, tra gli altri, è quello dell’acqua e mettendosi (come amava dire Don Milani) “dalla parte dell’ultimo”, imprescindibile è l’esigenza di volgere a buon fine quegli stessi accattivanti mezzi di comunicazione che quotidianamente aggrediscono la società contemporanea ed in particolare le giovani generazioni.
Itineraria – nella convinzione di poter contribuire alla consapevolizzazione degli spettatori sui problemi determinanti per il futuro dell’umanità – è particolarmente orgogliosa del fatto che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi abbia concesso allo spettacolo “H2Oro” una targa d’argento (come, a suo tempo, allo spettacolo sulla Costituzione e a quello sui diritti dell’infanzia).
“Che fare?”: è l’interrogativo che tormenta spesso gli spettatori degli spettacoli di Itineraria sui temi dell’ odierna mondialità, ma anche sui nodi più aggrovigliati di un recente passato per non dimenticare: la Shoah, la Resistenza, l’esodo del popolo palestinese.
Sentirsi interrogati è prendere coscienza della realtà dei molti “senza voce” cui può dar voce la gente di teatro. È scoprire – con il bimbo della famosa fiaba di Andersen – che l’imperatore è nudo. È capire che la piccola fionda di Davide può, alla lunga, abbattere i molti Golia del potere che opprime.
Roberto Carusi
(presidente di Itineraria)
SCALETTA dello spettacolo:
“H2ORO – L’acqua, un diritto dell’umanità”
– Filmato di apertura
– monologo sulla scarsità dell’acqua
– monologo sull’acqua come diritto e non come bene economico
– monologo su mercificazione dell’acqua e Manifesto Contratto Mondiale
– introduzione alla Rivolta di Cochabamba
– filmato: “Cochabamba: Suor Antonietta Potente”
– monologo su Coca Cola nel mondo e caso inglese
– lettura: La Coca Cola è fuorilegge?
– filmato: “progetto fondamentalista della Coca-Cola”
– monologo su Le guerre per l’acqua e L’acqua in Palestina/Israele
– monologo su Le guerre per i fiumi
– monologo su Le dighe nel mondo
– conclusione prima parte citazione don Milani e Gandhi
– poesia Nando Dalla Chiesa musicata
– monologo su L’Italia e l’acqua minerale
– monologo su Parametri: acqua potabile/acqua minerale
– monologo su Le multinazionali dell’acqua minerale e le concessioni
– monologo su “Mineracqua” e il ricatto pubblicitario
– filmato: “Trasparenza: le analisi invisibili”
– filmato: “Vox populi”
– monologo su L’informazione indipendente e il consumo critico
– monologo su La mafia e l’acqua
– monologo su il miracolo di Agrigento, Sanpellegrino/Nestlè
– monologo su Gli sprechi strutturali
– monologo su Gli scempi con caso Mugello/TAV
– monologo su Il caso Milano
– monologo su Cosa fare noi-qui-ora
– filmato: “Jacopo Fo: risparmiare l’acqua nel quotidiano”
– monologo su L’acquedotto pugliese e Petrella ex presidente
– monologo su La Toscana e la ripubblicizzazione dell’acqua
– monologo su Napoli e Padre Alex Zanotelli
– monologo su S. Giuliano M.se “Fontane con le bollicine”
– monologo su Bagnacavallo “Riduttori di flusso”
– conclusione spettacolo, citazione Gesualdi/Sara Ongaro
– montaggio poetico/finale
[Durata totale 90 minuti circa]
Articolo tratto da “Peacereporter”
Un palcoscenico sull’acqua
Uno spettacolo racconta i problemi legati allo sfruttamento dell’acqua
di Dolores Carnemolla
La scena è nuda: un leggìo da una parte, uno sgabello dall’altra, al centro uno schermo, dapprima spento. Poi si accendono immagini di battaglie prese in prestito dal cinema: conflitti dall’età della pietra ai nostri giorni. Un uomo sale sul palcoscenico rivolgendosi agli spettatori: senza preamboli comincia a parlare dei problemi relativi alla scarsità dell’acqua, di questioni che hanno generato aspre ostilità a causa dell’oro blu. È un attore? Non sembra stia “recitando”: il suo tono, benché impostato, è di una autenticità disarmante. L’argomento che sta esponendo è cosa di tutti i giorni, quello che dovrebbe essere un monologo è in realtà l’inizio di un dialogo tra la sua voce che ci informa sui fatti e le coscienze di chi sta ad ascoltare.
Così comincia “H2oro-l’acqua, un diritto dell’umanità”: produzione dell’Associazione Culturale e Teatrale Itineraria, sui palcoscenici alternativi di tutta Italia da marzo ad ottobre.
La forma è quella del teatro-documento, lo scopo è quello di rendere consapevole la società civile del fatto che l’acqua è un bene comune e averne accesso è un diritto fondamentale. Fabrizio De Giovanni è, con Lorella De Luca, autore-attore di questo spettacolo scritto con la collaborazione di Ercole Onagro. La rappresentazione si avvale di linguaggi e contributi diversi (letture di documenti, video) ben amalgamati dalla regia di Emiliano Viscardi e dall’apparato scenico di Maria Chiara Di Marco.
Come si apprende dal libro di Vandana Shiva, “Le guerre dell’acqua” (Fabrizio De Giovanni ne legge qualche passo significativo) l’acqua è insufficiente in Israele, India, Cina, Bolivia, Canada, Messico, Ghana e Stati Uniti e le guerre dell’acqua non sono un evento del futuro: sono già in atto veri e propri conflitti in ogni società. Che si tratti del Punjab o della Palestina, spesso la violenza politica nasce dalla competizione per appropriarsi delle scarse e vitali risorse idriche. Molti di questi conflitti politici sono celati: chi controlla il potere maschera le guerre dell’acqua, facendole apparire come scontri etnici o religiosi.
Ogni giorno 30.000 persone muoiono per cause connesse alla scarsità di acqua o alla sua cattiva qualità o igiene. La Comunità Internazionale continua a rifiutare il concetto che l’acqua è un diritto di tutti, preferendo trattarla come un bene economico, soggetto alle leggi del mercato e accessibile solo a chi può permetterselo. Il programma per lo sviluppo delle nazioni Unite ha dimostrato che l’obiettivo di rendere accessibile l’acqua all’intera umanità è economicamente realizzabile. Non sono le tecnologie né le risorse che mancano, dipende dalla volontà di chi compie scelte politiche ed economiche: negando ai poveri l’accesso all’acqua, privatizzandone la distribuzione e inquinando pozzi e fiumi. La pretesa di vendere l’acqua è pari a quella di vendere l’aria: rivendicare il diritto alla disponibilità di acqua potabile significa difendere il diritto di vivere per tutti gli esseri viventi.
In 70 minuti di spettacolo si apprendono tante scomode verità, ma anche indicazioni utili a capire il problema e quindi ad assumere gli atteggiamenti giusti, anche nelle abitudini quotidiane: rifiutare, ad esempio, il ricatto delle pubblicità che inducono all’acquisto dell’acqua in bottiglia o evitare gli sprechi giorno dopo giorno.
L’invito di H2oro è quello di collaborare insieme per creare “democrazie dell’acqua”.
Come scrive Vandana Shiva, “se costruiamo la democrazia, costruiamo la pace”.
H2Oro, il teatro-documento che mancava
di Barbara D’Amico 15/10/2007
“Uno spettacolo teatrale per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi del ‘Bel Paese’, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti”, recita l’introduzione sulla locandina di questo spettacolo quasi del tutto sconosciuto, fino a ieri. E non servirebbero altre descrizioni se non fosse che H2Oro, più che un semplice spettacolo, è una vera e propria impresa. L’acqua come bene comune, come diritto inalienabile dell’uomo, la sua fragilità e la gravissima crisi che rischia di portarci ad un’ulteriore serie di conflitti per il predominio di questa risorsa principe: non è facile tradurre un messaggio così complesso in esperienza da palcoscenico, eppure la Compagnia Itineraria di Roberto Carusi ci riesce inaugurando un nuovo genere teatrale, quello del Teatro- Documento appunto, a metà strada tra la commedia e l’inchiesta – diversa dalla satira – in cui “l’acqua” è solo l’ultima arrivata dopo esperimenti scenici sui diritti dell’infanzia, sulla Shoàh e sulla Costituzione.
Il progetto nasce in modo travagliato. E’ Fabrizio De Giovanni – scuola di Dario Fo e Franca Rame nonché protagonista di H2Oro – ad abbozzare l’idea dello spettacolo. “Ogni qualvolta ci siamo scontrati con i diritti umani questi, in qualche modo, erano e sono connessi all’acqua”, ha dichiarato in una recente intervista. E sono proprio le connessioni tra diritti umani e crisi idrica che lo spingono a documentarsi verso la fine degli anni Novanta facendogli scoprire un mondo parallelo, fatto di quelle che definisce assurdità e negazioni di un bene fondamentale. “E’ pazzesco! Lo sapevate che i parametri di qualità per l’acqua potabile sono più restrittivi di quelli previsti per l’acqua in bottiglia? O che con 1 euro le multinazionali acquistano 100 mila litri d’acqua potabile che poi rivendono in bottiglia a un prezzo enorme?”, denuncia anche fuori dal teatro. Il materiale è mastodontico, il tema scomodo, ma dopo anni di tentativi la Compagnia, con la decisiva collaborazione della scenografa Maria Chiara di Marco, riesce a dargli forma.
De Giovanni porta, così, in scena un monologo di quasi due ore intervallato sapientemente dai filmati di Dario Barezzi e dalle testimonianze scritte di giornalisti, studiosi e premi Nobel sulla carenza dell’acqua e sulla speculazione dell’imbottigliamento delle risorse idriche. E’ questo, infatti, uno dei temi centrali della pièce che punta il dito contro la privatizzazione delle acque potabili da parte delle multinazionali e contro l’Italia, prima consumatrice al mondo – anche prima degli Stati Uniti – di acqua in bottiglia. Esilaranti le interviste alle persone comuni che dichiarano di bere “acqua normale” – cioè in bottiglia – anziché “strana” come quella del rubinetto. Come ilare è il tentativo del protagonista di capire cosa debba fare per ottenere l’analisi dell’acqua che beve: un’odissea infinita fatta di rimpalli tra uffici comunali, asl e telefoni chiusi in faccia .
Il messaggio è chiaro: bevete acqua del rubinetto. A provarne l’assoluta sicurezza sono dati scientifici e studi che, con un colossale lavoro di ricerca, De Giovanni ha saputo raccogliere e sistematizzare. Da Giuseppe Altamore a Riccardo Petrella – studioso della “petrolizzazione” dell’acqua – le fonti si dimostrano eccellenti e trasformano H2Oro in una vera e propria inchiesta dall’alto contenuto informativo ma dai toni scomodi. Talmente scomodi da renderne invisa la replica nei principali teatri italiani. Fatta eccezione per Milano e Firenze, dopo ben 122 repliche ed una targa d’argento rilasciata da Carlo Azeglio Ciampi, H2Oro non riesce ad approdare a Roma. “Teatri pieni”, pare abbia risposto l’assessorato alla cultura della capitale. In realtà “rischiamo denunce e querele ad ogni spettacolo ormai”, dichiara De Giovanni alla platea alla fine della replica dello scorso 6 ottobre proprio a Firenze, mentre distribuisce etichette auto-prodotte da incollare sulle bottiglie di plastica. Il marchio recita “Acqua S.Rubinetto – L’acqua che non pesa sulla spesa” ed è il modo più efficace, secondo Itineraria, per riuscire a bere acqua potabile dando uno smacco alle multinazionali. H2Oro è allora un piccolo grande terremoto che si inserisce in quella battaglia coraggiosamente condotta già da padre Alex Zanotelli. Perché l’acqua è un bene fondamentale, non una merce.
Fabrizio De Giovanni (Milano, 1967)
Nel 1991 prende parte con la Compagnia teatrale di Dario Fo e Franca Rame a Parliamo di donne e nel 1998 a Marino libero! Marino è innocente!, spettacolo per la riapertura del “Caso Sofri”.
E’ tra i fondatori della Compagnia teatrale ITINERARIA diretta da Roberto Carusi con la quale ha preso parte, dal 1994, a tutti gli spettacoli prodotti. Dal 2000 presta la voce alle marionette della storica Compagnia Carlo Colla e figli di Milano.
Nel 2005 ha preso parte alle registrazioni della trasmissione di Raidue “Il teatro in Italia” con Dario Fo e Giorgio Albertazzi. Da allora ha preso parte a tutte le nuove produzioni di Dario Fo.
Dal 1992 opera anche nell’ambito della promozione della lettura con incontri rivolti sia ai bambini che agli adulti, in collaborazione con biblioteche e scuole. Dal 1995 collabora alla produzione di audio libri e audiovisivi scolastici per gli Editori: Fabbri, Giunti, Sedes, Loescher, Lang, Petrini, RCS, Cideb e Salani (Roal Dahl).
Associazione Culturale e Teatrale Itineraria – Cologno Monzese (Mi) via Goldoni, 18
tel. 02.25396361 – 02.2538451- 335.8713663 – h2oro@itineraria.it – www.itineraria.it
INTERVISTA A ERCOLE ONGARO (co-autore del testo)
Perché ha scritto questo testo?
Come cittadino mi sono sentito interpellato dai processi in atto di mercificazione e privatizzazione dell’acqua e ho pensato che anche con la forma teatrale potevo contribuire a far prendere coscienza della pericolosità di quanto sta avvenendo in questo settore. Il primo segnale per il risveglio della mia coscienza civica mi è venuto dalla rivolta dell’acqua dei poveri di Cochabamba: quell’episodio non soltanto mi ha confermato che noi Paesi ricchi del Nord del mondo siamo causa dei disastri del Sud, del loro impoverimento nel caso specifico della privatizzazione della loro acqua, ma anche mi ha fatto intuire dove noi stiamo andando: verso un futuro che consegna beni comuni fondamentali al dominio di ristretti gruppi finanziari, permettendo loro di farli diventare una potente macchina di profitti.
Su cosa si è fondato per costruire il testo?
Mi sono documentato, allo stesso modo nel quale mi documento per il mio lavoro di ricerca storica: ho letto molta bibliografia sull’argomento, ho studiato i documenti che il variegato movimento di resistenza alla mercificazione dell’acqua ha prodotto in diverse situazioni locali e poi ho costruito un percorso narrativo semplice ma efficace. Quanto accade a livello locale, la microstoria, è solitamente l’elemento determinante che aiuta a capire i processi generali, mondiali, e che porta al coinvolgimento personale. Il confronto con Fabrizio De Giovanni ha poi arricchito la mia ricerca e dato un ritmo al testo in vista della sua realizzazione scenica.
Ma un movimento dal basso, locale, può incidere su processi che hanno il loro contesto nella globalizzazione mondiale?
Penso proprio di sì. Può sembrare impossibile, ma proprio nel caso dell’acqua si è visto realizzato l’obiettivo per il quale il movimento di base ha lottato: dove il movimento ha saputo mantenere la mobilitazione, ci sono state inversioni di rotta impensabili fino a qualche tempo prima, si sono interrotti processi di privatizzazione già molto avanzati, si sono stracciati impegni già presi. Io stesso, che faccio parte della Rete di Lilliput di Lodi ho potuto constatarlo per quanto riguarda Lodi e il Lodigiano, dove si è passati da un orientamento privatizzatore a uno che garantisce l’acqua come bene comune. Resistere a ogni tentativo di espropriazione dei beni comuni significa salvare le basi su cui si fonda una società democratica. Mi auguro che anche attraverso questo spettacolo cresca la presa di coscienza tra i cittadini e li spinga a interessarsi alla difesa dei beni comuni in generale e dell’acqua in particolare.
Quale lezione possiamo trarre dai risultati finora raggiunti?
La certezza che la storia non è finita, che non dobbiamo farci convincere che non ci resta che la sconfitta. Sarebbe la più grande, e definitiva, vittoria delle multinazionali e del potere finanziario. Se è stato possibile invertire il vento della privatizzazione dell’acqua, vuol dire che è possibile proporsi cambiamenti di più vasta portata. E comunque è fondamentale tenere insieme i due livelli: il cambiamento delle strutture e il cambiamento del proprio comportamento, delle proprie scelte personali. Non scindere, ma coniugare i due livelli, tenendo fermo lo sguardo e la direzione del cammino verso l’utopia di una società che progetta il proprio futuro non all’insegna del denaro ma della dignità di tutti gli uomini.
LA COMPAGNIA TEATRALE ITINERARIA
Costituita da una quindicina di attori e tecnici, realizza rappresentazioni nei diversi settori dello spettacolo, potendo contare su competenze molteplici. Ne fanno parte infatti attori e attrici, musicisti, doppiatori, tecnici, registi, scenografi, artisti di strada, animatori. La gamma di proposte spettacolari è quindi estremamente varia e, non di rado, supportata da incontri con interpreti, autori, critici. Ciò consente al pubblico che segue i lavori della Compagnia di approfondire il proprio rapporto con il teatro, o di accostarvisi per la prima volta, con la garanzia di una elevata qualità culturale, sempre sostenuta tuttavia dalla piacevolezza dell’interesse e dello svago.
Nella rassegna di spettacoli di Teatro-documento “Per non dimenticare” Itineraria propone anche “Bambini esclusi” sulla condizione dell’infanzia nel mondo, “Voci dalla Shoah” dalle testimonianze di tre sopravvissuti ad Auschwitz, “Dove è nata la nostra Costituzione”, “La vergogna e la memoria” sulla Resistenza e “Mia terra, patria mia” sulla situazione palestinese.
Itineraria si occupa costantemente anche di promozione della lettura, dando vita ad incontri per bambini e ragazzi mirati a comunicare il “piacere della lettura” e recital letterari che accostino o riavvicinino gli adulti al piacere del libro.
L’ASSOCIAZIONE CULTURALE E TEATRALE ITINERARIA
ITINERARIA è un’associazione culturale e teatrale sorta 12 anni fa a Cologno Monzese (dove ha sede in via Goldoni 18) e svolge attività nel campo dello spettacolo.
In collaborazione con molte biblioteche civiche, ITINERARIA svolge un’intensa attività di promozione della lettura, destinata – ovviamente con diverse modalità e distinti momenti – sia agli adulti sia ai bambini. Ha ideato, organizzato e condotto per anni, un concorso nazionale di cabaret, finalizzato alla scoperta e alla valorizzazione di autori e interpreti “intelligenti”, con ampio consenso di pubblico e di critica. L’Associazione svolge incontri e corsi formativi, prevalentemente per la lettura ad alta voce, nell’ambito di Scuole ed Enti locali.
Nel “teatro da camera” della propria sede, ITINERARIA organizza serate, con periodicità settimanale, in cui si rappresentano produzioni della Compagnia Stabile dell’Associazione (che si avvale dell’apporto di professionisti e volontari) si organizzano cineforum e incontri con personalità del mondo dello spettacolo, si presentano spettacoli ospiti.
Da anni l’Associazione propone agli iscritti lo sconto su biglietti per gli spettacoli in scena a Milano, ma anche e soprattutto un orientamento critico degli spettatori.
Le letture sceniche predisposte e realizzate dalla Compagnia teatrale ITINERARIA si avvalgono di montaggi di testi di carattere letterario, teatrale, documentario. In quest’ultimo settore degne di nota sono le letture che trattano della Resistenza, della Shoah, della Costituzione, della situazione palestinese, dei Diritti dei bambini (lavoro realizzato in collaborazione con l’Unicef) e la più recente sul tema dell’acqua patrimonio dell’umanità.
Vanno infine ricordate le letture sceniche commissionate a ITINERARIA dai Servi di Maria per commemorare David Maria Turoldo con le rappresentazioni di due suoi testi, nonché la collaborazione con la Pro Civitate Christiana di Assisi.
Da alcuni anni ITINERARIA coordina una scuola di teatro in cui sono docenti esperti delle varie competenze teatrali. Può vantare inoltre frequenti momenti di animazione per i più piccoli con gruppi specializzati di clown ed educatrici qualificate.
Sergejs Gromovs: gli ultimi aggiornamenti
Per chi non avesse mai sentito parlare dello scacchista Sergejs Gromovs può leggere la sua storia nei miei due articoli precedenti:
– Aggiornamenti sul Caso Gromovs
– Salviamo Sergejs Gromovs
Pubblico gli ultimi aggiornamenti, grazie a Sauro Turroni che si sta occupando della cosa.
Le cose non stanno andando molto bene purtroppo nonostante gli sforzi in favore di Serghiej Gromovs.
Il 7 novembre il Tar ha respinto il ricorso.
L’8 novembre abbiamo presentato subito un nuovo ricorso al consiglio di stato e speriamo vada meglio in quella sede.
L’8 novembre il sottosegretario alla giustizia ha anche risposto negativamente ad una interpellanza urgente presentata dall’on. Paola Balducci ( Verdi) che potete leggere in coda insieme con il resoconto stenografico.
Se leggete l’interpellanza vi troverete tutti i motivi da sottolineare nelle mail che mi auguro continuiate ad inviare al ministro Mastella (clemente.mastella@senato.it e/o clemente.mastella@giustizia.it) , ricordando che la costituzione garantisce a tutti il diritto di difendersi nei procedimenti penali che li riguardano e soprattutto i loro doveri istruttori, dal momento che il piccolo reato di furto commesso da Gromovs nel 1994 è prescritto e pertanto non può esservi nessuna estradizione.
Noi continuiamo a batterci, la senatrice De Petris ha già presentato una nuova interrogazione, altre iniziative sono allo studio. Voi continuate ad aiutare Serghiej come avete fatto finora.
Allegato A
Seduta n. 238 dell’8/11/2007
(Sezione 9 – Iniziative in relazione al procedimento di estradizione nei confronti del signor Sergeij Gromovs)
Interpellanza a risposta immediata
I)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
Sergeij Gromovs, maestro e campione di scacchi, oggetto di persecuzioni nellaRepubblica di Lettonia a causa della origine russa e della sua partecipazione a manifestazioni antidiscriminatorie, veniva ricercato dalle locali autorità per rispondere di un’ipotesi di reato di furto di modesta gravità;
il Gromovs, temendo il peggio, si rifugiava in Italia, abbandonando, suo malgrado, moglie e due figli;
nel nostro Paese il Gromovs utilizzava un passaporto falso e una falsa identità, comportamento che dava origine al procedimento penale n. 6479 del 2001 presso la procura della Repubblica di Forlì;
nel dicembre del 2001 la Repubblica di Lettonia presentava all’Italia richiesta di estradizione del Gromovs, al fine di sottoporlo a processo per il reato di furto;
con decreto del Ministro della giustizia del 22 novembre 2002 (rif. EP 753/2001/AR) veniva assentita l’estradizione del cittadino lettone;
incarcerato il Gromovs nella casa circondariale di Forlì, in esecuzione del decreto di estradizione, si realizzava un’ampia mobilitazione promossa dal quotidiano Il Resto del Carlino e portata avanti da moltissime persone, che avevano avuto modo di conoscere il Gromovs e di apprezzarne le doti umane e il comportamento esemplare tenuto nel nostro Paese;
anche sulla spinta di tali manifestazioni di solidarietà, nel 2002 il Ministro interpellato disponeva, ai sensi dell’articolo 709 del codice di procedura penale, la sospensione della consegna, in considerazione della pendenza, presso la procura di Forlì, del suddetto procedimento penale a carico del Gromovs;
l’interessato successivamente richiedeva la concessione dello status di rifugiato politico, che non veniva rilasciata a causa dell’imminente entrata della Lettonia nell’ambito comunitario;
la commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato raccomandava, comunque, la concessione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che veniva rilasciato fino al 2009;
in data 8 aprile 2003, il giudice per le indagini preliminari di Forlì disponeva l’archiviazione del procedimento penale riguardante il Gromovs, la cui pendenza giustificava la sospensione dell’esecutività del decreto di estradizione;
l’Interpol nel maggio 2007 richiedeva al ministero della giustizia l’estradizione del Gromovs, essendo ancora esecutivo il decreto di estradizione emesso nel 2001;
in data 18 giugno 2007 il ministero della giustizia richiedeva alla corte d’appello di Bologna la misura della custodia cautelare in carcere, al fine di procedere alla consegna del Gromovs alle autorità lettoni;
la misura veniva disposta in data 26 giugno 2007, mentre l’arresto è avvenuto in data 9 settembre 2007;
la procura della Repubblica di Forlì, medio tempore, ha riaperto il procedimento penale a carico del Gromovs per uso di documenti falsi e di false generalità, nonché per ricettazione di documenti falsi (proc. pen. n. 5084/07 r.g.n.r.);
il pubblico ministero procedente ha manifestato l’intenzione, portata a conoscenza anche degli uffici del ministero della giustizia, di esercitare l’azione penale nei confronti del Gromovs;
è stato, pertanto, già notificato l’avviso di conclusione delle indagini previsto dall’articolo 415-bis del codice di procedura penale e nei prossimi giorni verranno completate le formalità per procedere alla citazione a giudizio del Gromovs;
tale nuova circostanza consente al Ministro interpellato di disporre – come già è avvenuto nel 2002 – misura sospensiva della consegna, ai sensi dell’articolo 709 del codice di procedura penale e dell’articolo 19 della Convenzione europea sulla estradizione del 13 dicembre 1957;sotto un diverso, ma ancor più dirimente, profilo, il reato di furto per il quale Sergeji Gromovs dovrebbe essere processato in Lettonia sarebbe stato commesso il 5 agosto 1994, di talché i termini di prescrizione del reato in questione debbono ritenersi abbondantemente decorsi secondo la nostra legge (articoli 157 e seguenti codice penale);
ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione europea sulla estradizione, «l’estradizione non sarà consentita se la prescrizione dell’azione o della pena è acquisita secondo la legislazione della Parte richiedente o della Parte richiesta» -:
se non ritenga, considerate anche le esigenze insopprimibili connesse alla libertà dei diritti dei perseguitati politici:
a) di disporre in tempi brevissimi la misura della sospensione della consegna di Sergeij Gromovs ex articolo 709 del codice di procedura penale, in considerazione della pendenza del suddetto procedimento penale nell’ambito del quale l’interessato ha manifestato l’intenzione di difendersi;
b) ovvero di disporre la revoca del decreto di estradizione sopra richiamato, ritenuta, ai sensi dell’articolo 698 del codice di procedura penale, la ricorrenza di ragioni che inducono a prevedere che il condannato, in caso di estradizione, verrebbe sottoposto nel Paese richiedente ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza;
c) ovvero, ancora, di disporre la revoca del medesimo provvedimento, ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione europea sulla estradizione del 13 dicembre 1957, in considerazione del fatto che l’estradizione è stata richiesta in ragione della necessità di sottoporre il Gromovs a processo (senza che agli atti risulti alcuna condanna pronunciata nei suoi confronti) per un reato ormai prescritto secondo la legislazione italiana.
(2-00823) «Balducci, Bonelli».
(6 novembre 2007)Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative in relazione al procedimento di estradizione nei confronti del signor Sergeij Gromovs – n. 2-00823)
PRESIDENTE. L’onorevole Balducci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00823, concernente iniziative in relazione al procedimento di estradizione nei confronti del signor Sergeij Gromovs (Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti sezione 9).
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, il caso oggetto dell’interpellanza riguarda Sergeij Gromovs, maestro e campione di scacchi, originario della Repubblica di Lettonia, dove in passato è stato oggetto di discriminazioni a causa della sua origine russa e della partecipazione a manifestazioni antidiscriminatorie. Sergeij Gromovs, nel 1994, avrebbe commesso un furto di modesta gravità nel suo Paese d’origine. Ricercato dalle locali autorità, temendo che il processo per tale reato potesse costituire un pretesto per il ripetersi di ulteriori trattamenti discriminatori, il Gromovs, si rifugiava in Italia abbandonando, suo malgrado, la famiglia. Nel nostro Paese, il Gromovs utilizzava un passaporto falso e una falsa identità, comportamento che dava origine a un procedimento penale presso la procura della Repubblica di Forlì. Nel dicembre 2001, la Repubblica di Lettonia presentava all’Italia richiesta di estradizione del Gromovs finalizzata a sottoporlo a processo per furto. Il 22 novembre 2002 il Ministero della giustizia accoglieva la richiesta e il Gromovs veniva quindi incarcerato nella casa circondariale di Forlì, in esecuzione del decreto di estradizione. A questo punto, il Resto del Carlino promuoveva una battaglia in favore di Sergeij Gromovs cui aderivano un numero altissimo di persone, soprattutto tra gli scacchisti che avevano avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti umane e il comportamento esemplare tenuto nel nostro Paese.
Si otteneva così dall’allora Ministro Castelli la sospensione della consegna del Gromovs alle autorità lettoni, in considerazione della pendenza, presso la procura di Forlì, del procedimento penale a carico del medesimo. Peraltro, qualche tempo dopo, l’interessato richiedeva la concessione dello status di rifugiato politico che non veniva accordata a causa dell’imminente entrata della Lettonia nell’ambito comunitario. La commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato raccomandava, comunque, la concessione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che veniva rilasciato fino al 2009. Successivamente, il GIP di Forlì disponeva l’archiviazione del procedimento penale riguardante il Gromovs, la cui pendenza giustificava la sospensione dell’esecutività del decreto di estradizione; pertanto, l’Interpol nel maggio di quest’anno tornava a richiedere al Ministero della giustizia l’esecuzione dell’estradizione. Il 26 giugno 2007 dalla Corte di appello di Bologna veniva disposta la custodia cautelare in carcere, eseguita il 9 settembre.
Nel frattempo, la procura della Repubblica di Forlì ha riaperto il procedimento penale a carico del Gromovs per uso di documenti falsi e di false generalità, nonché per ricettazione di documenti falsi. Il pubblico ministero procedente ha manifestato l’intenzione, portata a conoscenza anche agli uffici del Ministero della giustizia, di esercitare l’azione penale nei confronti del Gromovs. Nei prossimi giorni Pag. 64verranno completate le formalità previste dall’articolo 415 del codice di procedura penale e, eventualmente, per procedere alla citazione a giudizio. È evidente che questa nuova circostanza consenta al Ministro della giustizia – è l’aspetto centrale della nostra interpellanza – di disporre, come già avvenuto nel 2002, la misura sospensiva della consegna, ai sensi dell’articolo 709 del codice di procedura penale e dell’articolo 19 della Convenzione europea sull’estradizione del 13 dicembre 1957.
Vorrei fissare l’attenzione su altri due argomenti, a mio avviso, ancora prevalenti. Infatti, sotto un diverso e ancor più dirimente profilo, si deve osservare che il reato di furto, per il quale Sergeij Gromovs dovrebbe essere processato in Lettonia, sarebbe stato commesso il 5 agosto 1994, di talché i termini di prescrizione del reato in questione debbono ritenersi abbondantemente decorsi secondo la nostra legislazione. È noto, infatti, che ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione europea sull’estradizione «L’estradizione non sarà consentita se la prescrizione dell’azione o della pena è acquisita secondo la legislazione della parte richiedente o della parte richiesta». Essendo l’estradizione stata richiesta esclusivamente per celebrare il processo – e non già per eseguire una eventuale condanna, della quale, comunque, non vi è alcuna traccia negli atti processuali – è evidente che in base alla suddetta norma della Convenzione l’estradizione non può essere concessa per un reato ormai prescritto.
Tutto ciò premesso, si chiede al Ministro se egli non ritenga, considerate anche le esigenze insopprimibili connesse alla libertà dei diritti dei perseguitati politici, di disporre in tempi brevissimi la misura della sospensione della consegna di Sergeij Gromovs ex articolo 709 del codice di procedura penale, in considerazione della pendenza del suddetto procedimento penale, nell’ambito del quale l’interessato ha manifestato l’intenzione di difendersi; ovvero di disporre la revoca del decreto di estradizione sopra richiamato, ritenuta, ai sensi dell’articolo 698 del codice di procedura penale, la ricorrenza delle ragioni che inducono a prevedere che il condannato, in caso di estradizione, verrebbe sottoposto nel Paese richiedente ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza. Infine, si chiede di disporre la revoca del medesimo provvedimento ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione europea sull’estradizione del 13 dicembre 1957, in considerazione del fatto che l’estradizione è stata richiesta in ragione della necessità di sottoporre il Gromovs a processo, senza che, si ribadisce, agli atti risulti alcuna condanna pronunciata nei suoi confronti, per un reato ormai prescritto nella legislazione italiana.PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Luigi Li Gotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, è necessario rispondere all’interpellanza e ai problemi sollevati dagli interpellanti a partire da alcuni punti fermi. Primo tra tutti, il decreto di estradizione emesso nei confronti di Sergeij Gromovs il 20 novembre 2002 e, in secondo luogo, le pronunce con cui sia la corte di appello, sia la Corte di cassazione, hanno dichiarato sussistenti le condizioni per l’accoglimento della domanda di estradizione avanzata dal Governo della Repubblica di Lettonia in data 13 dicembre 2001. Le questioni di diritto rappresentate dagli interpellanti, di sicuro rilievo normativo, hanno in parte trovato risposta – o avrebbero potuto trovarla – nelle appropriate sedi giurisdizionali ove le competenti autorità giudiziarie sono state più volte chiamate a pronunciarsi.
In ragione di questa premessa, ritengo che in questa sede sia opportuno rappresentare che per il decreto di estradizione del 22 novembre 2002, il Ministro della giustizia ha già adottato, in data 18 giugno 2007, il provvedimento che ne dispone l’esecuzione.
Faccio presente che, nel caso di specie, non ricorre la possibilità di applicazione dell’articolo 709 del codice di rito, in quanto lo status del Sergeij Gromovs non Pag. 65è quello di imputato, bensì ancora di indagato, e pertanto lo stesso non è giudicabile.PAOLA BALDUCCI. Ma è indagato!
LUIGI LI GOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, ma l’articolo 709 del codice di procedura penale non si può applicare. È indagato, ma non imputato e, quindi, non ancora giudicabile. Se verrà rinviato a giudizio, all’esito della procedura di cui all’articolo 415-bis del codice di procedura penale, acquisterà un altro status giuridico.
Ad ogni buon conto, la situazione riguardante l’estradizione di Sergeij Gromovs è sostanzialmente mutata dal 15 ottobre ultimo scorso, poiché il TAR Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Gromovs ed ha, allo stato, sospeso il decreto di estradizione.PRESIDENTE. L’onorevole Balducci ha facoltà di replicare.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, signor sottosegretario, mi ritengo parzialmente soddisfatta: l’ultima spiegazione – secondo la quale, paradossalmente, lo status di indagato, in un procedimento penale che può terminare anche con un decreto di archiviazione, sia peggiorativo rispetto a quello di imputato – mi lascia lievemente perplessa.
Al di là di tali considerazioni, lei ha fornito una risposta riguardante il provvedimento che dovrebbe essere o è stato emesso dal TAR Lazio. Signor sottosegretario, lei sa molto bene che questo, comunque, non è un provvedimento risolutivo, ma un provvedimento «provvisorio»: ritengo, pertanto – anche con riferimento all’attenzione che lei ha sempre riposto su tematiche così delicate – che il caso in questione (che è abbastanza di scuola), al di là dell’esito di eventuali ricorsi amministrativi, richieda la massima attenzione da parte del Ministero della giustizia.
Bisogna evitare in ogni modo che venga data esecuzione alla consegna di Sergeij Gromovs, che sarebbe del tutto ingiusta ed illegittima, per i motivi che abbiamo già abbondantemente esposto nell’interpellanza.
In conclusione, si concederebbe l’estradizione per la celebrazione di un processo per un reato prescritto (in violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea sull’estradizione); la consegna, inoltre, sarebbe eseguita privando l’interessato della possibilità di difendersi in un processo che lo vede coinvolto nel nostro Paese (in violazione dell’articolo 709 del codice di procedura penale) e, come ho già sostenuto abbondantemente nella mia interpellanza, si estraderebbe un soggetto che verosimilmente, una volta consegnato, riceverebbe trattamenti discriminatori a causa della sua origine etnica.
In conclusione, confido che gli uffici del Ministero facciano tutto quanto in loro potere per evitare che venga consumata un’ingiustizia e per consentire al Sergeij Gromovs di tornare prima possibile a vivere in piena libertà nel nostro Paese
Questa invece l’ultima interrogazione parlamentare:
Atto n. 4-03016
Pubblicato il 9 novembre 2007
Seduta n. 247DE PETRIS , BULGARELLI , CARUSO – Al Ministro della giustizia. –
Premesso che:
Sergeij Gromovs, maestro e campione di scacchi, oggetto di persecuzioni nella Repubblica di Lettonia a causa della sua origine russa e della partecipazione a manifestazioni antidiscriminatorie, veniva ricercato dalle locali autorità per rispondere di un’ipotesi di reato di furto di modesta gravità;
il Gromovs, temendo il peggio, si rifugiava in Italia abbandonando, suo malgrado, moglie e due figli;
in Italia il Gromovs utilizzava un passaporto falso e una falsa identità, comportamento che dava origine al procedimento penale n. 6479/01 presso la Procura della Repubblica di Forlì;
nel dicembre 2001 la Repubblica di Lettonia presentava all’Italia richiesta di estradizione del Gromovs al fine di sottoporlo a processo per il reato di furto;
con decreto del Ministro della giustizia 22 novembre 2002 (Rif. EP 753/2001/AR) veniva assentita l’estradizione del cittadino lettone;
incarcerato il Gromovs nella Casa circondariale di Forlì in esecuzione del decreto di estradizione, si realizzava un’ampia mobilitazione promossa dal quotidiano “Il Resto del Carlino” e portata avanti da moltissime persone che avevano avuto modo di conoscere il Gromovs e di apprezzarne le doti umane e il comportamento esemplare tenuto in Italia;
anche sulla spinta di tali manifestazioni di solidarietà, nel 2002 il Ministro disponeva, ai sensi dell’art. 709 del codice di procedura penale, la sospensione della consegna in considerazione della pendenza, presso la Procura di Forlì, del suddetto procedimento penale a carico del Gromovs;
l’interessato successivamente richiedeva la concessione dello status di rifugiato politico, che non veniva rilasciata a causa dell’imminente entrata della Lettonia nell’ambito comunitario;
la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato raccomandava comunque la concessione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che veniva rilasciato fino al 2009;
in data 8 aprile 2003 il GIP di Forlì disponeva l’archiviazione del procedimento penale riguardante il Gromovs, la cui pendenza giustificava la sospensione dell’esecutività del decreto di estradizione;
l’Interpol nel maggio 2007 richiedeva al Ministero della giustizia l’estradizione del Gromovs, essendo ancora esecutivo il decreto di estradizione emesso nel 2001;
il 18 giugno 2007 il Ministero richiedeva alla Corte d’appello di Bologna la misura della custodia cautelare in carcere al fine di procedere alla consegna del Gromovs alle autorità lettoni;
la misura veniva disposta il 26 giugno 2007, mentre l’arresto è avvenuto il 9 settembre;
la Procura della Repubblica di Forlì, medio tempore, ha riaperto il procedimento penale a carico del Gromovs per uso di documenti falsi e di false generalità, nonché per ricettazione di documenti falsi (proc. pen. n. 5084/07 R.G.N.R.);
il pubblico ministero procedente ha manifestato l’intenzione, portata a conoscenza anche degli uffici del Ministero, di esercitare l’azione penale nei confronti del Gromovs;
è stato pertanto già notificato l’avviso di conclusione delle indagini previsto dall’art. 415-bis del codice di procedura penale e nei prossimi giorni verranno completate le formalità per procedere alla citazione a giudizio del Gromovs;
tale nuova circostanza consente al Ministro di disporre – come già è avvenuto nel 2002 – misura sospensiva della consegna, ai sensi dell’art. 709 del codice di procedura penale e dell’art. 19 della Convenzione europea sull’estradizione del 13 dicembre 1957;
sotto un diverso, ma ancor più dirimente, profilo, il reato di furto per il quale Sergeji Gromovs dovrebbe essere processato in Lettonia sarebbe stato commesso il 5 agosto 1994, e quindi i termini di prescrizione del reato in questione debbono ritenersi abbondantemente decorsi secondo la legge italiana (articolo 157 e seguienti del codice penale);
ai sensi dell’art. 10 della Convenzione europea di estradizione, “l’estradizione non sarà consentita se la prescrizione dell’azione o della pena è acquisita secondo la legislazione della Parte richiedente o della Parte richiesta”,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, considerate anche le esigenze insopprimibili connesse alla libertà dei diritti dei perseguitati politici, non ritenga di disporre in tempi brevissimi la misura della sospensione della consegna di Sergeij Gromovs ex art. 709 del codice di procedura penale, in considerazione della pendenza del suddetto procedimento penale per il quale il procuratore della giustizia di Forlì ha comunicato in data 5 ottobre 2007 la conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415-bis del c.p.p., nell’ambito del quale l’interessato ha manifestato l’intenzione di difendersi;
per quale motivo il magistrato addetto all’Ufficio II del Ministero invece di attenersi a quanto comunicato dal Procuratore della Repubblica di Forlì ha immediatamente inviato a tutte le amministrazioni competenti un telefax urgentissimo nel quale si afferma invece che il medesimo Procuratore avrebbe comunicato “che devono considerarsi soddisfatte le esigenze investigative relative al provvedimento n. 5084/07/21” ignorando deliberatamente quanto la legge e il codice contemplano, allorché le indagini sono terminate, e consentono all’indagato di mettere in atto a propria difesa;
per quale motivo gli uffici del Ministero, nell’istruire il provvedimento ministeriale con il quale è stato richiesto alla Corte d’appello di disporre la cattura di Gromovs, hanno omesso di verificare che il reato di furto compiuto nel 1994 è prescritto;
se il Ministro non ritenga di esercitare il diritto dovere di autotutela, disponendo la revoca del provvedimento in parola, ai sensi dell’art. 10 della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, in considerazione del fatto che l’estradizione è stata richiesta in ragione della necessità di sottoporre il Gromovs a processo (senza che agli atti risulti alcuna condanna pronunciata nei suoi confronti) per un reato ormai prescritto secondo la legislazione italiana e che la prescrizione risulta chiaramente dalla documentazione in possesso del Ministero ed in particolare dell’Ufficio II della Direzione generale della giustizia penale;
per quale motivo non ritenga di dover dare continuità all’azione amministrativa e quindi di non modificare l’applicazione della legge secondo le circostanze, assumendo le medesime determinazioni prese con provvedimento del 10 dicembre 2002 con il quale “era sospesa la consegna di S. Gromovs affinché egli potesse essere giudicato per i reati di sostituzione di persona e di uso di atto falso nel procedimento penale n. 6479/01 RG mod 21, Procura della Repubblica” secondo quanto da egli stesso rappresentato nella richiesta alla Corte d’appello in data 18 giugno 2007 rif. n. EP 753/2001/AR , atteso che S.Gromovs si trova nelle medesima situazione processuale del 2002, dovendo egli essere, ora come allora, giudicato per i medesimi reati;
se non ritenga un proprio preciso dovere assicurare e garantire i diritti costituzionali previsti per ogni persona dall’art. 24 della Carta Costituzionale che recita “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”;
se non ritenga infine di disporre la revoca del decreto di estradizione sopra richiamato ritenuta, ai sensi dell’art. 698 del codice di procedura penale, la ricorrenza di ragioni che inducano a prevedere che il condannato, in caso di estradizione, verrebbe sottoposto nel Paese richiedente ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza.
Aggiornamenti su Sergejs Gromovs
Chiedete una azione di clemenza a Mastella, mi raccomando!
clemente.mastella@senato.it e/o clemente.mastella@giustizia.it
14 ottobre 2007 – Grande manifestazione di solidarietà a Pianoro per il Maestro FIDE Sergejs Gromovs ancora in carcere in attesa che si risolva la sua vicenda legata ai fatti che, se già non li conoscete, potete leggere ai seguenti indirizzi:
Sul sito di Alessandro Ronchi: https://alessandroronchi.net/2007/09/19/salviamo-serghiej-gromovs dove trovate l’appello dell’On. Sauro Turroni
Sul sito di Scacchierando: http://www.scacchierando.net/dblog/articolo.asp?articolo=530
Sul sito di Emanuele Chesi: http://echesi.splinder.com/post/13880053
Per quanto mi riguarda cercherò qui di fare chiarezza sulla situazione attuale.
Attualmente Sergejs Gromovs è detenuto presso il carcere di Busto Arsizio (VA).
Chi volesse comunicare con lui può spedirgli lettere al seguente indirizzo (nella speranza comunque che vi rimanga per poco):
Sergejs Gromovs
casa circondariale
Via Cassano Magnago, 102
21052 Busto Arsizio (VA)Per informazioni si può anche parlare telefonicamente con il cappellano del carcere Don Silvano che visita periodicamente i detenuti. Le visite ( (mercoledi venerdi e sabato al mattino 9-12,30 e giovedì anche pomeriggio fino alle 16,00) per i non parenti sono problematiche. L’unica possibilità per un non-parente per visitare Gromovs sarebbe presentarsi al carcere con un parlamentare al quale la legge permette di entrare a visitare i prigionieri seduta stante.(così ci dice Ferruccio Ferucci che ha seguito la vicenda Gromovs dai tempi di Forlì)
Particolarmente gradito sarà da Sergejs ricevere pubblicazioni scacchistiche. Nel nostro piccolo gli abbiamo inviato la scorsa settimana un libretto con le partite del Mondiale ed una scacchierina portatile con i pezzi in velcro.
Sergejs ha già risposto (lettera del 9 ottobre) e ci dice che sta abbastanza bene (per quanto possa star bene uno in carcere) ma di non avere nessuna informazione su come si evolverà la sua vicenda. Ci dà il nominativo dell’avvocato locale che lo segue per ottenere informazioni più precise. In conclusione della lettera un post-scriptum che è tutto un programma: “P.S. Quale è mio Elo al 1 ottobre?”
In settimana provvederemo ad inviargli copia del numero di ottobre di “Torre & Cavallo” (se qualcuno per par-condicio volesse inviare una copia de “L’Italia Scacchistica”…) Per la cronaca l’ELO di ottobre del Maestro FIDE Gromovs è di 2369 (niente male direi)
Abbiamo contattato l’avv. Margariti di Busto Arsizio che ci ha forniti i recapiti dei due avvocati che più di tutti dovrebbero essere a conoscenza del caso: l’avv. Di Raimondo di Roma e l’avv. Taddeo di Forlì.
All’avv. Di Raimondo, che abbiamo contattato, fa piacere sapere che dietro a Gromovs ci sia gente a lui solidale, ma sulla vicenda rimane abbottonato dicendoci di non poter fornire particolari per via del segreto istruttorio.
Ci fa comunque capire che si sta lavorando per risolvere il caso e che la prima persona che avrà aggiornamenti sarà lo stesso Gromovs. Alla precisa domanda se non fosse il caso di fare pressioni tramite email presso l’Ambasciata Lettone afferma che sarebbe inutile perchè “la palla” in questo momento è in mano al Governo Italiano.
L’avv. Taddeo di Forlì, che aveva seguito la vicenda Gromovs in occasione del primo arresto di Sergejs, ci conferma che un decreto del TAR del Lazio ha bloccato il procedimento di estradizione di Gromovs. A lui, facendo seguito ad alcune perplessità sorte tra qualcuno di noi, ho anche chiesto conferma se veramente la Lettonia stia richiedendo che gli venga ritornato un cittadino autore di un furto avvenuto 13 anni fa o non ci siano dietro motivazioni più gravi. L’avv. Taddeo ci conferma il tutto (furto per un valore di circa 300 euro con condanna a 10 anni di carcere!) concordando comunque con noi che forse la vicenda sta andando avanti in automatico, in virtù del mandato di cattura internazionale rimasto aperto, senza che nessuno si interessi più di tanto al “soggetto Gromovs”.
All’avv.Taddeo (oltre che al sito Scacchierando) ho inviato la foto che compare in testa a questo articolo e che lo stesso avvocato giudica molto utile per accelerare lo sbroglio di questa vicenda.
Se qualcuno, magari con conoscenze di giurisprudenza maggiori di quelle del sottoscritto, volesse contattare gli avvocati qui citati può richiedere i numeri di telefono (che qui non scrivo perchè credo non corretto) al mio indirizzo email wolfggozzi@hotmail.com
Cordiali Saluti
Giorgio Gozzi
Free Burma
Aderisco a questa iniziativa, conosciuta grazie al contadino, a sostegno dei cittadini birmani.