forze dell’ordine

Il Popolo ed i Forconi non stanno dalla stessa parte

Qualche giorno fa ho letto e condiviso quanto scritto nell’articolo di Capriccioli sui forconi: “Come se avessi accettato”. Se questa è la difesa del popolo, grazie ma fa lo stesso.
Forse nemmeno si rendono conto di essere così utili a chi dichiarano di voler osteggiare. Fanno comodo a tutti, tranne forse a quei poveracci ai quali hanno impedito di lavorare in questi giorni, anche con minacce fisiche. Come se ne avessimo bisogno.

Oggi ho guardato le foto della manifestazione di Roma. A parte il colore predominante, le scritte col font fascista, le teste rasate, la cosa si notava di più è il numero. Guardate le foto, e ditemi se ci vedete 3000 persone, come tutti i quotidiani stanno riportando per pigrizia.

Considerata la mobilitazione di 1500 unità delle forze dell’Ordine per contenerli, a riempire di teste lo sfondo, non mi pare che rappresentino l’Italia.

Non rappresentano l’Italia che ha una speranza, non rappresentano l’Italia migliore, non rappresentano l’Italia che vuole rimboccarsi le maniche.

Ma non rappresentano nemmeno l’Italia peggiore.

Non rappresentano semplicemente nessuno.

Idee per una manovra

La maxi manovra del Governo è stata presentata. Non tutta ancora è di pubblico dominio, immagino che i dettagli “migliori” verranno snocciolati durante le vacanze estive degli italiani. In nome della produttività, vengono smantellati alcuni diritti acquisiti in tanti anni. Conquiste importanti che servivano a bilanciare l’enorme potere sulla persona posseduto dal datore di lavoro.

Tutto questo porterà ad una nuova crescita? Penso di no.
Del resto, sinceramente, della crescita cinese faccio volentieri a meno, se il prezzo da pagare è lo stile di vita delle persone che la abitano.

Però non basta, bisognerebbe portare qualche idea diversa, ed io qualcuna ce l’avrei.

Tanto per cominciare, sui costi della politica ragionerei in maniera molto diversa dal PD, che propone di dimezzare i parlamentari. Questa idea, proposta anche da “illustri” anticasta come Stella e Rizzo, serve a mio parere solo a diminuire il potere già ridicolo della politica nei confronti dell’economia e dei veri poteri forti. Tanto per citare una controindicazione forte, verrebbe dimezzato il costo per comprare la maggioranza in Parlamento.

I costi della politica veri sono quelli che ricadono dalle scelte fatte dalle istituzioni. Se sostituissimo i parlamentari con un piccione, facendogli scegliere del nostro futuro, avremmo risparmiato veramente? La soluzione vera, a mio parere, sarebbe una revisione giusta delle leggi elettorali a tutti i livelli, che premino le persone giuste e smantellino le decisioni antidemocratiche come la nomina dei parlamentari e l’acquisto delle poltrone.

Poi adeguerei veramente gli stipendi ed i benefit a quelli degli altri paesi europei simili a noi. Senza demagogie, che fanno male più dei privilegi.

Nei consigli comunali, costa di più stipendiare un consigliere, oppure lasciare fare tutti i controlli a funzionari e macchina amministrativa? Di questo non si parla mai, ma se la politica viene fatta come hobby serale, come vorrebbe anche Grillo, poi comprarne il voto diventa più facile, ed evitare che il politico studi e si impegni una prassi. Altrimenti le decisioni verranno prese in altre sedi rispetto a quelle democratiche, ed i Consigli si riempiranno di disoccupati e pensionati.

Altro punto importante è quello della lotta alla criminalità organizzata ed all’evasione fiscale.
Una misura necessaria sarebbe quella di limitare l’uso del denaro contante. Oltre all’evasione, permetterebbe di controllare pizzo e tangenti, tanto per iniziare.
Un’altra potrebbe essere la legalizzazione delle droghe leggere: abbiamo provato con la repressione, ma abbiamo solo riempito le carceri senza diminuire il numero di chi ne fa uso. Gli USA sono tra gli stati più intransigenti, eppure il numero di fruitori è tra i più alti.
Legalizzandole si potrebbero controllare, tassare come il tabacco (che ricordiamoci fa morire) e l’alcol, e si potrebbero utilizzare in modo diverso i tribunali e le forze dell’ordine che oggi a questo si dedicano.
E togliere una fetta di mercato alla criminalità, che male non fa.

Poi bisognerebbe mettere in contrapposizione gli interessi di chi acquista e chi vende: se entrambi hanno un vantaggio nell’acquisto senz’Iva e senza tasse, il rischio del nero è sempre alle porte. Un esempio l’abbiamo avuto: con le detrazioni del 55% per le ristrutturazioni energetiche, tutti i lavori effettuati erano regolarmente contabilizzati. Si potrebbe fare qualcosa di simile in tanti settori, e mantenere operazioni di quel tipo in edilizia per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero in cambio di manovalanza locale (che è totalmente positivo).

Invece di facilitare chiusura ed apertura di aziende, cosa che porta ad un gran numero di abusi, licenziamenti, fatture non pagate, e così via, si potrebbe pensare a sostenere le aziende che resistono ed assumono. Le nuove iniziative vanno sostenute, ma si può ridimensionare il fenomeno delle convenienze varie e poco nobili.
La cassa integrazione sostiene chi lascia a casa la gente. Perché non dare ossigeno a chi invece la fa lavorare?
Un contratto a tempo indeterminato deve costare meno all’impresa di quello a progetto, altrimenti si userà sempre quest’ultimo anche per coprire necessità strutturali e continue, non solo come eccezione.

Sui lavoratori, poi, bisognerebbe obbligare ad un registro delle presenze, elettronico o cartaceo, che contenga gli orari dei dipendenti il giorno prima, ed ingressi ed uscite in tempo reale. Troppo diffusa la prassi di assumere a mezza giornata persone che lavorano tutto il giorno, guardacaso sempre presenti alle visite degli ispettori.

Incentiverei poi la produzione a Km 0, favorendo l’acquisto di prodotti locali anche con sgravi. Poi obbligherei l’indicazione di provenienza di ogni prodotto. Il mercato sia libero, così come la possibilità di scegliere di evitare i pomodori cinesi. Se non smettiamo di acquistare tutto dall’estero, come pensiamo di sopravvivere nel lungo termine?

Investimenti pubblici: stiamo tagliando la ristrutturazione delle scuole, la manutenzione delle strade, l’acquisto di mezzi pubblici per fare opere inutili che investimenti non sono, perché non hanno ricadute adeguate per l’economia locale e nazionale. Si spende non per necessità, ma perché si deve spendere, ed oggi non possiamo più permettercelo. Facciamo invece quello che serve, distribuendo anche contemporaneamente il denaro pubblico a molte più imprese e molti più lavoratori.

Per non farla più lunga di così, la mia idea è un po’ questa: per migliorare i conti dobbiamo inseguire la legalità, rendondola però percorribile. Per le aziende, imposizioni giuste e sostenibili e controlli severi, sulle persone meno ipocrisia, sugli investimenti pubblici un occhio di riguardo in più: meglio tante piccole opere necessarie piuttosto che grandi ed inutili piramidi, che accentrano il denaro pubblico sulle mani di pochi.

Ma oggi si decide di tagliare, di tassare, di eliminare diritti, usando la crisi anche come pretesto.

le ronde elettorali

Negli ultimi anni all’avvicinarsi di ogni scadenza elettorale i partiti del centro-destra organizzano ronde, il sostituto moderno al comizio.
Il 2008 fu l’anno delle “passeggiate antidegrado” e degli “assistenti civici”, entrambi falliti immediatamente, quest’anno la parata tocca alla Lega Nord.

Nella nostra città, così come in tutta Italia, le cause di insicurezza per i cittadini sono altre: incidenti stradali, violenza domestica, morti bianche.

Però le parate razziste fanno più scena ed evocano il ricordo delle squadre fasciste che il centro-destra evidentemente rimpiange con malinconia.

Penso che ci siano solo due possibili finali anche per questa iniziativa della Lega Nord: finiranno nel dimenticatoio in fretta, perché prive di una vera ricaduta sul territorio che si dice di voler proteggere, oppure scateneranno qualche episodio di violenza.

Di sicuro non serviranno ad allontanare il sospetto che si cerchi di strumentalizzare la paura per aumentare l’intolleranza: non si capisce infatti il motivo per il quale queste stesse forze politiche non si muovano anche quando la vittima è un cittadino o una cittadina extracomunitaria.

Finora a Forlì qualsiasi tentativo di fare propaganda elettorale di basso livello è fallita e speriamo che i cittadini forlivesi continuino a diffidare di chi taglia i fondi alle forze dell’ordine a livello nazionale e poi strumentalizza la paura dei cittadini per cercare di farsi portavoce della loro sicurezza.

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