Ipermercato

Forlì: Perché votare i Verdi in Comune

I Verdi a Forlì sostengono Roberto Balzani, assieme ad altre 6 liste. Ma perché scegliere i Verdi invece di una delle altre?

Intanto come garanzia di cambiamento. I Verdi sono sempre stati fermi e coerenti nelle loro proposte ed oggi sostengono con forza un Sindaco che ha saputo cogliere queste necessità per la nostra città e proporre soluzioni concrete che puntano in alto, in un programma che condividiamo completamente.

Cambiamento che non è avvenuto in Provincia, dove i Verdi sono gli unici ad avere avuto il coraggio di opporsi alla candidatura di Bulbi, principale attore di molti dei problemi di Forlì (sono della Provincia, infatti, le scelta del nuovo inceneritore e del raddoppio dell’Ipermercato).

Ma oltre al programma di coalizione di Forlì i Verdi hanno redatto e pubblicato un proprio programma, con i contenuti che riteniamo opportuno proporre come lista che si candida in Consiglio ed al governo della città.

Il programma si chiama Forlì Città del Sole ed è molto più di un sogno, è un obiettivo che possiamo raggiungere, con il sostegno dei cittadini al momento del voto.

In cambio dell’Iper il Comune si fa carico dell’Oliveti

In consiglio comunale i Verdi hanno motivato le ragioni del loro no all’ampliamento dell’ipermercato, voluto ancora prima della sua costruzione, esprimendo forti perplessità sul merito e sulla tempistica, che lega le mani alla nuova amministrazione su un tema così importante. Forse uno sgarbo a chi ha vinto le primarie?
Abbiamo inoltre criticato la volontà di inserire nel testo anche un riferimento all’istituto professionale Ivo Oliveti, che nulla ha apparentemente a che fare con l’ipermercato.
L’istituto è pieno di amianto ed è di competenza della Provincia, che deve bonificarlo o ricostruirlo.
Dal testo della delibera appare chiaro che la Provincia ha dato un suo assenso all’avvio della procedura dell’Ipermercato “anche alla luce del dichiarato assenso del Comune a farsi carico di individuare soluzioni tecnico-urbanistiche, condivise con la Provincia, idonee a favorire l’espressa necessità di costruire il nuovo istituto scolastico Ivo Oliveti”.
Appare abbastanza evidente, quindi, che la Provincia ha dato il suo sì all’iper solo dopo aver avuto la promessa dal Comune di farsi carico della soluzione dell’istituto professionale, la cui spesa in teoria non spetterebbe alla nostra amministrazione.
Evidentemente il contenuto della proposta non era così condivisibile, se il Comune ha dovuto promettere un impegno, e quindi una spesa, non dovuto per chiedere a Piazza Morgagni di portarla avanti.
Il Comune di Forlì, quindi, probabilmente spenderà più di quello che è stato dichiarato lunedì in Consiglio per avere il “suo” ampliamento dell’ipermercato, prelevando fondi da altri investimenti.
Sarebbe stato corretto che la Giunta ed il Sindaco avessero presentato una lista delle spese necessarie all’iper, dando la possibilità ai cittadini di valutare veramente se vale la pena investire così tanti soldi pubblici su opere di questa portata.

Ipermercato di Forlì: dibattito in consiglio comunale

Ieri in Consiglio Comunale abbiamo affrontato un lungo dibattito sull’Ipermercato e sulla richiesta di ampliamento, che era stata bloccata con il sequestro a causa degli abusi edilizi .
Nel mio intervento ho fatto presente che la proposta di votare un orientamento su questo argomento era sbagliata nel metodo, oltre che nel merito. A due consigli comunali dal termine del mandato del Sindaco, ho sottolineato che sarebbe stato giusto lasciare alla nuova amministrazione il compito di disegnare la Forlì del futuro, e non mettere un tassello così importante prima delle elezioni.

Ho criticato l’idea dell’abuso degli accordi di programma, che permettono trasformazioni urbanistiche in cambio di opere pubbliche, che però spesso sono necessarie alla realizzazione dell’intervento: si utilizza come compensazione qualcosa che in realtà senza la variante al Piano Regolatore non sarebbe necessario.

Lo stesso avvenne per l’accordo Querzoli-Ferretti, dove tra le opere di compensazione comparivano le rotonde della nuova area industriale ed il collegamento ferroviario, a solo uso e consumo dell’insediamento.

Ho detto che il “contentino” del parcheggio Montegrappa, già previsto nel piano degli investimenti, richiesto come compensazione per il centro storico non sarà d’aiuto al suo rilancio: esistono già diversi parcheggi sottoutilizzati nell’area realizzati da pochi mesi. L’idea che il centro-storico debba e possa competere con gli ipermercati con le stesse armi, a suon di posti auto, prodotti sottocosto e stress è piuttosto antiquata e superata.

L’attuale crisi economica doveva far riflettere sull’opportunità di continuare sulla strada dell’ampliamento della grande distribuzione, che favorisce l’importazione di prodotti a scapito della filiera corta, della giusta misura del commercio.

Ho chiesto inoltre di stralciare dalla proposta di delibera la parte riguardante l’IVO Oliveti, che con l’ipermercato non c’entra nulla e sulla quale potevamo votare a favore di un accordo per la ricostruzione (la struttura attuale è piena di amianto e quindi va bonificata).

Non è stato concesso nemmeno questo.

Iper: nuovo sequestro

L’ipermercato di Pieve Acquedotto è stato sottoposto ad un nuovo sequestro.
Questo l’articolo sul Resto del Carlino:
Riscontrati altri possibili abusi

Allargamento ZTL e piano della sosta

In questi giorni si stanno presentando le proposte attuative del piano del traffico relativamente al centro storico, all’allargamento della ZTL ed al piano della sosta.
Vorrei fare alcune considerazioni su quanto appare sulla stampa e su tutto quello che non appare.

Prima di tutto vorrei partire dalle domande principali che dovremmo porci: Perché? Come?
Negli ultimi anni, ogni volta che si parlava di inceneritori e di altri impianti industriali, ed io ed altri verdi puntavamo il dito ai danni dell’inquinamento, si rispondeva che l’inquinamento maggiore proviene dal traffico. Certamente questa considerazione è vera, ma il ragionamento porta comunque a qualche inevitabile conclusione. La prima è che ogni fonte di possibili rischi per la salute deve essere ridotta, proporzionalmente al suo impatto ed alla possibilità di trovare alternative. La seconda è che tutti siamo responsabili dei rischi per la nostra salute, e quindi questa responsabilità va gestita, non esternalizzata. A fronte di un piccolo sacrificio personale distribuito su tutti si ottiene spesso un grande beneficio collettivo.

Così dobbiamo da un lato continuare a proporre le alternative agli inceneritori, che esistono e sono economiche, e dall’altro pensare anche a tutte le altre fonti a partire dal traffico.

La mancata gestione del problema del traffico è stata per Forlì un problema: oggi siamo una delle città con più auto per abitante ed una delle città con più inquinamento veicolare. Le alternative vengono sottoutilizzate perché soffocate da un unico mezzo. E’ necessario, pertanto, procedere con politiche diverse, che permettano di ridurre il traffico dei mezzi privati ad esclusione di quelli ad emissioni zero. Tante altre città, più avanti di Forlì su questi temi, hanno già fatto scelte analoghe ed ora ne apprezzano i benefici risultati.

Riducendo l’uso del mezzo privato si aumenta la fruizione della città. E’ un dato di fatto, dimostrato da mille esperienze in tutto il Mondo. Parlando del centro storico, ad esempio, abbiamo già alcuni esempi: non è un caso che le vie più frequentate da chi vuole fare una passeggiata siano Corso Garibaldi e via delle Torri. Quando si propose l’allontanamento delle auto in quelle vie ci furono aspre contestazioni. Oggi le stesse persone non tornerebbero indietro, chiaramente. Un altro esempio viene dai giorni di mercato, quando in centro c’è più gente: in quei giorni si utilizzano di più biciclette, mezzi pubblici e parcheggi lontani, perché è l’unico modo che consente a grandi quantità di persone di raggiungere contemporaneamente uno stesso punto.

Se fosse vero il contrario, cioè che aumentare le auto in centro significherebbe aumentare le entrate dei commercianti, oggi non avremmo negozi chiusi e sfitti in corso della Repubblica, corso Diaz, via G.Regnoli. Basta utilizzare un po’ di logica e di buon senso.

Finora non ho parlato di sicurezza, credo sia superfluo dire che deve essere il primo obiettivo di una amministrazione comunale.

Per ottenere un miglioramento della fruizione del centro storico vengono proposte queste iniziative:
Allargamento della ZTL: Dopo anni di immobilismo l’entrata dei Verdi nell’amministrazione comunale sta portando ad un progressivo allargamento della Zona a Traffico Limitato, che cambierà in positivo il centro di Forlì.
Piano della sosta: la gestione della sosta permette di modificare l’uso che viene fatto del mezzo privato, anche in positivo. La scelta di destinare i corsi principali ad una sosta breve, spostando la sosta lunga e parassitaria per il commercio nei parcheggi lunga sosta, va nella direzione di permettere a chi vuole entrare in centro per andare in un negozio o usufruire di un servizio pubblico di trovare immediatamente il posto nelle vicinanze.
Lavori pubblici sulla mobilità: Forlì oggi è un cantiere aperto. Le rotonde e gli interventi importanti per le piste ciclabili sono numerosi, e numerosi altri sono previsti. Penso sia superfluo anche qui dire quali benefici porteranno in termini di sicurezza e di migliore mobilità.

Un’ultima cosa: il raggio del centro di Forlì è di circa 800 metri. Questo significa che parcheggiando nel posto più lontano la propria automobile al massimo si devono compiere 800 metri per arrivare in Piazza Saffi. Quando andiamo all’ipermercato camminiamo all’interno per 2 o 3 chilometri, senza lamentarci della lontananza del parcheggio. Perché? La risposta è semplice: dentro gli iper si cammina in assoluta sicurezza, non ci si deve preoccupare delle auto che attraversano senza guardare chi passa, non si devono controllare i bambini che corrono e si divertono, ci sono belle vetrine da guardare.

Oggi ricreiamo fuori dal centro storico quello che dovrebbe essere il centro storico: un bel posto dove passeggiare in sicurezza, fare acquisti ed usufruire di servizi, respirare aria libera da veleni, sedersi nei tavolini di un bar in mezzo alla piazza, con in più la luce naturale del sole.

Non mi stupisce, quindi, che ci sia qualcuno preoccupato dei cambiamenti: tutti i cambiamenti si portano dietro critiche dettate spesso dalla paura e dalla mancanza di un opportuno approfondimento di quanto sta accadendo. I quotidiani, in questo, dovrebbero fare la loro parte, mentre invece stanno diventando lo strumento di protesta dei pochi scontenti, che alzano la voce più dei molti cittadini silenziosi che aspettano che qualcosa cambi veramente.

C’è chi pensa sia opportuno rimanere nell’immobilismo e non fare nulla, continuare a vedere incidenti mortali e nuovi casi di allergie e tumori, continui danni per le tasche oltre che per la propria salute, nascondere dietro a finti progressi tecnologici la volontà di ridurre gli impatti negativi.

Io credo che la strada sia molto diversa e sono sicuro che i fatti lo dimostreranno.

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