laicità dello Stato

La giustizia dei forconi, la laicità dello Stato ed i tentativi di golpe

Io credo che un Paese normale abbia bisogno di una giustizia indipendente dalla politica, e di una politica che rispetta le regole. L’annuncio di Di Pietro sul voto favorevole al tentativo di colpo di Stato di Berlusconi, che sovverte le decisioni della giustizia sul caso Englaro, è significativo: tutti gli appelli fatti nei mesi scorsi perdono improvvisamente di valore. La giustizia di Di Pietro non è quella dei tribunali, della corte di cassazione, della Costituzione, ma quella dei forconi. Una giustizia a doppia velocità, forte con i deboli e debole con i poteri forti.

L’indecisione di Veltroni sulla vicenda, sulla quale dice che non è tempo di uno scontro tra laici e cattolici ma quello della coesione dei valori, è palesemente priva di senso. Tutti i cittadini, tutti i partiti, devono esprimere la loro opinione: in democrazia si discute e si prende una decisione. Invece la scelta, anche questa volta, è a doppio binario: la Binetti vola a Lourdes per sostenere il progetto di Golpe del Governo e le anime laiche del partito sostengono timidamente il Presidente della Repubblica. Ma chi vota per questo partito, senza le preferenze, quale delle due strade avrebbe voluto sostenere?

I partiti senza posizione non servono certo a rappresentare le idee dei cittadini
(visto che non è richiesto loro di esprimersi sulle scelte precise, ma di votare sulla pettinatura del leader).

Così ci troviamo, oggi, in una situazione gravissima. Da un lato viene attaccata la giustizia, l’indipendenza del potere giudiziario da quello legislativo (che sono alla base dello stato di diritto, un concetto datato fine 1700), dall’altro le forze politiche in Parlamento sono tutte indifferenti sostenitrici di questo “ME NE FREGO” della Costituzione berlusconiano.

Io penso che i cittadini italiani debbano svegliarsi e muoversi con uno scatto d’orgoglio che impedisca nuovi passi in questa direzione: abbiamo già sperimentato una volta dove portano queste scale e la nostra Costituzione è lì per impedire che la storia si ripeta.

Carlo Flamigni: Laico è chi inizia i discorsi con “secondo me”

Sala stracolma per l’evento organizzato dalla Sinistra Arcobaleno con Carlo Flamigni, esperto di fama internazionale sulla procreazione assistita.

Ho registrato l’audio della serata, che potete ascoltare qui o scaricare in mp3:

La carta degli intenti della Sinistra Arcobaleno

Questo è il documento che la Sinistra Arcobaleno ha redatto nell’assemblea che si è conclusa Domenica scorsa.

Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell’ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti.

Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo.

L’Italia moderna, nata dalla Castituzione repubblicana, democratica e antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.

Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraveso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L’ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ad autonoma, capace di competere per l’egemonia, influente nella vita della
società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centorsinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai
grupi e ai partiti più importanti della sinistra e dell’ambientalismo in Europa.

La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali.
Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.

Mettere in valore l’ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminaizone
verso le donne. Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un’economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell’umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere
ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell’informaizone, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove
scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell’epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.

La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l’umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e
controllo degli armamenti. L’Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irachena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c’è bisogno di un’Europa più
forte ed autonoma.

La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul
rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l’omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali ed istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.

La sinsitra/l’arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall’opposizione. I temi all’ordine del giorno sembrano “autorità, governabilità, decisione”, non si vede che quelli veri sono l’autorevolezza e la legittimazione, una nuova
capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l’autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.

La sinistra/l’arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l’antico trasformismo. Se c’è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell’ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla pèerdita della capacità di
indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, ‘ndrangheta, camorra; dall’oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.

Noi, partecipanti all’Assemblea generale della sinistra e degli eoclogisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinsitra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivametne alla costruzione el nuovo soggetto federativo. In una discussione
aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.

Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situaizone italiana e influenzare la politica europea.

Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti

Roma, 8/9 dicembre 2007

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