Macron

Il nemico francese

E’ chiaro che la crisi diplomatica del nostro Governo con quello francese sia causata dalle prossime elezioni europee. 5 Stelle e Lega Nord si trovano al momento senza un nemico, nella narrazione della loro epica campagna (elettorale).

Un nemico serve per unire le forze, rafforzare gli animi, motivare gli elettori. Senza una opposizione forte e visibile, bisogna cercarlo altrove.

Di Maio per questo cerca di avvicinarsi ai gilet gialli, quelli che protestano contro la tassa sull’inquinamento, alcuni incitando alla guerra civile (parole testuali). Per metterci sopra il suo marchio vuole essere dalla parte di chi lotta, possibilmente in maniera eclatante, indipendentemente dalle motivazioni che lo spingono.

Spostare le tasse dai redditi da lavoro alle esternalizzazioni negative come l’inquinamento ambientale sarebbe invece uno degli strumenti necessari per una conversione ecologica della nostra economia.

Ma a Gigi e Matteo non interessano nemmeno i contenuti, questo inutile teatrino serve solo a riempire i quotidiani con le loro facce, a ricordarci le marette delle finali dei mondiali di calcio ed a trovare magari un nemico esterno al quale dare la colpa dei loro futuri insuccessi, quando non si potrà più rispondere “e allora il PD?”



Perché la Francia può sforare il Deficit/PIL e l’Italia no?

In questi giorni grande gioia dei gialloverdi al Governo per la richiesta di Macron in Francia di sforare il 3% del rapporto Deficit/PIL.

Pensano, sbagliando, che l’Italia possa fare altrettanto (o di farlo credere agli elettori).

In realtà non possiamo perché il nostro rapporto DEBITO/PIL è più alto (131,8% contro il 97% della Francia, il 98,3 della Spagna ed il 64,1% della Germania).

 

 

 

 

 

E’ normale che al paese con maggior debito venga richiesto di ridurre o quantomeno di non farlo crescere, e per farlo il rapporto tra le uscite e le uscite dello Stato (deficit) deve calare il più possibile.

Siccome si rapporta al PIL per capire la sostenibilità del debito, se cresce il PIL può crescere anche la spesa non coperta dalle entrate.

L’idea che giustifica la proposta di sforare il deficit/PIL è che facendolo aumenterà il denominatore, la ricchezza prodotta dal Paese.

Spesso però chi aumenta il debito sa che non riuscirà a coprirlo con la crescita, ma lo fa ugualmente per demandare i sacrifici che saranno necessari a coprire il buco ad un Governo successivo, più responsabile, con il quale i cittadini potranno prendersela volentieri.

Ma dovremmo guardare e valutare i Governi sulla base di quanto fanno rispetto a quanto spendono, perché questo denaro poi dovremo pagarlo noi.

 

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