opere pubbliche

Salvatore Settis: Il Paese degli Alibi

Su un editoriale di Repubblica.it di ieri il riassunto di quello che dovremmo fare e non facciamo, di Salvatore Settis:

Il disastro annunciato che colpisce l’Italia a ogni botta di maltempo innesca ogni volta gli stessi effetti: i primi giorni pianti e lacrime, imprecazioni, ipotesi di mega- piani risolutori. Subito dopo, le chiacchiere si dissolvono nel nulla e si torna alla consueta strategia dell’oblio. (…)

E poi:

Quali sono i costi di questa mancata manutenzione? Secondo il rapporto Ance-Cresme, non meno di 3,5 miliardi di euro l’anno, senza contare morti e feriti. E quanto ci vorrebbe per mettere in sicurezza l’intero territorio italiano? Qualcosa come 1,2 miliardi l’anno, per vent’anni. Dunque l’opera di prevenzione, nei tempi lunghi, non è solo un investimento, è un risparmio. Ma proprio questo è il problema: i nostri governi rifuggono dai tempi lunghi, sono anzi afflitti da cronica miopia. Non sanno guardare lontano, non praticano la nobile lungimiranza predicata da Piero Calamandrei («la Costituzione dev’essere presbite »).

Questo investimento sul territorio italiano produrrebbe occupazione, con i soldi risparmiati evitando i disastri, le case e le opere abbattute, i morti ed i feriti.

Vi consiglio di leggere tutto il pezzo:
Repubblica.it: Il Paese degli Alibi

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