Pensieri

La TIN e i deplorevoli strattagemmi per attirare l’attenzione

Settembre è stato fino ad ora un mese molto pieno di messaggi in questo blog, sia per i problemi dovuti alla proposta di introdurre i brevetti sul software, sia per un’infinità di altri motivi che mi hanno spinto a scrivere, riportare messaggi e notizie, lavorare per far sapere qualcosa di più sulle questioni che mi stanno a cuore, e che dovrebbero stare a cuore anche a voi che mi leggete.
Mi spiace di dare l’impressione di essere una persona che si arrabbia per tutto, probabilmente dovrei lasciare correre, e probabilmente dovrei dare maggiore risaolto ai messaggi che scrivo quando sono felice di una cosa (come ad esempio dell’uscita della seconda versione dell’auto ibrida della Toyota, la Prius).

In ogni caso, non potevo evitare di scrivere qualcosa sulla nuova pubblicità della Tim, che sfrutta una suoneria utilizzata da tutti per ricevere i messaggi, per attirare l’attenzione. Questa cosa è deplorevole. Come è espressametente vietato dalla legge, ma non rispettato, aumentare il volume, così dovrebbe essere vietato l’utilizzo di suoni che siano studiati apposta per attirare la nostra attenzione.
A quando i suoni della polizia, della croce rossa, dei clacson ad alto volume? Era necessario usare proprio quel suono? Oppure solamente estremamente conveniente?

Non so quante volte vi sia capitato di voltare la testa verso la televisione, dopo aver sentito il famoso beep beep del sms di questa pubblicità. A me è successo spesso, e tutte le volte ho sperato in un malanno ai pubblicitari che hanno deciso di sfruttare questo strattagemma.

Una rabbia che nemmeno questo post potrà alleggerire.

Non sono per una legge che vieti questo suono, ma un pò di buon senso dovrebbe dire al cervello dei pubblicitari che è una cosa moralmente infame.
Visto che loro non lo capiscono, io invito tutti quelli che la pensano come me a non acquistare schede della Tim, finché questa azienda non chiederà scusa ai cittadini, loro malgrado anche spettatori di questo scempio della civiltà morale.

Vergogna, vergogna, vergogna.

Volevo solo spaventarli

Ho appena sentito in quella merda di telegiornale che è “Studio Aperto”, che Vito Cosco, l’assassino di 4 persone nella strage di Rozzano, ha dichiarato che non voleva uccidere, ma solo spaventare i suoi due obiettivi.

Certo.

Il telegiornale, che ama fare soap opera su tutte le notizie, dalla cronaca alla politica, ha glissato nel suo servizio il fatto che Cosco ha sparato 8 colpi, 4 dei quali nel torace ed uno nella spalla di una sola persona, obiettivo evidentemente da spaventare con cura, altri due nella testa del secondo personaggio da “spaventare”, uno nel collo di una bambina in braccio ad una passante, ed uno su un pensionato che stava portando a spasso il cane.

In questa sparatoria “per spaventare”, non un colpo è finito a vuoto.
Non so voi, ma se fossi una brava persona, che vuole spaventare due persone, non sparerei loro in testa e nel torace.
Magari un colpo in aria, a salve.
Non al torace ed in testa, 8 colpi.

Ora, lungi dal voler giudicare l’accaduto, che è già abbastanza doloroso, volevo però far notare come i telegiornali ed i quotidiani amino ricalcare storie da quello che succede.

Amano ricalcare storie da quello che succede.
Ed amano ingnorare particolari delle storie che raccontano.

Per esempio che la pistola era detenuta illegalmente, e che alla base del litigio dovrebbe esserci una storia di spaccio di droga.
Parlano invece sul fatto che ha chiesto una immagine di Padre Pio (questo si che è importante).

Ok, rendiamo anche Cosco un bravo ragazzo, se lo merita. Altrimenti potrebbe anche farsi della galera.

Spero che nasca una nuova informazione, con altri mezzi ed altri protagonisti: ce la meritiamo.

“Hunting Bambi” è una bufala

Per fortuna, come spiega un articolo su “La Stampa” ormai rimosso, la storia della caccia alle donne nude è una bufala.
Perdonate, quindi, se ho pubblicato una notizia che si sta rivelando una trovata pubblicitaria per vendere i video della caccia, che sarebbero quindi finti, e quindi normali film porno.

Da notare, comunque, che pare che diverse persone in tutto il mondo stiano cercando di contattare l’autore per partecipare alla caccia.

Che sia vera o no, quindi, questa storia rivela tutta la tristezza delle persone che popolano il nostro pianeta. Un americano che utilizza internet ed i media televisivi di tutto il mondo per diffondere una notizia falsa, per vendere film porno, e una nutrita schiera di persone che credono alla cosa a tal punto da cercare di parteciparvi.

A Las Vegas Caccia alle donne nude


A Las Vegas hanno inventato un nuovo gioco: la caccia alle donne nude. I cacciatori sparano con proiettili di vernice a 320km/h alle ragazze che scappano nel parco adibito, nude ed impossibilitate a proteggersi o scappare.

E’ vietato sparare al seno, anche se qualcuno, ogni tanto “sbaglia”. E lascia il segno, ferendo sul serio le ragazze, che per questo lavoro hanno uno stipendio da 2500 dollari al mese.

Per i dettagli, rimando all’articolo su Repubblica.it.

Solo un paio di considerazioni.

Gli americani hanno la pretesa di insegnare al mondo come si vive, imponendo la loro “libertà” ed i loro costumi. Se una maggiore libertà porta a queste stronzate, ed una ragazza per vivere è costretta a fare da bersaglio per un idiota che si diverte a spararle (e per questo spende dai 5 ai 10 mila dollari), allora nel sistema c’è qualcosa che proprio non funziona.

Purtroppo il mercato dei beni materiali è saturo, nessuno si può più permettere di “consumare” più di quanto stia facendo ora. Ed allora evviva il business delle stronzate, che porti ai manager repressi finalmente un pò di senso di potere, anche se ad un costo decisamente elevato, sia economicamente che moralmente parlando.

Io questa “libertà” proprio non la vorrei importare. A Las Vegas avranno i soldi, ma qui a Forlì le chiappe delle ragazze non hanno segni di pallottole.
La notizia su Repubblica.it

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