Politica

Patente a punti e limite ai 150km/h

Il 27 è stato varato un decreto legge che mette in atto, dal prossimo lunedì, alcune delle riforme del codice della strada che erano state preventivate da tempo.
Prossimamente, infatti, si potrà andare in due sui motorini, a patto che il conducente sia maggiorenne, saranno obbligatori dei patentini anche per i cinquantini (questo dal 1° Luglio 2004), e verrà aumentato il limite di velocità in alcuni tratti autostradali a 150km/h.

Oltre a questo, viene introdotta la patente a punti (attiva da lunedì), che diminuiscono ad ogni infrazione. Arrivati a zero, si perde la patente e si deve ridare l’esame per poter continuare a guidare.
Speriamo che questo provvedimento venga applicato in maniera rigorosa, in tutt’Italia, e che la penalizzazione a punti serva da ulteriore freno per gli automobilisti ed i motociclisti, impedendo qualche infrazione ed incidente.

Se anche questo decreto verrà applicato in maniera approssimativa, e passerà soprattutto nei primi tempi una flessibilità da parte di chi controlla nel diminuire i punti, sarà difficile che serva veramente a qualcosa, anche nel lungo termine.

I cantieri delle autostrade, fuori dalle autostrade.

Da quando alcuni comici autori di satira sono stati accusati di fare “politica”, le nostre più alte cariche dello stato hanno iniziato il loro tentativo di togliere loro il lavoro, cercando di fare battute talmente grosse da non poter essere ingigantite e prese in giro.
Oggi tocca al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lunardi, che è uno dei maggiori autori di questo tipo di comicità.

Dopo la sua famosa e triste comicità nera, che ha raggiunto l’apice con la famosissima battuta “la velocità è un falso problema” (riferendosi alla velocità delle strade, non della rete informatica), oggi ha di nuovo rinvigorito il numero dei suoi fans dicendo che il problema delle code autostradali di questi giorni, in gran parte causati dai cantieri aperti, si potrebbe risolvere portando i cantieri fuori dalle autostrade.

Anche io, quando ho rifatto il bagno della mia casa, ho chiesto ai muratori se potevano sistemarmelo lavorando in garage, per risparmiarmi la scocciatura della chiusura di un bagno. Purtroppo loro non hanno avuto la stessa apertura mentale del nostro ministro, e mi mandarono a quel paese (che già avevano da fare, la comicità non era loro gradita sul luogo di lavoro).

Speriamo quindi che il ministro Lunardi riesca a sistemare i buchi della seconda corsia lavorando a cento metri dall’autostrada. Così potremo tornare a fare i nostri 150km/h.

Colgo l’occasione per ricordare a chi possiede una Twingo di fare le strade extraurbane ed evitare l’autostrada. Lì non si può andare piano, si rischia di creare incidenti mortali ed ostacolare chi cerca di ritornare nel futuro con la sua DeLorean.

Le discoteche che chiudono alle 3

“No, Vasco ! No, Vasco, io non ci casco per quelli che alla notte ritornano alle tre”, cantava il Jovanotti del 1989.
E non potrebbe essere più attuale.

Ieri è stato approvato un disegno di legge che prevede la chiusura alle tre di notte delle discoteche e degli esercizi di tipologia simile, che oltre alla chiusura anticipata, dovranno smettere di servire alcoolici già dalle 2.
L’idea non è nuova, anche il centrosinistra aveva fatto la stessa proposta, che però era finito con semplici autoregolamentazioni che si sono rivelati con il tempo inutili ed inattese.

Per quanto mi riguarda, sono pienamente d’accordo, e sono felice che si riesca ad avere un’idea comune su un problema che non può rimanere ignorato: i ragazzi morti per strada.

Probabilmente ogni ragazzo che abbia almeno vent’anni ha provato almeno una volta cosa significa vedere macchine sbandare davanti alla nostra, a causa del pericoloso cocktail (che termine azzeccato), di sonno, rintronamento da decibel ed alcool (e quando ci fermiamo qui, possiamo anche ritenerci fortunati).

Personalmente è stato impressionante, ad esempio, vedere scontrarsi davanti a me due auto, alle 5 del mattino, e dover chiamare il soccorso: non lo auguro a nessuno.

Quindi, ben venga una limitazione d’orario, anche se servirà a salvare una sola vita, risparmiare una sola sedia a rotelle.

Ovviamente, come tutti i discorsi di questo tipo, è facile banalizzare il problema. Il rischio, non tanto lontano, è che il “bere” dopo gli orari consentiti diventi un atteggiamento proibito e per questo motivo più accattivante del gusto stesso della azione da sola.
Il proibizionismo, da sempre, provoca anche questo tipo di problema collaterale. Ed un secondo rischio, ancora meno lontano, è che senza controlli le discoteche disattengano alle limitazioni, sfruttando il fatto di rimanere aperte più delle altre per farsi pubblicità.

Di fatto, una volta si partiva alle 9-10 e si andava a casa all’una, e nessuno dei nostri genitori è cresciuto menomato per la mancanza di divertimento.
Un’idea ancora migliore sarebbe stata l’attuazione di un limite ancora più restrittivo, magari applicato in maniera graduale negli anni. Ma chi esce il sabato sera deve avere il tempo di consumare in due o tre posti, di farsi due o tre giri in locali diversi, e quindi il limite delle 3 è già un ottimo passo in avanti.

Rischiare di morire per strada è da fessi. Le nostre pubblicità e le nostre televisioni, promuovono l’immagine del bevitore che regge molto alcool come un personaggio virile, forte e coraggioso. Ricordo perfettamente l’inutilità della croce rossa al di fuori di una discoteca di Cesenatico: fornivano gratuitamente il test del tasso alcoolico, ed erano causa diretta dell’aumento degli ubriachi, che facevano a gara per chi raggiungeva il risultato più alto.
Se l’immagine del bevitore fosse quella reale, cioè del coglione che potrebbe divertirsi invece che abbracciare gli alberi con le auto, forse i ragazzi berrebbero meno, ed avremmo meno incidenti notturni.

Ma forse è proprio questo il punto, il problema è che è più importante che il ragazzo consumi, e non importa se il consumo sia l’alcool, il fumo, le auto o i parabrezza, le carrozzine: gli incidenti sono un business.

Speriamo che questa quotazione cali.

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