prodotti tipici

Anche il riso verrà taroccato

Dopo l’aranciata senza arance e la cioccolata senza cacao, sembra che la prossima vittima sarà il riso.

A parole sono sempre tutti d’accordo sulla ricerca della qualità, sulla tutela dei prodotti tipici e locali, però c’è qualcuno che ogni volta che può fa una leggina ad hoc per aiutare chi vuole importare cibo scadente, taroccato e proveniente dall’estero.

A forza di indebolire la possibilità di sapere dove vengono le cose, quando non ci sarà più lavoro e verrà fatto tutto in Cina in laboratorio, come faremo a permetterci da mangiare e come faremo a tutelare la nostra salute?

Fattorie Aperte – 16 e 23 Maggio 2004

Avvicinare i cittadini alla campagna, guidarli nel riscoprire il legame che esiste tra la terra e la tavola attraverso la conoscenza delle nostre produzioni agroalimentari: è stato questo l´obiettivo, nel 1999, del progetto “Fattorie Aperte”, promosso dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con le Amministrazioni provinciali e Osservatorio Agroambientale, oggi alla sesta edizione.

Le 256 fattorie aderenti apriranno le loro porte, mettendo in vetrina saperi e sapori e facendoci riscoprire assieme ai prodotti la figura dell´agricoltore che in nome di quella ´multifunzionalità´ che sta cambiando il volto delle nostre aziende agricole, non solo coltiva, ma spesso confeziona, ospita e insegna. Molte di esse seguono metodi di coltivazione biologica (122 le bio) 78 sono aziende agrituristiche, 182 vendono direttamente i loro prodotti, 135 sono fattorie didattiche accreditate.

Un´apposita guida indica le aziende suddivise per provincia, segnalando le fattorie biologiche con una coccinella, riportando indirizzi, caratteristiche produttive e attività che si possono svolgere al loro interno in queste due giornate. Una “mappa” della produzione agroalimentare ed enogastronomica del territorio, suddivisa in nove itinerari provinciali, da Piacenza a Rimini presenta proposte e percorsi alla scoperta delle fasi di produzione e trasformazione dei prodotti tipici del territorio: i salumi, il Parmigiano Reggiano, l´Aceto Balsamico di Modena e Reggio Emilia per l´area emiliana; il vino, l´olio, l´ortofrutta per l´area romagnola.

La guida “Fattorie Aperte” è reperibile presso gli Assessorati Agricoltura della Regione e delle Province e presso la Regione Emilia-Romagna – Urp

http://www.fattorieaperte-er.it/

Ogm: sentenza Ue, le reazioni

Da vita.it:

Per l’Ue ”la salute dei suoi cittadini e la tutela ambientale vengono prima delle liberta’ commerciali”. Questo il commento di Legambiente al pronunciamento della Corte di Giustizia europea sulla causa fra la Monsanto e altre due multinazionali del biotech e il nostro Paese, responsabile del divieto di importazione di alcuni alimenti contenenti tracce di proteine ogm. Un pronunciamento con il quale ”e’ stata garantita la sovranita’ alimentare e la sicurezza dei consumatori”. ”La Corte – afferma il portavoce nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta – riconosce agli stati membri il loro diritto di garantire la salute dei cittadini, un diritto che prevale nettamente sui principi della liberta’ del commercio. E’ una decisione che sembrerebbe scontata ma che non lo e’ di questi tempi, e della quale dunque ci rallegriamo. Tanto piu’ importante – aggiunge Della Seta – perche’ arriva in coincidenza dell’apertura del vertice di Cancun, in cui, seppure esclusi dall’agenda, gli ogm rischiano di avere un ruolo importante”. Non e’ irragionevole pensare, rileva ancora il portavoce nazionale di Legambiente, che gli Stati Uniti potrebbero avanzare pretese nei confronti della moratoria europea in cambio di concessioni sulla lista dei 41 prodotti tipici portata a Cancun. ”Questa sentenza – conclude quindi Della Seta – e’ anche un monito: non c’e’ liberta’ di mercato ne’ Monsanto che tenga di fronte alla salute dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. Ma all’Unione, coinvolta appunto a Cancun nei negoziati per riscrivere piu’ equamente le regole del commercio mondiale chiediamo coerenza: se questi diritti valgono per i cittadini europei, allora devono valere anche per quelli dei paesi piu’ poveri, che troppo spesso invece vengono sacrificati in nome del liberismo a senso unico dell’Occidente”
La sentenza della corte Ue sui quattro mais ogm e’ legittima: e’ quanto afferma in una nota Ivan Verga, vice presidente dell’associazione Verdi Ambiente e Societa’ (VAS) secono il quale ”con il pronunciamento odierno la Corte di Giustizia ha di fatto posto fine ad un contenzioso che oppone da tre anni la multinazionale Monsanto al governo del nostro Paese e al sacrosanto diritto di uno Stato membro di impugnare la commercializzazione di alimenti transgenici non sottoposti ad alcuna valutazione di sicurezza d’uso”. Secondo Verga con la sentenza di oggi la Corte ”inizia a ristabilire il diritto su di una materia che la lobby delle multinazionali del biotech ha governato per anni, facendo prevalere un regime di discrezionalita’, rispondente ai propri interessi di parte e a discapito degli interessi collettivi di sicurezza. Quanto invece alle precisazioni della Corte in relazione alla ‘sostanziale equivalenza’ dei prodotti transgenici, si tratta di osservazioni poco piu’ che superflue, poiche’ i nuovi Regolamenti UE sull’etichettatura e la tracciabilita’ degli OGM negli alimenti hanno opportunamente cancellato qualsiasi riferimento a procedure semplificate di autorizzazione. E questo ci consente di poter dire che mai piu’ alcun OGM potra’ essere autorizzato sul territorio UE senza essere sottoposto ad una meticolosa valutazione sulla propria sicurezza d’uso. Insomma, il tempo in cui bastava una semplice notifica basata sull’autocertificazione di conformita’ prodotta dalle multinazionali produttrici appare definitivamente tramontato. Con estrema soddisfazione dei cittadini europei e con buona pace delle multinazionali che ritenevano di poter considerare i consumatori come tante cavie di una tecnologia transgenica inaffidabile e non gradita dall’opinione pubblica”.

Torna su