Pubblicità

Corso: Il web marketing per le imprese

Dove e Quando • Cesena, 12 maggio 2010 • Sede C.A.C.

A chi è rivolto • alle aziende e ai liberi professionisti che vogliono utilizzare autonomamente e correttamente Internet come strumento di comunicazione, evitando gli errori più comuni e facendo di un mailing uno strumento efficace per raggiungere il proprio obiettivo.

Durata • 4 ore Costo • euro 100,00 + IVA

(sconto 20% per studenti, cooperative, Onlus e giornalisti)

L’obiettivo • Illustrare i meccanismi di comunicazione di Internet, i vantaggi e gli svantaggi del mezzo. In particolare verranno presentati i possibili utilizzi del proprio sito Internet come mezzo promozionale dalle notevoli potenzialità e le trappole in cui non bisogna cadere per essere efficaci.

• Promuoversi sul web: siti e motori di ricerca (SEO)

• Mercati e conversazioni: la reputazione online

• Accessibilità: le regole per essere visibili e “a norma”

• E-mail marketing: trucchi e trappole della posta

• Social network: le regole, da Facebook a Flikr

Docente • dott. Alessandro Ronchi

Per iscrizioni ed informazioni:  Corso: Il web marketing per le imprese – Sapim – Agenzia di comunicazione – relazioni pubbliche – pubblicità – formazione.

Pubblicità e piccole cose che non sono piccole

In passato sono stato criticato, per la mia attenzione sulla pubblicità abusiva. Ci sono problemi maggiori, nel Mondo, è innegabile. Ma con questa logica nessuno dovrebbe occuparsi di nulla, perché qualcosa di più importante si trova sempre.

Eppure io credo che il cambiamento si veda anche nelle piccole cose, in come ci comportiamo di fronte alla quotidianità.
Geniale, ad esempio, la scena della serie Boris nella quale la truccatrice, priva di protezioni politiche, viene licenziata. Immediatamente piangendo urla di non voler più lavorare in un Mondo dove le raccomandazioni sono più importanti della bravura. Nella scena successiva, alla consegna del bigliettino da visita di un politico non troppo affidabile, cambia ovviamente idea.

Tutto questo per dire che in tanti si lamentano, ma quando viene il momento di fare la scelta meno comoda, in molti meno accettano uno svantaggio personale a favore della propria coerenza.

Ed una piccola cosa che reputo importante e grave, perché molto visibile, è l’invasione delle pubblicità abusive dei circhi. Ogni singola volta, penso al piccolo imprenditore che paga la tassa pubblicitaria del Comune o rifiuta uno spazio fuori posto, che si trova a competere con gente che riempie senza permesso ogni angolo vuoto visibile dalla strada.

E penso a tutte le persone che dovrebbero controllare che questo non avvenga, per non mortificare chi paga e fa le cose in regola, che passano tutti i giorni per la strada e vedono quello che vedo io.

E penso a tutti gli stratagemmi utilizzati per evitare le multe che ne dovrebbero conseguire, che mortificano anche il lavoro di chi dovrebbe controllare.

E penso che il piccolo imprenditore prima o poi si stuferà di fare le cose a modo, perché tanto in fondo le cose girano in un altro verso.

E penso che questo sia un piccolo ma fondamentale passo verso un modo di concepire le regole che poi, una volta diventato la norma, porta alle discariche abusive, all’inquinamento di quello che mangiamo e respiriamo, allo sfruttamento di tutti gli esseri viventi solo perché è la strada più breve per arrivare al proprio obiettivo.

Il sesso su Facebook

Circa un anno fa scoppiò una polemica sulla censura di Facebook alle foto di mamme che allattano (*) . Oggi la politica della multinazionale deve essere cambiata, se permette pubblicità come questa:


*: dimenticando che Facebook non è uno spazio aperto, ma il giardino privato di una azienda americana che può fare quello che vuole, con il suo servizio.

I social network mangiano i bambini e corrompono le menti

In questi giorni si è parlato molto di qualche leggera dichiarazione sui social network. Vespa nel suo programma, senza sapere di cosa si tratta, li ha utilizzati per definire il male che circondava Tartaglia, «vicino ad ambienti del social network».

Queste sparate finiranno nel dimenticatoio presto, spero senza uno strascico legislativo. Anche se fosse, rimarrebbe inapplicato come qualsiasi altro provvedimento scritto da persone che non comprendono nemmeno il contesto, e non solo la realtà, che cercano di normare.

Tutta questa vicenda mi ricorda però quella di Napster, che alla fine del millennio scorso rappresentò tutte le paure dei non connessi nei confronti del popolo della rete. Accidenti, questi si scambiano contenuti da soli, bypassando la nostra distribuzione!!

Napster divenne subito il male da combattere, la causa di ogni malattia e di ogni disgrazia. Non ci credeva, ovviamente, nemmeno chi lo diceva. Ma rappresentava un passaggio importante: cambiava le carte in tavola ed era un punto di partenza che faceva tremare troppe industrie.

Finché si parlò di Napster in quei termini, la piattaforma aumentò i propri utenti, poi finì nel dimenticatoio e morì sotto il peso delle alternative.

Così, secondo me, sta avvenendo per Facebook & C. Ora rappresenta una minaccia per la distribuzione delle informazioni, ma cresce tutti i giorni grazie anche a questa pubblicità.

Forse la cosa è anche voluta, e forse chi si è espresso in questi giorni lo ha fatto solo per trovare il suo piccolo scampolo di pubblicità, ben sapendo che questo argomento è solo un utile diversivo.

Lotta all’alcol

Io penso che una politica credibile di lotta all’alcolismo dovrebbe partire dal divieto di fare pubblicità agli alcolici, o almeno i superalcolici, come è stato fatto con le sigarette.

Inoltre credo che la lotta debba essere feroce ed aggressiva soprattutto contro chi ne abusa prima della guida. In altri paesi europei con controlli veri sono riusciti a ridurre gli incidenti.

Tutto il resto, compresi le ordinanze per gli under 16, sono begli spot elettorali che però non toccano minimamente il problema. In Inghilterra il divieto arriva fino alla maggiore età, ma notoriamente è uno dei paesi più colpiti dal problema dell’alcolismo giovanile.

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