Un lettore mi scrive chiedendomi quali sono le alternative all’incenerimento dei rifiuti. Per rispondere a questa domanda inizio con le priorità della legge Ronchi (mio omonimo allora dei Verdi) del ’97.
1. Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso:
a) il reimpiego ed il riciclaggio;
b) le altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti;
c) l’adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi;
d) l’utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.2. Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.
Come si legge da questo testo, ed in praticamente tutta la normativa Europea sul settore, dettata dal buon senso, la prima cosa da incentivare è il riuso e la riduzione dei rifiuti. Come seconda cosa bisogna incentivare il recupero di materia e solo in ultima analisi c’è l’incenerimento ed il conferimento in discarica.
Detto questo, la soluzione alternativa all’incenerimento parte dall’applicazione di forme di riduzione dei rifiuti attraverso incentivi per chi ne produce meno. Questo si può fare solamente rendendo la tariffazione del servizio dipendente dal conferimento. Con i cassonetti stradali non c’è nessun incentivo alla riduzione ed alla raccolta differenziata, ed i cittadini pagano anche i rifiuti che producono le attività commerciali.
Con la raccolta porta a porta, invece, per prima cosa si evita di mescolare la produzione dei rifiuti urbani delle famiglie con quelli delle attività commerciali/artigianali/produttive.
Se si inserisce la tariffazione puntuale, i cittadini iniziano ad acquistare intelligentemente i prodotti che contengono meno rifiuti da smaltire, oppure sono realizzati con materiali che si riescono a separare facilmente. Questo perchè si paga solo l’indirifferenziato, che non ha valore come materia e può essere smaltito solo con incenerimento e discariche.
I risultati:
Attraverso la raccolta tramite cassonetti stradali il massimo risultato possibile di raccolta differenziata è il 30-35%. La RD costa di più perchè i suoi costi sono aggiuntivi a quelli della costruzione degli impianti di smaltimento e di raccolta stradale.
Attraverso la raccolta porta a porta, come dimostra anche la sperimentazione di Forlimpopoli, in un mese si raggiungono risultati del 70% almeno, con anche una riduzione dei rifiuti.
Ha il vantaggio, inoltre, di portare tutti i rifiuti voluminosi e potenzialmente pericolosi (frigoriferi, materassi, televisori, pc, …) allo smaltimento corretto (gratuito) e non assimilato agli altri rifiuti urbani.
Da un documento di federambiente (la federazione delle società di servizi che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti), che non è una associazione ambientalista, si vede che la raccolta differenziata costa di meno dello smaltimento tramite termovalorizzazione se supera il 50%, quindi anche i costi sono a favore del porta a porta (e lo dice chi punta a costruire gli inceneritori).
Vi consiglio di leggere il documento di presentazione dei risultati del Consorzio intercomunale Priula, che lavora con il porta a porta da anni ed ha ottenuto ottimi risultati. Abbiamo invitato più volte i responsabili del Priula anche prima delle elezioni del 2004, per dimostrare che una alternativa all’inceneritore era possibile, ed anche nel febbraio del 2005 nel convegno che ho organizzato come gruppo consiliare del Comune di Forlì.
Documento risultati raccolta differenziata Consorzio Intercomunale Priula
Spero di essere stato utile, anche se questo argomento è stato ripetuto centinaia di volte in tutte le assemblee, se qualcuno ha ancora dei dubbi è utile farne un riassunto.
Appronfondimenti:
Legge Ronchi ’97 sui rifiuti