risparmio

Un manuale di matematica Creative Commons per la scuola

Grazie a Simone scopro che è stato scritto e pubblicato un manuale di Matematica per la scuola superiore con licenza Creative Commons (Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo).

Questo significa che chiunque può stamparselo, anche in fascicoli, e farne versioni modificate a patto di non sfruttarlo commercialmente senza il permesso degli autori e di condividerlo alla stessa maniera.

Da anni scrivo che una cosa del genere è molto auspicabile, perché permetterebbe una riduzione dei costi per il diritto allo studio (ed oggi, con gli e-reader, anche un notevole risparmio di carta, peso e spazio).

Ottima iniziativa!

Con piacere dò notizia dell’uscita di Matematica C3, il primo manuale di matematica per la scuola superiore realizzato in un’ottica collaborativa e rilasciato sotto licenza Creative Commons. Si tratta non di un semplice collage disorganico di dispense create da volenterosi docenti (opere del genere circolano in rete già da tempo), ma di un completo e ben strutturato manuale che può essere utilizzato e ufficialmente adottato da tutte le scuole italiane. E non si tratta di una semplice opera statica di cui usufruire “as it is” ma di uno strumento fluido e interattivo, fruibile in diversi formati, adattabile alle proprie esigenze didattiche e aggiornabile come un vero “book in progress”. Ciò è possibile grazie all’applicazione di una licenza CC Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso
modo e grazie alla diffusione dei contenuti attraverso formati aperti (il libro è infatti disponibile anche nel formato ODF di OpenOffice.org).
Un progetto lodevole e pionieristico che mi auguro funga da apri-pista per altri gruppi di docenti indipendenti o per enti pubblici e privati dediti alla formazione.
Il libro e i contenuti ad esso connessi sono disponibili al sito www.matematicamente.it/manuale_matematica.

Fonte: Simone Aliprandi

Demagogia cartacea

La recente e sterile polemica sul fronte della presunta fornitura di iPad ai parlamentari europei mi riporta alla mente un calcolo che feci, nel 2004, appena diventato consigliere comunale.

Dovete sapere che i consiglieri comunali ricevono tanto di quel materiale cartaceo da far impallidire di paura una foresta: tutte le delibere, le bozze, i documenti a corredo, le convocazioni, etc.

E’ chiaro e giustificato il motivo: senza i documenti ricevuti sia in forma preliminare per le commissioni prima del Consiglio sia nella convocazione dello stesso le riunioni non avrebbero nemmeno senso.

Tra l’altro non tutto viene inviato: le mappe dei piani urbanistici, ad esempio, sono a disposizione ma non vengono copiate per i consiglieri.

Feci, quindi, un rapido calcolo di quanto spendeva l’amministrazione per tagliare alberi necessari a questo processo democratico: una enormità. Alla quale andava aggiunta anche la spesa per la consegna a domicilio, ovviamente.

E proposi, quindi, di investire nella dotazione di portatili per i consiglieri sprovvisti del mezzo, a patto che rifiutassero la versione cartacea.

Avrebbe permesso un risparmio di decine di migliaia di euro, nella durata del mandato, e qualche cosa in più in termini di funzionalità: ad esempio i consiglieri avrebbero potuto inoltrare la documentazione completa ai loro esperti, pubblicarla in anticipo per farla conoscere ai cittadini.

Tutto questo, forse proprio per quest’ultimo motivo, non fu possibile, perché di fatto la fruizione delle versioni elettroniche era impedita o resa particolarmente macchinosa dalla tecnologia utilizzata.

Fino all’ultimo anno, ad esempio, le 40 delibere di cui era composto un consiglio comunale erano da scaricare singolarmente. Il pdf unico, spedito via posta elettronica, è stata una concessione dell’ultimo momento permessa grazie alla buona volontà  dei dipendenti comunali.

Questo per dire che se ci fermiamo al primo step, che consiste nella dotazione di un iPad o di un portatile alla persona che svolge il ruolo politico, perdiamo un grosso pezzo del puzzle.

Se questo rappresenta solo un regalo o un benefit destinato a rimanere sotto il tavolo a far  spessore, allora non è cosa buona.

Ma se servisse a portare avanti il processo di digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti amministrativi e politici, allora tutti ne guadagneremmo un po’: in trasparenza, in CO2, in alberi non tagliati, in spesa corrente evitata, in energia  non consumata.

Quindi, invece di essere invidiosi, potremmo semplicemente accettare che un progetto di questo tipo potrebbe esserci utile, ed indirizzare meglio la nostra arrabbiatura verso le tonnellate di carta che sprechiamo ogni anno.

550mila bottiglie di plastica risparmiate coi detersivi alla spina

Tra i vari dati relativi alla distribuzione dei detersivi alla spina, ve ne è uno davvero significativo: il progetto ha permesso di risparmiare circa 550 mila bottiglie di plastica in 3 anni, perché le bottiglie di plastica non sono soltanto quelle dell’acqua che beviamo.Il numero di bottiglie di plastica risparmiate equivale a più di 33 tonnellate di plastica e ad un risparmio di emissioni in atmosfera di 92,2 tonnellate di CO2. Un ottimo risultato considerato che i distributori di detersivo in Piemonte sono 45: speriamo che il numero delle bottiglie di plastica risparmiate possa aumentare grazie al contributo dei cittadini.

via 550mila bottiglie di plastica risparmiate in Piemonte grazie ai detersivi alla spina.

La Trasmissione Report studia i consumi di energia nella nostra Provincia

Ho ricevuto dalla newsletter di Report questa comunicazione che riguarda da vicino la nostra provincia. Se siete interessati a ridurre i consumi di energia questa è un’ottima occasione, perché gli esperti della trasmissione vi aiuteranno al solo scopo di farne una buona notizia.

”A TUTTI I NOSTRI TELESPETTATORI RESIDENTI A CESENA O NELLE IMMEDIATE VICINANZE”

Nella prossima edizione, per la rubrica delle goodnews, ci occuperemo di come abbattere drasticamente i consumi elettrici domestici.
Grazie al contributo di alcuni tecnici di fiducia abbiamo verificato l’impatto sui consumi globali domestici degli elettrodomestici in fase di stand-by. Non si tratta soltanto del consumo dei vari led, che tutto sommato e’ piuttosto marginale. Ad esempio abbiamo verificato che un condizionatore spento continua a consumare circa 50W, uno stereo portatile circa una trentina e cosi’ via. Adottando le precauzioni necessarie abbiamo verificato come sia possibile ridurre i consumi domestici anche del 30%.
Per documentare questa semplicissima fonte ecologica di energia che e’ il risparmio, nel corso dell’estate saremo in giro nella provincia di Forli’ e Cesena con un tecnico di nostra fiducia per monitorare nelle case il consumo degli elettrodomestici in stand by, verificare sulle bollette i consumi energetici passati, dare tutte le istruzioni per ridurli e poi tornare dopo un mese a verificare l’andamento.
Cerchiamo volontari disposti ad aprire la porta di casa alla nostra redazione e a collaborare con noi in questa sperimentazione.

Vi ringraziamo cortesemente, Redazione Report.

A Forlì una centrale nucleare?

Mi segnala un amico lettore che nella puntata di Ambiente Italia di sabato 20 luglio, in onda su rai 3 dopo il tg delle 14:15, al minuto 13 della trasmissione è apparsa una strana mappa relativa al nucleare con Forlì tra le fortunate, non commentata tra l’altro in nessun modo dalla trasmissione.

La trasmissione si può vedere su RAI TV:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-c41da238-a054-449b-ab4d-905fa046c9ec.html?p=0

Il Consiglio Comunale di Forlì ha votato recentemente un mio ordine del giorno che dichiarava il territorio di Forlì LIBERO DAL NUCLEARE, per sottolineare la contrarietà della Città all’installazione di una centrale nel nostro Comune, tenendo in considerazione ovviamente che la scelta di una città fuori Provincia avrebbe comunque gli stessi problemi.

Non so da dove provenga questa mappa, ma bisogna fare almeno un paio considerazioni.

La prima riguarda coloro che mi accusarono di strumentalizzare un problema inesistente, perché il nostro Comune, a loro dire, non avrebbe avuto questo rischio. Questa mappa è la prova che, ancora una volta, si sbagliavano oppure erano in malafede.

La seconda è che oggi il centrodestra che non ha votato quell’ordine del giorno deve assumersi la responsabilità di quella decisione e spiegarci se intende veramente perseguire anche a livello locale, come sta facendo a livello nazionale, la scelta di costruire impianti di produzione di energia nucleare invece di aprire la strada, come tutti i governi più avanzati nel resto del Mondo, al risparmio energetico ed alle energie rinnovabili.

Lo stesso devono fare tutte le forze politiche, dicendo con trasparenza da che parte stanno.

La campagna elettorale è finita e le buone intenzioni devono trasformarsi in decisioni concrete a tutti i livelli.

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