selfie

Il politico non dovrebbe essere uno di noi, a caso

La foto di Salvini che fa un selfie con una ragazza ad un funerale di Stato mi ha fatto ricordare quanto detesti le frasi di Grillo e dei populisti, che invocano politici presi a caso dalla popolazione.

Il leghista si giustifica dicendo che ha risposto in modo educato alla ragazza che chiedeva la foto. A mio parere sarebbe stato corretto rispondere, educatamente, che non era il luogo ed il momento adatto, dando la sua disponibilità in un’altra occasione. Mi preoccupa il fatto che non gli sia venuto il dubbio che fosse inopportuno.

Se vogliamo migliorare, sia nelle piccole sia nelle cose importanti , dobbiamo avere le persone migliori a rappresentarci ed a decidere quali passi farà questo Paese nei prossimi anni.

Quando state male, cercate un medico a caso oppure il medico migliore che sia raggiungibile? O per i vostri figli, sperate in un buon insegnante ed in una buona scuola, oppure in una qualsiasi?

Non voglio una rappresentazione omogenea della società, in Parlamento ed al Governo. Non voglio una percentuale uguale a quella del bar sotto casa di ladri e disonesti, di ignoranti o razzisti.

Voglio persone degne di stima, di fiducia.

Voglio che le maggiori cariche dello Stato sappiano parlare Italiano, e ritengano corretto utilizzare la nostra lingua invece del dialetto dello scaricatore di porto, nelle occasioni di dibattito pubblico.

Si potrà rispondere che in passato non sono stati raggiunti ottimi risultati, ma non si può ignorare il fatto che il livello si stia abbassando invece che aumentare.

Viva la Burocrazia, mettiamo sotto controllo tutti i selfie!

Non mi spiego altrimenti, se non con il nostro intenso amore per i garbugli, la richiesta del parlamentare Sergio Boccadutri del Pd (sollecitato dall’Unione nazionale dei consumatori) di regolamentare i selfie che si fanno i personaggi famosi.

E’ proprio fondamentale aggiungere uno strato di burocrazia per verificare ogni nuovo post, per evitare il rischio che il consumatore sia tratto in inganno quando vede una scarpetta firmata indossata dal suo cantante preferito.

Quella scarpetta sarà stata indossata perché al cantante piace farlo, oppure perché pagato dalla casa produttrice? E che differenza fa allo spettatore?

Perché limitarsi alle persone famose? Controlliamo anche le scarpette degli insegnanti, che magari stanno influenzando i nostri ragazzi nelle scuole con pubblicità occulta.

Quando anche obbligheremo ad un banner segnaletico di questa attività di sponsorizzazione, gli utenti non si abitueranno ad ignorarlo come fanno per la legge sui cookie?

Quali saranno le sanzioni? Quali le risorse impegnate nei controlli?

Lasciamo stare, per piacere.

 

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