L’ospedale Morgagni-Pierantoni riduce le proprie emissioni
Ricevo dall’USL di Forlì un comunicato interessante che dimostra quanta CO2 stia risparmiando il nostro ospedale grazie ad interventi mirati di risparmio energetico ed ottimizzazione dei consumi: circa 1000 tonnellate l’anno in meno.
Un buon esempio, che a mio parere andrebbe seguito in tutti gli edifici pubblici, con mezzi chiaramente tarati all’esigenza. Complimenti.
L’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì cura anche l’ambiente: da
luglio a settembre, ridotte di 350mila tonnellate le emissioni di anidride
carbonica grazie al contenimento dei consumi elettriciL’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì non è attento solo ai bisogni
del paziente ma cerca anche di rispettare al massimo l’ambiente. Nel trimestre
luglio-settembre, grazie alle misure di razionalizzazione adottate dall’U.O.
Attività tecniche e patrimonio diretta da Vittorio Laghi, le emissioni in
atmosfera di andride carbonica del polo ospedaliero sono diminuite di 350mila
tonnellate. Un dato che, in proiezione annuale, può significare una riduzione
intorno alle mille tonnellate l’anno. Rispetto all’analogo periodo del 2006,
infatti, si assiste a un considerevole abbattimento del consumo di energia
elettrica, con un lusinghiero -13% nel mese di settembre. Peraltro, tale calo
riguarda in particolare la cabina deputata all’alimentazione delle centrali
tecnologiche, ovvero quella che più incide sui consumi totali.
«Abbiamo cercato di adattare i consumi ai bisogni, eleminando sprechi e
utilizzi superflui attraverso un’opera di ottimizzazione – illustra Vittorio
Laghi, direttore dell’U.O. Attività tecniche e patrimonio – in sostanza si
è trattato di ingegnerizzare i sistemi tecnologici, guidando al meglio i
machinari, così da farli lavorare secondo le necessità e nelle fasce di curva
in cui presentano un miglior rendimento». Input in questo senso sono venuti
anche dalla Regione, che ha varato un programma di attenzione al risparmio
energetico, coinvolgendo i responsabili delle singole aziende in tavoli di
confronto nell’ottica di una razionalizzazione diretta, nel lungo periodo, a
poter predisporre gli acquisti di energia a livello regionale.
A spingere l’Azienda verso la pianificazione di tali misure di contenimento
è stata poi la constatazione, nel corso del 2006, di un trend di incremento,
sia in termini di consumo che tariffari. In questa prima fase d’intervento, la
priorità è stata attribuita al contenimento dei consumi elettrici, con
aspettativa di sensibili effetti di risparmio anche nella produzione di energia
termica. Per raggiungere l’obiettivo, si è cercato di razionalizzare i
settori di maggior impatto sui consumi: dall’erogazione di acqua refrigerata
all’alimentazione elettrica.
«In merito alla distribuzione dell’acqua refrigerata – illustra Vittorio
Laghi – l’obiettivo è stato creare una sinergia fra produzione e
distribuzione del freddo, così da agire con reciproca proporzionalità. A tale
scopo, è stata adeguata la linea di distribuzione principale a portata
variabile per far lavorare le elettropompe con una differenza di temperatura
costante fra “mandata” e “ritorno”, assicurando comunque una
predeterminata pressione nel punto della rete più sfavorito». Ciò ha
consentito di creare un circuito di distribuzione generale a portata variabile,
direttamente proporzionale alla richiesta di acqua refrigerata dei vari circuiti
“a spillamento” all’interno del presidio ospedaliero. «Le sottostazioni
“a spillamento” – spiega Laghi – sono state dotate di una valvola a tre
vie motorizzata, che consente di prelevare dalla tubazione principale generale
solo l’acqua refrigerata strettamente necessaria al fabbisogno istantaneo del
fabbricato servito. Inoltre, sono state montate sonde di temperatura per il
monitoraggio dell’intero sistema».
Misure di razionalizzazione dei consumi hanno interessato anche le 9 sale
operatorie, con l’installazione di rilevatori di presenza che modificano
automaticamente lo stato di esercizio delle UTA (unità di trattamento
dell’aria) da ordinario a stand-by. «In quest’ultimo stato di funzionamento
la portata dell’aria si riduce al 20% circa dell’esercizio ordinario –
rivela il direttore – I risultati sono stati significativi: in una settimana
campione, dal 14 al 21 settembre, abbiamo constatato una riduzione di esercizio
intorno al 40%». Interventi analoghi sono stati effettuati anche in ambulatori,
studi medici, e mensa, attivando, attraverso il sistema di controllo e gestione
informatizzato, la chiusura dei circuiti aeraulici in orari festivi e notturni.
Pure in questo caso, si è registrata una riduzione del fabbisogno energetico di
circa il 40%. Nella torre di degenza, invece, è stata diminuita del 50%, in
orari notturni, la portata di quattro unità di trattamento dell’aria, con un
risparmio energetico del 20%.Contemporaneamente, sono partite le prime misure atte a ridurre il consumo di
acqua. A questo scopo sono stati acquistati 2mila inserti universali aeratori
riduttori di portata e mille regolatori di flusso per doccia: da prove a
campione si è accertato infatti che i primi riducono la portata del 25-30%, e i
secondi del 40-45%. Grazie alla loro installazione si stima di ottenere un
risparmio sull’ordine del 20%.Soddisfazione per i risultati raggiunti viene espressa dal direttore del
presidio ospedaliero Maria Grazia Stagni. «Siamo riusciti a ridurre
sensibilmente i consumi energetici senza incidere in alcun modo su quella che è
la normale attività dell’ospedale – commenta – gli interventi messi in
atto, infatti, non hanno apportato nessun cambiamento per i pazienti, né
riguardo alle ore di sala operatoria né all’utilizzo di acqua. Ciò dimostra
che si possono conseguire obiettivi rilevanti con misure immediatamente
applicabili e per di più prive di conseguenze per l’utenza: basta migliorare
l’efficienza del sistema, calibrando i consumi alle reali esigenze delle
strutture e abbattendo gli sprechi». Una politica, questa, che è diretta non
solo a razionalizzare e ottimizzare le risorse del polo ospedaliero, ma si
propone anche di sensibilizzare i singoli operatori sull’importanza del
risparmio energetico. «Se c’è attenzione all’ambiente sul luogo di lavoro,
è poi più facile applicare gli stessi accorgimenti all’interno della propria
abitazione – illustra Stagni – in questo senso, il piano di riduzione dei
consumi viene a ricopre pure un’importante funzione culturale».
D’altronde, l’attenzione all’impatto ambientale delle tecnologie è da
molto tempo una delle priorità dell’Azienda Usl di Forlì, come dimostra la
nuova navetta gratuita ecologica per il trasporto di persone dai parcheggi auto
fino all’ingresso dei padiglioni dell’Ospedale. Si tratta di un Fiat Ducato
alimentato a metano, omologato per 9 passeggeri, con aria condizionata,
portellone automatico laterale per la salita dei passeggeri e pedana posteriore
elettrica per i disabili
Arena Eliseo: il programma per l’estate 2005
Arena Eliseo: il programma per l’estate 2005.
Pubblico il programma dei film proiettati all’arena di Corso della Repubblica 108 Forlì, che potete trovare anche all’indirizzo www.cinemasaffi.com
Per maggiori informazioni: arenaeliseo@tin.it
PROGRAMMA
GIUGNO
SERATA INAUGURALE
Progetto ACCADDE DOMANI
23 G MA QUANDO ARRIVANO LE RAGAZZE
di Pupi Avati
24 V MARE DENTRO
di Alejandro Amenábar
25 S IN GOOD COMPANY
di Paul Weitz
26 D MILLION DOLLAR BABY
di Clint Eastwood
Progetto ACCADDE DOMANI
27 L VOLEVO SOLO DORMIRLE ADDOSSO
di Eugenio Cappuccio
28 M COSI’ FAN TUTTI
di Agnès Jaoui
Progetto ACCADDE DOMANI
29 M LE CHIAVI DI CASA
di Gianni Amelio
Progetto ACCADDE DOMANI
30 G BÉRBABLÙ
di Luisa Pretolani & Massimiliano Valli
Sarà presente per incontrare il pubblico il cast del film
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LUGLIO
In collaborazione con TENUTA PANDOLFA
1 V SIDEWAYS – IN VIAGGIO CON JACK
di Alexander Payne
Degustazione di vini della Tenuta Pandolfa – ore 21.00
2 S CONFIDENZE TROPPO INTIME
di Patrice Leconte
3 D UN BACIO APPASSIONATO
di Ken Loach
Progetto ACCADDE DOMANI
4 L ALLA LUCE DEL SOLE
di Roberto Faenza
Progetto ACCADDE DOMANI
5 M L’UOMO PERFETTO
di Luca Lucini
Sarà presente per incontrare il pubblico il regista Luca Lucini
Progetto ACCADDE DOMANI
6 M NON AVERE PAURA
di Angelo Longoni
Sarà presente per incontrare il pubblico il regista Angelo Longoni
7 G COMANDANTE
di Oliver Stone
8 V LA SPOSA TURCA
di Fatih Akin
Progetto ACCADDE DOMANI
9 S QUANDO SEI NATO NON PUOI PIU’ NASCONDERTI
di Marco Tullio Giordana
10 D L’AMORE FATALE
11 L di Roger Michell
Progetto ACCADDE DOMANI
12 M LA VITA CHE VORREI
di Giuseppe Piccioni
Sarà presente per incontrare il pubblico il regista Giuseppe Piccioni
13 M HERO
di Zhang Yimou
14 G LA MALA EDUCATION
di Pedro Almodovar
15 V THE CORPORATION
di Jennifer Abbott
16 S LA CADUTA
di Oliver Hirschbiegel
Progetto ACCADDE DOMANI
In collaborazione con Collezioni Enrico Maltoni e Lavazza
17 D LA FEBBRE
di Alessandro D’Alatri
Degustazione di caffè espresso – ore 21.00
18 L IL MERCANTE DI VENEZIA
di Michael Radford
19 M BE COOL
di John N. Smith
20 M NEVERLAND – UN SOGNO PER LA VITA
di Marc Forster
21 G LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI
di Zhang Yimou
22 V STAGE BEAUTY
di Richard Eyre
23 S SE MI LASCI TI CANCELLO
di Michel Gondry
24 D I COLORI DELL’ANIMA – MODIGLIANI
di Mick Davis
25 L BEING JULIA
di István Szabó
26 M CLOSER
di Mike Nichols
27 M CRIMEN PERFECTO
di Álex de la Iglesia
28 G THE JACKET
di John Maybury
29 V MILLION DOLLAR BABY
di Clint Eastwood
30 S LA MORTE SOSPESA
di Kevin Macdonald
Progetto ACCADDE DOMANI
31 D LAVORARE CON LENTEZZA
di Guido Chiesa
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AGOSTO1 L LA VITA E’ UN MIRACOLO
di Emir Kusturica
2 M HOTEL RWANDA
di Terry George
3 M UN TOCCO DI ZENZERO
di Tassos Boulmetis
4 G LE AVVENTURE ACQUATICHE DI STEVE ZISSOU
di Wes Anderson
5 V THE AVIATOR
di Martin Scorsese
6 S MELINDA E MELINDA
di Woody Allen
7 D 2046
di Wong Kar Wai
8 L MY SUMMER OF LOVE
9 M di Pawel Pawlikowski
10 M LA STORIA DEL CAMMELLO CHE PIANGE
di Byambasuren Davaa, Luigi Falorni
11 G L’UOMO SENZA SONNO
di Brad Anderson
12 V OLD BOY
di Park Chan-Wook
13 S THE GRUDGE
di Takashi Shimizu
14 D MATRIMONI E PREGIUDIZI
di Gurinder Chadha
15 L FINAL CUT
di Omar Naim
16 M LES CHORISTES – I RAGAZZI DEL CORO
di Christophe Barratier
17 M THE ASSASSINATION
di Niels Mueller
18 G DANNY THE DOG
di Louis Leterrier
19 V MARIA FULL OF GRACE
di Joshua Marston
20 S STAR WARS – EPISODIO III
21 D di George Lucas
22 L BABBO BASTARDO
di Terry Zwigoff
23 M LE RICAMATRICI
di Eléonore Faucher
24 M LA FEBBRE
di Alessandro D’Alatri
25 G FERRO 3 – LA CASA VUOTA
di Kim Ki-Duk
26 V TRIPLE AGENT – TRIPLO AGENTE
di Eric Rohmer
27 S SIN CITY
28 D di Frank Miller, Robert Rodriguez
In collaborazione con Slow Food
29 L SUPER SIZE ME
di Morgan Spurlock
Degustazione di cibi e bevande – ore 20.45
30 M THE WOODSMAN – IL SEGRETO
di Nicole Kassell
In collaborazione con Diagonal Loft Club
31 M KING ARTHUR
di Antoine Fuqua
Degustazione di birra Hacker-Pschorr – ore 20.45
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Segreteria organizzativa: ENDAS – Corso della Repubblica 108 – Forlì tel 054328226 (dal lun. al ven. 9.30 – 12.30)
Unione Coop A. Saffi – Viale dellì’Appennino 480 – Forlì
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ORARI:apertura ore 21.00
inizio proiezioni ore 21.30
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PREZZIeuro 4.50 intero
euro 3.50 Soci Endas (tutti i giorni feriali e festivi)
euro 3.50 Studenti Universitari (tutti i giorni feriali e festivi)
euro 3.50 Spettatori ultra sessantenni (tutti i giorni feriali e festivi)
euro 3.50 Convenzioni AGIS (martedì e giovedì)
euro 3.50 CRAL U.S.L. Forlì (tutti i giorni SI festivi NO prefestivi)
euro 3.50 Polisportiva Comunale Forlì (tutti i giorni SI festivi NO prefestivi)
euro 3.50 CRAL Cassa dei Risparmi di Forlì (tutti i giorni SI festivi NO prefestivi)
euro 30,00 Abbonamento 10 spettacoli (saranno posti in vendita max 150 abbonamenti)
Ed il rifiuto divenne polvere
In questi anni in Italia abbiamo visto la costruzione di un numero sempre maggiore di inceneritori, spesso chiamati termovalorizzatori per nasconderne l’immagine negativa.
Il fine che porta alla progettazione di questi nuovi impianti è, come al solito, solamente economico.
Il decreto Legislativo del 29 Dicembre 2003, n 387, che aveva il compito di attuare la direttiva europea 2001/77, ha incluso nella lista delle fonti energetiche rinnovabili anche il combustibile da rifiuto, una sorta di selezione della spazzatura ad alto contenuto calorico.
Più semplicemente, visto che in Italia era inesistente una seria programmazione della produzione dell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili (come il solare, le biomasse, etc), sono stati inclusi in questa definizione anche gli inceneritori, per avere la possibilità di finanziarli con appositi contributi.
In questo momento, quindi, lo stato spende i nostri soldi per fornire contributi all’incenerimento dei rifiuti (il Cip6), ed investe denaro pubblico per diffondere nella nostra aria polveri sottili ed inquinanti anche cancerogeni.
Questo fatto è gravissimo, e poche persone ne sono a conoscenza: se non ci fossero questi incentivi, non sarebbe economicamente vantaggioso l’incenerimento dei rifiuti.
Come potrete certamente immaginare, se non fosse vantaggioso dal punto di vista meramente lucrativo, le aziende che gestiscono lo smaltimento, le Province, i Comuni e lo Stato stesso sposterebbero la loro attenzione dall’incenerimento alla riduzione dei volumi dei rifiuti ed al potenziamento del recupero di materia con la raccolta differenziata. In aggiunta a tutto questo, per completare il quadro, gli Stati che compongono l’Unione Europea prima o poi interverranno su questo finanziamento pubblico offerto in maniera così contrastante con lo scopo della direttiva. Invece che premiare le fonti rinnovabili, si finanzia l’incenerimento dei rifiuti, e non c’è nessun equilibrio di trattamento economico tra le imprese che operano nei diversi stati dell’Unione.
Il termine stesso utilizzato per questa pratica, termovalorizzazione, è stato coniato da zero e pensato per dare l’idea che un recupero dell’energia sia possibile e vantaggioso. Quando si cerca un nome nuovo per qualcosa che non ne avrebbe bisogno, si sta cercando di aggirare un problema o confondere le idee a qualcuno.
Ora noi compriamo petrolio, produciamo una bottiglia di plastica, la usiamo una volta e la gettiamo, poi la bruciamo. In questo ciclo, lo spreco di energia è immane e l’ultimo passaggio non ci fa recuperare nemmeno il 15% di quella impiegata. Questo non può certamente essere considerato un passaggio positivo, oppure una valorizzazione termica ed energetica.
Capito questo, risulta veramente difficile comprendere alcune politiche di gestione dei rifiuti che non vedono altro che lo smaltimento in discarica dopo la termovalorizzazione. Se queste politiche sono destinate a portare svantaggi anche economici, e certamente non hanno nessun vantaggio per l’ambiente e la salute dei cittadini, non hanno più senso di esistere.
Perché, allora, insistere su questo piano? Probabilmente perché una riduzione della produzione dei rifiuti da destinare allo smaltimento non conviene a chi gestisce questo servizio. Ma questo interesse è palesemente discordante con quello dei cittadini, che devono sapere che esiste una alternativa, già applicata in varie parti d’Italia con successo, che è vantaggiosa sia per le nostre tasche sia per la nostra salute.
Altrove i cittadini pagano per i rifiuti che producono, e questo premia le bollette di chi è più sensibile e diligente. Questo, in una qualsiasi comunità che beneficia dei buoni comportamenti di tutti, dovrebbe essere un obiettivo primario.
Nel terzo millennio abbiamo tutta l’esperienza necessaria per capire come incentivare i buoni comportamenti e disincentivare quelli sbagliati dei cittadini. Purtroppo non si può pensare che l’etica basti a spingere le persone: proprio per questo esistono regole, leggi, leve fiscali ed altri mille strumenti. L’uso di questi strumenti per incentivare fonti di danni seri all’ambiente ed alla salute è criminale, ma con i problemi di informazione che abbiamo nel nostro paese, certi comportamenti vengono celati e diventano normale amministrazione.
Ed il rifiuto diventa polvere e malattia, altro che energia.
Il problema della mela: leggende urbane sul fotovoltaico
Ripropongo qui un articolo scritto da Ugo Bardi, presidente di Aspo Italia e docente di Chimica dell’Università di Firenze, che ritengo molto interessante.
IL PROBLEMA DELLA MELA: LEGGENDE URBANE SULL’ENERGIA FOTOVOLTAICA
Di Ugo Bardi – Febbraio 2005
www.aspoitalia.net
bardi@unifi.it
“Se un uomo vuole disperatamente una mela, magari la pagherà 10 Euro, forse 100 Euro, ma non la pagherà mai due mele” (Franco Battaglia)
Ci sono interi libri che raccolgono leggende urbane e siti internet che le aggiornano continuamente. Dai coccodrilli nelle fogne di New York allle cure miracolose contro l’impotenza, la credulità umana sembra aver bisogno solo di un piccolo incoraggiamento per poi lanciarsi nell’infinito della fantasia.
Anche nel campo dell’energia, le leggende abbondano. Abbiamo leggende ingenue, come quella diffusa negli Appennini Toscani che vuole che la siccità sia dovuto all’effetto delle eliche degli aerogeneratori che “spingono via le nuvole”. Abbiamo poi leggende piuttosto aggressive, come
quella che vuole che gli alti prezzi del petrolio siano dovuti a un complotto delle compagnie petrolifere che tengono nascosto che il petrolio si riforma continuamente nelle viscere della terra e che le riserve sono, pertanto, infinite.
Per i pannelli fotovoltaici, la leggenda pervicace è quella che ci voglia più energia per costruirli di quanta ne possano ridare nel corso della loro vita attiva. La leggenda prende anche la forma di una domanda: “Chi può indicare una fabbrica di pannelli fotovoltaici che sia azionata da pannelli
fotovoltaici?”
E’ il problema di una mela che costa due mele. Ancora peggio di quanto costava la mela dell’albero del bene e del male al tempo di Adamo ed Eva (notoriamente, un’iradiddio). Se questo fosse il caso del fotovoltaico, tutta la crescità tumultuosa del mercato negli ultimi anni (oltre il 30%
all’anno a livello mondiale), tutte i megawatt installati in Europa, sarebbe tutto un errore, una distorsione del mercato causata dai sussidi statali e dalla follia di un gruppetto di ambientalisti fanatici.
Per fortuna, non è vero. Diciamolo meglio: è una leggenda. Diciamolo ancora meglio: è una bufala lustrata a festa e col fiocco rosso. Vediamo di spiegare perché.
Analizzeremo questa bufala con il metodo dell’encomiabile Paolo Attivissimo , ovvero partendo dall’analisi storica. Le leggende hanno tutte un origine, a volte un fondo di verità. Anche la leggenda del basso ritorno energetico delle celle fotovoltaiche ha un origine che va indietro a un lavoro di Howard T. Odum
“Environmental and Energy Accounting” pubblicato nel 1996, del quale si trova un estratto a http://dieoff.com/pv.htm Odum aveva sviluppato una teoria del rendimento energetico basata sul concetto di “Emergia” (proprio così, con la “m”) che è correlata alla quantità di energia necessaria per fabbricare un certo oggetto. Se il termine emergia è un po’ arcano, le unità di misura utilizzate (“solar emergy-joules”) lo sono ancora di più. Ma non importa le astruserie; si tratta in fin dei conti di sommare tutti i componenti dell’energia necessaria per fabbricare una cella fotovoltaica e poi dividere il risultato per l’energia prodotta dalla cella stessa. Così facendo, Odum trovava una resa totale di 0,48, ovvero che una mela fotovoltaica costava quasi esattamente due mele!
I conti di Odum sono stati rifatti ampiamente negli anni successivi. Pochi utilizzano l’arcano concetto di emergia, preferendo il piu semplice “Ritorno Energetico” (EROEI dalle iniziali del termine in inglese). A parte i dettagli del metodo, i lavori più recenti indicano che la resa energetica
delle celle fotovoltaiche è maggiore di uno, in quasi tutti i casi molto maggiore di uno. Non è qui questione di una contrapposizione fra due opinioni di ugual peso: ci sono letteralmente decine di lavori su riviste scientifiche internazionali tutte in accordo ad affermare la buona resa
energetica del fotovoltaico. Fino a un paio di anni fa, l’accordo era che la resa EROEI era circa sette, ovvero piantando una mela si ottenevano sette mele. Negli ultimi tempi, la resa sembra essere aumentata fino a nove (nove mele per una mela). Certi sviluppi recenti promettono valori anche
più grandi. Non c’è nessuna ragione fisica che impedisca alle celle fotovoltaiche di avere efficienze anche 5 volte superiori a quelle attuali e questo si potrà tradurre nel futuro in aumenti corrispondenti dell’EROEI.
Volendo, già oggi si potrebbe benissimo costruire una fabbrica di pannelli fotovoltaici azionata da pannelli fotovoltaici.
Non sembra che Odum abbia mai ammesso esplicitamente che i suoi calcoli erano diventati obsoleti, ma analizzando il suo lavoro vediamo che ci sono due errori principali: il primo è quello di avere enormemente sopravvalutato i “costi amministrativi” che nel calcolo originale sono veramente uno sproposito: la voce energetica più importante di tutte. Il secondo errore è di avere ampiamente sottovalutato la resa energetica di una cella fotovoltaica. Odum si era basato su dati piuttosto anziani, sembra sulla resa di un pannello installato nel 1991. Da allora, la tecnologia è – ovviamente – molto migliorata.
Sfortunatamente, tutto quello che ha a che fare con l’energia acquisisce in breve un significato emozionale e politico. Le celle fotovoltaiche hanno dei detrattori arrabbiati che proprio non riescono a digerire l’idea che si possa ottenere energia – gratis – dal sole. Per questa ragione, l’internet è impestato di pagine dove i calcoli di Odum sono dati come un “ipse dixit” papale, di valore poco meno assoluto del vangelo. Inoltre, quello che succede è che le stime serie più recenti della resa fotovoltaica sono poco visibile, seppellite nelle riviste scientifiche che non accessibili via internet a chi non ha un abbonamento oppure accesso a una biblioteca universitaria. Questo è uno dei grandi misteri del nostro mondo: il fatto che i lavori fatti da scienziati pagati con i soldi delle tasse del
pubblico non siano liberamente accessibili al pubblico, ma questo è un altro argomento. Comunque, se non avete accesso a questi documenti ma volete in ogni caso prova sicura che quanto detto qui corrisponde a verità, procuratevi l’eccellente libro di Domenico Coiante “Le nuove fonti di
energia rinnovabile” (Franco Angeli, 2004) dove tutte queste cose sono spiegate rigorosamente e in italiano.
Quindi, nessuna preoccupazione: le celle fotovoltaiche sono sistemi efficienti per la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica e le possiamo tranquillamente installare senza pensare che stiamo in realtà pagando due mele per una mela. Certo, le celle FV sono ancora più costose
dell’energia che viene dal petrolio e dagli altri fossili. Questo avviene sia per le distorsioni del mercato dovuti agli interventi statali, sia per gli investimenti pregressi fatti sui combustibili fossili.
Con il progresso della tecnologia, tuttavia, i costi del FV sono destinati a scendere e non ci sono dubbi che l’energia fotovoltaica sia una strada da percorrere verso un mondo pulito e sostenibile.
Benzina alle stelle? Basta riciclare la plastica…
Da Repubblica:
Dalla Polonia un sistema per produrre – al ritmo di 500 litri di combustibile all’ora, la normale “verde”
-taglio-
i prodotti in plastica gettati via dopo il loro uso (dalla pellicola trasparente per coprire i cibi alle bottiglie dell’acqua o del latte fino ai pezzi di paraurti delle autovetture), vengono fatti sciogliere lentamente e gradualmente (perché non si carbonizzino) in un reattore catalitico a temperature che arrivano fino a 400 gradi. La materia prima diventa liquida e, grazie alla catalizzazione attraverso un composto di alluminio, si trasforma in vapore di idrocarburi, simili a quelli presenti nel petrolio o nel gas naturale. Il prodotto finale, anche gli scarti, non è inquinante per l’ambiente. Rispetto a esperimenti simili condotti in Giappone e Germania, la macchina del polacco funziona senza bisogno di ricorrere all’alta pressione, e non puzza.
Dopo il raffreddamento si ottiene carburante liquido che la società di Tokarz consegna a due raffinerie polacche. Nella distillazione finale si ottengono fino al 18% di benzina ed al 47% di olio combustibile.
-taglio-
Il procedimento che l’articolo descrive, se funziona nella maniera resa pubblica eliminando le sostanze nocive derivanti dalla trasformazione in combustibile della plastica, potrebbe essere una alternativa valida all’incenerimento per alcuni tipi di plastiche. Sempre che il procedimento sia economico e la resa sia maggiore alle spese energetiche, cosa tutt’altro che scontata.
In ogni caso la dipendenza dal petrolio rimane, e non mi pare che si possa accostare in nessun modo come soluzione al problema del rincaro del prezzo al barile della materia prima, comunque necessaria per la produzione di plastica (anche se il doppio uso, rende maggiormente efficiente il ciclo).
Se funziona come dice, il polacco diventerà ricco. Io lo spero, ma non ci scommetterei sopra.