Tutela del Territorio

Lettera alla Stampa sulla pista nera della Campigna

Caro direttore,
scrivo a nome dei Verdi di Forlì-Cesena per segnalare il nostro dissenso sul progetto di “sistemazione” di una pista definita nera con denaro pubblico, per la quale dovrebbero essere abbattuti alberi, realizzati ingenti movimenti di terra all’interno di un Parco Nazionale, in una zona di protezione speciale.
Sul periodico dei DS di Cesena di questo mese è stato pubblicato un articolo intitolato “I cannoni del Fumaiolo contro la corina”, che condividiamo totalmente. Non capiamo, però, perché queste considerazioni valgano solo per il Fumaiolo e non vengano estese, come sarebbe logico, anche al Falterona, dove spira la stessa corina capace di sciogliere in poche ore una neve che fra l’altro non si sa se arriverà.
In una interrogazione in Regione abbiamo manifestato tutti i nostri dubbi riguardanti l’intervento su un’area protetta da ben 5 livelli diversi di tutela naturalistica, oltre che chiedere spiegazioni sul metodo adottato per la Valutazione di Impatto Ambientale.
L’11 Dicembre il Corpo Forestale dello Stato, ha espresso parere negativo sul progetto, oltre a quello contrario della soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio di Ravenna.
Queste importanti valutazioni, però, non sono state acquisite in sede di Valutazione d’Impatto Ambientale.
Non è quindi, come si vuol far credere, un problema sollevato solo dal WWF, dai Verdi e da pochi estremisti dell’ambientalismo, ma una questione di estrema importanza che coinvolge tutti i cittadini e l’idea di uno sfruttamento del territorio che non si arresta nemmeno di fronte alle ultime perle naturalistiche rimaste intatte.
Gli estremisti sono coloro che adottano la stessa soluzione in ogni luogo ed in ogni occasione, senza pensare alle conseguenze a medio-lungo termine.
L’uso che facciamo delle parole cambia la coscienza collettiva, e mascherando sotto semplici “sistemazioni”, “moderate modifiche”, ed “adeguamenti” si cerca portare avanti interventi che di semplice e moderato hanno rimasto solo il nome.

Interrogazione Gruppo Verdi Regione sulla pista nera in Campigna

Riporto un interessante articolo pubblicato su RomagnaOggi.it:

SANTA SOFIA (FC) – Sarebbe attualmente in corso la procedura di Valutazione d’impatto ambientale sul progetto di “cosiddetta messa in sicurezza della pista nera del comprensorio sciistico di Campigna”, nel forlivese, “coordinata dal Servizio valutazione impatto e promozione sostenibilità ambientale, che avrebbe in realtà lo scopo di ridurre le pendenze della pista per consentire l’accesso ai mezzi battipista e per favorire la pratica dello snowboard”.

Lo afferma in un’interrogazione la consigliera regionale dei verdi Daniela Guerra, ricordando che “questo intervento ricade all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, della Riserva naturale statale biogenetica di Campigna, del SIC (siti di importanza comunitaria) e della ZPS (zone di protezione speciale) ‘Foresta di Campigna, Foresta della Lama, Monte Falco’, in un’area in cui sono presenti ben cinque livelli diversi di tutela naturalistica”.

Guerra riferisce inoltre di aver appreso dalla stampa che, in una riunione della Conferenza dei servizi dell’11 dicembre scorso, il Corpo forestale dello Stato, Ufficio per la biodiversità di Roma, avrebbe espresso parere negativo al progetto, evidenziandone “l’inaccettabilità” in relazione a due punti del Diploma europeo alle Riserve naturali bioenergetiche di Campigna, e sottolineando come il carico antropico che si verrebbe a creare risulterebbe incompatibile con i vincoli non solo della Riserva statale, ma anche con quelli relativi al SIC ed alla ZPS.

Oltre ad evidenziare che un parere negativo scritto sarebbe arrivato anche dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio di Ravenna, Guerra aggiunge che in una riunione tenutasi il 14 dicembre scorso a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, fra i vari soggetti coinvolti, tra cui il Servizio Parchi della Regione, si sarebbe convenuto di effettuare una nuova Valutazione d’incidenza complessiva, per prendere in considerazione l’impatto dei lavori sulla pista nera, oltre a quelli previsti dall'”Accordo di programma in variante alla pianificazione territoriale ed urbanistica per la realizzazione degli interventi di riqualificazione del comprensorio sciistico di Campigna”.

Guerra chiede quindi alla Giunta regionale come si possa considerare credibile una Valutazione d’incidenza degli impatti dei diversi progetti da apprestare in soli cinque giorni lavorativi, visto che la riunione della Conferenza dei servizi, che avrebbe dovuto concludere la procedura di V.I.A., era in programma per il successivo 22 dicembre e vuole sapere per quali ragioni il Servizio valutazione impatto non abbia acquisito i pareri sopra menzionati, rinviando la conclusione ad una successiva riunione.

L’esponente verde vuole anche conoscere se corrisponda al vero che nella Conferenza dei servizi dell’11 dicembre è stata messa in dubbio la legittimità a presenziare del Corpo forestale dello Stato e se il Servizio V.I.A. abbia richiesto un parere legale sulla questione.
Da ultimo, Guerra chiede di ricevere dall’Assessorato al Turismo della Regione copia della domanda di concessione dei finanziamenti per la riqualificazione del comparto sciistico di Campigna, corredata da tutti gli elaborati allegati.

Boschi e vallate dell’appennino Romagnolo

BOSCHI E VALLATE DELL’APPENNINO ROMAGNOLO: Sabato 21 OTTOBRE 2OO6 – ore 16 Incontro con GIORGIO CELLI sui volumi di MIRIA GASPERI, presso la Biblioteca Comunale Saffi Corso della Repubblica, 72 – Forlì

MIRIA GASPERI, nata a Forlì, risiede a Fiumana di Predappio. Laureata in Scienze biologiche e abilitata alla professione di bioioga, è abilitata all’insegnamento di matematica, fisica, chimica e scienze naturali nella Scuola Media e nella Media Superiore. Attualmente insegna Microbiologia e Chimica degli Alimenti all’Istituto Tecnico “G. Marconi di Forlì”. Tiene corsi di alimentazione a diversi livelli. Partecipa a progetti di educazione alla salute. Collabora a gruppi scientifici istituiti dalla Regione Emilia Romagna e dall’Istituto Regionale di Ricerca Educativa di Bologna per progetti didattici.

GIORGIO CELLI è docente presso il Dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali dell’Università di Bologna e coordina un gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura, sull’ape come organismo indicatore dell’inquinamento ambientale e la sua etologia. Accanto al lavoro scientifico ha coltivato una parallela attività letteraria. Ha fatto parte del Gruppo ’63, ha collaborato a numerose riviste e pubblicato opere a carattere scientifico e letterario molte delle quali sono testi classici di grande successo. E’ stato il conduttore della fortunata trasmissione di RAI 3 “Nel regno degli animali” e dal 2005 partecipa alla trasmissione ‘Timbuctù” su RAI 3. Dal giugno 1999 al 2004 è stato Parlamentare europeo.

Presentazione dei volumi di Mina Gaspeii
“Flora, fauna, uomini e paesi. Boschi e vallate dell’Appennino Romagnolo”
e “Sentieri dall’aula al bosco. Il racconto di un’esperienza didattica”
Società Editrice “II Ponte Vecchio”, 2006

Saluti di
LIVIANA ZANETTI Assessore alla Partecipazione e Politiche Giovanili
GABRIELE ZELLI Assessore all’Urbanistica
GIAN LUCA BAGNARA Ass. alle Politiche Agroalimentari Provincia Forlì-Cesena
GIAN LUIGI SPADA Provveditore agli Studi di Forlì-Gesena

Interventi di
ROBERTO CASALINI Editore
MIRIA GASPERI Autrice dei volumi
Conversazione di GIORGIO CELLI Scrittore ed entomologo
Introduce VANNI TESEI Direttore Biblioteca “A. Saffi”

WWF : “A rischio 8,3 miliardi di fondi UE a causa della caccia nelle ZPS”

Pubblico un comunicato proveniente dal WWF a mio parere molto interessante:

I fondi per lo sviluppo rurale sono vincolati al rispetto delle Direttive dell’Unione Europea

L’Unione Europea potrebbe bloccare l’erogazione all’Italia di 8,3 miliardi di euro, stanziati come fondi per lo sviluppo rurale e l’agricoltura per i prossimi sette anni, a causa del contenzioso tra l’Italia e l’Europa sulla pessima applicazione in Italia delle Direttive Europee in materia di conservazione e tutela della fauna selvatica e della biodiversità. Questa la probabile conclusione, secondo il WWF, se l’Italia non adeguerà la propria normativa in materia di conservazione della biodiversità.

Come noto la tutela della biodiversità rappresenta per l’Unione Europea uno dei temi strategici della nuova programmazione dei fondi agricoli 2007-2013 e costituiscono quindi un vincolo oggettivo per l’approvazione dei programmi di sviluppo rurale. In altre parole, se l’Italia non garantirà immediatamente la modifica delle proprie leggi e, soprattutto, il rigido controllo sull’operato delle Regioni in materia di tutela della fauna selvatica e di caccia, l’UE potrebbe bloccare, da gennaio 2007, l’approvazione e l’erogazione dei fondi per l’ agricoltura al nostro Paese. L’Italia si troverebbe a dover far fronte comunque agli obblighi comunitari di attuazione della Rete Natura 2000 e delle misure per la biodiversità previste, ma senza l’aiuto europeo.

Dopo la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nell’ aprile 2006, il Governo ha dovuto approvare d’urgenza un decreto legge che prevede misure di controllo dell’attività venatoria ed altre attività impattanti nelle “zone di protezione speciale” (ZPS), aree vincolate dall’Europa per la conservazione degli uccelli selvatici, e riporta le normative italiane nei limiti stabiliti dall’Europea rispetto alla cosiddetta ‘caccia in deroga’ a specie protette.

Il Decreto legge, ora in discussione alla Camera dei Deputati per la conversione in legge, potrebbe ora essere modificato in senso peggiorativo a causa delle pesanti pressioni del mondo venatorio e delle regioni italiane.
“Ritengo veramente intollerabile che un’infinitesima minoranza della popolazione italiana (meno dell’1 % di cacciatori) possa pretendere di disporre a piacimento, e per puro ‘divertimento’, della fauna selvatica che è, secondo le leggi italiane ed europee e la Corte Costituzionale ‘patrimonio indisponibile dello Stato’ e ‘valore trasversale’. Ancora più grave se, Parlamento Governo e Regioni cederanno a queste pressioni e causeranno la perdita di 8 miliardi di euro agli agricoltori italiani.” – conclude Fulco Pratesi del WWF Italia -“La soluzione migliore per tutelare la fauna selvatica sarebbe vietare la caccia, come succede in alcuni paesi europei, e limitare altre attività impattanti nelle ZPS; se questo non fosse possibile nell’immediato, una mediazione ancora accettabile resta il testo dell’attuale decreto del Governo, che pure fa concessioni e aperture rilevanti all’attività venatoria.”

Piano sviluppo forestale Emilia-Romagna 2007-2013

Il consigliere regionale dei Verdi Gianluca Borghi mi ha spedito le slide presentate dall’assessore Zanichelli nel corso dell’informativa svolta nella seduta della Commissione Territorio Ambiente Mobilità del 14 settembre scorso sul piano di sviluppo forestale dell’Emilia-Romagna per il periodo 2007-2013, che potete scaricare qui:

Piano sviluppo forestale Emilia-Romagna 2007-2013

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