Distrazione di massa

Mi ha colpito molto sentire ieri sera Sabina Guzzanti dire in un programma televisivo (sebbene relegato alla domenica notte, senza molta pubblicità) quello che da mesi stiamo cercando di far capire a chi ci legge.
Che l’informazione in Italia non esiste (lo dimostrano studi che ci relegano al 53° posto nella classifica mondiale), e che tocca a chi non fa politica “di mestiere” cercare di migliorare le cose.

La parodia di D’Alema è un riassunto ben fatto di tutta la situazione.

Il problema non è solo nella politica nazionale, lo è a tutti i livelli.

Per esempio, io sono rappresentante nel Consiglio Studentesco dell’Università di Bologna, e l’altro giorno mi è toccato sentire: “fate fare la politica a chi la vuole fare”.
Gli stessi discorsi, anche a basso livello, proprio mentre i due gruppi più forti di rappresentanti, maggioranza ed opposizione, concludevano un accordo che soggioga i piccoli gruppi.

E’ sempre la stessa storia: quando gli interessi sono comuni e la politica viene fatta da chi per mestiere parla per ottenere vantaggi personali, ci si trova d’accordo, maggioranza ed opposizione, uniti contro il buon senso.

Per la cronaca, durante queste giornate di lutto, sono passate inosservate diverse questioni interessanti: un sottomarino nucleare che ci ha fatto rischiare un disastro atomico, la finanziaria è stata approvata, come pure la legge che punisce anche l’uso personale di droghe leggere.

In un articolo sull’ultimo numero di Micromega, Umberto Eco denunciava le modalità attuali con le quali gli strumenti della nostra informazione distraggono l’attenzione dei cittadini dai problemi più gravi.

Si è parlato per un mese di crocifisso e zero giorni di uno scampato incidente nucleare.

Due pesi, secondo il mio modesto parere, troppo sbilanciati.

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