Tempo Libero

Il Go (Weichi) a Faenza alla Fiera del Gioco

Sabato 5 e Domenica 6 Aprile dalle ore 10 alle 18:30 nella fiera di Faenza (RA), all’interno dell’importante manifestazione “Fiera del Gioco” in contemporanea con “Faenza Comics&Games”, quest’anno sarà finalmente presente anche uno stand sul gioco del go grazie a Stefano Giurin di Faenza e di Leonardo Dal Zovo di Forlì/Cesena. Sarà un’ottima occasione per ritrovarsi e per spiegare ai nuovi interessati questo gioco millenario in vista anche di un corso (in via di organizzazione) che si terrà a Forlì nel mese di Maggio/Giugno.

Blog e Politica

Stefano Garuti, di Carpi e Luca Conti di Senigallia, mi hanno invitato a dire la mia su un tema che mi interessa molto, ma che non ho avuto il tempo di approfondire prima d’ora.
Se internet è lo strumento delle risposte immediate, è anche strumento di discussione asincrona, e scusandomi per il ritardo approfitto degli archivi dei loro blog.

Il titolo del tema è l’utilizzo del blog per l’attività politica.

Io credo che un blog sia già di per sè uno strumento di partecipazione politica. Poter dire la propria opinione, senza limiti, censure o mezzi intermedi di trasmissione è una esperienza esaltante ed importante di democrazia.

Per un cittadino come me, che ha un ruolo istituzionale e svolge attività politica oltre al proprio lavoro, sicuramente è qualcosa di ancora più importante.
E’ un modo diretto per coinvolgere i cittadini all’interno della propria attività, offrendo trasparenza e molto tempo in cambio di un aiuto.

L’aiuto che cerco attraverso questo strumento è quello della partecipazione dei lettori alle discussioni sui temi che ritengo importanti. Qui scrivo intere collezioni di articoli sui problemi più scottanti, come lo sono stati l’Inceneritore, l’accordo di Programma Querzoli-Ferretti ed i bilanci.

Se nei quotidiani ho uno spazio risicato, qui chi vuole approfondire un tema trova gli strumenti che riesco a mettergli a disposizione: atti ufficiali, documenti politici e programmatici, rassegne e comunicati stampa (non solo miei).

Molti temi, infatti, hanno bisogno di una discussione approfondita. Spesso la nostra partecipazione alla vita pubblica è limitata ad un voto ed all’espressione di un sì o un no nei confronti di una proposta.
Ma la vita ed i problemi raramente si risolvono con un interruttore: spesso il dialogo, la discussione, lo studio approfondito e le proposte condivise portano a soluzioni che non stanno ai lati del binomio, o che sono rivoluzionarie rispetto al punto di vista dal quale ci eravamo posti.

Il blog, come ogni strumento, ha dei limiti: il tempo, sicuramente.
Per chi non fa della politica una professione è difficile gestire un blog, oltre alla regolare attività politica (riunioni, comunicati, consigli, etc), che ovviamente va a risicare quel poco di tempo libero che rimane alla vita privata.

Credo, inoltre, che l’audience di un blog politico, soprattutto se locale, sia ancora molto ristretto. Quanti dei navigatori abituali preferiscono leggere di inceneritori, la sera, piuttosto che qualcosa di leggero e divertente? Non molti.
Quei pochi, però, sono lettori abituali, oppure persone interessate ad un problema specifico che trovano, anche dopo mesi o anni, l’approfondimento che cercavano.
Altri, ancora meno numerosi, partecipano attivamente attraverso proposte, modifiche costruttive agli ordini del giorno pubblicati in anteprima, critiche sulle posizioni esposte.

Esporsi alle potenziali critiche prima di farlo pubblicamente è altamente costruttivo, anche se spesso antistrategico dal punto di vista politico. Sta all’autore decidere se vale la pena, volta per volta, lanciare la sfida.

Anche se i partecipanti non sono moltissimi, anche se i lettori sono poche centinaia invece delle migliaia dei quotidiani locali, il valore dei primi è ben differente. Nel caso del blog possono partecipare, in diretta, alla discussione. I quotidiani, invece, per ovvie limitazioni devono stringere la dimensione degli articoli e gli spazi, non offrono un feedback immediato e d hanno filtri che i blog non hanno. Dieci persone che leggono i feed rss o sono iscritte alla newsletter valgono più di mille che leggono una lettera riportata su un quotidiano.
Certamente sono tutti importanti, ognuno a suo modo ed in maniera differente.

Quanto di quello che ho scritto finora sarebbe pubblicato su un quotidiano? Poco, quasi nulla. Certi temi, inoltre, vengono totalmente oscurati perché il pubblico medio non è interessato (perché di età diversa rispetto agli internettiani, ad esempio).

Nel mio piccolo, ecco quello che faccio qui:
– trascrivo, quando possibile, i miei interventi più importanti
– pubblico documenti, presentazioni, atti, ricorsi e tutto quello che mi passa per le mani in formato elettronico, anche per mantenere un archivio storico di quello che è stato fatto dalle amministrazioni e dagli attori politici e non della mia città.
– comunico le convocazioni, anche se non troppo spesso a causa dell’invio cartaceo da parte del Comune che mal si presta al copia-incolla
– pubblico i comunicati stampa del mio gruppo e quelli delle associazioni che ricevo
– segnalo articoli interessanti
– segnalo eventi che ritengo importante pubblicizzare
– pubblico in anticipo le mozioni che intendo promuovere, per chiedere consigli e raccogliere eventuali critiche.

Non so se questo lavoro paghi elettoralmente. So per certo che nella media ben poco viene speso, in termini di risorse economiche e temporali, per la campagna su internet. E’ un mezzo con un suo target che viene sfruttato poco.
Io, invece, ho puntato molto su questo aspetto, convinto che permetta di avvicinare al dibattito politico persone che altrimenti ne sarebbero escluse, e facilitare una comunicazione anche quando non facile ed immediata.

Per me la politica non è fatta di soli slogan pubblicati su manifesti, che detto sinceramente mi interessano molto poco. La campagna elettorale si fa tutto l’anno e tutti gli anni attraverso il buon lavoro di tutti i giorni. Sono inoltre convinto che questa sia l’opinione di molti cittadini, più di quanto si immagini.

Prima o poi tutto questo diventerà normale e sostituirà i discorsi fatti nei bar e nelle piazze, ormai totalmente scomparsi, sui problemi quotidiani o più profondi che ci troveremo ad affrontare nel nostro futuro.

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