Lettera aperta al popolo della rete

di Alfonso Pecoraro Scanio

Oggi la rete e il sistema delle comunicazioni sociali che si sviluppa attraverso questo sistema incide positivamente anche sulla politica.

Ma questo spazio aperto e libero troppo spesso rischia di diventare un enorme supermarket nelle mani dei soliti noti: dall’accanimento del ministro Urbani contro il peer to peer (tale da prevedere un reato penale per la condivisione di contenuti in rete) fino all’esasperazione di chi vuole conservare per anni copia delle e-mail dei cittadini, assistiamo ad un vero e proprio assalto alle libertà digitali.

La rete dimostra che questo assalto si può battere: con la crescita, ad esempio, di software liberi come linux che consente una infrastruttura di comunicazione che non dipende dalla multinazionale di turno e che si basa sull’idea, anche economica, che la libertà e il sapere, e non la mercificazione della conoscenza, possono essere la base della nostra convivenza civile; un’idea che vogliamo fare nostra, con la scelta di usare come materiale elettorale una distribuzione linux Verde. O, ancora, con lo sviluppo dei contenuti liberi e dell’informazione libera e con la grande e vittoriosa battaglia contro la brevettabilità del software.

Ma perché questi esempi si rafforzino sono necessarie scelte politche: per decidere, ad esempio, se sia meglio che l’accesso alla conoscenza debba essere libero e pubblico (come sta facendo la Francia con le proprie biblioteche) o ceduto in cambio dei propri dati personali a fini commerciali (come sta facendo google con alcune università americane). Spetta alla politica stabilire il confine tra il diritto al sapere e i diritti dell’autore di un opera. Cosi’ come sta alla politica decidere se il sapere e la conoscenza debbano essere brevettati e modificati.

I Verdi hanno una posizione chiara e coerente: come siamo contrari alla brevettabilità della vita e del vivente (dagli OGM alla clonazione umana), cosi’ siamo, in tutto il mondo, per la libertà della conoscenza; dal Brasile dove il ministro verde Gilberto Gil promuove stanze dell’accesso in Amazzonia, all’Europa dove tutti i partiti verdi europei stanno lavorando perché al World Summit on Information Technology dell’ONU nasca la carta dei diritti di internet.

La mia candidatura alle primarie del centrosinistra è proprio al servizio di quest’idea: dare piena cittadinanza a questi nuovi diritti – che crescono con forza – nel programma dell’Unione e che siano al centro dell’azione del prossimo Governo.

Le primarie del 16 ottobre sono infattti un grande momento di partecipazione e possono diventare una concreta opportunità di cambiamento. Non perdiamo questa occasione.

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