Di Pietro

Grillo candidato leader del PD

E’ una cosa poco seria.
Continui con il suo partito, ha già un programma, una struttura autocratica ed una serie di eletti.

Questa scenetta l’ha già fatta Di Pietro, quando ancora pensava di fondere l’Italia dei Valori nel partito democratico.

Fare la tessera del partito pensando di colonizzarlo, dopo avergli fatto campagna elettorale contro in più occasioni, è sintomo di un malessere nella forma e nella sostanza.
Certamente il risultato della demagogia dei partiti fluidi e delle primarie per l’elezione di un leader allargate a chi quel partito non lo voterà mai.

Speriamo che gli italiani guariscano in fretta, altrimenti ci terremo veramente questa politica per decenni.
Altro che PDcinquestelle.

Referendum: se vincono i sì nessuna nuova legge

Chi dice che una vittoria del referendum sulla legge elettorale porterà ad una nuova legge, con la cancellazione del Porcellum, dice una falsità. Anche Di Pietro ha cambiato idea, probabilmente ha finalmente capito che una vittoria dei sì peggiorerebbe la legge, lasciando inalterate tutte le storture (niente preferenze, premio di maggioranza per regione al Senato) ed aggiungendo la possibilità di governare con una minoranza dei voti.

Un sì al referendum senza una corretta revisione della legge elettorale consegnerebbe le chiavi del sistema Paese ad un partito unico di matrice fascista. (DI Pietro)

Peccato che Di Pietro sia uno dei firmatari del referendum in questione, ed un promotore fino al 21 Aprile scorso !!!

Dichiarava, al raggiungimento del numero necessario di firme:

“Mentre le cicale della politica parlata continuano a cincischiare sul da farsi noi dell’Italia dei valori, formiche operaie del referendum, contribuendo fattivamente alla raccolta delle firme, abbiamo lanciato il cuore oltre il nostro partito accettando anche di morire politicamente pur di far rivivere la governabilità del Paese e la supremazia delle istituzioni”

Quando si dice la coerenza!

Tornando alla possibilità di una nuova legge, per evitare dubbi ad esplicita domanda sia Capezzone (portavoce PDL) sia Chiti (Vice Presidente del Senato) hanno seccamente smentito la possibilità di una nuova legge dopo la vittoria del referendum.

Ora, quindi, le carte in tavola sono scoperte.
Sappiamo cosa chiedono i quesiti del referendum, sappiamo cosa vogliono i promotori, sappiamo cosa succederà se vinceranno i sì.

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