televisione

Rai su Sky, 350 milioni buttati dal servizio pubblico

La notizia che il TAR del Lazio abbia dichiarato illegittima la scelta della RAI di criptare le reti pubbliche sulla piattaforma di Sky è sicuramente una buona notizia.

In pratica la Rai ha buttato 350 milioni di euro in 7 anni rifiutandosi di trasmettere i suoi canali sulla piattaforma di Sky ed ha iniziato a criptare i canali in chiaro sul digitale terrestre per ostacolare l’utilizzo della piattaforma satellitare.

E così, mentre vediamo sempre più tagli alla spesa pubblica, potremmo tornare indietro su quella decisione fatta durante il governo di Berlusconi e recuperare 50 milioni di euro l’anno.

I tecnici sostenuti ancora dal PDL di Berlusconi procederanno in questo senso?

La TV è pirata

In Italia il reato di riproduzione abusiva di opere coperte da Copyright è sanzionato con il carcere anche per una sola opera.

Però si scopre che la televisione pubblica e quella privata oggi non pagano i diritti per i film che trasmettono e tramite i quali ovviamente ottengono introiti pubblicitari.

Equità.

Fonte: Il fatto quotidiano

Assistenza legale per Report

La televisione pubblica ha fino ad oggi garantito un servizio pubblico di grande qualità ed utilità: Report.
Tutto questo anche grazie alla garanzia di una copertura legale per la trasmissione, che fino ad ora non ha perso una causa.

Siccome questo evidentemente infastidisce chi avrebbe gli strumenti economici per muovere avvocati (anche senza la ragione dalla propria), sembra che la RAI voglia toglierla.

Così finalmente l’anno prossimo potremo scendere ancora dalla lista dei paesi senza libertà di stampa, dall’attuale “pregevole” ultimo posto in Europa.

Guarda caso, tra le cause del nostro punteggio così basso in quella lista c’è proprio:

l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato.

La scelta della RAI quindi sarebbe un messaggio molto chiaro agli intimidatori con la denuncia facile: prego accomodatevi.

Internet e la Politica.

Mantellini dedica il suo pezzo su Punto Informatico al rapporto tra politici e rete, a 3 settimane dal voto delle amministrative.

Condivido quasi tutto, ma penso che occorra andare oltre e fare una analisi dei motivi che spingono molti politici ad utilizzare la rete come uno spazio in più ma non diverso dove pubblicare i propri comunicati stampa.

Penso che il rapporto tra politica e rete vada valutato più in periferia che a livello nazionale. I partiti ed i candidati ai massimi livelli perdono, per mancanza di tempo, quel contatto diretto con la rete. Semplicemente seguono gli strumenti per la creazione del consenso, ed in Italia oggi lo strumento più potente è la televisione. Quando e se le cose cambieranno, cambieranno anche i rapporti, ed i politici dedicheranno più tempo ad internet che al resto.

In periferia, invece, le cose sono diverse. Spesso la rete è l’unico strumento per comunicare le proprie idee e per questo motivo, dopo qualche tentennamento iniziale, oggi quasi tutti si dotano di un po’ di spazio sul web.

Nel 2004 eravamo in 3 ad utilizzare il blog come strumento per la campagna elettorale, banalmente perché lo utilizzavamo già prima, mentre negli USA era già stata utilizzata per le campagne politiche nazionali.

Oggi lo strumento è più diffuso, come è più diffusa la pratica del “Costruisco il sito per le elezioni e dopo il ringraziamento agli elettori lo abbandono”.

E’ chiaro, anche se non pare che tutti se ne accorgano, che la rete è uno strumento per comunicare le proprie idee e non le sostituisce. Chi si presenta senza sostanza, rischia di esporre la propria posizione a più rischi che benefici.

Come per tutte le cose, vale la selezione “naturale”. Se qualcuno troverà nella rete uno strumento vincente, e se sapremo premiare chi mette la faccia ed il proprio tempo ogni giorno in rete, queste modalità si diffonderanno e, credo, anche la politica un po’ più ragionata ed un po’ meno “spot” sarà premiata con loro.

I risultati delle elezioni in trentino

In trentino il la coalizione con PD, Verdi e Italia dei Valori vince le elezioni ed elegge il presidente Dellai.
In televisione è apparsa solo la notizia dell’aumento dei voti del PD e della lega, e come al solito è una visione un po’ semplicistica.

Alle scorse elezioni i DS e la Margherita (con un riferimento al presidente nel simbolo) avevano rispettivamente il 13.63% ed il 25.88%. Domenica il PD ha raccolto il 21.62% ed il 17.92 è andato alla lista Unione Per Dellai (con una margherita nel simbolo ed il riferimento al candidato), nei quali dobbiamo però considerare anche l’UDC che ha sostenuto Dellai, a causa della bocciatura della presentazione della sua lista.

La lega passa dal 6.12% al 14,07%, il PDL dal 13.42% (FI) + 4% (AN) al 12,26%
A questo bisogna aggiungere la collocazione nella scheda elettorale: il PD e la Lega erano nella stessa riga del candidato presidente, come potete vedere dai fac simile, e questo comporta sempre grandi vantaggi numerici perché molti pensano che la lista più vicina, e non tutte quelle del riquadro, sia quella del candidato.

I Verdi passano dal 3.51 al 2.77, (contro il 3% della Sinistra Arcobaleno di qualche mese fa) ed io ritengo sia un ottimo risultato perché resiste all’allontanamento forzato dei Verdi e delle istanze ecologiste dai media.

La Sinistra (rifondazione) prende un 1%, l’Italia dei valori il 2.73 (meno dei Verdi).

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