GAS

Guida al risparmio di carburante ed alle emissioni di CO2

Nel sito del governo c’è una guida al risparmio di carburante ed alle emissioni di CO2 e PM da parte delle autovetture, in relazione all’alimentazione dei veicoli.

Affinché l’accordo con i costruttori di autovetture porti ad un’effettiva riduzione delle emissioni di CO2 da autovetture nuove, occorre anche che i consumatori si indirizzino verso l’acquisto di autovetture a basse emissioni di CO2 ed anche che utilizzino le proprie autovetture secondo un uso responsabile.

Si legge, tra l’altro:

Confrontati con le vetture a benzina, quelle a gasolio emettono una minore quantità di CO2 piuttosto significativa, dovuta alla più alta efficienza dei motori diesel; conseguentemente hanno un minore impatto sull’effetto serra.

Le vetture diesel presentano anche minori emissioni di CO (Ossido di carbonio) e HC (Idrocarburi incombusti) sempre rispetto a equivalenti vetture a benzina.

Peraltro i motori diesel emettono maggiori quantità di NOx (Ossidi di azoto) e PM (Particolato).

Quindi i motori diesel sono migliori per quanto riguarda l’emissione di anidride carbonica, ma sono peggiori per quanto riguarda le polveri sottili e gli ossidi di azoto, anche prendendo in considerazione i minori consumi di queste vetture.

I motori a metano e GPL, invece, presentano minori emissioni di CO, HC e benzene rispetto a quelli a benzina e non hanno problemi di emissioni di polveri sottili.

Nelle stesse pagine è anche presente un Elenco dei dieci modelli di autovetture più efficienti in termini di emissioni di CO2

Da segnalare, inoltre, etichettaEnergia, un servizio svizzero che informa i consumatori sull’efficienza e sui consumi delle auto.
Da questa pagina apprendo che

Una vettura diesel sarà – dal punto di vista ambiente – comparabile a quella a benzina quando sarà equipaggiata di un filtro per particolato e un catalizzatore DeNOx.
Per il diesel con filtro per particolato selezionate, sotto carburante, “Diesel con FAP”.

Benzina alle stelle? Basta riciclare la plastica…

Da Repubblica:

Dalla Polonia un sistema per produrre – al ritmo di 500 litri di combustibile all’ora, la normale “verde”

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i prodotti in plastica gettati via dopo il loro uso (dalla pellicola trasparente per coprire i cibi alle bottiglie dell’acqua o del latte fino ai pezzi di paraurti delle autovetture), vengono fatti sciogliere lentamente e gradualmente (perché non si carbonizzino) in un reattore catalitico a temperature che arrivano fino a 400 gradi. La materia prima diventa liquida e, grazie alla catalizzazione attraverso un composto di alluminio, si trasforma in vapore di idrocarburi, simili a quelli presenti nel petrolio o nel gas naturale. Il prodotto finale, anche gli scarti, non è inquinante per l’ambiente. Rispetto a esperimenti simili condotti in Giappone e Germania, la macchina del polacco funziona senza bisogno di ricorrere all’alta pressione, e non puzza.

Dopo il raffreddamento si ottiene carburante liquido che la società di Tokarz consegna a due raffinerie polacche. Nella distillazione finale si ottengono fino al 18% di benzina ed al 47% di olio combustibile.

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Il procedimento che l’articolo descrive, se funziona nella maniera resa pubblica eliminando le sostanze nocive derivanti dalla trasformazione in combustibile della plastica, potrebbe essere una alternativa valida all’incenerimento per alcuni tipi di plastiche. Sempre che il procedimento sia economico e la resa sia maggiore alle spese energetiche, cosa tutt’altro che scontata.
In ogni caso la dipendenza dal petrolio rimane, e non mi pare che si possa accostare in nessun modo come soluzione al problema del rincaro del prezzo al barile della materia prima, comunque necessaria per la produzione di plastica (anche se il doppio uso, rende maggiormente efficiente il ciclo).

Se funziona come dice, il polacco diventerà ricco. Io lo spero, ma non ci scommetterei sopra.

PA Italiana costretta all’open source

E’ fresco l’articolo di Punto-informatico, che titola “PA Italiana costretta all’open source”.

http://punto-informatico.it/p.asp?i=45193

Mi sento in dovere di commentare questo titolo, che sicuramente è una scelta inappropriata rispetto alla notizia che contiene. Il Ministro Stanca, a seguito della conclusione del lavoro di analisi sul software libero, ha dichiarato che sarà obbligatorio per le pubbliche amministrazioni distribuire i documenti almeno in un formato aperto (che tecnicamente significa dalle specifiche disponibili, ed in pratica significa che si possa aprire con i programmi sceglie l’utente, e non quello che sceglie l’amministrazione). Sull’adozione del software libero, le pubbliche amministrazioni avranno libera scelta, che effettueranno controllando vantaggi e svantaggi di soluzioni libere e soluzioni proprietarie.
Questo passo è molto importante, e da sottolineare. Probabilmente l’autore ricordava le polemiche scaturite a seguito dell’idea del Senatore Cortiana, che aveva presentato una proposta di legge che obbligasse le PA ad utilizzare il sofware libero, nel caso in cui questo fosse stato disponibile.

In conclusione, appare chiaro che la proposta della commissione, come abbiamo già scritto sul ilFioreDelCactus, sia un grosso passo avanti per le libertà dell’utente: nessuna costrizione, nessun obbligo, vantaggi per l’utente e le stesse amministrazioni.

Come già avevo scritto e consigliato con una lettera al Senatore Cortiana, l’uso obbligato di formati aperti in un primo tempo slega i cittadini dall’acquisto dei software necessari alla lettura dei documenti delle pubbliche amministrazioni e, cosa ancora più importante, libera le stesse amministrazioni dalla catena dell'”acquisto_per_comunicazione”.
Per essere più chiaro, farò un esempio: se il Comune di Forlì adotta MS Office 2003, il Liceo di Forlì deve acquistare Office 2003 (anche se possiede una licenza di Office 2000), perché altrimenti non riuscirà a leggere le missive del suo comune. Obbligando il comune ad utilizzare formati come l’rtf, l’xml, l’html, il liceo avrà la possibilità di aprire il documento anche senza aggiornare o acquistare nuovo sofware, con un risparmio immediato per lo stato.

Ma questo processo, che inizia con lo stop agli aggiornamenti forsennati, non può che portare all’acquisizione, per comodità, di programmi che utilizzino principalmente formati aperti: Openoffice.org, ad esempio, potrà essere utilizzato già subito in sostituzione di altri applicativi d’ufficio, perché svolge egregiamente il compito di apertura e salvataggio di formati aperti.

Se l’unico vincolo a questi programmi erano per esempio le macro di word, essendo scritte in formati proprietari, ora le PA non potranno più utilizzare le macro (o almeno affiancare a questi documenti, analoghi scritti in altri formati aperti), e così spariranno gli ostacoli che ci hanno impedito di fare le nostre scelte in libertà per quanto riguarda il software.

Una bacchettata a Punto Informatico: va bene utilizzare un titolone per dare risalto alla testata, ma travisare il contenuto degli articoli e delle notizie non è bello e causa inutili incomprensioni

Ambiente. Commissione parlamento UE: diesel piu’ pulito

Motori diesel piu’ puliti, in particolare quelli per treni e navi fluviali, per ridurre l’impatto ambientale a livello europeo. Questo l’obiettivo di una serie di emendamenti a una direttiva Ue approvati ieri dalla commissione per l’ambiente del Parlamento europeo. Gli eurodeputati mirano a diminuire l’emissione di sostanze inquinanti gassose e di particolato dei motori diesel. La direttiva, tuttavia, non comprende i mezzi che viaggiano su strada. L’UE cerca di incoraggiare il trasporto di merci su ferrovia e su vie fluviali. “Nei prossimi 10 anni e’ stato calcolato che sulle linee ferroviarie europee viaggeranno 10.000 nuove locomotive” ha spiegato l’eurodeputato Bernd Lange, relatore degli emendamenti. Con l’allargamento dell’UE a dieci nuovi paesi, previsto per maggio del 2004, “aumentera’ il traffico delle merci” in modo consistente e, dunque, i rischi legati all’inquinamento. Sono gli Stati Uniti “il piu’ grande partner commerciale dell’UE per quanto riguarda i motori diesel che non viaggiano su strada” ha ricordato Lange. Negli Usa, ha aggiunto, “e’ stata avanzata una proposta che va nella stessa direzione di quella dell’Unione europea”. I produttori di motori per locomotive, navi e altri mezzi di trasporto (tranne quelli su
strada), ha precisato l’eurodeputato, “avranno il tempo di adeguarsi”, visto che la direttiva dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2011.

Clima. Associazioni: Russia ratifichi subito Kyoto

“La Russia non puo’ tenere il mondo col fiato sospeso, e deve mantenere la parola data sulla ratifica del Protocollo di Kyoto, l’unico trattato internazionale volto a rallentare i mutamenti climatici limitando l’inquinamento che provoca il riscaldamento globale”. Ad incalzare il paese guidato da Vladimir Putin nel combattere l’effetto serra e’ il WWF che, per ribadire tale richiesta, ieri ha partecipato con amici della terra e legambiente a un sit-in sotto il consolato russo a Milano, citta’ simbolo perche’ proprio li’ a dicembre si terra’ la nona conferenza delle parti della Convenzione sul clima. Riunione che, fanno notare gli ambientalisti, a causa della mancata ratifica russa non potra’ costituire anche il primo incontro delle parti al Protocollo di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto, ricorda infatti il WWF, “diventera’ legge internazionale solo se la Russia lo ratifichera’”. Dopo gli appelli dei leader mondiali, degli ambienti industriali russi, degli ecologisti e dell’opinione pubblica, dopo gli impegni del presidente russo Vladimir Putin, “la ratifica del Protocollo di Kyoto deve arrivare alla duma, il parlamento russo”. Puntualizza Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del WWF: “il mondo aspetta. 117 paesi hanno gia’ ratificato il Protocollo di Kyoto, un processo burocratico lentissimo non puo’ mandare all’aria gli sforzi di centinaia di governi, migliaia di aziende e milioni di persone”. “Dopo questa estate terribile che ha mostrato al mondo, Russia inclusa, solo un piccolo anticipo dei drammatici effetti dei mutamenti climatici- sostiene il WWF che insieme alle altre associazioni partecipa a un sit-in davanti al consolato russo di Milano- non si puo’ piu’ attendere o, peggio, seguire i consigli interessati di chi si nasconde strumentalmente dietro il dibattito scientifico per non far nulla da subito e trovarsi a gestire problemi ben piu’ drammatici e irreversibili in futuro”. Peraltro, ci tiene a sottolineare Bologna, “gli scienziati e gli organismi piu’ autorevoli del mondo sono tutti preoccupati e decisi nell’indicare le responsabilita’ umane dell’aumento dell’effetto serra e quindi dei mutamenti climatici”. Il protocollo, ne e’ convinto il WWF, e’ “solo il primo passo verso il taglio delle emissioni inquinanti, innanzi tutto di quelle di anidride carbonica, che dovra’ essere del 60-80% per essere efficace”. Ma “se non si riesce nemmeno a compiere un passetto, che portera’ alla russia molti vantaggi economici- insiste Bologna- il grande passo rischia di arrivare quando la temperatura si sara’ gia’ innalzata troppo, e sara’ difficile mitigare e rallentare i mutamenti climatici”. Per sottolineare l’importanza del via libera della Russia, il WWF ricorda lo stato delle ratifiche: “il Protocollo di Kyoto e’ stato completato due anni fa e rappresenta il primo passo per combattere il riscaldamento globale. 117 paesi hanno gia’ ratificato il protocollo, molti di piu’ dei 55 che erano necessari. Perche’ il trattato entri in vigore, pero’- si puntualizza- i paesi che lo ratificano devono rappresentare almeno il 55% delle emissioni di anidride carbonica (il gas maggiormente responsabile dell’aumento dell’effetto serra) dei paesi industrializzati”.
Sintetizza l’associazione: “dal momento che usa e australia hanno dichiarato che non intendono ratificare il protocollo, la Russia e’ oggi il paese chiave”.

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