Informatica

Ancora sui brevetti europei, ma buone notizie

La proposta sui brevetti software verrà discussa oggi (martedì), ma non sarà direttamente votata. rispetto alla settimana scorsa è venuto a mancare il consenso di alcuni paesi che avrebbe determinato una votazione senza ulteriori discussioni. parlamentari (tra cui anche ministri, in certi casi) di Germania, Belgio, Lussemburgo, Francia, Italia, Ungheria ed Estonia hanno già espresso perplessità o contrarietà all’idea dei brevetti sul software.
http://www.theregister.co.uk/2004/05/17/patent_directive_vote_tuesday/
http://kwiki.ffii.org/SwpatcninoEn
http://lists.ffii.org/archive/mails/news/2004/May/date.html

Il ministro dell’economia Baldassarri si è unito a Stanca nel proporre una posizione critica dell’Italia verso i brevetti software, in quanto discriminerebbero le soluzioni open source:
http://kwiki.ffii.org/?Ital040517En

Trascrizione della lettera di Stanca sui brevetti software

Vi allego la trascrizione della lettera che il ministro Stanca ha inviato a Buttiglione, Marzano ed alla Moratti, contro i brevetti sul software. Ringrazio Francesco Tapparo per il lavoro di trascrizione dal fax.

Roma 13 Maggio 2004

Cari colleghi,

Ho esaminato la proposta di Direttiva in materia di brevettabilità del software in discussione il 17 maggio 2004 presso il Consiglio Competitività e vi trasmetto la mia posizione.

Fermo restando che:

*) condivido assolutamente la necessità di addivenire ad un’armonizzazione della materia all’interno dell’Unione
*) condivido la necessità di un intervento normativo specifico su una materia così nuova ed in evoluzione, oggi troppo soggetta ad
interpretazioni in mancanza di riferimenti normativi chiari ed univoci.
*) tutti condividiamo il principio della non brevettabilità del software in quanto tale

vi trasmetto le mie forti perplessità in materia.

1) Il principio generale della non brevettabilità del software si traduce nella proposta di Direttiva in questione in una generale e dichiarata accettazione del principio della brevettabilità del software, subordinata però alle tre condizioni generali dibrevettabilità che per il software risultano specificate in modo tuttora inadeguato. Ciò lascia un grande spazio all’interpretabilità, con rischio di estendere i casi di applicabilità del brevetto del software già possibili nella situazione attuale (30.000 brevetti software e simili già concessi dall’European Patent Office).
Pertanto sarebbe auspicabile nell’ambito della norma una più dettagliata e delimitante definizione delle condizioni di applicabilità del brevetto.

2) La sostanziale eliminazione degli emendamenti parlamentari dalla proposta in votazione, il non inserimento della proposta italiana agli atti e della proposta di Germania, Belgio e Danimarca in materia di “technical contribution” determinano una troppo vaga descrizione delle condizioni alle quali poter concedere un eventuale brevetto su software, consentendo il permanere di una zona grigia che preoccupa particolarmente in considerazione del tessuto imprenditoriale italiano, che vede la prevalenza di PMI e di sviluppatori indipendenti anche nel settore del software. Per questi soggetti un’estensione della brevettabilità del software potrebbe comportare limitazioni nella loro attività di sviluppo ed ulteriori costi.

3) Il riconoscimento della tutela in cambio della condivisione della conoscenza, principio fondante del “contratto” di brevetto, per essere realizzato necessita di strumenti adeguati di pubblicità/condivisione, che nel caso del software oggi non esistono e non sono previsti nella proposta di Direttiva. Ciò tenderà inevitabilmente a svantaggiare le PMI del settore e a creare un ulteriore ampliamento del contenzioso.

4) Un eccessivo ricorso al brevetto del software potrebbe avere conseguenze rilevanti sulla concorrenza del mercato del software. La Direttiva in discussione ad esempio conferma l’uso attuale del brevetto per protocolli ed altri elementi software che rendono più difficoltosa l’interoperabilità tra software prodotti da aziende diverse, limitando di fatto lo sviluppo del mercato.

5) L’apertura prevista dalla proposta di Direttiva di monitorare l’applicazione e rivedere la normativa stessa appare di fatto assolutamente inefficace nel mercato del software. Infatti ai tre anni di monitoraggio previsti si aggiungono i due anni concessi per la ratifica da parte degli stati membri e l’anno (minimo) necessario per condurre una revisione della norma in discussione, tempi incompatibili con la dinamicità di questo mercato.

In conclusione

In considerazione del fatto che lo sviluppo delle grandi innovazioni della Società dell’Informazione, Internet, il WWW e, più di recente, le applicazioni Open Source, sono il risultato di una grande collaborazione a livello mondiale, oggi considerate beni digitali accessibili da tutti (Digital Commons), la proposta di Direttiva sembra andare in controtendenza rispetto agli sviluppi degli ultimi anni.

Per i motivi indicati vi chiedo quindi di rappresentare al Consiglio Competitività la posizione critica del Governo Italiano.
Data la complessità e le implicazioni della materia e la sua rilevanza per lo sviluppo dell’industria ICT italiana ed europea, raccomando di evitare decisioni affrettate ma di avviare iniziative comuni per approfondire ulteriormente la materia.

Lucio Stanca

L’Italia non sostenga i brevetti software in Europa

Comunicato dell’associazione software libero http://softwarelibero.it/

L’Italia non sostenga i brevetti software in Europa

In settembre il Parlamento Europeo ha efficacemente emendato la direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratore elettronico, nota anche come “direttiva McCarthy”, ritenendo valide le obiezioni mosse dalla società civile europea e da associazioni di categoria in rappresentanza di circa 2.000.000 di piccole imprese.

Tali invenzioni, comunemente note come “brevetti software”, se assoggettate alla disciplina del brevetto industriale, rischiano di porre un freno all’innovazione informatica in Europa, aumentare enormemente i costi legali a danno soprattutto delle piccole e medie imprese, ed esporre le industrie europee a una valanga di rivendicazioni da parte di aziende extraeuropee.

Queste ultime, infatti, possiedono la maggior parte dei brevetti software illegalmente depositati in Europa, grazie all’interpretazione estensiva data dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, interpretazione che la senza gli emendamenti del Parlamento Europeo diventerebbe legge.

Ora, in spregio della volontà popolare espressa da decine di migliaia di singoli programmatori, associazioni e imprese, e ratificata dal Parlamento Europeo, il Consiglio dei Ministri intende rigettare tutti gli emendamenti introdotti dal Parlamento Europeo. Al loro posto viene non solo reintrodotto il linguaggio vago della direttiva originale, ma direttamente concessa la brevettabilità di programmi per elaboratori, senza concedere alcuna esenzione per garantire interoperabilità (vedi http ://swpat.ffii.org/lisri/04/cons0402/index.en.html). Questo soprattutto grazie all’opera della presidenza irlandese, che conta grosse multinazionali del software fra i propri sponsor.

Basta l’opposizione di UNO SOLO degli stati membri perché la proposta sia rigettata dal prossimo incontro dei ministri, previsto per il 17 e 18 maggio. Invitiamo pertanto i cittadini, le aziende e i politici a sollecitare per fax e posta elettronica i Ministri Marzano (attività produttive), Buttiglione (politiche comunitarie) e Moratti (istruzione, università e ricerca) ad opporsi alla controproposta della presidenza irlandese, e rispettare così la volontà popolare espressa nel voto del Parlamento Europeo.

DICIAMO NO AI BREVETTI SOFTWARE IN EUROPA

DA OGGI ANDARE IN CARCERE E’ ANCORA PIU’ FACILE…

Buona l’iniziativa portata avanti da un gruppo di persone su internet, che hanno pubblicato un volantino informativo contro il decreto Urbani e lo distribuiranno sabato 15 in vista della manifestazione del 18 a Roma.
Qui trovate le varie versioni modificabili e stampabili

DA OGGI ANDARE IN CARCERE
E’ ANCORA PIU’ FACILE…
SOPRATTUTTO PER I VOSTRI FIGLI

UN ALTRO IMPEGNO MANTENUTO:
Piu’ tasse su masterizzatori, hard disk (dischi rigidi), cd, dvd, videocassette e qualsiasi prodotto e supporto per la registrazione di dati, video e audio.

Vostro figlio scarica una canzone del suo cantante preferito da Internet?
Attenti perchè potreste ritrovarvi con le guardie di finanza a casa!
Ora si rischiano sanzioni fino a 4 anni di reclusione, una multa fino a 15.493 euro, confisca delle apparecchiature informatiche (altre migliaia di euro), la pubblicazione su uno o piu giornali a tiratura nazionale.

E’ QUESTO IL FUTURO DELL’ITALIA?
CI ASPETTANO ANNI DI PROIBIZIONISMO?

Secondo i nostri governanti
i maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (art 572)
la violenza privata (art 610)
e lo scambio di files su internet senza fini di lucro
devono essere puniti allo stesso modo.

DICIAMO INSIEME
NO! alla criminalizzazione per chi si scambia musica o film per uso personale e senza fini di lucro
NO! all’uso dello strumento legislativo e della repressione penale per proteggere gli interessi delle case cinematografiche e discografiche

L’APPUNTAMENTO E’ IL 18 MAGGIO, ORE 9.30
DAVANTI PALAZZO MADAMA (ROMA)

IL GOVERNO STA PER CONVERTIRE IN LEGGE UN DECRETO (D.L. URBANI – SCADENZA IL 22 MAGGIO) CON IL QUALE VERRANNO PERSEGUITI TUTTI COLORO I QUALI SCARICHERANNO O UTILIZZERANNO, ANCHE AD USO PERSONALE ED AMATORIALE, QUALSIASI OPERA DELL’INGEGNO TROVATA SU INTERNET: TUO FIGLIO FA UNA RICERCA SU INTERNET O SCARICA DEL MATERIALE DAL SITO DELLA SUA SCUOLA? SECONDO LA NUOVA LEGGE È UN CRIMINALE PENALMENTE PERSEGUIBILE AL PARI DI UN CAMORRISTA CHE GESTISCE UN GIRO DI MATERIALE CONTRAFFATTO O DI UN PEDOFILO CHE GUADAGNA SULL’INNOCENZA DEI BAMBINI.

DI QUESTI TEMPI SI NOTA IN TV POCA LIBERTA’ DI OPINIONE: IL PLURALISMO E’ ASSENTE,
I TELEGIORNALI SEMBRANO TUTTI UGUALI, I PROGRAMMI CULTURALI/SCIENTIFICI SONO QUASI SCOMPARSI… PER FORTUNA ABBIAMO INTERNET (PER ORA).
PER IL GOVERNO INTERNET E’ UN PERICOLO NON ESSENDOCI UN ORGANO CHE LA CONTROLLA. IL BELLO DI INTERNET E’ LA GLOBALIZZAZIONE: COLLEGARSI IN UN ISTANTE CON IL RESTO DEL GLOBO E VIVERE IN UN MONDO LIBERO, SENZA CENSURA.

CI CHIAMANO PIRATI, IL MINISTRO URBANI CI CHIAMA “LADRI”: PENSANO CHE PASSIAMO LE GIORNATE DAVANTI AD UN MONITOR A SCARICARE CANZONI E FILM. LA NOSTRA VOCE E’ UNA VOCE FUORI DAL CORO: NOI NON SIAMO CONTRO IL DIRITTO D’AUTORE, RICONOSCIAMO LA PATERNITA’ DI UN’OPERA E SIAMO FAVOREVOLI AL VERSAMENTO DI UN RICONOSCIMENTO ALL’AUTORE DELL’OPERA CHE STIAMO UTILIZZANDO. PARADOSSALMENTE CON QUESTA LEGGE RISCHIA ANCHE CHI IMMETTE SU INTERNET O SCARICA MATERIALE NON AUTORIZZATO DALLA SIAE (AD ESEMPIO IL FILMATO DELLA PRIMA COMUNIONE DI TUO FIGLIO).
ECCO PERCHE’ NON RICONOSCIAMO L’AUTORITA’ DELLA SIAE E DEI PRODUTTORI CINEMATOGRAFICI ITALIANI; LA STESSA AUTORITA’ CHE HA FATTO PRESSIONE SUL GOVERNO PER EMETTERE UN DECRETO LEGGE (RICORDIAMO CHE UN DECRETO LEGGE VIENE EMESSO SOLO IN CASI DI EMERGENZA E IN QUESTO CASO L’EMERGENZA NON C’ERA) CON IL QUALE SI RISCHIA:

– CARCERE FINO A 4 ANNI
– MULTA FINO A € 15.493
– CONFISCA APPARECCHIATURE INFORMATICHE (OVVERO IL COMPUTER O TUTTI I COMPUTER DI CASA – A DISCREZIONE – OVVERO MIGLIAIA DI EURO DI MULTA REALE!)
– LA SANZIONE ACCESSORIA DELLA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA IN UNO O PIÙ QUOTIDIANI, DI CUI ALMENO UNO A DIFFUSIONE NAZIONALE, E IN UNO O PIÙ PERIODICI SPECIALIZZATI

MA SIAMO MATTI?

SE ASCOLTATE QUELLO CHE VI DICONO, CHE IL CINEMA E’ IN CRISI PER COLPA NOSTRA, NON CREDETECI: SE IL CINEMA ITALIANO E’ IN DECLINO E’ PERCHE’ NON VIENE PRODOTTO UN FILM DECENTE DA MOLTI ANNI. DICIAMO LA VERITA’. LA VERA PIRATERIA DA COMBATTERE E’ QUELLA NELLE STRADE, NON SU INTERNET! E UN MODO PER COMBATTERLA CI SAREBBE: BASTEREBBE ABBASSARE I PREZZI DEI CD E DEI DVD COME STA AVVENENDO IN SPAGNA!
E POI, SE LA GENTE NON VA PIU’ AL CINEMA O NON COMPRA PIU’ COME PRIMA, FORSE E’ PERCHE’ NON CI SONO PIU’ I SOLDI DI UNA VOLTA!
QUESTA LEGGE FA BENE SOLO A POCHI E RISCHIA DI MINARE SERIAMENTE LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E DI COMUNICAZIONE DEL POPOLO ITALIANO.
A CHI GIOVA QUESTA LEGGE? CHI E’ IL PROPRIETARIO DELLA MEDUSA DISTRIBUZIONE ? SE RIESCI A DARE UNA RISPOSTA A QUESTA DOMANDA, ALLE PROSSIME ELEZIONI, FAGLI VEDERE CHE ESISTI ANCHE TU E CHE QUESTE LEGGI VANNO CAMBIATE.
NON VOTARE PER LE PERSONE CHE OGGI STANNO ROVINANDO L’ITALIA! ANCHE SE IL DECRETO VERRA’ CONVERTITO IN LEGGE IL 22 MAGGIO (E IL RISCHIO C’E’) AIUTACI COMUNQUE A COMBATTERLI! NON TUTTO E’ PERDUTO, POTREMO SEMPRE CAMBIARE LE COSE!

Firmato

Il popolo della rete.

“Chiunque scarichi un bene protetto da diritto d’autore, anche senza rivenderlo, ma lo usi e quindi risparmi dei soldi sarà sanzionabile penalmente con la galera. E’ un assurdo assoluto (…), visto che non possiamo pensare di mettere in galera il ragazzino che scarica un file mp3.” sen. Fiorello Cortiana (Verdi) – uno dei pochi politici che ci sta appoggiando in questa lotta impari!

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