A me la patata piace BIO

15 commenti su “A me la patata piace BIO

  1. Ti consiglio la lettura del libro di Dario Bressanini sugli OGM e dei documenti citati da lui. Queste letture ti possono dare una idea, naturalmente se lo desieri, dei motivi per i quali le patate BT non mi dispiacciono e di quelli per i quali i messaggi tipo quelli presenti sulla maglietta da te citata mi paiano privi di significato poiché qualunquisti.

    1. Io sono contrario a tutti gli OGM principalmente per due ragioni.

      La prima, e più importante, è che non è possibile impedire a queste culture, una volta introdotte, di mescolarsi con quelle non OGM. In più, gli OGM sono brevettabili.

      Ti consiglio di leggere il libro di Vandana Shiva, Il Mondo sotto brevetto, per capire che il problema sta anche a monte della presunta innocuità di queste produzioni.

      Riguardo all’accusa di qualunquismo, credo che tu abbia sbagliato termine.
      IL qualunquista è colui che ha poca fiducia nelle istituzioni, che dice che tutti sono uguali, che esalta l’uomo qualunque.

      Io sono il contrario.

      Semmai potresti dire che sono contrario agli OGM senza distinzioni.

      Non vedo perché dovrei fare il tifo per l’introduzione dei prodotti delle multinazionali americane. Se c’è una cosa che ci viene riconosciuta a livello mondiale è l’alta qualità dei nostri prodotti alimentari, mi sembra stupido mettersi sullo stesso mercato della Cina e degli USA.

  2. Tu tocchi 2 punti. Per entrambi di confermo la mia esortazione a che tu legga i riferimenti che ti ho dato, poiché:
    1) Non è affatto vero che sia così difficile impedire che il DNA delle piante OGM si trasferisca a quelle non OGM. Anzi, farlo sa essere difficile.
    2) La maggior parte dei brevetti connessi alla produzione di piante OGM è in mano ad ONG, prevalentemente indiane e cinesi. L’equazione OGM=multinazionale americana è dunque sbagliata. La patata bt, inoltre, è della Bayern, che è europea.
    Se i verdi fossero capaci di scendere nel dettaglio del problema, con le adeguate conoscenze tecniche, farebbero affermazioni meno qualunquiste, termine che credo si applichi a tutte le affermazioni frutto di luogo comune.
    Ti prego di considerare tutto ciò che ti dico, sempre e comunque, come motivato dal desiderio di ragionare assieme sulle cose, sebbene spesso da punti di vista diversi e, credo, inconciliabili.
    Un caro saluto, Luca

    1. Il fatto che la Bayern sia europea non cambia certo le cose. Potrebbe essere anche italiana.

      Il problema che poni è di altra natura. Tu dici che le decisioni dovrebbero essere prese seguendo l’opinione dei tecnici (anche se i tecnici, come sai, sono spesso divisi).

      Questo approccio, che sembra sostanzialmente scontato, si scontra con qualche problema.

      Quando i tecnici sono divisi? Ad esempio sul nucleare, i conti del ritorno energetico ed economico cambiano a seconda di chi li fa (e soprattutto di chi li paga). Sugli inceneritori è lo stesso: ci sono numerosi medici e specialisti (tanto per citarne uno qualunque, Veronesi), pronti a testimoniare che non sono dannosi. Con il tuo approccio, siccome ci sono specialisti a favore di queste tecnologie, è qualunquista opporsi.

      Sai anche come funziona la comunità scientifica, e sai che spesso non è indipendente dalle aziende che finanziano la ricerca o le attività collaterali. Lo dice uno laureato alla facoltà di scienze.

      Secondo, è giusto a mio parere che un partito si doti di un comitato scientifico che valuti nel dettaglio le posizioni.

      Le mie sono quelle di una persona che fa altro, di mestiere, e che non riesce ad entrare nel dettaglio scientifico ed a valutare il peso delle diverse ricerche.

      Però questo non mi esime dal prendere una posizione e di decidere cosa voglio mangiare. E’ un diritto, al di là di quello che pensa questo o quello scienziato.

      Uno dei grandi principi della scienza è che, al contrario della fede, è fallibile e può essere contraddetta da nuove scoperte.

      I primi studi sull’amianto e sui pesticidi non dimostrarono nessuna pericolosità, e la sua diffusione ha creato migliaia di morti.

      La soluzione ovviamente non è affidarsi alla fede, ma al principio di precauzione.

      Se fosse possibile prendere decisioni sulla base di una opinione scientifica, non sarebbe nemmeno necessario affidarsi al voto dei cittadini. Perché scegliere qualcosa, se c’è già una verità?

      La convinzione che gli apparati tecnici possano fare a meno della politica, o al contrario che la politica possa essere svolta dai tecnici, portata avanti con grandi riforme come la Bassanini, ha privato i cittadini dei filtri democratici.

      Oggi una grande azienda può pagare uno studio che dimostri l’innocuità del suo prodotto, e messo sulla bilancia con l’assenza di risorse dato alle strutture di controllo ed alle ricerche indipendenti, non c’è più nulla che possa fermare o limitare eventuali rischi per la salute.

      La differenza tra le nostre due posizioni è piuttosto netta ed inconciliabile. La principale divisione, a mio parere, è che per me anche un dubbio deve, per principio di precauzione, portarci ad avere un atteggiamento protettivo.

      Del resto, in Italia non soffriamo la fame e non abbiamo grossi problemi alimentari da risolvere, e ritengo la chiusura nei confronti di queste culture non un danno (se non per le citate multinazionali) ma una garanzia per consumatori e produttori locali.

      Del resto il dibattito a livello mondiale, anche nella comunità scientifica, non mi sembra che abbia messo pietre tombali alla discussione, come dimostra la bibliografia che si può trovare anche sul web.

      E se la comunità scientifica non è così sicura, io credo che sia giusto prevenire, per non trovarci tra 20-30 anni a dover affrontare problemi maggiori di quelli che oggi potremmo risolvere con l’introduzione degli OGM.

      Cina, Stati Uniti, India, non sono proprio esempi di una maggiore sicurezza alimentare e qualità della vita da copiare, in fin dei conti.

      1. Un discorso davvero esemplare. Io mi sarei fermato a Bayer per dire “No agli OGM” prendendomi non curante del qualunquista.

  3. Sono veramente sorpreso delle cose che dici sugli OGM. Avendo tu deciso di affrontare questo argomento sul tuo blog pensavo che ti fossi documentato, o l’avesse fatto il comitato scientifico del quale dici di star copiando le frasi. A maggior ragione visto che l’argomento OGM è uno dei cavalli di battaglia del vostro marketing.
    E invece sei riuscito ad inanellare una manciata di luoghi comuni, che si sono dimostrati sbagliati fin dalla prima volta che sono stati tirati fuori.
    Pesco fior da fiore:
    A) Gli OGM sono brutti e cattivi perché sono brevettabili
    E perché le colture normali invece no? Il kamut? Gli ibridi che sono venduti tutti gli anni ai contadini? Mi sa inoltre che ti sfugge che i brevetti sulle piante non valgono dappertutto. In Argentina, no, ad esempio
    B)Le colture OGM, una volta introdotte, possono di mescolarsi con quelle non OGM
    E dimostrare quanto scrivi?
    La comunità europea ha speso milioni di euro per studi che verificassero quanto dici. Ha fatto un lavoro della miseria per capire quanto fosse concreta questa eventualità per molte specie vegetali. Del tutto inutile, dato che tu e il tuo comitato scientifico vi ritenete superiori dal leggerli.

    Vedi, tu fai discorsi sui massimi sistemi: elucubrazioni filosofiche sulla politica e la scienza. Qui in realtà c’è poco da elucubrare. Piedi a terra. Raccogliere dati e parlare di fatti, non di aria fritta. E smetterla una buona volta di fare i “rimbalzatori di frasi pronunciate da altri”

    1. Ti rispondo per le due osservazioni che mi fai:

      A) Gli OGM vengono brevettati. Anche le culture normali. Io non ho detto che tutte le culture normali vanno bene, infatti sono contrario a tutti i brevetti sulla vita. Però tu fai una estensione sbagliata, cercando di sfruttare un passaggio logico inesistente. Si tratta di logica matematica e teoria degli insiemi, se vuoi possiamo discuterne ma immagino che tu la conosca bene.

      B) Non ho gli strumenti per dimostrare che le culture OGM si possano mescolare con le altre. L’ho letto. Il fatto che continui ad ignorare è che non sono io a dover dimostrare questo passaggio, ma tu a dover dimostrare, senza ombra di dubbio, il contrario (visto che tu vuoi introdurre un cambiamento).
      E’ la base del principio di precauzione.

      Di quanto abbia speso la comunità europea non mi interessa. Abbiamo speso milioni di euro per dimostrare che gli inceneritori non sono dannosi, eppure guardando gli studi epidemiologici si vedono aumenti nei tumori.

      Anche il nucleare è molto poco pericoloso, secondo molti studi, eppure se fai studi epidemiologici attorno alle centrali scopri che qualcosa non quadra.

      Mantenendo i piedi per terra, torniamo alla base del ragionamento.
      Per quale motivo gli OGM dovrebbero essere utili all’Italia? Ripondi a questa semplice domanda senza tirarmi fuori, per favore, la favoletta delle patate con dentro le medicine…

  4. E’ del tutto insensato chiedersi se gli OGM facciano bene o facciano male. Si sta parlando di una specifica patata (la amflora) con specifiche caratteristiche (più amilopectina per renderla sfruttabile nella produzione industriale di oggetti, non alimenti) e uno specifico luogo, l’europa. L’europa ha fatto il diavolo a quattro per verificare la fondatezza del tuo timore che la patata e altre colture contaminino e ha concluso che la contaminazione è per le patate da alimentazzione una probabilità remota, per questa men che meno. E io questo testo ci ho messo 4 secondi a trovarlo nel sito della comunità europea perché invece di strombazzare ai quattro venti ho preferito spendere il mio tempo a documentarmi per il timore di dire baggianate.
    Guarda: è così vero che le tue argomentazioni sono sbagliate che sono in gran parte considerate ormai sbagliate persino da associazioni ambientaliste. Io sto facendo di tutto per fornirti gli strumenti perché tu ti possa fare una tua opinione, indipendente dalla mia, basata sui fatti e non un diamine di comitato scientifico che di scientifico ha solo il fatto che si autodefinisce così, facendo fare figure di cacca a tutte le persone che in buona fede rimbalzano le notizie da loro prodotte.

    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/03/25/ogm-le-ragioni-di-chi-dice-no/comment-page-3/

    Naturalmente fa come ti pare. Il blog è tuo e la faccia è la tua.

    1. Però tu continui a non rispondermi perché.

      Nel frattempo ti spiego perché secondo me la comunità europea ha speso milioni di euro per quegli studi. Lo ha fatto principalmente per prendere tempo e resistere, nel frattempo, alle pressioni esterne.

      Ti ripeto, ancora una volta, che se anche ci fossero seicentomila documenti che dicono che è tutto ok, finché non trovo una ragione abbastanza valida per giustificare tutti questi sforzi (economici, politici, e sanitari) nell’introdurre qualcosa del quale ad oggi non abbiamo bisogno, non cambio idea.

      Tu dai, invece, per scontato che a qualcosa tutto questo serva, ed i rischi eventuali accettabili.

      Per ora, visto che non esistono grandi interessi dell’Italia in un cambiamento di questo tipo, non ne vedo proprio dei motivi sensati.

      Anche perché si scopre sempre, col tempo, che i primi studi non sono abbastanza cautelativi. Basta pensare a quanto è avvenuto con le api ed i farmaci usati per il mais. Nulla di tutto questo era stato previsto dagli studi, eppure hanno provocato un danno economico di 2 miliardi e mezzo in Europa.

      E se fosse stata una moria irreversibile? Se non avessimo scoperto le cause in tempo?

      Avresti riso anche dei dubbi su queste sostanze, avendo a disposizione una bella bibliografia a favore?

      1. Tra parentesi, parlando di coincidenze, la sostanza che molti hanno indicato come colpevole della moria delle api è l’imidacloprid prodotto dalla Bayer…

        1. PArlando di coindicente la patata amflora è della BASF. Ti ho detto per errore che era della Bayer.

      2. 1) Non sono i “primi studi”: gli OGM esistono da (e qui vado a memoria) 20 anni e passa.
        2) Immagino che a te Barroso telefoni tutti i giorni comunicandoti che gli studi sono fatti non perché servono, ma per resistere alle pressioni esterne.
        3) Immagino che tu sia un esperto di industria cartiera e sappia dunque che la nostra industria non ha bisogno dell’amilopectina necessaria a produrre la carta che quella patata permette di ottenere. Certo: la basf spende miliardi per produrre una cosa che tanto non serve a nessuno. Lo fa solo per darti sui nervi.
        4) Allargando a tutti gli OGM, l’italia importa il 70% della soia (transgenica) e percentuali enormi degli altri prodotti dei quali esiste la versione trandgenica. E non lo fa perché serva. Lo fa solo per dare sui nervi a voi e a Zaia.
        5) Se voi ragazzi aveste un briciolo di umiltà scendereste dal piedistallo e vi domandereste cosa c’è di così tossico nella patata Amflora da renderla così potenzialmente pericolosa. E’ allora che vi rendereste conto che non contiente alcuna sostanza se non del tutto naturale. Infatti ciò che la differenzia da una normale è che hanno silenziato il gene che le fa produrre amilosio. Ma a queste quisquiglie troppo pratiche siete superiori. Perché sporcarsi le mani con la realtà quando si può volare sulle ali dei ragionamenti teorici?

        1. E’ chiaro che non tutti gli OGM saranno pericolosi. Sarebbe folle pensarlo.

          Ma la normativa non può prevedere tutte le possibili combinazioni di DNA, quindi è per forza di cose astratte.

          Io sono contrario agli OGM, della patata Amflora non mi importa nel dettaglio.

          Oppure ti aspetti che per ogni singolo componente ogni consumatore debba diventare un esperto mondiale?

          Sarà anche sciocco, pensa quello che ti pare, ma il fatto che la battaglia sulla soia OGM sia persa non è una giustificazione per liberalizzare tutto.

          Quella soia ci fa vivere meglio?
          Ci fanno vivere meglio i pomodori cinesi?

          Non sono ragionamenti teorici, sono molto pratici.

          Visto che sei un esperto, saprai anche spiegarmi perché si parla sempre di percentuali di tolleranza per dichiarare un prodotto non OGM, pur essendo impossibile la contaminazione.

          Se non è possibile contaminare coltivazioni non OGM con gli OGM, allora si potrebbe anche tranquillamente evitare di dire che un prodotto è OGM free anche se ha uno 0.9% di contaminazione.

  5. per fortuna che in Italia, anche sentendo il parere del Ministro leghista, non dovremo mangiare OGM.
    Poi, se qualche fenomeno non ne potrà fare a meno, potrà rivolgersi altrove, lui e Bressanini.

    1. La patata Amflora non è destinata all’alimentazione!!! Come del resto un quarto delle patate coltivate oggi in Europa. Quindi tra qualche tempo tu comprerai e scriverai su carta importata, prodotta da OGM in altri paesi, aggravando dunque la già spaventosa bilancia commerciale italiana.

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