Rifiuti

Le emergenze rifiuti non sono tutte uguali

Ricordo ancora il tam tam mediatico esploso giustamente durante l’emergenza rifiuti di Napoli. Quella di Palermo, iniziata pochi mesi dopo, è pressoché sconosciuta al grande pubblico.

La differenza? Allora si doveva far cadere un Governo, oggi bisogna cercare di nasconderne i problemi.

Purtroppo ci siamo talmente abituati a questa manipolazione televisiva delle informazioni che non ce ne lamentiamo nemmeno più. Il piano di rinascita democratica era mano di esperti, evidentemente.

Sulla nave dei Veleni

Sembra che la nave dei veleni, affondata con fusti e scheletri umani nel mare del cosentino, non sia quella alla quale il pentito si riferiva.
Questo però significa che se il pentito dice il vero, la nave c’è e non sappiamo dove. Inoltre non è detto che questa sia meno pericolosa

Il fatto di non vedere dove sono stati affondati i veri rifiuti radioattivi è una pessima notizia, e se vogliamo tutelare la nostra credibilità come paese produttore di specialità alimentari e patria del turismo dobbiamo affrontare subito questo problema, invece di mantenerlo in coda ai TG tra la rubrica del gossip e quella dei video buffi dal web.

Briblo: Gestione dei rifuiti nucleari in Francia, e da noi?

La notizia sta rimbalzando su tutti i blog tra cui Petrolio, Vogliaditerra, LorenzoC: i francesi hanno stoccato loro rifiuti radioattivi provenienti dalle centrali nucleari in Siberia a cielo aperto. Tralasciando il fatto che sono anche rifiuti nostri, visto che compriamo l’energia dai cugini d’oltralpe e che ENI ed EDF sono soci, vi passa minimamente in testa cosa potrebbero fare i mafiosi se veramente aprissimo centrali nucleari qui da noi? Tutto documentato da una video-inchiesta.
Ma non finisce qui! Pare che altro materiale radioattivo sia stato utilizzato come materia prima nelle infrastrutture.

Fonte: Briblo: Gestione dei rifuiti nucleari in Francia, e da noi?

Elezioni Forlì: L’innovazione fa paura, ma occorre cambiare e smaltire le cattive pratiche.

Capisco la preoccupazione di Andrea Ragazzini sul porta a porta, i cambiamenti e l’innovazione fanno sempre un po’ paura a chi non è disposto a confrontarsi con le nuove tecnologie.

Le stesse frasi fatte, probabilmente diffuse ad arte da chi aveva interessi in ballo, si sentivano anche a Forlimpopoli prima dell’avvio di questo sistema. Dopo 2 mesi l’opinione pubblica si è ribaltata, come accade ogni volta, ed oggi il più del 90% dei cittadini non tornerebbe indietro.

Se lo scenario apocalittico che descrive Ragazzini, simile a quello ipotizzato inizialmente da Hera, fosse realistico, siamo sicuri che il consenso sarebbe questo?

Il porta a porta non è una utopia dei Verdi, che lo hanno proposto sul nostro territorio per primi , ma un sistema già diffuso in tutto il Mondo, con esempi che vanno dai piccoli comuni virtuosi come Ponte nelle Alpi alle metropoli ed i monolocali di Tokyo.

Nel Veneto è una realtà da anni, chiunque lo abbia visitato non ha visto città immerse dai rifiuti, come invece è accaduto in altre realtà che non fanno raccolta differenziata, ma strade finalmente libere e pulite, una maggiore attenzione ai beni comuni ed un amore per l’ambiente che si traduce positivamente anche nell’economia locale.

Tutti gli studi scientifici confermano che i cassonetti non permettono livelli elevati di raccolta differenziata, indipendentemente dalla buona volontà dei cittadini: grazie ai cassoni senza padrone è possibile smaltire rifiuti anche pericolosi per la salute in pieno anonimato. Inoltre basta un comportamento sbagliato per compromettere gli sforzi di tutto un quartiere.

Dato che il territorio è finito e non possiamo riempire di discariche le campagne e di cenere la nostra aria, occorre puntare a ridurre la quantità di rifiuti fino a tendere allo zero.

Sono sicuro che anche Andrea cambierà idea se i Verdi e Balzani avranno un buon risultato e riusciranno ad innovare la raccolta differenziata, esattamente come accaduto a Forlimpopoli ed in tutti i Comuni dove è stato applicato questo sistema.

Dove è finita la spazzatura di Napoli?

Sotto il tappeto:

Torna su