Inceneritori

I Verdi e le biomasse

Pubblico la lettera scritta da Fausto Pardolesi, portavoce dei Verdi di Forlì, in risposta a Lauro Biondi che scrive contro i Verdi riguardo l’iniziativa di Martedì sulle biomasse. 

L’esponente repubblicano Biondi se la prende con il partito dei Verdi per una iniziativa svolta a Pievequinta martedì, su biomasse, inceneritori e incentivi alle fonti di energioa rinnovabili.
Quale  presidente della circoscrizione n. 4 del comune di Forlì ho seguito dall’inizio la vicenda e mi sono fatto la convinzione che le iniziative proposte sono dettate da un interese legittimo ma esclusivo del proponente che sfrutta l’incentivo destinato alle energie rinnovabili.
I Verdi hanno organizzato una iniziativa sul territorio su un argomento di interesse pubblico invitando a parlarne il vicepresidente della commissione ambiente del senato sen. Sauro Turroni e il prof. Maurizio Pallante esperto di energia. per spiegare con chiarezza una posizione politica.
Nessuna strumentalizzazione ne tradimento di nessuna maggioranza.
Se si pensa agli  enormi quantitativi di materie da incenerire tratte da colture dedicate è facile capire come l’energia utilizzata per coltivare, raccogliere trasportare questi prodotti porta il bilancio energetico dell’operazione a un saldo poco interessante mentre il bilancio economico può attirare capitali enormi (decine di milioni di euro) grazie agli incentivi. Quello ambientale e’ negativo per la doppia combustione.
Ecco perchè parliamo di inganno delle biomasse.
Mi meraviglia il repubblicano Biondi che vuole insegnare come ci si deve comportare all’interno delle maggioranze visto che il nostro messaggio l’altra sera è stato coerente con il programma dell’Unione che dice che bisogna ridurre i consumi di energia elettrica del 10% nei prossimi 5 anni.
Noi verdi siamo favorevoli alle energie rinnovabili, che devono essere incrementate e diffuse nel territorio con piccoli e piccolissimi impianti per dare un contributo al bilancio energetico.
Si è parlato di decrescita felice e migliore qualita’ della vita, cose che Biondi ritiene l’opposto del “progresso” che ritiene di incarnare.
In fondo è giusto così: Biondi è repubblicano, di La malfa, che fa parte della coalizione di centrodestra.

Comunicato Stampa: ASSESSORATO TECNICO? SE RIGUZZI ACCETTA SI PONE FUORI DAL PARTITO

I Verdi stanno da sempre dalla parte dei cittadini e si battono in difesa della loro salute e dell’ambiente in cui vivono, al fianco dei medici e degli scienziati che hanno messo in evidenza i pericoli derivanti dagli inceneritori.

Abbiamo scelto di fare questa politica non da soli, ma con l’Unione di cui siamo oggettivamente parte costituente e fondamentale proprio per le idee e i contenuti di cui siamo portatori.

Lo stiamo facendo da sempre con coerenza e linearità, senza aver mai mutato posizione perché proponiamo un altro modo di affrontare il problema dei rifiuti, per non contribuire all’inquinamento, all’effetto serra e alla distruzione di risorse, secondo il programma della coalizione dell’Unione e anche secondo la risoluzione votata recentemente dall’Assemblea Legislativa Regionale dell’Emilia-Romagna.

Proprio per questa coerenza, esplicitata dal voto contrario al Piano espressa dal Consigliere Verde in Provincia Stefano Brigidi, siamo oggetto di attacchi politici immotivati e fatti, tra l’altro, in una sede impropria da organismi istituzionali.

Noi Verdi riteniamo che le questioni politiche debbano essere oggetto di un serio confronto e discusse nelle sedi opportune e per questo abbiamo inviato a tutti i segretari dei partiti alleati un documento dell’Esecutivo provinciale, votato all’unanimità il 17 febbraio.

E’ del tutto evidente l’intenzione di attaccare e colpire i Verdi e pertanto riteniamo che la proposta strumentale di assegnare a Riguzzi un assessorato tecnico faccia parte di questo disegno.

Un simile tentativo di colpire i Verdi è fuori da ogni logica politica e invitiamo Riguzzi a non farsene strumento ponendosì fuori dal partito.

Votato all’unanimità dall’esecutivo provinciale dei Verdi di Forlì-Cesena.
Forlì, 17 febbraio 2006

Comunicato Stampa: Biomasse ed agricoltura

Pubblico il Comunicato dei Verdi di Ravenna sull’utilizzo delle biomasse per produrre energia ed il rapporto con l’agricoltura

A fronte di un’agricoltura che a livello locale, ma non solo, versa in stato comatoso e in assenza di una qualsivoglia prospettiva di rilancio produttivo, si moltiplicano  sul nostro territorio le iniziative e i progetti di valorizzazione delle biomasse agricole per scopi energetici: ampi territori rurali, come quello di Russi ad esempio, dove la pesante riorganizzazione del settore saccarifero ha portato alla chiusura del locale stabilimento saccarifero, guardano pertanto con estremo interesse all’evolversi di  questi progetti che potrebbero creare nuove opportunità per il settore primario e per l’indotto collegato.

L’uso energetico delle biomasse vegetali è indubbiamente un sistema efficiente per ridurre le emissioni di gas serra , in quanto la stessa quantità di biossido di carbonio fornita durante la combustione viene riassorbita durante il processo di crescita delle biomasse stesse grazie alla fotosintesi.  E’ parere diffuso però che l’uso migliore delle biomasse, dal punto di vista dell’efficienza energetica del processo,  non sia la conversione in energia elettrica, ma piuttosto la trasformazione in energia termica, cioè in calore, oppure la produzione di combustibili solidi (pellets), liquidi (biodiesel, etanolo) o gassosi (biogas), meglio ancora se queste produzioni sono integrate fra loro.

Vogliamo dunque ricordare che un impianto per produrre energia da biomasse, del tipo di quelli prospettati sinora,  altro non è che un inceneritore, e per questo crediamo che sia bene subito sgombrare il campo da una serie di equivoci,  anche per non illudere il mondo agricolo disorientato e numerosi lavoratori dal futuro incerto,  pronti a dar fiducia a progetti ancora poco chiari.

Quello che va assolutamente evidenziato è che per la produzione di energia elettrica da biomasse, un impianto di media grandezza deve poter produrre almeno 10 o 12 Mw ,   ciò richiede la disponibilità, nei dintorni ,di  terreni coltivati appositamente per ricavare almeno 10.000 tonnellate di legno all’anno, con tutto quello che ciò comporta, dai costi del trasporto, fino ai costi stessi delle biomasse che in Italia non sono paragonabili a quelli irrisori dell’Est Europa, che già approdano al porto di Ravenna  mettendo  in dubbio le possibili rendite dei coltivatori locali.

Osservato che il processo di conversione delle biomasse in energia comporta grosse perdite  di rendimento, ci chiediamo innanzi tutto quanto l’industria può pagare all’agricoltore le biomasse appositamente coltivate: i dati disponibili segnalano che in assenza di sostegni alle produzioni, questo prezzo pagato  resti troppo basso per stimolare l’agricoltore a modificare i propri piani colturali.

Posto poi anche che un impianto da 10 Mw individui un favorevole bacino produttivo di circa 1.000 ettari  che ne  assicuri l’attività, vorremmo garanzie che in caso di carenza di biomassa non si ricorra a scorciatoie pericolose, fra le tante attualmente sul mercato, e primo fra tutti il CDR, ossia Combustibile Da Rifiuto che altro non è che rifiuto urbano triturato e imballato, nel quale più derivati dal petrolio (plastica)  sono presenti  più resa calorifica ottiene.

Per quanto detto non escludiamo che esista una possibilità di impiegare proficuamente le biomasse: basti pensare all’uso termico domestico e condominiale, o al pellet, un combustibile ecologico prodotto pressando la polvere derivante dalla sfibratura dei residui legnosi. In Svezia , dove il pellet è incentivato,  se ne consumano circa 1 milione di tonnellate all’anno. Bisogna anche guardare con attenzione alla produzione di bio-carburanti che vanno però debitamente incentivati e resi obbligatori per norma. Restiamo perplessi invece per le generiche e frettolose prospettive di riconversione industriale apprese dalla stampa e  da qualche Amministratore poco informato.

I Verdi fuori dalla maggioranza in Provincia?

Apprendo dalla stampa, ancora non so nulla di certo. I Verdi, coerenti, sono stati l’unico partito di maggioranza a votare contro al piano provinciale, mentre gli altri partiti che si professavano contrari (rifondazione e comunisti italiani) si sono astenuti. Ad ogni modo la maggioranza è decisa dai cittadini e dai partiti, non dal presidente del consiglio provinciale. Vedremo gli aggiornamenti.

(SestoPotere) VERDI FUORI DALLA MAGGIORANZA DEL CENTROSINISTRA IN PROVINCIA DI FORLì-CESENA

(9/2/2006 20:08) | VERDI FUORI DALLA MAGGIORANZA DEL CENTROSINISTRA IN PROVINCIA DI FORLì-CESENA (Sesto Potere) – Forlì – 9 febbraio 2006 – Nel delicato passaggio dell’adozione del piano provinciale rifiuti la maggioranza di centro-sinistra ha perso un pezzo. Il voto contrario al provvedimento, espresso dal consigliere Verde Stefano Brigidi è costato infatti al partito del “Sole che ride” il posto all’interno della coalizione di governo. Il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, dopo le votazioni, ha formalmente espulso i Verdi dalla maggioranza, mentre per ora resta al suo posto l’assessore Verde Roberto Riguzzi. Vista l’aria che tirava alla vigilia, comunque, l’aver ricevuto il solo no dei Verdi è una mezza vittoria per la maggioranza. Le altre due formazioni in bilico, infatti, hanno evitato la rottura: i Comunisti italiani e Rifondazione, infatti, si sono astenuti. A conclusione di consiglio – in conferenza stampa – il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi ha avuto modo di precisare che: “Questo è solo l’inizio di un lavoro , ma il piano intanto fissa alcuni punti fermi: l’obiettivo dell’autosufficienza, la certezza circa i traguardi per la raccolta differenziata, e l’assimilizzazione di tutti i rifiuti a quelli urbani, così che anche l’industrie pagheranno per i loro. Inoltre, ora abbiamo messo per iscritto che il vecchio impianto verrà demolito, dato che prima molti avevano posto problemi circa l’utilizzo del termine smantellamento. Sarebbe bene che tutti riconoscessero quanto fatto, non si può continuamente giocare al rialzo”. Il presidente risponde poi anche alle polemiche circa l’affidamento ad Hera: “Sostengono in giro che sono lo schiavo di Hera, eppure sono l’unico in regione a non essermi ancora pronunciato sull’Ato”. Matteo Dall’Agata (Sesto Potere)

Comunicato stampa Sinistra Ecologista

Pubblico qui il comunicato stampa diramato da Sinistra Ecologista in merito alla serata organizzata il 3 Febbraio sul tema della qualità dell’aria e dei rifiuti.

COMUNICATO STAMPA
3 febbraio 2006

Parte dall’On. Fulvia Bandoli
la richiesta di riaprire il dialogo sul tema rifiuti

“Riparliamone. Istituiamo un tavolo che riapra la discussione sulla politica provinciale dei rifiuti”. E’ questa la proposta lanciata dall’On. Fulvia Bandoli della Direzione Nazionale dei DS, a conclusione del dibattito promosso dal Circolo Forlivese di Sinistra Ecologista la sera di venerdì 3 febbraio, di fronte al malessere esteso ed all’alto livello di partecipazione rilevato.
All’incontro sul tema “Rifiuti, traffico, energia. Che aria tira a Forlì… e in Italia?” alla Sala del Foro Boario hanno partecipato infatti oltre cento cittadini in un confronto serrato e proficuo con Palmiro Capacci (Assessore Qualità Ambientale Comune di Forlì), Enzo Santolini (Segretario Generale Cgil di Forlì), Raffaella Pirini (Presidente di Clan Destino), Massimo Balzani (Confindustria Provincia Forlì-Cesena).
Il Circolo Forlivese di Sinistra Ecologista, che aveva già presentato a fine dicembre una richiesta in tal senso al Sindaco di Forlì Nadia Masini ed al Presidente della Provincia Massimo Bulbi, rilancia quindi con forza l’unica proposta che può far ripartire il dialogo interrotto tra le istituzioni ed i cittadini.

Circolo Forlivese di Sinistra Ecologista
sinistraecologistafo@tiscali.it

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