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Finalmente una nuova tv?

Forse in prospettiva abbiamo davvero una informazione diversa. Finalmente una bella notizia, da Sat-Net:

Su Sky, nuovi programmi Jimmy e Planet con Fo e Luttazzi

Curiosa, libera, creativa, intelligente, inquieta e stimolante: complice la vastità di scelta a disposizione con la piattaforma satellitare, sognare un’altra tv oggi è possibile. E’ quanto pensano i creativi di Planet e Jimmy, due canali prodotti da MultiThematiques per Sky, che hanno presentato i nuovi palinsesti sostanzialmente all’insegna dello spirito libero e di un patto di qualità con lo spettatore.

Dentro Planet troverà accoglienza Atlantide tv, un progetto di Jacopo Fo fatto di documentari scomodi, inchieste, teatro (in esclusiva il nuovo ‘Mistero Buffo’ dei genitori Dario Fo e Franca Rame) e tg controcorrente. Jimmy invece al suo interno ospiterà un altro progetto ambizioso, quello di Nessuno, una tv che coltiva il sogno di cambiare il mondo con le idee cominciando perlomeno dal mezzo televisivo.

Giusto Toni, direttore generale di multiThematiques Italia, ha spiegato la linea editoriale dei due canali, fatta di esplorazioni in tutto quello che la tv generalista non può trasmettere. “Puntiamo a prodotti esclusivi, selezionati anche in altri paesi facendo opera di scouting sul meglio nel mondo, evitiamo pubblicità invasiva, in un’ottica di programmazione senza padroni né schemi preconcetti”.

Ecco così dentro Planet trovare documentari di qualità e inchieste di approfondimento, opere spesso vincitrici dei più ambiti premi internazionali come ‘Killer’s dont’t cry’ ambientato nelle carceri sudafricane. E’ il giovedì in prime time nel programma ‘Horizon’ ad offrire allo spettatore di Planet il meglio di reportage e inchieste. Ogni serata è caratterizzata: lunedì con Schi-tech per scoprire i progressi tecnologici; martedì i viaggi di Explora; mercoledì, suoni e visioni sulle espressioni artistiche; venerdì le sfide dello sport; sabato storia e domenica le star di Hollywood raccontate ironicamente dal programma Usa The Actors Studio. Tra le novità musicali ‘Jazz Profiles’, storie, memorie, incontri e contaminazioni sulla musica jazz e una serata con Joe Jackson.

Planet ospita Atlantide tv, “che nasce – ha detto Jacopo Fo – dal forte desiderio dello spettatore di cambiare canale”. Il progetto parla di pace, amore, rispetto, celebrazione della vita. C’é ‘Il mondo visto a testa in giu”, ossia dalla parte scomoda, degli indios, dei newglobal, di Padre Benjamin che racconta i proiettili all’uranio usati nella prima guerra del golfo. Teatro, con i contributi oltre che di Fo-Rame anche di Paolo Rossi, Lella Costa, Stefano Benni, Mario Pirovano. E poi, sublime, l’alba in differita: ogni giorno la visione estatica dell’alba…per chi si è alzato tardi.

Jimmy punta dritto alla fiction seriale d’autore e di culto con produzioni inglese come Coupling, una specie di Friends piccante e soprattutto il fenomeno The Office, una serie sullo spietato e cinico mondo aziendale tra rivalità di colleghi e violenze psicologiche con un alto tasso di humor. Ci sono anche la serie integrale di Mr Bean, la quinta stagione del cult Sex and the city e il Luttazzi di fine anno. Anche in Jimmy trovano spazio musica, documentari, intrattenimento.

Con cinque ore al giorno da fine gennaio comincia Nessuno, “destinata – ha detto l’a.d. Bruno Pellegrini – ad un pubblico trasversale, insoddisfatto del sistema tv, di programmi vecchi e tutti uguali e in cui ormai non si vede più rappresentato”. Nessuno punta all’azionariato dello spettatore, “che entrerà così nella gestione editoriale finalmente libera da editori miliardari”. A Roma si sta cercando un luogo, una casa aperta, dove a telecamere accese si ritrovi il pubblico a parlare di cultura, politica, attualità. Una tv insomma che elimini almeno un passaggio tra chi la fa e chi la guarda.

Non c’é un pò di utopia? “Noi crediamo che l’idea sia realizzabile. Del resto credere di cambiare anche un pò le cose non ci sembra un brutto sogno”, risponde Pellegrini che alle produzioni tv conta di affiancare nel progetto Nessuno internet, radio, stampa, home video e telefonia mobile in una sorta di alleanza tra chi condivide il progetto aperto a tutti ma mai di nessuno.

Ansa

REPORT: “NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’- Il caso Ilaria Alpi”

Gentile telespettatore La informiamo che domani sera 21 ottobre andrà in onda su Raitre alle ore 21.00 l’ultima puntata di Report della stagione,
dal titolo:
“NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’- Il caso Ilaria Alpi”
DI SABRINA GIANNINI
www.report.rai.it

A quasi dieci anni dalla morte della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin avvenute in Somalia durante la missione ONU “Restore Hope”, ricostruiamo la tormentata vicenda giudiziaria che, ad oggi, non ha ancora accertato chi furono i mandanti del duplice omicidio. Una ricostruzione che parte dal ritardo con il quale sono state attivate le indagini, la sconcertante dissipazione di indizi (e la mancata persecuzione dei responsabili di tale dissipazione), la quasi inesistente ricerca di collaborazione degli apparati dello Stato (SISMI, SISDE, Governo), tre perizie contrastanti e una riesumazione tardiva del cadavere
di Ilaria. Niente è stato fatto (per volontà o sciatteria) da chi avrebbe dovuto attivarsi subito per trovare il movente, inoltre l’inchiesta svela veri e propri occultamenti operati dai servizi segreti (sia militari che il SISDE) relativi a piste di indagine che gli inquirenti avrebbero potuto seguire per l’accertamento della verità.
E’ risaputo, inoltre, che in Somalia tutti conoscono i nomi dei killer e (come ha dichiarato l’ex Ambasciatore in Somalia Mario Scialoja) li conosce il signore della guerra Ali Madhi (l’omicidio avvenne nella parte di Mogadisico che lui controlla), eppure il governo italiano non ha mai fatto pressioni su Ali Madhi, pur avendo un tradizionale legame diplomatico con il tormentato paese africano. Secondo l’avvocato di Giorgio e Luciana Alpi, gli inquirenti dovrebbero accertare che l’omicidio di Ilaria Alpi non sia stato proprio un omicidio “di Stato”. Infatti Ilaria Alpi stava da mesi indagando su un presuntotraffico di armi e rifiuti tossici (soprattutto scorie nucleari) tra Italia e Somalia. Un traffico di interesse strategico per una nazione che ha bisogno di terreno per insabbiare rifiuti e l’altra (perennemente in guerra civile) che vuole essere pagata soprattutto con armi. Ilaria Alpi aveva lasciato molte tracce in questa direzione, ma non sono
mai state seguite. Se non da uno dei tre magistrati che ha preso in mano l’inchiesta: Giuseppe Pititto, il quale, nel ’97, con una motivazione pretestuosa, è stato esonerato dall’incarico.

RAI informazione di stato o informazione di Fastweb?

Grazie ad un messaggio che ho ricevuto in una mailing list in questi giorni, ho scoperto che esiste un sistema simile a quello che immaginavo possibile per una televisione pubblica. Raiclick, questo il nome del servizio, è un portale dove è possibile consultare alcuni video di alcune trasmissioni della Rai, tramite streaming audio-video.
Nell’ottica di creare un canale di informazione ed intrattenimento verso i cittadini, non vedo perché non si possano rendere disponibili online i programmi dati in televisione, permettendo di fatto l’utilizzo della televisione tramite un sistema on-demand (io chiedo, io vedo), contrapposto all’unica scelta che allo stato attuale delle cose ci viene permessa: il telecomando. Nel momento in cui tutti i canali si appiattiscono ad un certo tipo di informazione, ancor prima dell’intrattenimento, spostando i programmi più interessanti spesso ad orari improponibili per un cittadino che lavori di giorno, risulta importante mettere a disposizione altri strumenti per la scelta dell’informazione da ricevere.
Un passaggio di questo tipo è pericoloso, secondo l’ottica dei pubblicitari, che invece preferiscono le forzature e l’appiattimento culturale per meglio affondare il fioretto con i loro messaggi ad un pubblico che sia il più vasto possibile.
A dimostrazione del fatto che uno strumento di questo tipo sia possibile, oltre ai vari esperimenti che stanno riscuotendo sempre maggiore successo, come No War Tv o Atlantide.tv (nata e gestita della famiglia Fo), possiamo utilizzare proprio www.raiclick.it.
La RAI ha un patrimonio culturale, nei suoi archivi vecchi e futuri, che viene attualmente sprecato. Si fa un programma, si trasmette, e lo si butta in un armadio.
Eppure sono convinto che tantissime persone affronterebbero il costo di connessioni veloci (odio il termine banda larga per motivi che vi spiegherò), per poter rivedere programmi di anni fa, oppure avere la possibilità di guardare un programma quando si è più comodi.

Ecco, il punto è proprio questo, la banda larga.
Questo spiega il “simile” di prima.
Innanzitutto non si spiega il motivo per il quale si utilizzi un solo formato, proprietario, per la diffusione degli streaming. Ritorniamo sempre al solito discorso: se non riusciremo a portare avanti leggi che impediscano l’uso di formati proprietari, chi gestirà questi formati in futuro sarà padrone dell’informazione, dell’economia e della nostra vita intera. Non è, di certo, un problema solo per nerd.

Io non credo nella stupidità. Mi ritengo una persona abbastanza intelligente da credere che la stupidità in chi gestisce le cose pubbliche non esista.
Spesso si nasconde con la stupidità un’insieme di altre ragioni, che è meglio nascondere con questa scusa.

Bush, ad esempio, non può essere così stupido come ce lo dipingono.
Forse un uomo poco adatto alla politica, ma non uno stupido.

E così, quando mi chiedo il perché dell’utilizzo di alcuni formati, e della impossibilità di scaricare il materiale prima di visionarlo da un portale come Raiclick, che invece dovrebbe trasmettere informazioni a più persone possibili, non posso che andare alla ricerca di una risposta.

E credo anche di averla trovata.
Innanzitutto è possibile visionare gli streaming solo ad una velocità di 300kb/s, e questo significa che chi ha in casa una ISDN o una ADSL non può vedere nulla.
Che cosa c’è di più veloce delle ADSL, a livello consumer? La fibra ottica.
Chi gestisce i contratti di connessione a fibra ottica in quasi tutte le città d’Italia? Fastweb.

Altri indizi?

Ecco che cosa si legge quando si preme sul link “Rai Click Tv” del menu:

Per vedere Rai Click Tv dal televisore di casa devi disporre di una connessione in fibra ottica o ADSL FastWeb, la società del gruppo e.Biscom che fornisce alla clientela business e residenziale un vero e proprio sistema integrato per l’utilizzo contemporaneo e ottimizzato di Telefono, Internet e TV, grazie a una rete in fibra ottica all’avanguardia che impiega la tecnologia IP (Internet Protocol)

FastWeb è oggi presente a Milano, Torino, Roma, Genova, Napoli, Bologna, Raggio Emilia e presto in molte altre città italiane. Una volta che la linea in fibra ottica è stata attivata, l’azienda ti fornisce uno speciale decoder, una tastiera e un telecomando, che trasformano il tuo televisore di casa in una potente stazione multimediale, per accedere a Rai Click Tv e a molti altri servizi.

Perché solo Fastweb viene menzionato? Ci sono altri fornitori di fibra, anche se più piccoli.

Altri indizi?
Guardate l’indirizzo dello streaming di un programma qualsiasi (Report):
rtsp://livereal.fastweb.it/fastbox/real/raiclick/FMVRAI03000001015283.rm

Sono tre, finora. Il tenente Colombo diceva che tre coincidenze fanno una prova.
Capisco che Fastweb abbia bisogno di motivare agli acquirenti la spesa per una connessione che, per le paginette html, non è necessaria.

Quello che non capisco è a che punto un servizio pubblico possa permettersi di utilizzare formati proprietari, dividere i cittadini in “chi può e chi non può”, fare in modo che solo certi utenti di un’azienda privata “possano”, senza che nessuno protesti o dica nulla.

Tutto questo, poi, selezionando i programmi secondo regole che potremmo definire di “comodità”. Delle nuove puntate di Report, sono presenti tutte tranne quella sul Terrorismo degli Stati Uniti, intitolata “L’altro Terrorismo”.
E’ vero che su un’altro sito è disponibile, ad una qualità inferiore, ma già il fatto di aver selezionato e mostrato in vetrina solo una parte dei programmi è secondo me una violazione della pluralità dell’informazione.

Dal mio canto, cercherò di muovermi il più possibile perché questo servizio, che di fatto dovrebbe essere pubblico, torni tale.

Report: “Puntuale Come un Treno”

Ferrovie dello Stato: da un secolo è un ente che garantisce ai cittadini il trasporto.
Dal ‘96 è una moderna Holding che controlla altre 2 società: Trenitalia spa, per la circolazione dei treni e RFI, Infrastrutture spa, proprietaria di binari e linee ferroviarie.
Ecco il sunto della puntata di Report che verrà trasmessa su Rai 3 il 7 Ottobre, alle ore 8.50.

Come negli altri paesi europei, anche in Italia il trasporto passeggeri non è più solo un servizio, è diventato un business, gestito da aziende con fatturati e bilanci che devono quadrare, e la sicurezza?
Possiamo viaggiare sicuri o no?
Come sono treni, linee e stazioni delle nuove Ferrovie dello Stato?
Sui treni e sulle linee ferroviarie di tutta Italia abbiamo verificato le condizioni di viaggio, la manutenzione ed i sistemi di controllo che devono garantire la nostra sicurezza.
In viaggio nelle cabine di guida, accanto ai macchinisti abbiamo cercato di scoprire e capire il perché di molti ritardi, disagi e rischi.
Un tempo eravamo le Ferrovie più sicure d’Europa, lo siamo ancora?
Per un macchinista che differenza c’è tra viaggiare su un Eurostar, ovvero sui binari dell’alta velocità, e su un comune treno regionale, cioè sui binari per il trasporto locale? La differenza si chiama sicurezza.

Report: “Il Calcio in bocca”

Ecco il sunto della puntata di Report che verrà trasmessa su Rai 3 il 30 Settembre, alle ore 8.50.

Esiste il doping nel calcio? C’è chi, come il direttore generale della Juventus Luciano Moggi, afferma di no, mentre i dati raccolti dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello durante anni di indagini dimostrerebbero il contrario. E allora? Allora Alessandra Anzolin è andata
tra i calciatori affetti dal morbo di Gehrig (SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica) e ha scoperto che tutti prendevano “qualcosa” senza sapere
cosa fosse. Il dubbio di scienziati e magistrati rimane, anzi cresce: la causa di un numero così elevato di calciatori affetti dal morbo potrebbe
risiedere nell’uso di farmaci dopanti. E poi si giunge al processo nascosto ai media: quello in corso a Torino contro una parte del gruppo dirigente della Juventus. L’accusa è frode sportiva dovuta al presunto uso di doping: l’indagine che nel 1998 scaturì dalle accuse di Zdenek Zeman. Vediamo i calciatori della Juventus interrogati in aula e vediamo i tifosi juventini che neppure sanno dell’esistenza di un tale processo.
Mettiamo le mani sul caso Empoli e raccontiamo come avveniva l’imbroglio del sorteggio dei calciatori da inviare all’antidoping, mentre Paolo
Mondani incontra alcuni ex calciatori che testimoniano sulle sostanze proibite che prima di ogni partita venivano loro somministrate. E arriviamo ai controlli dell’Acquacetosa dove scopriamo che proprio l’Epo e il Gh (Eritropoietina e ormone della crescita) e cioè i due dopanti più pericolosi sono proprio quelli più difficili da identificare nelle analisi. E scopriamo ancora che i controlli combinati sangue urina, che la
Federcalcio aveva annunciato per l’inizio di settembre, chissà quando cominceranno visto che i finanziamenti sono ancora incerti. E infine,
arriviamo al caso dell’estate: ai calci in bocca volati tra i presidenti della serie B da una parte e Lega e Federcalcio dall’altra. Parlano Moggi
e Cellino, ma parla anche Victor Uckmar che spiega come i bilanci delle squadre siano tutti falsi. E parlano Alessandro Moggi e Dario Canovi sul caso Gea, oggetto della polemica più feroce tra gli addetti ai lavori. Parliamo della società dei “figli di” padrona del calciomercato, che
qualcuno descrive come il punto più alto del conflitto di interessi tra politica, calcio, alta finanza. Insomma, tanti, tanti calci in bocca.

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