Salute

Sani in un mondo malato? l’incredibile illusione

Sani in un mondo malato? l'incredibile illusioneSani in un mondo malato? l’incredibile illusione

Giovedì 18 gennaio alle ore 21, presso la Sala Cacciaguerra del Credito Cooperativo di Cesena, Viale Bovio, 76, CESENA.

Franco Aguzzoni vicesindaco e assessore alla sanità di Cesena introdurrà la Dr. Patrizia Gentilini, emato-oncologa e presidente dei Medici Ambientalisti di Forlì Ulteriori interventi di Piergiorgio Marongiu presidente ARRT Cesena Ricerca Tumori Romagnola.

Le alternative all’inceneritore

Un lettore mi scrive chiedendomi quali sono le alternative all’incenerimento dei rifiuti. Per rispondere a questa domanda inizio con le priorità della legge Ronchi (mio omonimo allora dei Verdi) del ’97.

1. Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso:
a) il reimpiego ed il riciclaggio;
b) le altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti;
c) l’adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi;
d) l’utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.

2. Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.

Come si legge da questo testo, ed in praticamente tutta la normativa Europea sul settore, dettata dal buon senso, la prima cosa da incentivare è il riuso e la riduzione dei rifiuti. Come seconda cosa bisogna incentivare il recupero di materia e solo in ultima analisi c’è l’incenerimento ed il conferimento in discarica.

Detto questo, la soluzione alternativa all’incenerimento parte dall’applicazione di forme di riduzione dei rifiuti attraverso incentivi per chi ne produce meno. Questo si può fare solamente rendendo la tariffazione del servizio dipendente dal conferimento. Con i cassonetti stradali non c’è nessun incentivo alla riduzione ed alla raccolta differenziata, ed i cittadini pagano anche i rifiuti che producono le attività commerciali.

Con la raccolta porta a porta, invece, per prima cosa si evita di mescolare la produzione dei rifiuti urbani delle famiglie con quelli delle attività commerciali/artigianali/produttive.
Se si inserisce la tariffazione puntuale, i cittadini iniziano ad acquistare intelligentemente i prodotti che contengono meno rifiuti da smaltire, oppure sono realizzati con materiali che si riescono a separare facilmente. Questo perchè si paga solo l’indirifferenziato, che non ha valore come materia e può essere smaltito solo con incenerimento e discariche.

I risultati:
Attraverso la raccolta tramite cassonetti stradali il massimo risultato possibile di raccolta differenziata è il 30-35%. La RD costa di più perchè i suoi costi sono aggiuntivi a quelli della costruzione degli impianti di smaltimento e di raccolta stradale.
Attraverso la raccolta porta a porta, come dimostra anche la sperimentazione di Forlimpopoli, in un mese si raggiungono risultati del 70% almeno, con anche una riduzione dei rifiuti.
Ha il vantaggio, inoltre, di portare tutti i rifiuti voluminosi e potenzialmente pericolosi (frigoriferi, materassi, televisori, pc, …) allo smaltimento corretto (gratuito) e non assimilato agli altri rifiuti urbani.
Da un documento di federambiente (la federazione delle società di servizi che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti), che non è una associazione ambientalista, si vede che la raccolta differenziata costa di meno dello smaltimento tramite termovalorizzazione se supera il 50%, quindi anche i costi sono a favore del porta a porta (e lo dice chi punta a costruire gli inceneritori).

Vi consiglio di leggere il documento di presentazione dei risultati del Consorzio intercomunale Priula, che lavora con il porta a porta da anni ed ha ottenuto ottimi risultati. Abbiamo invitato più volte i responsabili del Priula anche prima delle elezioni del 2004, per dimostrare che una alternativa all’inceneritore era possibile, ed anche nel febbraio del 2005 nel convegno che ho organizzato come gruppo consiliare del Comune di Forlì.

Documento risultati raccolta differenziata Consorzio Intercomunale Priula

Spero di essere stato utile, anche se questo argomento è stato ripetuto centinaia di volte in tutte le assemblee, se qualcuno ha ancora dei dubbi è utile farne un riassunto.

Appronfondimenti:
Legge Ronchi ’97 sui rifiuti

Ogni viaggio un caffè

ll Comune di Forlì in collaborazione con ATR ha attivato, per tutti i giovedi di blocco del traffico dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 07, una campagna di promozione e potenziamento del Servizio Urbano dei TPL offrendo l’accesso gratuito a tutti i cittadini su tutte le linee urbane.
L’obiettivo – oltre a quello di facilitare l’uso dei mezzi pubblici per chi non lo usa abitualmente – è quello di far conoscere i vantaggi (sia economici/individuali che collettivi/ambientali) del trasporto collettivo e di fidelizzare gli utenti.

(Sandra Morelli – Assessorato Mobilità Comune di Forlì)

Rassegna stampa:
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Cartolina risparmio con l’autobus

Questi invece sono gli allegati dell’ordinanza delle limitazioni al traffico, prese dal sito del Comune di Forlì:
Il testo dell’ordinanza del blocco del traffico 2006/2007
Planimetria blocco del traffico Forlì
Planimetria blocco del traffico Forlì – Centro Storico
Volantino PM10
Locandina PM10

Medici Senza Frontiere: Firmate l’appello per convincere Novartis

MSF lancia una raccolta di firme per chiedere alla Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria contro il Governo indiano.

Se vincerà la multinazionale milioni di persone in tutto il mondo potrebbero perdere l’unica fonte di medicinali a prezzi accessibili.

New Delhi/Ginevra, 20 Dicembre 2006 – La causa intentata dalla multinazionale farmaceutica Novartis contro la legge Indiana sui brevetti potrebbe ostacolare l’accesso ai farmaci per i Paesi più poveri. La denuncia arriva dall’organizzazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere che chiede alla Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria contro il Governo indiano.

L’India è una delle principali fonti di farmaci generici a prezzi accessibili, incluse molte versioni economiche di medicine contro l’Aids. Questa fiorente produzione di farmaci economici e di qualità è stata possibile perché – fino al 2005 – l’India non riconosceva brevetti sui medicinali. Più della metà dei medicinali utilizzati per curare l’Aids nei Paesi più poveri sono prodotti in India. Anche MSF usa i farmaci indiani per trattare l’80% dei suoi 80mila pazienti sieropositivi.

“Per estendere a più persone possibile i programmi di lotta all’Aids dipendiamo interamente dalla disponibilità di farmaci economici e di qualità prodotti in India – ha detto Christophe Fournier, presidente internazionale di MSF – Non possiamo permettere che questa fonte essenziale di farmaci generici si esaurisca”.

La Novartis non è nuova a questo genere di azioni: già nel 1999 insieme ad altre 38 multinazionali farmaceutiche aveva citato in giudizio il Governo del Sudafrica, allora guidato da Nelson Mandela, per costringerlo a ritirare il “Medicine Act”, una legge che consentiva la produzione in loco di farmaci contro l’Aids a prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati dalle multinazionali. Le proteste dell’opinione pubblica di tutto il mondo allora costrinsero le 39 Big Pharma a ritirarsi dal processo nel 2001.

“Sembra di essere tornati indietro di cinque anni: non avremmo mai pensato di dover assistere di nuovo ai tentativi di un’industria farmaceutica di opporsi al diritto dei malati dei Paesi più poveri di ricevere farmaci essenziali a prezzi sostenibili”, ha detto Gianfranco De Maio, direttore di MSF-Italia.

A partire dal 2005 l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) ha imposto all’India di concedere i brevetti sui farmaci. Fortunatamente il Governo e il Parlamento indiani hanno approvato una legge molto attenta all’equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e diritti dei pazienti. In particolare la legge indiana stabilisce che i brevetti siano concessi solo per i farmaci veramente innovativi. In questo modo si previene una pratica molto diffusa tra le industrie farmaceutiche che tendono a chiedere brevetti anche per i miglioramenti insignificanti apportati sulle molecole già note e già in commercio. In questo modo le multinazionali ottengono spesso un prolungamento del brevetto e del conseguente monopolio sulla produzione di quel determinato principio attivo. I farmaci prodotti in regime di monopolio hanno prezzi enormemente più elevati rispetto a quelli per i quali esistono più produttori in regime di concorrenza.

Se Novartis vincerà la causa, le industrie potranno brevettare i farmaci essenziali più facilmente: si bloccherà la produzione di generici che ha fin qui garantito un sensibile abbassamento dei prezzi.

Mantenere attiva la produzione di generici in India è di importanza vitale per i programmi di lotta all’Aids. Le persone già in cura, infatti, inevitabilmente svilupperanno delle resistenze alle terapie e avranno bisogno di poter accedere a farmaci di nuova generazione. Per molti di questi medicinali sono state avanzate richieste di brevetto in India. Se i brevetti saranno concessi i farmaci avranno prezzi inaccessibili per gran parte dei malati.

“Per le persone che come me vivono con l’HIV, la vittoria della Novartis vorrebbe dire tornare indietro ai tempi in cui non potevamo permetterci le cure – ha detto Loon Gangte, del network indiano dei pazienti con HIV/AIDS – . La concorrenza dei generici è stata l’unico fattore capace di abbassare i prezzi dei farmaci anti-Aids di prima generazione rendendoli accessibili alle persone e ai servizi sanitari dei Paesi poveri”.

MSF ha lanciato oggi una raccolta di firme a livello internazionale per fare pressione sulla Novartis affinché rinunci alla causa.
“Chiediamo a tutte le persone in ogni parte del mondo di unirsi a noi nel chiedere all’amministratore della Novartis, Daniel Vasella di bloccare immediatamente l’azione legale contro il Governo Indiano”, conclude Gianfranco De Maio.

Firmate l’appello:
Firma

Un cellulare che dia meno fastidio possibile (2)

Quasi tre anni fa ho scritto un articolo sul SAR:

Un cellulare che dia meno fastidio possibile

Il SAR è il tasso di assorbimento specifico delle onde elettromagnetiche prodotte da un cellulare.
Indica, in parole povere, quanti watt di potenza delle onde vengono assorbite dal nostro corpo (ed in particolare dal nostro cervello).
Esiste un valore massimo indicato dall’Unione Europea, che come al solito è abbastanza più alto della media di quelli raggiunti: 2 watt per chilogrammo.

Quasi nessuno si informa su questo valore quando acquista un cellulare, ma è obbligatorio per i produttori indicarlo nei libretti di istruzione. Così scegliamo il modello di telefono a seconda delle funzioni (telecamera sì/NO, memoria, etc) e non sulla base del danno che potrebbe farci.
Se qualcuno mette in dubbio la nocività dei telefoni cellulari, nessuno può smentire che ad minore potenza assorbita corrisponde un minor rischio per la salute.

Bisognerebbe che questo valore fosse indicato nei cartellini dei telefoni esposti e nelle scatole, con dimensioni minime come il “Nuoce Gravemente alla Salute” dei pacchetti di sigarette. Così tutti sarebbero a conoscenza dei rischi e sceglierebbero di conseguenza, magari spostando il mercato verso i cellulari SAR più basso.

Siccome questo non è ancora possibile, vi consiglio di leggere questa tabella, con i modelli di cellulari ordinati per SAR. Confrontate questi valori con quelli delle istruzioni del vostro cellulare: potrebbe valere la pena acquistare un cellulare da pochi euro con SAR più basso, forse l’unica ragione per cambiare un telefono vecchio che funziona.

Nokia ha una pagina dedicata alla ricerca di questi valori: http://sar.nokia.com/sar/index.jsp

Fonti tabelle SAR: O2 SAR Werte

Ecco la tabella ordinata per SAR crescente aggiornata a Novembre 2006:
tabella cellulari ordinati per SAR crescente Novembre 2006

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