Month: Giugno 2003

Patente a punti e limite ai 150km/h

Il 27 è stato varato un decreto legge che mette in atto, dal prossimo lunedì, alcune delle riforme del codice della strada che erano state preventivate da tempo.
Prossimamente, infatti, si potrà andare in due sui motorini, a patto che il conducente sia maggiorenne, saranno obbligatori dei patentini anche per i cinquantini (questo dal 1° Luglio 2004), e verrà aumentato il limite di velocità in alcuni tratti autostradali a 150km/h.

Oltre a questo, viene introdotta la patente a punti (attiva da lunedì), che diminuiscono ad ogni infrazione. Arrivati a zero, si perde la patente e si deve ridare l’esame per poter continuare a guidare.
Speriamo che questo provvedimento venga applicato in maniera rigorosa, in tutt’Italia, e che la penalizzazione a punti serva da ulteriore freno per gli automobilisti ed i motociclisti, impedendo qualche infrazione ed incidente.

Se anche questo decreto verrà applicato in maniera approssimativa, e passerà soprattutto nei primi tempi una flessibilità da parte di chi controlla nel diminuire i punti, sarà difficile che serva veramente a qualcosa, anche nel lungo termine.

Un’auto che consumi poco

Tante persone, in questi mesi, si sono dichiarate pacifiste. Hanno appeso la loro bella bandiera multicolore al balcone, e con questo si sono messi a posto la coscienza.
In questi giorni negli stati uniti (non posso che scriverlo con le capitali minuscole), stanno crescendo le proteste contro il governo, che non è ancora riuscito a dimostrare l’esistenza delle famosissime armi di distruzione di massa.
Chissà se le troveranno. Sicuramente non più del 1% della popolazione mondiale crede veramente che la guerra sia nata per questo. La Corea del Nord ha l’atomica, ma non è stata oggetto di critiche o attacchi militari.

La guerra è scoppiata perché l’Iraq é il secondo produttore mondiale di petrolio.

Petrolio.
No armi, petrolio.

Grillo, il 19 Dicembre 2002, è andato davanti ai cancelli della Fiat per mostrare una Twingo modificata, che faccia cento chilometri con 3,3.5 litri. La cosa sembrava sensazionale, tanto che grossi personaggi si unirono al coro, elogiandone l’intervento. Tra questi, ad esempio, i presentatori di Striscia la notizia e Jacopo Fo. No, non Dario, Jacopo.

Ma come tutte le cose troppo sensazionali, di sensazionale la notizia non aveva nulla. Esiste già da qualche anno, infatti, un’insieme di auto progettate per realizzare più o meno le stesse prestazioni. Tra queste, ad esempio, la Wolkswagen Lupo 1.2TDI 3L (3litri/100km) e la Audi a2 1.2TDI (3litri/100km).

Ma se questa tecnologia esiste, perché viene quasi del tutto ignorata? Quante auto di questi modelli avete visto, in giro?

Proverò a dare una mia personalissima interpretazione.
Prima di tutto, il consumo è uno dei parametri meno presi in considerazione all’atto dell’aquisto.
Questo lo si nota dal numero spropositato di Pegeout 206 in circolazione (che dalle mie parti viene chiamata “buco nel serbatoio”), o di quello dei grossi pick-up o auto versione sportiva.
Questo le aziende automobilistiche lo sanno, ed ogni giorno continuiamo a vedere pubblicità incentrate sul design, sulla velocità massima raggiungibile, sulle belle ragazze che l’auto può contenere contemporaneamente, sul tettuccio apribile e sulla “capote apribile elettricamente di serie”.

Niente, nelle pubblicità, che riguardi gli aspetti principali che dovrebbero muovere veramente verso l’acquisto di un modello invece di un altro:
– nulla sui consumi
– nulla sulla sicurezza
– nulla sull’inquinamento

Ok, bene.
Lo accetto.

Però evitate di prendere in giro voi stessi e gli altri vicini di casa: l’esposizione contemporanea di bandiera della pace svolazzante e JEEP – Grand Cherokee da 16 litri per 100 km, fa vomitare ed andrebbe evitata.

Prima di acquistare un’auto, date un’occhiata su www.quattroruote.it e scegliete una macchina che consumi poco, che vi piaccia, e che resista agli urti. Fatevi consigliare da chi lo fa per lavoro, da amici appassionati di auto, impossessatevi di qualche rivista del settore.
Altrimenti prendete una delle due citate in questo articolo.

La Fiat Seicento, o la Panda, tanto elogiate dai rappresentanti di auto per i loro bassi consumi, fanno gli stessi chilometri con esattamente il doppio del carburante.
Il doppio del carburante, il doppio dell’inquinamento, il doppio della spesa. E sono auto più leggere della Lupo e dell’A2, meno sicure.

In media, un italiano percorre circa 15’000 chilometri l’anno. Con una Lupo 1.2 TDI 3L fanno 454 litri di gasolio*anno (~392?), con il Grand Cherokee sono 2500 litri di benzina*anno (~2622?).

Moltiplicate questi dati per ogni anno di utilizzo della vostra auto: converrete con me che un’investimento iniziale in termini di tempo e denaro (le auto che consumano meno, a parità di prestazioni ed accessori, sono leggermente più costose), viene ampiamente ripagato già dopo un solo anno di utilizzo del mezzo.

2500 litri di benzina, immettono nell’aria molti più residui tossici di 454. Il calcolo è banale.
Ma con una jeep, puoi prenderti la precedenza nelle rotonde anche quando non ce l’hai.

La storia in una discarica

L’Italia è uno dei paesi con più arte e architettura storica del mondo. Basta sfogliare un qualsiasi libro di storia dell’arte, per vedere una lista di siti archeologici ai quali gli italiani stessi danno meno importanza del dovuto.
Paestum, già sede dei templi del 400-500 a. C., diventerà ora la sede per un sito di stoccaggio dei rifiuti.
Il sindaco e la cittadinanza stanno protestando vivacemente, sia per la distanza in linea d’aria della discarica con la sede archeologica (appena 300 metri!), sia per le preoccupazioni che desta l’aumento del traffico di autotrasportatori legato alla creazione del sito nella statale 18, che è già ora tristemente nota agli abitanti della zona per i frequenti incidenti.

I lavori, purtroppo, sono già iniziati.
La redazione di paestum.it sta raccogliendo email di protesta.
Aiutiamoli inviandone una all’indirizzo
edizioni@paestum.it

Aggiornato il pacchetto deb aspell-it

Ho aggiornato il pacchetto deb aspell-it al repository della distribuzione Linux Debian messo a disposizione dell’associazione FoLUG.

Serve per utilizzare il dizionario italiano con programmi tipo abiword, ma non solo.

Come al solito, per usufruire di questi pacchetti, dovete inserire le righe:
#— taglia qui ———-
deb http://folug.linux.it/debian unstable main
deb-src http://folug.linux.it/debian unstable main
#— taglia qui ———-
nel file /etc/apt/sources.list della vostra cara Debian.

La posizione di Linuxdidattica sul protocollo MIUR-SUN

A questo indirizzo http://linuxdidattica.org/lettera/mrt_06.html è stata pubblicata una lettera aperta di Linuxdidattica che contiene le considerazioni sul protocollo tra il Ministro della Istruzione, Università e Ricerca e la SUN, per la distribuzione gratuita di Staroffice nelle scuole.
Il protocollo inserisce per la prima volta il concetto di libertà di scelta per quanto riguarda l’adozione del software negli istituti scolastici, e questo può essere considerato già un notevole passo in avanti.
Quello che chiedono gli autori della lettera aperta, che condivido pienamente, è di adeguare il materiale per i corsi ForTic a questa libertà di scelta, cosa che allo stato attuale non avviene.
I corsi ForTic sono corsi di informatica suddivisi in tre livelli di difficoltà e specificità crescente, finanziati dal ministero grazie alla vendita delle licenze per gli operatori mobili UMTS. Questi corsi, gratuiti per i docenti, sono il più massiccio tentativo di dare basi di cultura informatica ai docenti.
Inizialmente ai docenti interessati fu richiesto su quale sistema operativo volevano effettuare i corsi (Windows / Linux), ma questa scelta sul modulo di iscrizione non ha poi portato alla scelta durante il corso vero e proprio.
Come accade sempre nelle grandi realtà, siano esse aziende private o pubbliche amministrazioni, una mano non conosce quello che fa l’altra, e mentre il ministro Stanca proponeva accessibilità, il MIUR pubblicava documenti elogiando alcuni vantaggi del software libero, i corsi ForTic sono rimasti sempre strettamente legati a Windows+Office, in tutti e tre i livelli (A,B,C).
Alcuni tutor, coloro che devono spiegare il materiale prodotto e distribuito per questi corsi, hanno creato delle pagine riassuntive di materiale sul software libero per questi corsi:
http://linuxdidattica.org/docs/corsi_c1_c2/index.html
http://www.edublogit.org/
Purtroppo, senza una collezione organica di lucidi, manuali e test, è molto più difficile per un tutor affrontare le tematiche, e quindi pochi tutor hanno potuto realizzare corsi veramente slegati dai prodotti Microsoft.
I migliori hanno accompagnato a voce i lucidi su Windows, parlando sempre del problema in generale, e poi spiegandone la soluzione con il sistema operativo utilizzato.
Un indirizzo ip, un gateway, un DNS sono tali su qualsiasi sistema operativo, e prima di spiegare come inserire questi dati è sempre meglio spiegare a cosa servono. Una volta compreso il significato delle cose, utilizzare un sistema o l’altro è quasi indiferente, perché le cose si riescono a trovare senza troppe difficoltà.

Sottoscrivo totalmente la richiesta di Linuxdidattica, sperando che il ministero si accorga delle contraddizioni che contraddistinguono il suo operato sul campo dell’informatizzazione degli istituti scolastici.

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