Bulbi

Capacci sia conseguente alle sue dichiarazioni

Nel Consiglio Comunale di ieri l’Assessore di Rifondazione Comunista Palmiro Capacci all’ambiente ha incolpato il presidente della Provincia Bulbi per la mancata realizzazione del progetto di raccolta differenziata nel Comune di Forlì.
Bulbi non riesce a capacitarsi degli ottimi risultati di Forlimpopoli e si arrampica sugli specchi nell’affermare che sono dovuti alla migrazione nei comuni limitrofi, cosa peraltro smentita da tutte le analisi. Invece di arrivare alla conclusione che è necessario fare la raccolta differenziata porta a porta in tutta la provincia, preferisce assecondare le non celate volontà del gestore Hera, che recentemente si è sbilanciata persino sulle 800’000 tonnellate di rifiuti speciali che produciamo in Provincia.
Capacci però non può chiudere qui il suo ragionamento: se il problema è politico e deriva dal presidente che sostiene con il suo partito in Provincia, ne tragga le dovute conseguenze e faccia quello che deve per onestà intellettuale.
L’assessore ha finora accettato di tutto puntando sul porta a porta: dall’uscita dei Verdi all’entrata di Bertaccini, dal rovesciamento del piano del traffico allo svuotamento del bilancio rispetto alle sue deleghe.
Le sue accuse sono coraggiose ed importanti, ma nell’impossibilità di incidere anche nelle minime cose, sarà dura giustificare il perdurare del suo apporto a questa giunta.

Sullo scandaloso piano Faunistico della Provincia FC

Il 14 Marzo la capogruppo dei Verdi in Regione Daniela Guerra ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale relativamente al prossimo Piano Faunistico Venatorio che la Provincia di Forlì-Cesena sta elaborando e alle prevedibili proposte di aprire alla caccia una parte del demanio regionale in cui tale attività è vietata per legge.

Ai sensi dell’art. 21 della Legge 157/92 e dell’art. 25 della Legge Regionale n. 8/94 l’utilizzo a fini faunistici ed eventualmente venatori dei terreni del demanio regionale è stabilito dalla Giunta regionale, sentito l’Istituto Nazionale Fauna Selvatica, su richiesta della Provincia territorialmente interessata. Questo perché, sempre secondo le norme nazionali, nelle foreste demaniali la caccia è vietata tranne in quelle che “non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica”.

“In una recente delibera di Giunta provinciale (la n. 94 del 26/02/2008) – dichiara Daniela Guerra – il presidente-cacciatore Bulbi e i suoi colleghi hanno preso atto che la percentuale di aree soggette a protezione della fauna selvatica risultano insufficienti rispetto alla Superficie Agro-Silvo-Pastorale complessiva della provincia. Con il Piano faunistico, che per il momento tengono chiuso in un cassetto, invece di aumentare semplicemente la superficie destinata ad Oasi di Protezione della Fauna o a Zona di Ripopolamento e Cattura, si sono inventati un trucchetto per cui “proteggono” una serie di aree urbanizzabili di scarso valore ambientale limitrofe ai principali centri abitati e, contemporaneamente, aprono alla caccia una parte delle foreste demaniali che si trovano in aree di grande pregio naturalistico ai confini con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.”

“Questa richiesta della Provincia non è affatto nuova – prosegue Guerra – è stata avanzata alla Regione anche negli anni scorsi ed è sempre stata respinta. Del resto è noto a tutti che la maggior parte dei circa 23.000 ettari di aree demaniali non furono inseriti a suo tempo nel Parco Nazionale per non scontentare la lobby venatoria e sempre per lo stesso motivo una parte di queste aree non è stata tabellata con i cartelli di divieto di caccia per impedire l’attività di controllo del bracconaggio da parte del Corpo Forestale e degli altri organi di vigilanza.”

“La mia interrogazione – conclude l’esponente del Sole che ride – oltre a chiedere per quale motivo tali aree demaniali, in precedenza gestite dalla disciolta Azienda Regionale delle Foreste e attualmente dalla Provincia, non siano mai state tabellate con i regolamentari cartelli, chiede alla Regione di respingere in maniera decisa e definitiva la manovra della Provincia perché nelle foreste del demanio regionale non sono certamente venuti meno i valori di rilevante interesse naturalistico che le caratterizzano.”

Torna su