Inceneritori

Hera boicotta il porta a porta perché funziona

Quello che accade in questi giorni è la piena dimostrazione che il sistema di raccolta porta a porta funziona ed è più conveniente sotto tutti i punti di vista, compreso quello economico. Non si spiega altrimenti, infatti, il continuo tentativo da parte di Hera di boicottare la perimentazione di Forlimpopoli: dal problema della distribuzione dei materiali, questione di poche centinaia di euro, all’ostacolo dei controlli sui risultati attraverso la presentazione nel tavolo tecnico di dati economici parziali, senza pezze giustificative e con aumenti inspiegabili sotto la voce di gestione.

Dal momento che tutto il servizio è subappaltato, infatti, la gestione dovrebbe alleggerirsi, non aumentare a dismisura. I conti della società subappaltatrice infatti sono positivi, al contrario, sono in linea con i risultati di tutto il resto d’Italia e del Mondo.

In tempi non sospetti dicemmo che la sperimentazione di un sistema di raccolta porta a porta non doveva essere affidata a chi vuole utilizzare ovunque un sistema completamente diverso, per un ragionamento che pareva rivoluzionario pur nella sua banalità: nessuno va in un fast food a farsi programmare la dieta. Per nostra fortuna il Sindaco di Forlimpopoli si sta opponendo con forza a questi tentativi strumentali di affossare la sperimentazione, ed al suo operato va
tutto il nostro massimo sostegno.

Queste azioni nascondono però un dato estremamente positivo. Se il porta a porta fosse fallimentare, come i dirigenti di Hera cercano di farci credere, non si dovrebbe ricorrere a questi espedienti per cercare di far fallire la sperimentazione.

Ora si decida di conseguenza, come a Reggio Emilia, dove grazie ad una politica seria ed alla raccolta porta a porta Enia ha fatto marcia indietro sull’inceneritore, perché inutile.

Chi attende ancora, nonostante tutto, a trarre i ragionamenti conseguenti oggi non può che essere cieco o in malafede.

Federazione dei Verdi di Forlì-Cesena

Ricorso al TAR Mengozzi – la verità del WWF

Pubblico il comunicato stampa del WWF di Forlì sulla vicenda del ricorso al TAR Mengozzi ed il file che dimostra l’accoglimento del ricorso di Comune e WWF contro l’autorizzazione all’ampliamento dell’inceneritore di rifiuti ospedalieri di Forlì.

La verità emergente, alla luce della lettura della sentenza TAR sul ricorso Mengozzi.

E’ noto che l’obiettivo di un ricorso TAR è quello di ottenere l’invalidazione di uno o più provvedimenti amministrativi. Tale obiettivo è stato raggiunto, poiché il TAR (così come anche sancito nell’allegato avviso di deposito sentenza) accoglie il ricorso del Comune di Forlì e del WWF, dichiarando che:

“vanno annullati i provvedimenti impugnati con il ricorso originario e con i motivi aggiunti”, e: “ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa” (pagg. 16 e 17 sentenza).

Quindi non sono più valide (e vanno riscritte) né la delibera originaria di autorizzazione al raddoppio della potenzialità dell’impianto Mengozzi (del 29 gennaio 2004, Giunta Gallina), né quelle successive ad essa collegate (autorizzazione ai sensi dell’art. 27 del Decreto Ronchi e Autorizzazione Integrata Ambientale, risalenti al 2005 e 2006, Giunta Bulbi).

Ciò significa che, allo stato attuale, l’impianto Mengozzi è autorizzato a bruciare 16.000 tonnellate annue di rifiuti sanitari.

Il TAR dice inoltre che:

“la valutazione d’impatto non può essere intesa come limitata alla verifica dell’astratta compatibilità ambientale dell’opera, ma si sostanzia in un’analisi comparativa tesa a valutare il sacrificio ambientale imposto rispetto all’utilità socio economica, tenuto conto delle alternative praticabili e dei riflessi della stessa opzione zero” (pag. 12 sentenza).

Ciò significa che si riaprono completamente i giochi in ordine alla valutazione della compatibilità ambientale di tutto il sistema nel suo insieme (raccolta, trasporto e combustione dei rifiuti) e delle alternative meno impattanti a tutt’oggi disponibili.

Poteva poi il TAR stabilire, come ha fatto, che la decisione dell’allora Assessore Bargossi (supportata dal Dirigente Tolmino Giunchi) di ribaltare l’esito della Conferenza dei Servizi (la quale era incaricata di valutare l’impatto ambientale ed aveva votato contro il raddoppio) è viziata da “eccesso di potere per illogicità manifesta, contraddittorietà e difetto assoluto di motivazione” (pag. 16 sentenza).

La decisione della Giunta Gallina era fondamentale, poiché consentiva alla Soc. Mengozzi di realizzare quelle “nuove strutture e potenziamenti impiantistici” alle quali si era opposta la Conferenza di Servizi, strutture e potenziamenti essenziali per consentire l’espansione del giro d’affari della Mengozzi.

I giochi pertanto si riaprono completamente anche dal punto di vista politico: la Giunta odierna è composta da altri assessori e da un altro Presidente. Il Presidente Bulbi ha dichiarato pubblicamente, in coro con il Sindaco Masini: “ditemi come fare per fermare Mengozzi, e lo farò!”. Bene, ora ha l’opportunità di farlo, poiché sarà chiamato a deliberare ripartendo da un esito di conferenza di servizi in cui il rappresentante provinciale e il rappresentante comunale erano contrari non solo alle 32.000 t/a, ma anche alle 28.000, e avrà la storica opportunità di ridiscutere la stessa legittimità dell’esistenza di questo impianto forlivese per rifiuti sanitari.

Se non lo farà, si assumerà evidentemente la piena responsabilità politica (come fecero Bargossi e Gallina) di un atto che consente alla Soc. Mengozzi di espandere la propria importazione di rifiuti verso Forlì, smentendo clamorosamente quanto dichiarato di fronte all’opinione pubblica forlivese durante i dibattiti promossi per discutere sull’impianto di Hera.

Di certo, pertanto, non si tratta di un ricorso accolto “a metà”; il ricorso è accolto e basta e non è assolutamente vero che la Mengozzi sia autorizzata a tutt’oggi a bruciare 28.000 t/a. Oggi essa può solo bruciare 16.000 t/a.

Non è peraltro neppure scontato, checché ne dica la Soc. Mengozzi, che le 28.000 t/a (o addirittura le 32.000 t/a) le possano essere concesse attraverso un “pro forma”, un pezzo di carta a tutt’oggi mancante, come evidentemente piacerebbe alla ditta stessa e come il suo proprietario continua a sostenere pubblicamente.

Spiace quindi che stia passando, attraverso gli organi di informazione, un’interpretazione parziale e parzialmente errata, di una sentenza che evidentemente non era (e ancora forse non è) stata letta nella sua completezza da tutte le parti in causa.

La stessa scrivente Sezione del WWF lo aveva detto chiaramente nel suo primo comunicato del 22/08/07: “aspettiamo di poter vedere la sentenza, ma questa è già una notizia storica per la vicenda infinita di sconfitte contro gli inceneritoristi”.

WWF – Sezione di Forlì – Associazione Clan-Destino

Le Ciminiere ed i tubi di scappamento

Ricevo ed inoltro questo bel comunicato stampa del WWF di Forlì:

Le ciminiere e i tubi di scappamento

In diverse occasioni, durante i pubblici dibattiti sul traffico tenutisi nelle ultime settimane (Foro boario, Circoscrizioni 3 e 1, Ex-Avis), dal pubblico si sono levate “invettive” che affermavano: “il traffico non inquina! Sono gli inceneritori i veri inquinatori!”.

Sappiamo che tesi opposte e “speculari”, (altrettanto errate e depistanti) sono contenute nei vari documenti elaborati dagli enti – ARPA ed AUSL – preposti ad analizzare la situazione della nostra aria e ad autorizzare le emissioni in atmosfera.

Evidentemente la mistificazione regna sovrana anche, purtroppo, grazie a chi le fornisce la grancassa.

Leggere sui giornali di “100 cittadini inferociti” presenti all’incontro dell’Ex Avis, quando invece erano circa 40, dei quali la metà assolutamente non contrari alle nuove ZTL e gli altri commercianti ed altre persone non residenti in centro (ad iniziare dal Sig. Lauro BIONDI da Casemurate), non rende infatti un grande servizio alla verità.

A parte un residente in via Bonoli, che ha parlato però di extracomunitari e non di traffico, l’unico residente in zona intervenuto in tale incontro era favorevole alle ZTL, salvo poi essere interrotto da persone non residenti e presenti apparentemente solo per fomentare ad arte una protesta contro lo schieramento politico avverso.

Il cittadino parlava di effetto serra, di cui tutti siamo responsabili, gli altri urlavano che l’unico ad inquinare è l’inceneritore.

Nessun organo di informazione ha poi riportato che vi sono state discussioni e divergenze di opinioni tra il pubblico.

Una nota rappresentante locale di Forza Italia si è poi spinta fino al grottesco, accusando il WWF di non aver fatto nulla contro gli inceneritori.

Ad ogni modo, il nodo cruciale, che ci deve vedere tutti impegnati sulla partita “ARIA” sta nel comprendere che non si può essere veramente “contro” l’inquinamento atmosferico, se non si è favorevoli alla “raccolta differenziata domiciliare” ed alla “mobilità sostenibile”.

Ciò significa che, se si vogliono ridurre i rifiuti è necessario fare un vero “porta a porta”, così come, se si vuole migliorare la mobilità e ridurre le emissioni da traffico, questo deve essere limitato con vere ZTL, piuttosto che con false, o simboliche “isole pedonali”.

Il WWF potrà, pertanto, sedersi allo stesso tavolo solo con chi condivide le priorità della realizzazione delle ZTL (ricordiamo che anche le corsie preferenziali degli autobus sono delle aree di limitazione del traffico) e del sistema “porta a porta”.

In entrambi i casi è fondamentale il contributo di consapevolezza e di cooperazione di amministratori, tecnici e cittadini, contro ogni strumentalizzazione di chi vuole considerare prioritario il traffico in antitesi all’incenerimento, o viceversa, a seconda dei propri interessi particolari.

Le tesi sostenute nei documenti di ARPA ed AUSL (Studio Coriano), ad esempio, si basano su una contrapposizione traffico-inceneritore inesistente, secondo la quale il traffico inquina infinitamente di più dell’inceneritore.

In realtà il “sistema città” non si può scindere, ed occorre agire su tutte le singole fonti inquinanti, avente ciascuna il proprio specifico potenziale di rischio per la salute e l’ambiente. Solo così si arriverà anche a responsabilizzare ogni singolo cittadino, informandolo sul proprio “contributo” all’inquinamento complessivo in funzione del suo comportamento, tanto in materia di mobilità quanto di gestione dei rifiuti.

WWF – Sezione di Forlì

Il Quartiere Cesuola di Cesena chiede il Porta a Porta

Il Quartiere di Cesuola di Cesena chiede il porta a porta, approvando un ordine del giorno apposito grazie anche all’intenso lavoro dei Verdi e del MIZ di Cesena, che ha raccolto le firme a sostegno di questo sistema di raccolta differenziata. Leggi il testo dell’ordine del giorno approvato sul sito dei Verdi FC:
Quartiere Cesuola di Cesena chiede il Porta a Porta

Gli inceneritori? un bluff siciliano

Dal blog di Pecoraro Scanio:

Gli inceneritori? Un bluff siciliano

Sulla questione degli inceneritori siciliani devo delle risposte. Tutto mi si potrà dire, meno che io sia favorevole alla loro realizzazione. Per fortuna, anche in questo blog qui e qui ed infine qui, ci sono le testimonianze di tutte le mie perplessità.

Ecco l’intervista che ho rilasciato al Manifesto, che chiarisce fino in fondo la mia posizione. Come sapete, non abbiamo grandi mezzi di informazione: come al solito conto su di voi per diffondere la smentita.

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