Politica

Di Pietro con la CDL per la società sul ponte dello Stretto

Il comportamento dell’Italia dei Valori di oggi è per me incomprensibile: il voto assieme alla casa delle libertà a favore della società del Ponte sullo Stretto e la richiesta di un governo tecnico sono due mosse a mio modo di vedere assurde, soprattutto per chi si erge a difensore della trasparenza e della legalità. Voglio ricordare che sul progetto del ponte sullo stretto anche Report ha fatto più di uno speciale che evidenziava sospetti rapporti con la Mafia.
La cosa è talmente evidente che anche Franca Rame lascia l’Italia dei Valori, affermando di non aver capito le intenzioni di Di Pietro: che anche lei sia in malafede, come scrive Di Pietro sul suo blog? Sono curioso di sapere cosa ne scriverà Grillo, se deciderà di parlarne.

Questo non è un prodotto editoriale

Anche io credo, come Paolo De Andreis, che il progetto di legge che obbliga alla registrazione dei siti internet come prodotti editoriali non avrà vita facile. Ormai quasi tutti i parlamentari hanno un sito e sono certo che almeno per amor proprio i loro consulenti informatici li informeranno della sciocchezza.

Sono però d’accordo con Paolo quando dice che tutto questo è comunque molto triste. Paghiamo il costo di una classe politica troppo vecchia, che in gran parte utilizza ancora la carta o la macchina da scrivere per fare i comunicati stampa e le bozze di legge.

Tutto questo è molto triste perché avvantaggia le scappatoie, che su internet sono molte di più di quanto il legislatore riesca ad immaginare. Prendete questo blog, ad esempio.

Potrebbe essere considerato un bollettino di informazione politica del gruppo consiliare dei Verdi, e quindi potrei chiedere il rimborso delle spese delle tasse che vorrebbero chiedermi.

Potrei farlo diventare un prodotto di divulgazione della mia attività professionale, che non ricade tra le ipotesi di prodotti editoriali della bozza.

Potrei anche fregarmene completamente, dal momento che dominio e hosting sono registrati negli Stati Uniti dove vige una legge diversa, e considerare questo spazio di democrazia come una opportunità della libertà di stampa degli USA, che di certo non può impedirmi di trattare temi politici forlivesi/italiani in Italiano.

Ho pensato a tre scappatoie possibili, ma sono sicuro ce ne sarebbero decine. Tutto questo per dire che le regole inapplicabili ed insensate servono solo ad infastidire, ed ogni tentativo di limitazione della libertà della rete per la sua stessa natura si traduce in una assoluta perdita di tempo.

Non vorrei che anche questo esperimento si traducesse in un “Ritenta, Sarai più fortunato”.

Vorrei che una volta per tutte la smettessero con queste proposte senza senso, e si iniziasse a pensare ai problemi della rete partendo per una volta dai divieti di accesso (per mancanza di banda larga) e dai costi, che sono un danno per la nostra economia, la nostra cultura e la nostra modernità.

Purtroppo fino ad oggi si è pensato all’esistenza della rete come un problema al quale imporre dei margini, non come una opportunità da sviluppare.

Emerge sempre il peggio

Finché le sciocchezze come quella di Storace otterranno l’attenzione dei media e del pubblico chi ci rappresenta sarà stimolato a spararle sempre più grosse.
Grazie a Matrix scopro che il blog di Storace ha avuto migliaia di visite, proprio in questi giorni.
Così ho deciso che d’ora in avanti cercherò di stare più attento e restistere al tentativo di commentare le uscite più stupide, studiate a tavolino perché se ne parli.

Alni sostituirà Riguzzi in Provincia

Sembra essere quasi formale la sostituzione di Roberto Riguzzi, ormai ex assessore alla qualità ambientale, con Daniele Alni, che passa dalla vicepresidenza del consiglio regionale fino al 2005 a quella del consiglio provinciale. Il presidente della Provincia Masimo Bulbi, non ha ancora ufficializzato la scelta, ma dall’inizio del prossimo mese il nuovo assetto della giunta dovrebbe essere esecutivo.

Leggi l’articolo su RomagnaOggi:
FORLI – Quasi ufficiale lapprodo di Alni in giunta provinciale. Riguzzi lascia

I grillini ed i “pecoroni”

Oggi sulla stampa locale è uscita una intervista al coordinatore del meetup di Grillo forlivese, che dice la sua sulle elezioni degli organi interni del partito democratico. Dice che se anche i votanti fossero stati milioni (e lo sono stati, in tutto il paese) questo per loro non sarebbe comunque importante, poi afferma che questi elettori sono pecoroni che pensano di cambiare ma rimarranno delusi.

Francamente spero che il contenuto della dichiarazione sia stato travisato dal giornalista, perché queste considerazioni non hanno senso. Primo, quando Grillo ha raccolto in un giorno 300’000 firme per la sua proposta di legge si è gridato al miracolo. Si è parlato, giustamente, della voglia di cambiare e del rinnovamento che ci sarebbe stato grazie a questo coinvolgimento pubblico. Oggi non si può pensare che 3,5 milioni di voti siano una sciocchezza. Secondo, di quelle 300’000 firme quante possono essere considerate, prendendo lo stesso metro, dei pecoroni? Quanti conoscevano il sistema elettorale che chiedevano di emendare?

Credo, al contrario, che siano entrambe grosse dimostrazioni di voglia di partecipare, con differenti modalità e differenti obiettivi. Certo, è più difficile coinvolgere le persone sui temi specifici, spiegare alla gente le conseguenze delle varie mobilitazioni pubbliche.
Ma ogni scelta è da rispettare (non dico condividere) e quantomeno da analizzare con la stessa lente.

Quando si parla di democrazia non si può dimenticare la gente -demos-.

Aggiornamento: Ho caricato il file dell’articolo: L’articolo su La Voce: I GRILLINI: “POPOLO DI PECORONI”

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