Inceneritori

Progetto Enhance Health

Ieri ho fatto protocollare la richiesta di informazioni riguardanti la spesa sostenuta da Comune e Provincia di Forlì per il progetto Enhance Health, e contestualmente ho richiesto la consultazione del comitato tecnico-scientifico in commissione consiliare. Sulla richiesta di consultazione dei medici firmatari di un documento di allarme nei confronti dell’inceneritore si discuterà nella prossima conferenza dei capigruppo che verrà convocata questa settimana.

Al Sindaco di Forlì
All’Assessore all’Ambiente
Al Presidente della Seconda Commissione Consiliare
Ai Capigruppo del Consiglio Comunale

OGGETTO: Progetto Enhance Health

Premesso che il quartiere Coriano di Forlì è oggetto di uno studio in collaborazione tra gli altri con l’Unione Europea denominato “Enhance Health”, con la presente si chiede di conoscere l’eventuale impegno di risorse economiche dell’amministrazione Comunale e Provinciale dedicato al progetto, i finanziamenti ricevuti dall’UE per lo studio e la composizione del Comitato Tecnico-Scientifico costituito per il progetto Enhance Health.

Si chiede inoltre una udienza conoscitiva della Seconda Commissione Consiliare per approfondire lo stato dei lavori di Enhance Health, i risultati finora ottenuti ed i dettagli del progetto, che coinvolge una parte importante della città di Forlì, con la presenza e l’audizione del Comitato Tecnico-Scientifico costituito per lo studio.

Forlì, 17/10/05

Considerazioni sul risultato delle primarie

Le primarie del centro-sinistra sono state un gran successo per la coalizione: più di 4 milioni di persone hanno deciso di votare, pagando almeno un euro, per dare il loro consenso ad uno dei candidati leader per l’Unione.
Il plebiscito di Prodi insegna diverse cose: l’organizzazione dei partiti che lo hanno sostenuto, la grande voglia di unità sentita dai cittadini, il grande dissenso contro l’attuale governo di Berlusconi, delle sue leggi ad personam e delle riforme elettorali tagliate per ottimizzare i risultati a fronte di uno scenario sfavorevole per il centro-destra.
I cattivi risultati di tutti gli altri candidati non sono un cattivo risultato delle espressioni dei vari partiti che li hanno sostenuti, ma un segnale della assoluta necessità di fare fronte comune verso i problemi attuali, senza litigate televisive (vedi la trasmissione Alice della settimana scorsa) tra coloro che insieme dovranno governarci fuori da questa stagnazione politica, prima che economica, che attenaglia tutto il nostro Paese.

Nel contesto il voto per Pecoraro è stato molto più scarso di quello che mi aspettavo, molto al di sotto delle percentuali dei votanti dei Verdi. Questo, secondo il mio parere, è stato causato da molti fattori:
– Le elezioni si fanno per vincere, non per partecipare. Pecoraro invece voleva sostenere Prodi, visto giustamente come il futuro leader che avrà la capacità e l’opportunità di vincere le elezioni
– Pecoraro ed i Verdi sono stati incapaci di farsi sostenere da un movimento lobbystico positivo, costutuito dai cittadini e dalle categorie economiche che possono trarre vantaggio dalle politiche del Sole che Ride (chi coltiva biologico in Italia, chi lavora nel settore delle energie rinnovabili, delle medicine alternative, etc.)
– Con il basso numero di iscritti, i Verdi hanno dimostrato difficoltà nel radunare le persone, come invece hanno saputo fare i grossi partiti storicamente radicati nei territori.
– I Verdi hanno dimostrato di spendere troppe energie per avvicinarsi a movimenti ed associazioni che ne vincolano discorsi e politiche, ma che portano scarsi risultati elettorali a causa della loro natura anti-rappresentativa (come dimostrato dalle velleità arcobaleno pre-primarie e dalla difesa del Candidato senza volto nella trasmissione Alice).

A Forlì il dato è peggiore di quello medio nazionale, a differenza di quanto accade di solito. E’ un segnale che dovremo analizzare e saper interpretare, per migliorare.

Un dato che sarà certamente da tenere presente, quando ci sarà bisogno dei Verdi per risolvere i problemi della nostra città: probabilmente bisognerà uscire dall’idea comune dell’associazione di soccorso ambientale, che aiuta nel momento del bisogno (dal piccolo albero che vogliono tagliare alle grosse battaglie contro politiche energetiche e dei rifiuti), ma che al momento del voto vede scarsi risultati, a differenza di chi fa facile populismo e demagogia.

La soluzione certamente non può stare nell’avvicinarsi alle politiche dei partiti dell’attuale opposizione forlivese, che facendo leva sulle preoccupazioni della gente cercano di attirare consenso, ma che al momento delle decisioni sono sempre poco interessati alle preoccupazioni di cui si fanno ora portavoci. L’esempio delle discussioni sull’inceneritore, nei consigli e nelle commissioni consiliari, è esplicativo: in presenza di pubblico alcuni partiti cambiano radicalmente posizione.

Fino a quando vivremo in una democrazia rappresentativa i Verdi dovranno scegliere se diventare un vero partito, stabilendo linee politiche chiare ed omogenee in tutt’Italia, sulla base di processi democratici interni, o spingersi ulteriormente verso l’associazionismo movimentista.

Stare nel mezzo non porta risultati né all’una né all’altra scelta, e queste primarie ne sono una ulteriore dimostrazione.

Inceneritore di Coriano e protocollo di Kyoto

Il protocollo di Kyoto, a cui l’Italia aderisce, prevede per il 2008 un primo raggiungimento di obiettivi relativo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Tale obiettivo si può raggiugere riducendo le emissioni oppure acquistando ” quote ” di riduzione delle emissioni da chi riesce ad abbattere le proprie al di là dei limiti imposti dal protocollo.
Al momento è stata già creata a Londra una ” Borsa ” che vende tali “quote “; il prezzo attuale di vendita è di 20 euro per tonnellata di emissione di anidride carbonica. L’Italia è molto indietro con la riduzione delle emissioni, e pertanto dal 2008 Aziende e Stato dovranno acquistare ” quote ” di riduzione emissioni.

La nuova linea di incenerimento di Coriano produce presumibilmente 110.000 tonnellate di anidrida carbonica all’anno ( questa è una mia stima, da controllare ); il costo delle ” quote ” necessarie per il rispetto del protocollo di Kyoto sarà pertanto dal 2008 pari a 2.200.000 euro all’anno. Se si considera che il costo dell’ incenerimento, senza contare il costo della riduzione delle emissioni di anidride carbinica, può essere valutato pari a 100 euro per tonnellata di rifiuto incenerito ( stima da controllare ), si vede che la conformità al protocollo di Kyoto produrrà a partire dal 2008 un aumento dei costi dell’incenerimento pari al 20% ( stima da controllare ) .

In conclusione la redditività dell’incenerimento è minore di quanto si potrebbe ritenere, e ciò va valutato nella ri-considerazione ( in base alla nuova Normativa ATI ) della soluzione di smaltimento rifiuti che è, al momento , approvata dalla Provincia.

Enzo Annino

Materiale seconda commissione sull’inceneritore

Ieri, come avevo già scritto su queste pagine, si è tenuta la seconda commissione con una udienza conoscitiva sull’inceneritore.

Queste sono le presentazioni che sono state mostrate (manca quella di Capacci, che però sostanzialmente riprendeva le linee della VIA dell’inceneritore):
AUSL dott. Bacchi
AUSL – valutazione del rischio per la salute – dott Gardini
AUSL – Enhance Health – dott Cantarelli
Arpa – La qualità dell’ariaa

Tanti gli intervenuti, tante le domande e gli interventi dei consiglieri. Riassumo qui il mio intervento.

Prima di tutto ho chiesto che si smetta di parlare di ampliamento e di adeguamento dell’inceneritore, visto che questa definizione è in netto contrasto con la procedura di Valutazione di impatto ambientale, che dice:

il progetto presentato costituisce un impianto nuovo e non semplicemente un ampliamento della struttura esistente, in quanto Hera S.p.A. ha intenzione di realizzare una struttura nuova, perfettamente funzionale indipendentemente dalle due linee esistenti e quindi completamente autonoma: non si può pervenire ad una conclusione diversa neanche sulla base delle sinergie tra l’impianto in progetto e le due linee esistenti evidenziate da Hera.

Ho chiesto (conoscendo la risposta) come si è conclusa la procedura di VIA, come mai la decisione è stata rimessa alla Giunta Provinciale, qual’è stata la posizione dell’AUSL in quell’occasione, e se Hera ha accettato la richiesta dell’invarianza delle emissioni rispetto alle linee esistenti. Questo perché c’è chi, in malafede, continua a sostenere che l’AUSL non ha dato parere contrario (mentre i documenti lo dimostrano chiaramente), mentre è stato necessario il voto della Giunta Provinciale (con l’unico voto contrario dei Verdi) per superare proprio questo parere negativo. Un’altra fandonia che si sente spesso sostenere sui quotidiani è che le emissioni sono inferiori rispetto alla situazione attuale, mentre Hera stessa non ha accettato il limite richiesto dal Comune di non aumentare le emissioni rispetto alla situazione attuale. Se saranno inferiori, perché non accettare il limite che impone che siano al massimo uguali? La verità è che saranno superiori, ma si alzerà il camino di combustione, che li spargerà in una porzione più ampia di città.

Ho chiesto se le vecchie linee verranno dismesse, e se è possibile spegnere un inceneritore per riaccenderlo all’occorrenza, come previsto invece dalla VIA e continuamente ripetuto. Tecnicamente non è possibile spegnere un inceneritore in maniera temporanea, quindi possiamo solo immaginare quali saranno le conclusioni nell’eventualità che le vecchie linee non vengano dismesse.

Ho chiesto se lo studio ambientale di Coriano si è concluso, e con quali risultati, e quando verrà pubblicato. Ho chiesto il motivo per il quale non si aspettano questi risultati prima di procedere con soluzioni impattanti proprio nella stessa zona. Sempre riguardo a questo studio, ho chiesto se sono stati valutati solamente i rischi per l’inalazione delle sostanze nocive o sono stati effettuati anche studi sull’alimentazione, che è la causa per il 95% dell’assunzione di diossine per l’uomo.

Ho ricordato a tutti i colleghi presenti, molti dei quali non avevano il minimo interesse e conoscenza del problema, che le sostanze cancerogene non hanno una soglia, un limite sotto il quale il rischio è zero, e che solo l’assenza di esposizione a queste sostanze garantisce un rischio zero. In questi casi, quindi, si parla sempre di livelli di accettabilità del rischio, denominazione aberrante per indicare che per il “bene della comunità” (economico, sociale) si accetta il rischio per la salute di pochi. Questa ipotesi è ovviamente oscena, soprattutto quando esistono alternative possibili ed economiche, che rendono inaccettabile qualsiasi ulteriore rischio sanitario.

Ho chiesto se sono stati fatti studi sulle alternative all’incenerimento, sulle modalità di raccolta differenziata, e chi li ha fatti (il gestore). E’ strano che il gestore di un servizio spinga molto su una soluzione di gestione dei rifiuti, dicendo che le alternative sono troppo costose. Se questo fosse vero, il gestore spingerebbe verso quelle più costose, trattandosi di una SPA che ha come scopo quello di guadagnare sui servizi. Questa è una dimostrazione della falsità delle dichiarazioni sulla raccolta porta a porta, come dimostra anche la città di Parma, che ha appena affidato al consorzio Priula la gestione dei rifiuti, con un obbiettivo minimo del 56% di recupero di materia.

Sull’abbattimento dei fumi, ho detto che gli inquinanti non vengono eliminati dai filtri, ma solamente trasformati da uno stato aeriforme ad uno stato solido. Questo significa che i rifiuti speciali altamente inquinanti avranno un loro percorso di smaltimento, che nel nostro caso farà il giro dell’Emilia-Romagna (il centro di gestione più vicino è a Ravenna, con buona pace della indipendenza ed autosufficienza territoriale). Nulla cambia e rispetto al passato c’è solo un filtro in più. Se questo è comunque positivo, nulla si è fatto per arginare il problema alla fonte, e la riduzione (primo obiettivo della gestione dei rifiuti) diventa una riduzione dell’aumento inizialmente previsto con un gioco di parole al limite dell’accettabilità morale.

Sulle opere di compensazione, non si vede un minimo di logica. Si tratta come opera utile alla collettività per migliorare la situazione attuale il monitoraggio del nuovo impianto (che è necessario, ma è reso tale dall’impianto e quindi non può essere considerato compensativo dello stesso!!!), il teleriscaldamento (spese a carico dei cittadini, quindi un business per il gestore, non una compensazione per i cittadini), 8 ettari di bosco (che però devono essere acquistati dal Comune, Hera pianta solo gli alberi). Tutte le altre opere, se si ritengono necessarie, vanno eseguite indipendentemente dall’impianto.

Ho chiesto infine che si smetta di parlare del 50% come l’obiettivo più alto della nostra regione, visto che Parma proprio in questi giorni ha affidato il servizio al consorzio Priula con l’obiettivo minimo del 56% provinciale (e quindi non comunale).

La commissione è stata una ulteriore conferma della fragilità delle posizioni dei sostenitori del nuovo inceneritore, se ce n’era bisogno, ed ha dato modo di vedere i dati traballanti di ARPA ed AUSL, che dichiarano da un lato di avere poche informazioni e poche certezze, dall’altro sostengono che per questo motivo l’inceneritore non farà male.

Proprio l’esatto contrario del principio di precauzione.

Rapporto finale Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) Inceneritore di Forlì

Pubblico qui il rapporto finale ambientale della procedura di VIA della terza linea di incenerimento di Coriano, conclusosi con esito negativo a causa del parere negativo di AUSL e Comune di Forlì, e superato grazie ad una delibera di Giunta Provinciale che ha visto l’unico voto contrario dei Verdi

Rapporto Ambientale Finale VIA Inceneritore Coriano

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