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I progetti di Hera in contrasto con l’interesse pubblico

Riporto una lettera al Carlino di Ieri:
Progetti di Hera in contrasto con l’interesse pubblico
nella quale Davide Spagnoli si chiede il perché sia stato inserito a bilancio lo smaltimento di 70’000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla regione Campania e dalla Provincia di Asti, se la stessa nel suo progetto del termovalorizzatore di Forlì afferma che verranno smaltiti solamente i rifiuti della nostra provincia.
Il responsabile della redazione auspica che Comune e Provincia tengano in mano il bastone del comando, facendo l’interesse dei cittadini guidando le politiche della società privata multiservizi.

Lo diciamo da mesi, ormai, e sono contento che sia un’idea condivisa.

Inceneritore, “l’ultimatum” del Clan-Destino alla Provincia di Forlì-Cesena

Notizia ripresa da Sesto Potere

(29/7/2004 22:00) | INCENERITORE, “L’ULTIMATUM” DI CLAN-DESTINO ALLA PROVINCIA DI FORLì-CESENA
(Sesto Potere) – Forlì – 29 luglio 2004 – S’è svolta oggi la conferenza stampa indetta dall’Associazione Clan-Destino Onlus (con sede a Borgo Sisa) che annuncia: “Mercoledì 4 agosto, salvo ulteriori rinvii, qualora la Giunta provinciale di Forlì-Cesena si dovesse esprimere con parere favorevole alla richiesta di ampliamento dell’inceneritore da parte di Hera S.p.A., provvederemo all’immediata impugnazione degli atti ricorrendo ai Tribunali di competenza entro i termini previsti dalla legge”.
A detta dei membri dall’Associazione Clan-Destino esisterebbero infatti: “Molteplici presupposti che giustificano un intervento di tale portata e per questo abbiamo consegnato già da tempo il materiale agli studi legali, che assieme ai nostri esperti stanno elaborando il documento in questione. Auspichiamo altresì un coinvolgimento concreto anche di tutti coloro i quali hanno finora condiviso la nostra linea di pensiero volta alla diminuzione della produzione dei rifiuti, al riutilizzo e all’incremento della raccolta differenziata”.
Per l’Associazione Clan-Destino: “È attraverso tali progetti che si gestisce il problema dei rifiuti e si promuove la tutela della salute e dell’ambiente. All’interno di queste strategie proponiamo un progetto pilota da applicare ad un quartiere dell’area urbana di Forlì, al fine di dimostrare, attraverso la pratica, la fattibilità di tale proposta che prevede: l’applicazione dei criteri di raccolta differenziata porta a porta sulla base di un calendario appropriato; l’eliminazione dei cassonetti; la distinzione fra rifiuto organico e inorganico; incentivi al compostaggio domestico; la riduzione al minimo del rifiuto indifferenziato;
e l’applicazione della tariffa puntuale”.
“Tali criteri – sempre secondo Clan-Destino – sono già stati seguiti da diversi Comuni a partire dai modelli sviluppati nel Nord-Est e hanno consentito di raggiungere percentuali di differenziazione abbondantemente superiori al 50%”.(Sesto Potere)

Servizi odontoiatrici della nostra AUSL

In risposta ad un commento di un post precedente, che mi chiedeva di cercare informazioni nel merito del centro di ortodonzia della nostra AUSL, vi riporto quanto ottenuto grazie alla gentile risposta di Lucio Boattini, del nostro distretto.

Gentile Consigliere Ronchi, rispondo alla richiesta di informazione.
L’attività di ortodonzia nella nostra Ausl continuerà, con modalità organizzative e logistiche diverse dalle attuali, che cerco di
sintetizzarle:
– la sede di Forlì, attualmente in via G.Saffi, sarà trasferita presso l’Ospedale Morgagni Pierantoni, da inizio 2005, in un’area dedicata, priva di barriere architettoniche, con attrezzature completamente rinnovate, ed incremento degli orari pomeridiani, più graditi all’utenza in età scolare;
– vengono confermate le sedi perifiche di Forlimpopoli e S.Sofia, attivate in fase sperimentale nel corso del 2004;
– cambieranno dal 2005 le modalità di gestione, che sarà affidata, tramite contratto con la ditta che si aggiudicherà la gara indetta in questi giorni, che continuerà a lavorare con le attuali modalità nei confronti degli utenti, nelle sedi dell’Ausl sopra specificate;
– tutta la materia inerente l’attività odontoiatrica (compresa l’ortodonzia) sarà oggetto di una prossima delibera regionale di
riorganizzazione del’attività stessa (la regione peraltro regolamenterà sia l’ammontare delle tariffe a carico dei cittadini sia
eventuali tariffe differenziate a seconda del reddito familiare).

Giovedì sciopero dei telefonini

di Selena Delfino (redazione@vita.it), 12/07/2004

Lo ha proclamato Intesa-consumatori per protestare contro il caro-tariffe imposto dalle compagnie telefoniche.

In arrivo per giovedì prossimo il primo sciopero generale dei cellulari in Italia. Ad indire la protesta, dalle 12 alle 14, Intesa-consumatori che raggruppa le maggiori associazioni dei consumatori, Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, contro il caro-tariffe imposto dalle compagnie telefoniche. Uno sciopero che potrebbe costare alle compagnie telefoniche fino a 500 milioni di euro. L’iniziativa, che ricalca quanto nello stesso giorno accadrà in Libano ma per 24 ore consecutive, vuole richiamare l’attenzione sulle pesanti condizioni applicate dalle compagnie telefoniche italiane: “inutili scatti alla risposta, aumenti dei prezzi degli sms (15 centesimi di euro l’uno mentre in Francia il loro prezzo è sceso a 9 cent), servizi inutili, promozioni truffaldine, chiamate ai telefoni fissi a prezzi da capogiro, loghi e suonerie che rappresentano solo l’ultimo business della telefonia mobile”, spiega una nota unitaria.

Ma non e’ solo questo. I consumatori protestano anche contro “la vergogna del roaming internazionale”, già denunciato dall’Intesa alla Commissione Europea, con tariffe misteriose e assenza di trasparenza sui costi a carico degli utenti italiani che vanno all’estero e che vogliono utilizzare il telefonino. Anche il business della number portability è nel mirino di Intesa visto che i gestori continuano a trattenere i crediti residui di chi cambia compagnia oltre alla difficoltà di riuscire a conoscere il gestore a cui appartiene un numero da chiamare. Dalle 12 alle 14 di giovedì 15 luglio, dunque “i cittadini italiani sono invitati a spegnere il telefono cellulare: nessuna telefonata effettuata e ricevuta, nessun sms spedito, nessun mms inviato o ricevuto. Niente di niente. “Per 2 ore – spiega la nota di Intesa Consumatori- il telefonino deve magicamente sparire dalle vite degli utenti, manipolati in maniera subdola dagli operatori telefonici, attraverso servizi e tariffe innovative pensate proprio allo scopo di spingere i cittadini a utilizzare il più possibile il cellulare (come quelli che ci avvertono quando qualcuno ci ha cercato o quelli che ci invitano a richiamare qualcuno che prima aveva il telefono spento, ecc.) spendendo cifre non indifferenti”.

E conti alla mano i consumatori dimostrano come solo l’1,5-2 euro dei 4 che un cittadino spende mediamente ogni giorno con il proprio cellulare sono effettivamente spesi per secondi reali di telefonate utili. “Tutto il resto è assorbito da scatti alla risposta, arrotondamenti strani, sms non indispensabili, mms, richiamate a soggetti che avevano trovato il telefono spento o non raggiungibile, richiamate per linee che cadono…”. Una spesa che moltiplicata per tutti i giorni dell’anno e per la collettività degli utenti risulta, per i consumtaori “a dir poco stratosferica e che viene intascata dalle compagnie della telefonia mobile che per l’invio di un sms richiedono 0,15 euro, quando per loro il costo industriale di un sms ammonta ad appena 0,1 centesimi di euro”, proseguono ad una sola voce Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori. Intesaconsumatori chiederà inoltre formalmente all’Autorità per le comunicazioni di monitorare nelle due ore di sciopero il flusso di telefonate da e verso i cellulari e l’invio di Sms così da poter verificare con puntualità l’adesione degli utenti alla nuova forma di protesta.

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