Salute

La mia cara vecchia auto

Domenica e lunedì sono state pubblicate sulla stampa locale due lettere al direttore sulla questione delle auto vecchie e della sostituzione per limitare l’inquinamento. Nella prima lettera firmata, indirizzata all’Assessore Sandra Morelli che ha la delega alla mobilità Sostenibile del Comune di Forlì, si esprime l’impossibilità di cambiare auto.

Pubblico entrambe, assieme ad una riflessione personale.

La mia cara vecchia autoRisposta Morelli

L’idea che cambiare auto porti un beneficio sicuro per l’ambiente è abbastanza fragile, perché spesso non si calcolano i costi ambientali della costruzione delle nuove vetture e dello smaltimento di quelle vecchie. Proprio per questo una politica seria punta non solo all’ammodernamento, ma anche alla riduzione dell’uso del veicolo privato a favore di altre forme di mobilità meno inquinanti:
– car pooling (utilizzo del mezzo da parte di più persone)
– mezzi pubblici
– mobilità dolce (bici, piedi, etc)
– mezzi elettrici
– riduzione degli spostamenti (ad esempio tramite servizi online, come quelli delle banche)

Le soluzioni sono tante, e tutte devono concorrere per migliorare la situazione. Nessuno, però, deve sentirsi esonerato dalla risoluzione del problema, proprio perché uno sforzo collettivo può portare a notevoli benefici comuni. Non deve sentirsi esonerato il signore con la vecchia e cara auto, ma non deve farlo nemmeno chi ha appena comprato un’auto euro 4 e magari pensa di non inquinare affatto.

Trasformiamo i costi energetici in lavoro!

Questo è l’articolo che ho appena inviato per il prossimo numero di Comune Aperto, sul piano energetico ed ambientale del Comune di Forlì:

Trasformiamo i costi energetici in lavoro!

Alla fine dello scorso gennaio il Consiglio Comunale di Forlì ha votato l’adozione del piano energetico ed ambientale. Un documento molto corposo, che contiene le misure più importanti che la nostra amministrazione intende realizzare per diminuire gli sprechi energetici e l’impatto dell’uso dei combustibili fossili per ambiente e salute dei cittadini. Un documento che non contiene previsioni di nuovi impianti di produzione di energia.
Oggi il territorio comunale consuma circa 320’000 tonnellate di petrolio equivalente. Una spesa enorme sia dal punto di vista dell’economia locale, costretta ad importare dall’esterno le fonti di energia, sia dal punto di vista ambientale, dal momento che la produzione ha un suo fortissimo impatto in termini di emissioni di inquinanti.
La priorità di oggi è quella di ridurre i consumi, perché gli investimenti su questo settore sono quelli che danno ritorni economici più immediati.
Ridurre gli sprechi energetici è una priorità mondiale e locale allo stesso tempo, dal momento che ad ogni intervento si sostituiscono ai costi per le fonti fossili di energia, estratte altrove, costi inferiori sostenuti per la manutenzione e ristrutturazione degli edifici.
Così, banalmente, parte di quello che oggi spendiamo in gas potremmo investirlo in lavoro di persone che vivono sul territorio, incrementando l’economia locale e riducendo il nostro impatto ambientale allo stesso tempo. Questi investimenti, infatti, si trasformano direttamente in lavoro per gli installatori (elettricisti, muratori, idraulici) ed in minori spese per i proprietari degli edifici.
Per questo motivo da tempo, attraverso mozioni ed ordini del giorno, spingo affinché sul nostro territorio si diffonda la consapevolezza di questa possibilità di risparmio per l’amministrazione e per i cittadini, attraverso l’istituzione degli strumenti adeguati.
Uno per tutti, che ho citato più volte nei miei interventi in Consiglio Comunale, sono le ESCO, società che realizzano a proprie spese interventi di ristrutturazione degli edifici, pagandosi i costi attraverso il risparmio energetico realizzato. Se oggi per un edificio il Comune spende 100, dopo 5-6 anni dall’intervento di questa società l’amministrazione spenderà la metà o ancora meno, a seconda degli sprechi iniziali. I 5 anni di invarianza delle tariffe servono per coprire le spese e finanziare l’opera, mentre per quanto riguarda la dipendenza dal gas e le emissioni in ambiente si ottengono miglioramenti immediati.
Il piano energetico del Comune di Forlì è un buon piano, che segue alcune delle indicazioni che i Verdi propongono da tempo, attraverso azioni pratiche realizzabili in breve tempo: micro cogenerazione e teleriscaldamento, adeguamento alle normative europee per la riduzione dei consumi degli edifici, l’accordo di programma per la mobilità sostenibile, la bioarchitettura, gli acquisti verdi ed altro ancora.
Affinché queste indicazioni abbiano in tempi rapidi una applicazione pratica ho chiesto attraverso un ordine del giorno che sia discusso in commissione l’adeguamento al piano energetico dei nostri regolamenti comunali, a partire da quello edilizio. Lo stesso ordine del giorno chiedeva anche l’adesione del Comune di Forlì all’iniziativa internazionale sul risparmio energetico, promossa dalla trasmissione Caterpillar di Radio 2.
Il risparmio energetico non è positivo solo per la salute, aspetto che da solo dovrebbe essere sufficiente per giustificare i necessari investimenti, ma anche per l’economia locale: ogni euro risparmiato di GAS e petrolio è un euro che può trasformarsi in lavoro per i forlivesi.
Basta ripensare alle 320’000 tonnellate di petrolio equivalente consumato ogni anno nel nostro Comune per capire su quale fonte di energia e di rilancio dell’economia siamo seduti.

Menzione Speciale per la Tesi di Andrea Zanfini

Un anno fa, il 3 Febbraio 2006, pubblicavo su questo blog la tesi di Andrea Zanfini, un ragazzo che ha studiato le “Valutazione delle emissioni da parte del parco veicolare dell’area Urbana di Forlì”. Poi abbiamo realizzato assieme a lui un aperitivo informativo sul suo lavoro:
aXinfo – Aperitivo tematico sull’inquinamento di Forlì
Materiale aXinfo – Aperitivo tematico sull’inquinamento di Forlì

Oggi scopro che ha ricevuto per questo suo bel lavoro una menzione speciale in occasione del Premio di Laurea Paolo Schmidt di Friedberg 2006, per aver saputo utilizzare in modo chiaro, completo ed ordinato una modellistica consolidata, applicandola ad una problematica di primaria attualità.

Ancora complimenti!

Piano del Traffico del Comune di Forlì

Giovedì 1 Febbraio è stato presentato in seconda commissione il documento che raccoglie le osservazioni e le controdeduzioni al piano del Traffico del Comune di Forlì, che presumibilmente verrà approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 19 Febbraio.

Le osservazioni sono poche, quasi tutte presentate dalle circoscrizioni e dalla Provincia, oltre che dall’associazione FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Nessuna osservazione è contraria all’impostazione del Piano del Traffico presentata in commissione dall’assessore dei Verdi Sandra Morelli, nonostante sulla stampa al momento dell’adozione siano state pubblicate alcune critiche per una programmazione valutata “troppo ambientalista”.

Questo anno di dibattito con la città ha dimostrato che le proposte dell’Assessore e dell’Amministrazione erano tutt’altro che irrealistiche, e che la gradualità della loro attivazione può portare benefici alla mobilità ed all’inquinamento di Forlì. Chi ha deciso, in questo tempo, di approfondire il problema ha capito che altre soluzioni non ce ne sono.

In Commissione l’opposizione era quasi totalmente assente, e si sono registrati solo gli interventi di Aprigliano e di Nervegna.

I quotidiani parlano di toni pacati, anche io credo che il dibattito abbia dimostrato il contrario: come per il piano energetico del Comune di Forlì le critiche sono pregiudiziali e non si basano su proposte alternative concrete. Abbiamo assistito, a mio parere, alla sterile necessità dei banchi dell’opposizione di criticare una amministrazione che sta facendo dei passi importanti, grazie soprattutto al lavoro degli assessori all’ambiente ed alla mobilità, per la riduzione dell’inquinamento della Città e per la diminuzione di rischi per la salute, dagli incidenti alle polveri sottili.

Spero che prima del dibattito in Consiglio Comunale chi vorrà continuare queste critiche decida di leggere finalmente il Piano Generale del Traffico in discussione e di informarsi un minimo sul tema e sulle soluzioni possibili per questi problemi.

Altrimenti assisteremo ad una discussione sterile e superficiale come quella sul piano energetico, che purtroppo non ha saputo dare molti contributi interessanti, proprio per la completa mancanza di interesse su questi temi della maggior parte dei miei colleghi.

Inquinamento atmosferico e danni alla salute

Ricevo ed inoltro l’ultimo numero del bollettino di ISDE Italia, dedicato all’inquinamento atmosferico ed i danni alla salute, scritto da un comitato scientifico costituito da medici.

INQUINAMENTO ATMOSFERICO E DANNI ALLA SALUTE

L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) in relazione a temi di grande attualità – riportati con ampio risalto sulla stampa, ma spesso dibattuti in modo superficiale e o addirittura fuorviante – valuta che considerare trascurabile il rischio da inquinamento atmosferico sia un’operazione scientificamente infondata ed eticamente scorretta e ritiene di dovere rendere di pubblico dominio le seguenti considerazioni.

1) Vi è da tempo l’incontrovertibile evidenza del ruolo causale dell’inquinamento dell’aria nell’aumentare la frequenza di danni acuti, subacuti e cronici alla salute, nonché di effetti nocivi a lungo termine particolarmente preoccupanti in quanto riguardano i bambini e le generazioni a venire. Lo spettro di patologie la cui frequenza risulta aumentata in relazione al grado di inquinamento atmosferico va dalle malattie cardiocircolatorie alle affezioni respiratorie, ai tumori.

2) Vi è un sostanziale consenso da parte dei ricercatori scientifici sul ruolo rilevante dei fattori ambientali nella genesi del cancro ed in questo contesto è innegabile il ruolo che anche l’inquinamento atmosferico comporta.

3) I principali studi condotti in Europa ed U.S.A. sulla correlazione fra inquinamento atmosferico e cancro al polmone sono concordi nel valutare che per ogni 10 µg/m3 di PM 2.5 si registra un incremento tra l’8% ed il 14% di neoplasie polmonari. Si ricorda che l’OMS ha stimato la quota di decessi attribuibili a valori di PM10 oltre 20µg/m3 in 13 città italiane con oltre 200.000 abitanti sulla base dei valori di PM10 registrati negli anni 2002-2004. La stima è di 8220 morti/anno di cui 742 morti/anno per cancro del polmone.
Si stima che in Europa le morti premature/anno per polveri sottili ( PM2.5) siano 348.000.

4) Non può non destare allarme il drammatico aumento di tumori che si prevede nei Paesi in via di sviluppo e l’incremento che si registra nel nostro continente specie nel sesso femminile e, soprattutto, in bambini ed adolescenti: in Europa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento dell’1,2 % annuo dei tumori fra 0 e 14 anni e dell’1,4% tra i 14-19 anni.

5) L’enfasi data alla riduzione della mortalità per cancro specie nel sesso maschile – quale segnale di una inversione di tendenza nei confronti delle patologie neoplastiche – può essere fuorviante e indurre a sottostimare l’aumento dell’incidenza dei nuovi casi di cancro e di patologie associate all’inquinamento. I miglioramenti registrati in campo oncologico sono da ascriversi alle migliori procedure diagnostiche e terapeutiche e al prolungamento della sopravvivenza che si ha nelle fasi avanzate della malattia. Tali risultati, sicuramente importanti, sono tuttavia spesso ottenuti con terapie molto costose che solo raramente permettono di raggiungere una completa e definitiva guarigione e che comportano un percorso di sofferenze e di difficile vita.
Non dimentichiamo che la Medicina ha registrato i suoi più grandi successi (ad es. nelle malattie infettive) quando, per una corretta prassi di prevenzione primaria e secondaria (miglioramento delle condizioni igienico/ambientali, vaccinazioni ecc.), l’incidenza di alcune malattie si è drasticamente ridotta.

6) Troppo spesso viene identificata la prevenzione del cancro con la sua diagnosi precoce, (possibile tramite screening solo per alcune forme di tumore): questa confusione dei termini distrae dal concetto che la vera prevenzione del cancro, e di molte altre malattie cronico-degenerative, consiste nella Prevenzione Primaria, ossia nella riduzione della esposizione di tutta la popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili.

7) Una seria politica di tutela sui luoghi di lavoro ha ridotto una parte delle neoplasie professionali, ma spesso ci si dimentica che le sostanze tossiche e nocive non cessano di essere tali una volta uscite dalle fabbriche: i gravi danni prodotti sull’ambiente e sulla salute di intere popolazioni da grandi insediamenti industriali presenti in numerose località italiane dovrebbero essere di monito per chi ancora cerca di imporre programmi di sviluppo industriale “selvaggio”.

8) Può essere fuorviante attribuire la maggior incidenza di cancro principalmente allo stile di vita (dieta-attività fisica-fumo): nessuno di noi mette in discussione il ruolo del fumo di tabacco, ma appare assurdo continuare a sottovalutare gli effetti dell’inquinamento a cui l’intera popolazione è esposta (da catena alimentare, traffico veicolare, impianti industriali, smaltimento dei rifiuti, sostanze chimiche e farmacologiche utilizzate in agricoltura – zootecnia etc).

9) Se davvero si vuol cercare di invertire il trend degli ultimi decenni, le ingenti risorse oggi impiegate sul versante della diagnosi e della terapia, dovrebbero essere investite anche in Prevenzione Primaria, che appare come l’unica in grado di ridurre gli enormi costi umani ed economici che queste malattie comportano.

10) È assolutamente necessario che ad affrontare una tematica tanto delicata siano persone per le quali possano essere totalmente esclusi possibili conflitti d’interessi.

ISDE Italia – Referenti territoriali e Comitato Tecnico Scientifico:
Baccari Franco (Campobasso), Beccastrini Stefano (Arezzo), Bianchi Fabrizio (Pisa), Burgio Ernesto (Palermo), Cancemi Gioacchino (Massa), Carlozzo Bianca Maria (Bologna), Caroselli Antonio (Rieti), Cherubini Mariano (Trieste), Costani Gloria (Mantova), Crosignani Paolo (Milano), Diaferia Giorgio (Torino), Fabbri Fabrizio (Roma), Faggioli Antonio (Bologna), Falliti Giuseppe (Messina), Forestiere Francesco (Roma), Frusi Mario (Cuneo), Gasparini Luigi (Ferrara), Generoso Massino (Firenze), Gennaro Valerio (Genova), Gentilini Patrizia (Forlì), Giacchi Mariano (Siena), Grasso Anna (Siena), Guerra Manrico (Parma), Laghi Ferdinando (Cosenza), Lauriola Paolo (Modena), Licari Silvano (Caltannissetta), Migaleddu Vincenzo (Sassari), Miligi Lucia (Firenze), Mocci Mauro (Civitavecchia), Panti Antonio (Firenze), Petronio Maria Grazia (Pisa), Picano Eugenio (Pisa), Porcile Gianfranco (Cuneo), Reali Daniela (Pisa), Romagnoli Alessandra (Grosseto), Romizi Roberto (Arezzo), Sabatini Viviana (Bologna), Sciacca Santi (Catania), Seniori Costantini Adele (Firenze), Tomatis Lorenzo (Trieste), Tucci Pier Luigi (Firenze), Valerio Federico (Genova), Vantaggi Giovanni (Gubbio), Ventura Mariateresa (Bari), Vigotti Mariangela (Pisa), Vineis Paolo (Londra), Zamaro Gianna (Udine).

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