Month: Settembre 2003

Report: L’altro terrorismo (23/9/03)

Puntata del 23 settembre 2003 Ore 20:50 – Rai 3:

Attacco alle torri gemelle
Chi si assume l’onere di combattere una Guerra al Terrorismo su scala mondiale deve innanzi tutto possedere requisiti morali ineccepibili, che sono i cardini della credibilità pubblica dell’intera azione.
Moralità significa, riconoscere tutti i terrorismi e punire tutti i terroristi.
Nella puntata “L’Altro terrorismo” emerge che le tre nazioni oggi alla guida della guerra al terrore, Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia, sono colpevoli di uso del terrorismo e inoltre applicano un sistema di due pesi e due misure per cui mentre pretendono di punire i terroristi loro nemici con azioni di guerra globale, si riservano il diritto di proteggere e negare alla giustizia i propri terroristi. Paolo Barnard e Giorgio Fornoni, autori dell’inchiesta, dimostrano questa controversa tesi con prove documentali, tratte dagli archivi segreti di Stato americani, britannici e russi, dagli archivi della CIA e da testimonianze inedite. Queste stesse nazioni democratiche hanno pubblicato manuali per torturatori e assassini, ordinato ai loro agenti di ammazzare giudici, funzionari di Stato o insegnanti, hanno pianificato di affondare navi di civili, hanno, per esempio, addestrato, armato e protetto i terroristi responsabili del massacro di 400 bambini e 800 donne in Salvador. Viene rivelato che il più grande campo d’addestramento per terroristi del mondo si trova proprio negli Stati Uniti, ed è gestito dall’esercito americano, e che Orlando Bosch, considerato dall’FBI “terrorista abominevole e senza pietà per la vita umana” vive libero, e protetto a Miami. Per alcuni di questi crimini, gli Stati Uniti furono condannati per “Terrorismo” dal più alto tribunale mondiale, la Corte di Giustizia dell’Aia, ma ignorarono la sentenza. Infine, testimoni e documenti dimostrano l’intenzionale sterminio dei civili ceceni ad opera dell’esercito di Mosca in una campagna di terrore. Ma al contrario di quel che avvenne nei Balcani, hanno ottenuto l’approvazione incondizionata di Stati Uniti e Gran Bretagna.
Ci si chiede se una guerra al terrore condotta con una doppia moralità sia destinata al successo o al fallimento.

Microsoft cancella Linux da Xbox

E’ accaduto a un utente tedesco che aveva utilizzato l’exploit di MechAssault per installare Linux: Microsoft da remoto avrebbe cancellato tutti i file. Dalle nostre parti, questo si chiama accesso abusivo a un sistema informatico.

Si chiama Michael Stein ed ha il non invidiabile record di essere stato il primo europeo a vedere la sua Xbox passata al setaccio da Microsoft in remoto, e ad aver visto cancellare i suoi file sgraditi a Microsoft, ovvero Linux. La cosa assurda è che lui non è iscritto a Xbox Live, il servizio di Microsoft che consente di giocare con altri sfidanti collegando la Xbox a Internet.

Un fatto del genere avviene non negli Usa ma in Europa, dove la famigerata licenza Eula americana non ha alcun valore. Michael Stein ha comprato la Xbox in Germania e ha utilizzato il noto exploit di MechAssault per installare Linux sulla sua Xbox. Ha pure fatto il bravo ragazzo, ovvero non ha installato il chip di modifica sulla Xbox.

Ma un bel giorno decide di provare a configurare Xbox Live. Non è iscritto al servizio, si limita solo a impostare i parametri di configurazione e poi lascia perdere. Anche qui non sigla nessuna Eula, che neppure gli viene proposta (ovvio: non è iscritto a nulla).

Poi più nulla. Stein continua a usare la sua Xbox come fosse un Pc. D’altronde lo è, e con Linux gira pure bene. Ma un giorno sceglie per sbaglio Xbox Live dal menu: ecco comparire la scritta: “Xbox Live is updating your system. Please don’t turn off your Xbox console”. Risultato: Linux e tutti i file sulla Xbox che servono per l’exploit sono magicamente scomparsi.

In pratica Microsoft si è collegata in remoto a una proprietà privata (la Xbox è questo in Europa!) e ha cancellato file di proprietà altrui senza permesso. Dalle nostre parti questo atteggiamento si configura come un reato..

In Germania, come d’altronde in Italia, l’accesso e la modifica di dati di un computer non autorizzati sono illegali e punibili con il carcere. L’art. 615 ter del nostro Codice Penale (Accesso abusivo a un sistema informatico o telematico) recita infatti: “Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni”. A quando Bill Gates in carcere?

Se l’Europa deve seguire l’America forse sarebbe il caso che iniziasse dalle cose positive e non da quelle deleterie per le libertà individuali di ognuno di noi. Se io mi azzardassi a penetrare in un sistema altrui e a cancellare file legittimi o anche illegali, posseduti da tale persona, sarei passibile di carcere e sanzioni amministrative, ma se questo lo fa Microsoft gode della più totale impunità.

In America, per qualche contorto cavillo legale, chi compra una Xbox non ne diviene il proprietario ma compra solo il diritto a usarla, in pratica una sorta di comodato d’uso perenne; sotto questo cappello legale Microsoft si può permettere di agire in questo modo senza avvertire prima l’utente.

In Europa questa mostruosità giuridica non esiste e quindi come può Microsoft permettersi di agire in questo modo? E’ molto semplice e inquietante insieme: Microsoft non potrebbe ma, vista la sua potenza economica e la protezione che l’amministrazione Bush le ha concesso, lo fa lo stesso.

Video dell’incontro di Bologna: “Brevetti software: è giusto brevettare un’idea?”

Bologna, 18 Settembre 2003 – Al Caffè La Linea, il Forum per il Software Libero ha organizzato un incontro dibattito dal titolo, ‘Brevetti software: è giusto brevettare un’idea?’. Al centro della discussione la imminente votazione al Parlamento Europeo sulla nuova direttiva che da più parti si teme possa introdurre per legge la possibilità di brevettare un software. Fra gli intervenuti, il senatore dei Verdi Raffaello Cortiana e il professor Renzo Davoli dell’università di Bologna.

Radio Radicale ha messo ha filmato l’evento e messo a disposizione i video in streaming nella pagina:
Incontro a Bologna 18-9-2003

Altro materiale audiovideo lo potete trovare nella pagina
Media ed Internet, dove sono disponibili diverse interviste e speciali sul problema dei brevetti software.

Oggi riparte l’iniziativa di Legambiente “CIttà Senz’auto” in settanta comuni

(ANSA) – ROMA – Torna da oggi in molte citta’ italiane l’ iniziativa di Legambiente ‘giornate senz’ auto’. Il primo appuntamento delle giornate antismog coinvolgera’ 70 comuni in tutta Italia. Legambiente ricorda di aver presentato all’ inizio dell’ anno ai sindaci dei Comuni italiani di proseguire autonomamente l’ esperienza delle giornate senz’ auto sospese dal ministero dell’ Ambiente. ”E’ nata cosi’ l’ iniziativa ‘Citta’ Senz Auto’, con la convinzione – spiega Legambiente – che, se chiudere la citta’ al traffico per un giorno non risolve nulla sul fronte dell’ inquinamento atmosferico, risulta invece fondamentale sul piano culturale, per indirizzare e cambiare gli stili di vita e le abitudini degli italiani. Inoltre i cittadini che sperimentano la città senza traffico, godendone dunque le bellezze e gli spazi senza smog ed automobili, sono anche cittadini più disponibili a sperimentare misure di limitazione permanente del traffico veicolare privato”. ”Se l’ attenzione sui problemi della vivibilita’ urbana raggiunge i massimi livelli solo nei mesi invernali -secondo l’ organizzazione ambientalista- e’ anche perche’ manca a livello nazionale una strategia concreta di riduzione del traffico nei nostri centri urbani. Risultato: tornano a gennaio e febbraio, puntuali ogni anno, gli allarmi e i rischi per la salute a causa di traffico e smog. E non e’ stato certo un segnale incoraggiante quello lanciato dal ministero dell’ Ambiente che ha deciso di abbandonare l’esperienza delle domeniche ecologiche, senza motivo apparente, ritenendole inutili ma senza far seguire poi provvedimenti alternativi, ne’ sul piano culturale e degli stili di vita, ne’ sul piano delle misure concrete contro traffico e smog”.(ANSA). GER

Intervista ad Andrea Soldani su Nowartv

È disponibile sul sito www.nowar.tv l’intervista dove Andrea Soldani, già regista di Sciuscià, ragiona sulle possibilità di costruire un altra televisione.

Nowartv, un'altra televisione è possibile

Nowar.tv è una televisione trasmessa via internet, dove tutti i servizi si possono guardare in streaming, in maniera gratuita e libera dai vincoli degli orari dei palinsesti.
La mia opinione è che nei prossimi anni altri seguiranno questa strada, aprendo una loro televisione su internet, dato il basto costo di produzione e l’elevato numero di persone che possono usufruire del servizio, in qualsiasi momento.

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