Year: 2005

Il supporto di Dreamhost

Queste sono le cose che mi fanno piacere.
Ho avuto un piccolo problema con DreamHost (non mi avevano attivato l’account shell), ed ho cercato aiuto.
L’help mi dava 3-4 possibilità, tra le quali il knowledge base (una sorta di manuale – faq) , un wiki, un forum, un modulo di richiesta ed una chat live.
Cercando qua e là non ho trovato nessuno con un problema simile, quindi ho chiesto aiuto tramite il form. Due o tre ore dopo mi arriva la risposta, che vi allego, seguita da due email che mi dicono che hanno risolto il problema.

Bene, molto bene, molto meglio di Aruba, considerando che sono dall’altra parte del globo.

Hello,

On Thu, 27 Oct 2005, you wrote:
> I have registered two new domains, but I cannot login with ssh.

> I use a linux box, and I’m doing
>
> ssh aronchi@alessandroronchi.net
> The password is correct, but I cannot log in.
> I tried another ssh server and it works, so the problem is only with
> my dreamhost domains.

> Thanks in advance.

It looks like the home directory is not getting created on the server.
I’m having an admin look into it and let you know as soon as we fix it.

Thanks!

Andrea

Hosting Dreamhost con maxi sconto

Hosting Dreamhost a prezzi scontatiDreamhost è il servizio che ospita queste pagine, oltre che altri domini, con soddisfazione, da più di tre anni. E’ interessante perché ogni dominio aggiuntivo costa 10 dollari all’anno, e si hanno a disposizione molti servizi interessanti (come l’aggiornamento automatico di wordpress o joomla o mediawiki).

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I prezzi sono questi:

Tipo di Piano – Costo scontato – Costo originale non scontato
Monthly L1 – $29.90 – $59.90
Yearly L1 – $49.40$119.40
Two years L1 – $120.80 – $190.80
Monthly L2 – $29.90 – $69.90
Yearly L2 – $169.40 – $239.40
Two years L2 – $312.80 – $382.80

E via dicendo.

Quindi un anno di hosting + dominio + mysql + php + perl, con più di 145 giga di spazio ed 1.312 terabyte di banda che aumentano ogni settimana + tante altre cose, costa solo 49.50$. Mi pare un’occasione, perché il servizio è ottimo.

Inoltre da qualche tempo è anche ad emissioni zero.

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Blogcenter si espande, è nato Verdenatura

Luca di Pandemia ha aperto un nuovo blog, per il quale gli auguro la fortuna che si merita:

Su VerdeNatura trova spazio l’informazione sull’ambiente a 360 gradi: dalle ultime tecnologie per il risparmio di energia alle campagne di sensibilizzazione delle associazioni ambientaliste, dai grandi temi d’attualità fino alle notizie internazionali che si leggono con fatica sui giornali italiani.

Attenzione quindi al mondo della Natura, senza trascurare i progressi della scienza e della tecnologia. Sicuri che nulla può determinare un’inversione di rotta se non la forza dell’opinione pubblica, consapevole e informata.

Articolo:Influenza aviaria: pandemia, business o entrambi?

Influenza Aviaria - Virus H5N1In uno degli ultimi numeri di Schegge abbiamo parlato di rischio e di percezione del rischio. Dicevamo, ancora lontani dall’allarme di questi ultimi giorni, che le persone si preoccupano per quello che vedono, e solitamente osservano con maggiore attenzione quello che viene fatto loro notare.
L’influenza aviaria ci fornisce, purtroppo, una ulteriore possibilità di riflettere sulle differenze tra la visibilità di un problema e la sua reale consistenza.

I media, d’altra parte, non forniscono un quadro serio della situazione e delle cause che potrebbero scatenare una vera e propria diffusione nell’uomo.
Nei giorni scorsi, infatti, è passata l’informazione errata che per emarginare i rischi della diffusione dell’aviaria è stato introdotto l’obbligo di etichettatura delle carni. In realtà questa nuova regolamentazione ha avuto una gestazione molto più lunga, che deriva non tanto dagli attuali allarmismi, piuttosto dai vantaggi economici che ne derivano per le produzioni locali.
Quella che è una scelta del tutto condivisibile e che se verrà introdotta nella maniera adeguata permetterà una maggiore consapevolezza sulla provenienza del cibo è diventata una pubblicità negativa per le carni avicole.
Quando leggiamo un articolo, dobbiamo sempre chiederci qual’è lo scopo di chi scrive, su quale lato pende tra il fare informazione e la necessità di vendere un prodotto.
Se il prodotto è indipendente dalla qualità dell’informazione, spesso il bisogno di portare a casa uno stipendio prevarica l’etica del comunicatore, e di certo vende di più un falso allarmismo rispetto ad una analisi seria e pacata.

Tornando all’influenza aviaria, bisogna essere consapevoli del fatto che per passare dagli uccelli acquatici, i principali portatori del virus influenzale, all’uomo serve un passaggio intermedio, rappresentato dagli allevamenti dei maiali. In una intervista che ho pubblicato sul mio podcast CopiaCarbone.org∞ Mauro Delogu, ricercatore del Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale dell’Università di Bologna, ci fornisce qualche informazione in più di quelle che ci passano i telegiornali.
Spiega, ad esempio, che si può parlare di pandemia solo quando il virus riesce a mutare ed ad adattarsi particolarmente bene all’uomo, con la possibilità di trasmissione diretta da individuo ad individuo, ed acquisire la possibilità di uccidere le persone, che non possiedono gli anticorpi adatti a difendersi a questa nuova minaccia.
La minaccia di una nuova pandemia non avviene solamente attraverso l’adattamento dei virus animali, ma può anche arrivare dalla mutazione spontanee di virus già presenti nella popolazione umana: attenzione, quindi, all’uso di questo termine.
Mentre ci preoccupiamo troppo di evitare di mangiare la carne di pollo, assolutamente innocua perché sterilizzata, esageriamo nell’acquisto e nell’uso degli antivirali sull’uomo e negli allevamenti, esponendoci a grossi rischi a causa dell’adattamento dei virus alle contromisure preventive.
Questo ovviamente non significa che gli allevamenti intensivi non producano problemi ambientali ed etici, dal momento che gli animali vivono in spazi inferiori ad un foglio A4, ma dal punto di vista della diffusione del virus sono ragionevolmente sicuri.

I produttori dei farmaci e dei vaccini hanno brevettato i loro prodotti, e questo è un altro problema che dovremo affrontare. Se esiste veramente una soluzione al problema, la vendita a costi elevati da parte delle case farmaceutiche dividerà la popolazione mondiale in due grosse classi: chi può permettersi la sicurezza e chi invece non ha i soldi necessari per farlo.
E’ eticamente giusto?
La ricerca privata non è l’unica strada per arrivare ai vaccini, e certamente un governo o una organizzazione sovranazionale avrebbe la capacità ed il dovere di risolvere il problema in maniera tale da garantire un vaccino che sia di pubblico dominio.

Quando una multinazionale può trarre profitto da uno svantaggio diffuso nella popolazione, la nostra preoccupazione dovrebbe accentuarsi notevolmente, nonostante la quasi assoluta mancanza di informazione. Abbiamo già assaggiato più volte le cause del conflitto di interessi tra le major e la popolazione, per esempio nei paesi nei quali è stata privatizzata l’acqua potabile: la gente che ha sete non può permettersi di evitare di acquistare l’acqua per sopravvivere, ed è costretta a pagare più del valore del bene per farlo.

Se qualcuno può trarre grossi vantaggi economici dalla diffusione della pandemia, chi ci assicura che questa non verrà provocata appositamente?

Siamo capaci di inventarci malattie immaginarie, come è accaduto in America con l’ADHD (“Malattia da deficienza di attenzione e iperattività”) che si “cura” con il Metalfenidato (Ritalin) e che crea una dipendenza che spesso sfocia nell’abuso di cocaina, dubito fortemente che eviteremo per questioni etico-morali di favorire la diffusione di un virus dalle potenzialità economiche ancora maggiori.

Incentivi per convertire auto a GPL e Metano

Smog: in arrivo incentivi di 350 euro per convertire auto a GPL e metano. E’ stato infatti firmato, il 19 ottobre scorso a Parma, dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio l’accordo di programma del progetto Carburanti a basso impatto ambientale.
Lo stanziamento anti-smog, complessivamente di 20 milioni di euro, è così ripartito: 15 milioni di euro serviranno per incentivare i cittadini a convertire a GPL e metano i veicoli attualmente alimentati a benzina; 5 milioni di euro sono invece destinati a finanziare gli impianti di rifornimento per le flotte di pubblica utilità. L’accordo prevede che possa accedere al contributo chiunque voglia installare un impianto a GPL o a metano su un veicolo che risulti di proprietà e che sia residente in uno dei Comuni, individuati dalle Regioni e dalle Province autonome, nei quali i livelli di uno o più inquinanti atmosferici eccedano il valore limite. Il contributo è erogato per tutti i veicoli alimentati a benzina immatricolati fra il 1 gennaio 1993 ed il 31 dicembre 2000 appartenenti alle categorie “euro 1” e “euro 2”. L’incentivo previsto per la conversione di veicoli alimentati a benzina è pari a 350 euro, sia nel caso dell’installazione di un impianto di alimentazione a metano che nel caso dell’installazione di un impianto a GPL. Gli incentivi saranno disponibili al termine dell’iter procedurale che dovrebbe concludersi a fine novembre.

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