Berlusconi

Scatto d’orgoglio

Fa piacere odorare nell’aria uno scatto d’orgoglio, una tensione palpabile che nasce, probabilmente, dalla speranza di essere alla fine del berlusconismo.

E’ vero che c’è una bella e grande parte dell’Italia che è diversa, e che vorrebbe una rappresentanza diversa nelle istituzioni.

Che sia la maggioranza, però, io ho qualche dubbio, che spero riusciremo a contraddire.

La verità più probabile è che il berlusconismo, partito da Berlusconi, sia oggi molto inserito dentro ognuno di noi.

L’egoismo e la superficialità sopra ogni cosa, il completo disinteresse verso i problemi altrui e l’arroccamento verso il proprio personalissimo interesse è una cosa che riusciremo a lasciarci alle spalle?

La classe dirigente ne ha una bella colpa, è vero, ma possiamo sinceramente rifiutare ogni responsabilità personale? Possiamo ignorare il fatto di aver scelto, ripetutamente, cattivi rappresentanti, bevendo qualsiasi stronzata che ci veniva propinata come risolutiva?

Io credo che il sogno comune che buona parte di noi sta coltivando, debba per forza passare dal cambio singolare ed al tempo stesso collettivo di parte di noi stessi.

Tanto per farne un esempio molto pratico, smettendo di scaricare per strada un divano o un materasso accanto al bidone della spazzatura.

Che non è responsabilità del creatore o del politico che ci guida, ma delle braccia che lo portano materialmente sull’asfalto.

C’è chi dice no

La puntata di questa sera di Report era, come al solito, da vedere.

Prima un servizio, coraggioso ed importante, sui conflitti d’interesse di chi ricopre contemporaneamente troppi incarichi pubblici e privati, poi uno sulle proprietà acquistate da Berlusconi ad Antigua, un paradiso fiscale.

Da vedere anche per la nuova rubrica, “C’è chi dice no“, con la storia di una persona onesta che ha  bloccato 4 mln di euro di sprechi di una azienda pubblica,  rifiutato una tangente offerta per ripensarci.

“Ovviamente” è stato infine allontanato dalla direzione della società.

Sentire queste storie restituisce dignità al nostro paese, e ringrazio di questo chi ha il coraggio di affrontarle e chi ha il coraggio di raccontarle.

Una persona più uguale degli altri

Il progetto mediatico di distruzione di Fini è quantomeno interessante, nella sua volgarità.
Portato avanti dai suoi colleghi di partito ed attuale maggioranza, cosa vogliono dimostrare?
Che una delle più alte cariche dello Stato ed il secondo dirigente del PDL non è una persona onesta?
E se fosse vero, vorrebbero farci credere che ha perso la sua verginità, precedentemente intatta, solamente dopo i disaccordi con Berlusconi?
E tutti questi scoop non dovevano comunque venire fuori prima, invece che rimanere chiusi in un cassetto, pronti ad essere minacciati e pubblicati una volta rotto il rapporto politico?

Il messaggio che vogliono trasmettere è uno solo, sempre lo stesso, dalla presa facile: “sono tutti uguali”.
Purtroppo abbiamo ormai assimilato che esiste una persona più uguale degli altri, che mette tutto il suo impegno politico per annullare con la legge i propri processi in corso. L’abbiamo talmente metabolizzato che non è più una notizia, non è più uno scandalo e non interessa quasi più.

Però l’inseguimento dei suoi alfieri mediatici risulta, in questo contesto, piuttosto patetico.
Farebbe ridere, se fosse un film.

2 misure

Ma veramente Berlusconi ed i suoi scudieri pensano di riuscire a diventare i moralisti della politica nei confronti degli ex colleghi di partito?

Di far passare il messaggio che l’auto di lusso del quasi cognato è peggio dell’insieme di tutte le proprietà personali del premier?

Che di tutte le leggi fatte ad personam, non ultima quella a favore di Mondadori che ha saldato con un misero 5% i suoi debiti con il fisco, l’unica incompatibilità istituzionale sia quella di Fini?

Qualcuno che mangia ai banchetti

Bob Geldof accusa Berlusconi di aver totalmente disatteso le promesse fatte al G8 italiano in merito agli aiuti umanitari.

«Molti altri capi di Stato o di governo hanno ottime ragioni per sedere a quel tavolo. È del tutto inutile che a questi vertici partecipi qualcuno che si fa vedere, che stringe mani, che mangia ai banchetti, che firma il comunicato ma che poi non fa assolutamente nulla per rispettare gli impegni presi».

Welcome to Italy, Bob.

via Geldof accusa l’Italia: «Da voi solo strette di mano ma niente aiuti all’Africa» – Corriere della Sera.

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