Informatica

GreenCampIt

Il 5 di Maggio sarò a Genova al GreenCampIT per un talk sulla mia esperienza di politico blogger. Se avete dei consigli sulle cose che ritenere interessante affrontare durante la mia presentazione, scrivetemi un commento o una email privata. Partecipate all’evento, sarà una occasione interessante per parlare del rapporto, fortunatamente sempre più stretto, tra politica e web.

L’Associazione per il Software Libero ha vinto

Il Ministero del Lavoro ritira il bando impugnato dall’Associazione per il Software Libero

Non sarà necessario aspettare la sentenza definitiva nel ricorso n. 3838/2006 innanzi al TAR del Lazio promosso dall’Associazione per il Software Libero contro il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica) con il quale si impugnava il
Bando di Gara d’Appalto per la fornitura di prodotti Microsoft per un importo complessivo di Euro 4.539.184,55 , pubblicato in G.U.C.E. il 16.02.06.

Il Ministero ha infatti ritirato il bando con provvedimento di annullamento della gara (D.D.G. prot. 16/I/1141 del 19.02.2007).

Leggi l’articolo completo:
http://www.softwarelibero.it/abbiamo_vinto_it

Il riciclo dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche

Pecoraro: Il riciclaggio dei RAEE

RAEE è un acronimo che deriva da Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Tutti in casa abbiamo Raee che finora non sapevamo come smaltire e molto spesso finivano nella raccolta dei rifiuti indifferenziata.
Calcolando che in Italia attualmente si producono 800 mila tonnellate di RAEE l’anno, la media per abitante è di 14 kg.
Proprio per questo oggi – dal ministero dell’Ambiente – abbiamo inviato alla Conferenza unificata Stato – Regioni i tre decreti attuativi per la raccolta e il riciclo di tali rifiuti.

L’obiettivo da raggiungere a livello europeo e’ di 4kg di raccolta differenziata per persona, entro il 31 dicembre 2008 ed i nuovi decreti dovranno contribuire al raggiungimento di tale obiettivo generale e degli obiettivi specifici per quanto riguarda le percentuali di recupero e di reimpiego o riciclaggio.
Questo nuovo sistema prevede che, a partire dal 1° luglio 2007 il consumatore che acquisterà una nuova apparecchiatura elettrica o elettronica potrà consegnare quella vecchia al rivenditore, il quale sarà obbligato a ritirarla e avviarla agli appositi luoghi di raccolta. Cio’ consentirà una gestione di questo tipo di rifiuti più veloce e più rispettosa dell’ambiente.
Sono convinto che questa sia una svolta importante per l’Italia perche’ finalmente il nostro Paese si avvia verso un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti elettronici ed elettrici che ci avvicina agli altri paesi membri dell’Unione europea.

I servizi pubblici non dovrebbero andare su Second Life

Oggi ho visto un servizio televisivo che spiegava come la Regione Toscana stia investendo denaro pubblico per acquistare un’isola sul videogioco Second Life, per farsi pubblicità.

Questo, unito alla notizia simile riguardante la Farnesina, ed al nuovo spettacolo di Beppe Grillo, mi ha fatto riflettere su quello che potrebbe essere il futuro del rapporto tra amministrazioni pubbliche e questo videogioco.

Devo fare una premessa, noiosa ma necessaria: sono anche io un appassionato di videogiochi e gioco con il computer da quando i miei genitori mi hanno acquistato un Commodore 64. Ho giocato molto ad Ultima Online, che è un videogioco online di massa simile per certi aspetti a Second Life, ma ambientato in un medioevo fantasy. Non sono quindi tra quelli che dicono che i videogiochi fanno male, che spingono i ragazzi a buttarsi dai grattacieli perché pensano di poter volare, o cose del genere.

Quello che voglio capire è se è un bene o no che vengano spesi soldi pubblici su un videogioco, per dare servizi ai cittadini. L’opinione che mi sono fatto è che finché si rimane nel campo della pubblicità e della promozione turistica va tutto bene, ma non si deve arrivare al punto di aprire servizi ai cittadini su queste piattaforme. Non è una idea troppo strana, lo fanno già alcune aziende. Si apre un ufficio virtuale e si offre la possibilità di fare domande ad operatori pagati per rispondere, come se fossero in un ufficio pubblico, ma dietro all’interfaccia del videogioco.

Sono, tra l’altro, un fermo sostenitore della necessità di ampliare i servizi pubblici messi a disposizione attraverso internet, per diminuire la necessità degli spostamenti fisici, come concreta possibilità di riduzione dell’inquinamento atmosferico veicolare.

Credo, però, che l’idea di aprire servizi su Second Life, o su qualsiasi altro prodotto proprietario di questo tipo, sia molto pericolosa e non sappresenti un vantaggio per nessuno.

Prima di tutto è necessario pensare all’accessibilità dei servizi pubblici come ad un valore, che non va rispettato solo nel caso dell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Se si procede in questa direzione, aprendo help desk e front office su Second Life, si escludono da questi servizi le persone con difficoltà uditive e visive, che usano apparecchi appositi per navigare. Basta guardare i requisiti tecnici del videogioco per capire che non tutti possono permetterselo, e che sono automaticamente esclusi gli utenti Linux, oltre a quelli che hanno acquistato il nuovo sistema operativo di Microsoft o che hanno mantenuto quello vecchio. Questo impedisce la concorrenza sui sistemi operativi, su un settore, quello dei servizi pubblici su internet, che dovrebbe essere il più possibile standard (non solo a parole, come quelle spese dai vari ministri dell’informazione, mai seguite da vincoli concreti).

Inoltre S.L. è un videogioco a pagamento che necessita di banda larga, quindi non tutti i cittadini possono accedervi. Vengono esclusi quasi tutti gli abitanti delle montagne e delle campagne, che continuano a subire l’ennesima separazione dell’Italia, questa volta tra chi è raggiunto dal servizio e da chi non lo è.

Il fatto che sia un videogioco proprietario implica anche un’altro rischio. Ora ha un costo, ma questo potrebbe aumentare con l’aumento dell’interesse delle persone. Se gestito da una sola azienda senza interfacce standard che permettano la concorrenza, tutti i servizi implementati su questa piattaforma rischierebbero un aumento dei costi elevato sia per le amministrazioni sia per gli utenti.

Con i tempi che corrono, non mi pare il caso.

Meglio dedicare più attenzione ai servizi web, cercando di aumentare l’offerta e la facilità d’uso, e ridurre i casi che obbligano gli utenti ad utilizzare browser ed applicazioni proprietarie.

Se si vuole creare un software libero multipiattaforma che serva per visualizzare una realtà virtuale dove inserire servizi, ben venga, a patto che sia accessibile anche per chi non può vedere e/o non può sentire. Le barriere informatiche che creiamo oggi sono e saranno un costo aggiuntivo che possiamo permetterci di evitare.

Il browser Firefox supera quota 30% di utenti

Firefox 2Era da un po’ che non controllavo le statistiche dell’utilizzo dei vari browser per la navigazione web.
Anche se non mi stupisce molto, la notizia è importante: Microsoft ha perso uno dei suoi monopoli.
Basta guardare la pagina del w3c con i dati sulle percentuali di utilizzo: Firefox ha ormai superato il 30% degli utenti.

Questa notizia è importante per diversi motivi. Il primo dato di fatto è che i web designer sono ormai costretti a fare i conti con programmi diversi, e dovremmo finalmente essere lontani dai tempi bui in cui molti siti erano inaccessibili se non si utilizzava un determinato programma (solitamente quello della multinazionale americana, che deteneva il monopolio). Questo è importante perché sul web gireranno le applicazioni del futuro, ed è importante che gli strumenti per fruirne siano standard e liberi da monopoli, come lo sono le prese del telefono e della corrente elettrica.

Un altro dato di fatto è che il metodo di sviluppo del software libero riceve un’altra conferma di validità. Nonostante il monopolio preesistente, gli utenti alla fine cercano la qualità, ed anche se lentamente sono disposti a cambiare le proprie abitudini se il gioco vale la candela. Visto e provato Internet Explorer 7, immagino che questo trend sia destinato a continuare, e forse un giorno vedremo sul sito di Microsoft comparire una scritta di resa, come quella che viene mostrata quando si cerca di scaricare IE per Mac (“scaricate Safari”).

Come ultima cosa si spera che questa transizione migliori anche la sicurezza dei sistemi operativi di Microsoft, dal momento che pone una barriera ulteriore tra i malintenzionati ed il nostro computer. Certo, sarebbe ancora meglio se una transizione simile avvenisse anche nei software per la posta, ma anche qui secondo me è solo questione di tempo.

Firefox 2Il mio consiglio di oggi è quello di scaricare, se non lo avete già fatto, Firefox per navigare e Thunderbird per la posta. Non ve ne pentirete.

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