Month: Gennaio 2004

Atlantide.TV: confermata la censura dell’Anomalo Bicefalo

Non posso che trascrivere il numero di questa settimana della newsletter di Dario Fo, dopo che il suo spettacolo è stato censurato.

Atlantide.TV: confermata la censura dell’Anomalo Bicefalo

Santa Cristina, 23 gennaio 2004, ore 16,30

Il signor Dell’Utri cerca una vittoria schiacciante su una piccola televisione in costruzione.
Ha iniziato querelando Atlantide Tv per aver mandato in onda lo speciale sull’Anomalo Bicefalo.
Quando uno dei grandi boiardi del nostro paese ti chiede centinaia di migliaia di euro ti fermi a pensarci un attimo. Ma noi abbiamo deciso di andare avanti perche’ non possiamo pensare di vivere
in una nazione dove non si puo’ dire che un potente e’ incriminato in un processo e perche’. Non e’ stato eroismo: non ce la siamo sentita proprio di abbassare la testa.
Poi, improvvisamente, ieri, con la pubblicita’ della trasmissione ormai partita su tutti i maggiori quotidiani italiani Multitemathiques, la multinazionale francese proprietaria del canale che ci ospita (Planet) ha assunto una posizione gravissima e secondo noi assolutamente sbagliata dal punto di vista etico: il blocco della trasmissione di “Anomalo Bicefalo”, che sarebbe dovuto andare in onda stasera alle 21 su Atlantide tv, ospitata dal canale satellitare Planet.
Una decisione che, a quanto sappiamo, ha scavalcato anche la direzione di Multithematiques Italia.
Sostanzialmente non hanno accettato il rischio di avere a che fare con gli avvocati (e i poteri) del gruppo che oggi domina l’Italia, pur non essendo loro destinatari della querela (indirizzata contro Atlantide tv). Ma facendo cosi’ Multitemathiques tradisce la missione che e’ di qualunque organo di
informazione. Speravamo di essere al sicuro dalla longa manus dei nostri potenti proprio perche’ e’ un’azienda indipendente a ospitare Atlantide Tv.
Un’azienda francese poi, gente che ha fatto la rivoluzione francese, gente che a certe strangolature della liberta’ di parola non ci sta, per tradizione e per orgoglio. Abbiamo fatto male i nostri conti. Multitemathiques ha deciso che due guitti e una tv “in costruzione” non valgono il rischio.
Di sicuro si sta scrivendo un’altra pagina vergognosa della storia della liberta’ nel nostro paese. Non la prima (la lista ormai e’ chilometrica) ma sicuramente un’ulteriore grave conferma dell’impossibilita’ di comunicare liberamente fatti essenziali della nostra vita politica e sociale al grande pubblico televisivo, l’impossibilita’ di fare satira, in una parola l’impossibilita’ ad essere liberi come la nostra Costituzione prevede.
La situazione che si e’ creata e’ veramente grottesca e va analizzata con calma. Sicuramente si tratta di una ferita per una piccola impresa come Atlantide Tv, arrivata fino ad oggi con grandi sforzi a trasmettere piu’ di 80 puntate di inchieste, controinformazione, cultura e satira, ospitando la maggioranza dei grandi censurati italiani (Luttazzi, Santoro, Travaglio, Guzzanti, Paolo Rossi…) e molti censurati meno noti.
L’elemento per ora essenziale, non solo per Atlantide Tv ma nell’interesse della collettivita’, e’ che questo episodio di censura non passi sotto silenzio. Speriamo che sempre piu’ persone si rendano conto di quello che sta succedendo nel nostro paese e si inizi a discutere concretamente su come si
possa far nascere una tv LIBERA in Italia.
Per quanto ci riguarda continueremo a impegnarci per sviluppare lo spazio che stiamo costruendo e a essere disponibili, come sempre, a collaborare con tutte le iniziative fattive che vadano in questa direzione. Da stamane stiamo ricevendo e-mail e telefonate al ritmo di 15 al minuto. Anche da
questo, della grande solidarieta’ che in questo momento ci circonda, ci
sentiamo caricati e responsabilizzati ad andare avanti.

ATLANTIDE TV
www.atlantide.tv

Programma della settimana dal 26 Gennaio al 1 Febbraio 2004

Atlantide.tv vi offre anche questa settimana una valida alternativa alla televisione generalista.
Tutti i giorni alle ore 19,00 sul canale satellitare Planet ed in replica all’1,00 alle 4,30 e alle 14,00 del giorno successivo.

Lunedi’ 26 A testa in giu’
URIHI: “Donne del mediterraneo” (documentario di Giovanna Cossia e Marco De Poli)

Martedi’ 27 Tutti in scena
Franca Rame in “Tutta casa ,letto e chiesa” (1. parte)

Mercoledi’ 28 Tutti in scena
Franca Rame in “Tutta casa, letto e chiesa” (2. parte)

Giovedi’ 29 Impara l’arte
Intervista a Tanino Liberatore

Venerdi’ 30 I corti
Cortometraggi da Teatri Uniti

Sabato 31 La via pigra al benessere
Lezioni di yoga demenziale di Jacopo Fo

Domenica 1 Antologia della settimana
Il meglio di Atlantide.tv

…. E, tutti i giorni: – Pillole di benessere
(esercizi Tai-Chi, giocoleria, yoga demenziale …)

L’alba in differita
( la visione estatica dell’alba anche per chi si e’ alzato tardi)

Venerdi’ 30 Gennaio
Per la serie “I corti”
Cortometraggi da Teatri Uniti

Questa settimana Atlantide.tv inizia una collaborazione con Teatri Uniti trasmettendo Venerdi’ 30 Gennaio i cortometraggi “Sciaberno'”, “Fine” e “L’ultimo rimasto in piedi”.
“Sciaberno'”, per la regia di Francesco Saponaro e’ stato prodotto dall'”Onorevole teatro casertano” come una sorta di documentario per la riapertura del teatro Garibaldi di Santa Maria Capoavetere avvenuta, dopo 20 anni, nel settembre del 2000.
La storia semplice e suggestiva racconta, senza nascondere un velo di malinconia, di un contadino che tornando nel teatro dove passava i suoi pomeriggi di bambino, ricorda il tentativo del mago Sciaberno’ di ipnotizzarlo.
Scritto, diretto e prodotto da Adriano Chiarelli e’ “Fine”, la storia semplice di un ragazzo immerso nei propri pensieri, mentre attraversa vari luoghi di una citta’.
Il terzo corto scelto per la messa in onda della serata e’ “L’ultimo rimasto in piedi” di Ugo Capolupo, prodotto da Indigo Film .
Scenario della storia e’ l’Italsider di Bagnoli in fase di smantellamento dove, in risposta alla cancellazione della memoria, un ex dipendente porta nella sua casa pezzi di archeologia industriale per costruire una sorta di museo, nel tentativo, forse inconscio, di rimettere in piedi una parte della sua vita.

Martedi’ 27 e Mercoledi’ 28 Gennaio
Per la serie “Tutti in scena”
Franca Rame in : “Tutta casa, letto e chiesa”

Il teatro in televisione e’ diventato una vera rarita’ e su Atlantide.tv e’ possibile ripercorrere alcune delle tappe del teatro italiano, specchio dell’epoca in cui e’ stato scritto e rappresentato.
E’ questo il caso di “Tutta casa, letto e chiesa” , raccolta di cinque monologhi scritti da Dario Fo per Franca Rame sulla condizione di diversi tipi di donna e rappresentato la prima volta nel 1977.
Proprio dalla messa in scena di quell’epoca sono tratti i due monologhi che Atlantide.tv trasmettera’ martedi’ 27 e mercoledi’ 28 Gennaio.
Il primo, dal titolo “Una donna sola”, tratta dello sfogo di una casalinga con una vicina di casa, alla quale racconta la sua giornata che si svolge tra le mura di una casa tra bambini che piangono, un marito che pretende malamente l’atto sessuale, un cognato che passa le giornate allungando le mani sulla donna, un maniaco che telefona in continuazione, un guardone del piano di sopra e un ragazzo innamorato che e’ stato l’unico vero affetto della donna.
Ma la violenza psicologica infertale dal marito, le fa considerare la sua “una vita normale” dove l’unica preoccupazione dichiarata a se’ e agli altri e’ la paura dello scandalo.
Il secondo pezzo e’ “Abbiamo tutte la stessa storia” e racconta il tema della gravidanza e dell’aborto da un punto di vista femminile.
Come nella migliore tradizione della coppia Fo – Rame, tutti gli argomenti, anche i piu’ drammatici, vengono trattati con puntuale e particolare ironia.

Le rivoluzioni indesiderate

Spesso mi capita di fare assistenza informatica per persone che desidererebbero utilizzare il personal computer come un mezzo, non come un fine. Quello che tutte le volte, alla fine della chiaccherata con l’utente, viene fuori dal discorso è che l’informatica cambia troppo spesso le regole del gioco.
Questo da un lato è un bene, per coloro che desiderano avere sempre le novità, ma per chi usa occasionalmente il pc è un dramma. Stare dietro a tutte le versioni di Office, quando quella del 97 già andava bene per le nostre esigenze, imparare di nuovo sempre nuove funzioni per fare le stesse cose, programmi totalmente diversi per lo scanner (nonostante ormai da anni non ci siano più novità dal punto di vista delle cose che un utente possa fare con quest’oggetto), sta diventando un prezzo salato da pagare per avvicinarsi alle nuove tecnologie.

Questo accade in tutto, dal videoregistratore alla radio, dal televisore al forno microonde. Ci viene sempre imposto qualcosa che di fatto non ci serve. Le vere rivoluzioni, invece, tardano a venire.
Una bella rivoluzione sarebbe l’introduzione di un dispositivo che si connetta ad internet e ci faccia ascoltare in streaming una radio tematica, a nostra scelta, che permetta la visualizzazione dei film dalla rete, tramite appositi servizi gratuiti (con pubblicità).

Mentre queste cose, già possibili con la tecnologia attuale, tardano a venire, corriamo dietro alle finte rivoluzioni, che non servono e non sono utili per l’utente finale.

Così anche le icone ed i menu che cambiano in Office diventano un dramma inutile, una spesa di tempo enorme se pensate di moltiplicarla per ogni utilizzatore di questo programma del mondo.
Ed anche i sistemi operativi, che cercando di diventare sempre più facili dimenticano di portarsi dietro gli utenti di quelli precedenti, magari con la possibilità di scegliere l’interfaccia vecchia che ci permetta di fare le stesse cose come le facevamo un anno prima.

Qui spesso si discute di innovazione tecnologica, come uno strumento importantissimo dell’evoluzione sociale. Specie i computer ed i cambiamenti che stanno avvenendo con la possibilità di scegliere le informazioni che si preferiscono, sono un insieme di cose che giocheranno un ruolo fondamentale nel cambiamento della società e dei rapporti così come oggi vengono intesi.

Ma se queste rivoluzioni si porteranno sempre dietro una difficoltà ed un tempo necessario all’acquisizione delle nozioni necessarie al loro utilizzo, finirà che l’unica rivoluzione che dovremo subire sarà il continuo aggiornamento per fare le stesse cose, che prenderà sempre più tempo alle persone, anche per scrivere un libro nella maniera di cent’anni fa.

L’informatica deve essere un mezzo per raggiungere altri obiettivi, non solo un obiettivo a sé, che non porti a nulla.

I pacchetti Java nella distribuzione Debian

Nel consueto appuntamento con la Debian Weekly News scopro con piacere che si sta discutendo di inserire i pacchetti java nella distribuzione ufficiale di Debian, grazie al fatto che esiste una java virtual machine ed un compilatore rilasciati con licenza libere (kaffe e gcj), e quindi non esiste più il vincolo di dipendenza verso software proprietari.

Moving Java Packages from contrib to main. [9]Arnaud Vandyck startedto investigate whether Java-using packages in Debian’s contrib archivecan move into main by using [10]kaffe or [11]gcj instead of a non-freeJava environment. His progress [12]notes suggest that a few packagescan indeed be used with free Java environments.
9. http://www.livejournal.com/users/avdyk/
10. http://packages.debian.org/kaffe
11. http://packages.debian.org/gcj
12. http://java.debian.net/index.php/MovingJavaToMain

Stanca: la direttiva UE non deve fermare il software libero

Il ministro Stanca ha scritto una relazione in merito alla direttiva Europea sulla brevettabilità del software. L’intervento è sensato e lucido, e merita una completa lettura.
Sono da evidenziare, a mio parere, questi passi:

Contestualmente, è necessario proporre il processo di armonizzazione dichiarato dalla direttiva europea, in mancanza del quale la posizione di cosa si può brevettare e cosa no rimane troppo difforme nei paesi dell’unione per garantire i principi di piena competitività del mercato.
Infine, è necessario che la direttiva in questione non freni il processo di utilizzo di open source in cui tutti concorrono all’evoluzione dei programmi proprio in virtù della possibilità di impiegare parti di software sviluppate da altri.

Ritengo inoltre necessario aprire un tavolo di lavoro sull’argomento, cosa di cui mi sono già fatto promotore. Il tavolo deve riunire gli attori più significativi e deve valutare, soprattutto, l’impatto di una disciplina in materia di brevettabilità del software nell’ambito del sistema Italia, dove preponderante è il tessuto economico delle piccole e medie imprese.
Il tavolo di lavoro ha lo scopo di produrre entro pochi mesi una fotografia tecnica, economica e giuridica della situazione italiana sul problema della brevettabilità del software e una proposta concreta da porre all’attenzione dell’unione europea. Solo in questo modo è possibile definire un quadro di intervento, anche normativo, che consenta di evitare pericolose discrasie o radicalizzazioni nel settore dell’Information Technology.

Vivi complimenti ad un ministro che sta dimostrando di essere ragionevole, pregio raro di questi tempi.

Acquistare un cellulare per telefonare

Su Zeus News oggi esce un articolo molto interessante, sul come scegliere il prossimo cellulare. L’autore consiglia di rivedere l’obiettivo dell’acquisto, in base all’uso che si fa veramente dell’attrezzo: il 90% delle funzioni è totalmente sconosciuto ai proprietari dei nuovi cellulari, per questo motivo conviene comprare un modello che faccia il minimo indispensabile, quello che serve.
Ci sono diversi motivi per fare una scelta di questo tipo, alcuni dei quali vengono citati direttamente nel testo o nei commenti che sono stati inseriti dagli utenti.
– Un cellulare che faccia il minimo, ha meno probabilità di rompersi o diventare obsoleto. Probabilmente servirà un cambio di batterie, ma farà sempre quello che è tenuto a fare, chiamare.
– Un cellulare di fascia bassa ha meno funzioni, e risulta più semplice da utilizzare.
– Un cellulare di fascia bassa costa meno. Spesso non pensiamo a quanto dobbiamo lavorare per acquisire una funzione in più. Se pensassimo ad una settimana di lavoro per scattare fotografie grandi come francobolli, probabilmente non saremmo così motivati a spendere per quel surplus.
– Acquistando cellulari di fascia bassa e smettendo di correre dietro alle novità, si indirizzano i produttori verso un uso più sensato delle tecnologie. Sinceramente preferirei che i progettisti pensassero a come ridurre le radiazioni che arrivano al nostro cervello, piuttosto che sul come infilare un flash nel mio cellulare.
Pensate ad esempio al caso in cui l’introduzione della fotocamera, con le sue modifiche alla struttura dell’oggetto, porti ad una modifica negativa delle onde elettromagnetiche. Pensate che i progettisti sceglierebbero di eliminare questa nuova funzionalità in favore della nostra sicurezza?

Se invece i vincoli progettuali fossero il minimo possibile (essendo le funzioni ridotte), questo tipo di problemi sarebbero meno probabili.
A quando una lista dei cellulari ordinata per quantità di onde che emanano? Ne farei un uso intensivo per l’acquisto del mio prossimo cellulare.

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