Month: Ottobre 2006

Adotta un pinguino: Grillo predica male e razzola peggio

Tux - La mascotte di LinuxBeppe Grillo ha scritto un post sul suo blog intitolato “Adotta un Pinguino”. Il riferimento è al software libero ed a Linux, che ha come mascotte proprio un pinguino con i piedi da papera. Purtroppo, come accade spesso quando si parla di quello che non si conosce, in poche righe commette diversi errori molto gravi, tanto che rimane di buono solo il fatto che ne faccia parlare.

Intanto fa una grande confusione tra Linux, software libero e software gratuito. Linux è un software libero, un sistema operativo (come Windows e MacOSX), la base sulla quale girano tutti gli altri programmi per computer. Passare a Linux significa cambiare molti programmi, oppure scaricare le versioni per Linux di quelli che già si hanno nel proprio pc. Ma il software libero non è solo Linux, e spesso è consigliabile passare a programmi per il sistema operativo che si usa già (Windows o MacOSX), per facilitare poi l’eventuale passaggio al sistema operativo completamente libero (Linux).

Alcuni di questi software sono famosissimi e molto diffusi, e molti dei loro utilizzatori non conoscono nemmeno la filosofia che ha portato al loro sviluppo. OpenOffice.org, Firefox, ThunderBird, sono solo alcuni esempi. Chi non sa cosa sia il software libero e non ha mai visto questi software, dovrebbe scaricarli: il download è gratuito.
Il fatto che si possano scaricare liberamente dal web non significa che non abbiano nessun costo. Introdurre un software in una azienda spesso significa fare formazione, ad esempio, e quindi pagare qualcuno che insegni ad utilizzarli. Il vantaggio economico del software libero sta nel fatto che chiunque ne abbia le competenze può lavorarci sopra, adattare il programma alle proprie esigenze, modificandolo dall’interno.

Chi non ha mai programmato fatica a capirne così il funzionamento. Io spesso ricorro all’esempio di una torta. Il software proprietario (non libero) è come la torta che si acquista dal pasticcere. Si acquista la torta, la si mangia così com’è e se va bene la prossima volta dovremo acquistarne un’altra dallo stesso pasticcere, se ci ha soddisfatto. Il freeware, software gratuito, diverso dal free software (software libero) è come una torta che ci viene regalata. Se ci ha soddisfatto possiamo chiedere che ce ne venga regalata un’altra, oppure acquistarne una dopo che il produttore ci ha convinto della sua qualità. Lo shareware è una torta gratuita con qualche limitazione. Possiamo mangiarla solo per 10 minuti, oppure possiamo mangiarne solo la panna. Anche qui, se vuoi la torta completa devi pagare qualcosa. Il software libero è una torta di cui ci viene fornita la ricetta, con l’obbligo di dare la ricetta a chiunque riceva la torta o una torta fatta con quella ricetta (qualsiasi modifica o sperimentazione facciamo sulla ricetta). Non è scritto da nessuna parte che la torta sia gratis, anche se spesso lo è. Libertà e gratuità sono due qualità distinte, unite solo dalla parola free inglese, che crea molta confusione. “Free as in speech, not free as a beer” è la frase che spiega la differenza (la libertà di parola è diversa dalla birra gratis). Per questo è stato introdotto il termine Open Source, che ne crea meno ma non mette l’accento sulla libertà.
Tornando alla nostra torta libera, qualsiasi sia la modalità con la quale riceviamo la torta veniamo in possesso della ricetta. La ricetta è il sorgente della torta, che ci permette di replicarla e modificarla. Questa è la forza del software libero: è un accordo tra produttore e cliente che permette al cliente di replicare quello che ha acquistato e di modificarlo secondo le proprie esigenze, oppure ricorrendo a concorrenti che abbiano la capacità di fare quello che il produttore originario ci fa pagare troppo oppure non è più in grado di fare, perché magari è fallito.

Internet ha dato una grande mano al software libero: distribuire le ricette e le torte se sono digitali non costa praticamente nulla, in rete. Ognuno contribuisce al miglioramento delle ricette, così che la torta è sempre migliore.
Questo funziona sia con i volontari che lo fanno per passione, sia con le aziende che ci lavorano.
Siccome c’è un sacco di concorrenza, i prezzi sono bassi e la qualità è alta.

Qualche commento superficiale e stupido nel post di Grillo parla di costi nascosti per il software libero. Di costi nascosti proprio non ce ne sono: qualsiasi software si può provare, aprire, controllare prima di decidere di investirci qualcosa sopra (se non va bene così com’è). Tutto è alla luce del sole: ti serve una mano? La paghi. Se ti serve una consulenza vai dal migliore offerente, senza nessuna limitazione.

I costi nascosti sono nel software proprietario, invece, perché non si ha la libertà di scegliere il proprio fornitore. Quando lavoravo per una scuola scoprii che tempo fa ci fu una azienda che regalò alle scuole un programma gestionale. Molte lo installarono, convinte finalmente di avere un programma gratis. Dopo qualche tempo l’azienda iniziò a chiedere 500 mila lire per ogni ora di assistenza fuori dal contratto standard, comunque costoso. Queste scuole erano piegate dal fornitore: non potevano cambiare perché altrimenti avrebbero perso tutti i dati. Se quel software fosse stato libero, avrebbero semplicemente fatto un altro bando.

Il software libero sarebbe un bene da sviluppare anche con contributi statali: se si pensa al risparmio che avrebbe lo Stato investendo dei soldi per realizzare un software libero e distribuirlo gratuitamente a tutti gli Enti distribuiti sul territorio si capisce quale importanza potrebbe avere. Ma il software libero viene utilizzato poco dalle amministrazioni perché nonostante non sia una novità pochi ne comprendono il funzionamento, anche tra gli addetti ai lavori. Figuriamoci Grillo o i parlamentari, che si occupano di tutt’altro. Forse contribuisce alla sua difficoltà di diffusione all’interno delle pubbliche amministrazioni il fatto che ci sia una concorrenza perfetta: spesso i bandi sono studiati e ritagliati per una specifica azienda, piuttosto che su un risultato che si vuole ottenere.

Grillo ha perso un’altra occasione: poteva chiedere ad un esperto qualunque, oppure ad un gruppo di esperti, di scrivere un articolo a sostegno del software libero. Io lo avrei fatto gratis, e come me molti altri che lavorano nel settore o sono semplici appassionati. Ma ha deciso di non farlo, di dire la sua in maniera demagogica ed imprecisa, portandosi dietro tutto il gregge dei commentatori del suo blog (il 99% ha scritto senza sapere di cosa stava parlando).

Ma l’errore di Grillo non sta solo sui contenuti del suo articolo. Lui che fa il predicatore potrebbe dare il buon esempio: utilizzando un software libero per il proprio blog, o per i propri forum. I suoi “seguaci” spendono fior di quattrini ogni mese per poter utilizzare un sistema che è poco più di un forum con agenda condivisa. Se si riunissero le forze e le spese di questi meetup si potrebbe pagare una ditta per fare tutto quello con software libero, finalmente in italiano, fatto da gente italiana, risparmiando soldi e dando un ottimo esempio. Invece anche lui si affida ad una azienda straniera, probabilmente multinazionale.

Ma questo è il modo di fare dei predicatori: parlano parlano parlano senza sapere quello che dicono, spesso cercando di avvicinarsi solo a quello che la maggior parte della gente vuole sentire, invece di cercare una propria verità. Grillo è peggio dei politici che tanto disprezza: loro sanno dire e fare anche cose impopolari, seguendo una propria visione coerente della società.

Grillo invece ha acquisito solo la loro capacità di comunicare, senza avere nessuna responsabilità di quello che dice anche quando potrebbe farlo, come in questo caso, nel suo piccolo.

COMUNICATO STAMPA: Approvate dal Consiglio Comunale OdG su Pubblicità Abusiva e Risparmio Energetico

In coda al Consiglio Comunale del 23 Ottobre sono state discussi ed approvati due importanti ordini del giorno con primo firmatario Alessandro Ronchi, capogruppo dei Verdi.
Il primo, votato all’unanimità, richiede una stretta dell’Amministrazione Comunale sulle pubblicità abusive distribuite di fianco alle strade, contro il codice della strada. Spesso chi le espone è incurante della sanzione eventualmente pplicata, ed il prezzo elevato del servizio pubblicitario copre di fatto le spese delle multe.
Nella seconda, presentata il giorno del ventesimo anniversario di Chernobyl, si ricordano la strage che secondo le stime del Centro Internazionale di Ricerca sul Cancro fece 16000 vittime ed i tre referendum abrogativi che vietano l’uso del nucleare in Italia, e si propone un forte impegno sul risparmio e l’efficienza energetica. Per quanto riguarda il Comune di Forlì si è chiesto quasi all’unanimità, con il solo astenuto Bartoletti, un impegno dell’Amministrazione per ridurre gli sprechi energetici anche attraverso le ESCO, aziende che effettuano gli interventi di ristrutturazione pagandosi i costi con i risparmi sulle bollette per un numero fissato di anni. Il Comune, in questo caso, non pagherebbe un euro per questi lavori, che verrebbero ricoperti con le tariffe del gas e dell’elettricità invariate per anni. L’incentivo a queste forme di finanziamento delle opere di ristrutturazione produrrebbe benefici economici locali per il cliente e fornitore, ridurrebbe la nostra dipendenza dai combustibili fossili che importiamo dall’Estero ed avvierebbe un processo virtuoso capace di migliorare salute ed ambiente della città.

Seguono i testi dei due ordini del giorno:

ORDINE DEL GIORNO SULLA PUBBLICITÀ NEL TERRITORIO COMUNALE

Il Consiglio Comunale di Forlì

considerato che

· Il problema della pubblicità esposte in luoghi pubblici e di estrema visibilità da parte degli utenti della rete viaria comunale e provinciale negli ultimi anni ha visto un notevole peggioramento;
· che il codice della strada, articolo 23, vieta la collocazione di insegne, cartelli, manifesti, impianti della pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione;
· che la collocazione di cartelli e di altri mezzi pubblicitari lungo le strade o in vista di esse è soggetta in ogni caso ad autorizzazione da parte dell’ente proprietario della strada nel rispetto delle presenti norme. Nell’interno dei centri abitati la competenza è dei comuni salvo il preventivo nulla osta tecnico dell’ente proprietario se la strada e’ statale, regionale o provinciale;
· che in questo momento sono di fatto penalizzate tutte le attività di informazione e di pubblicità rispettose delle norme e dei regolamenti vigenti;

Impegna la Giunta Comunale

· a farsi promotrice di tutte le iniziative di sua competenza finalizzate alla risoluzione del problema delle pubblicità non autorizzate;
· ad utilizzare gli strumenti di informazione a disposizione del Comune per rendere pubblico il quadro normativo in materia;
· a rendere più puntuali i controlli delle autorizzazioni e la loro revisione per evitare il proliferare di pubblicità che compromettano la sicurezza delle strade e l’estetica dell’arredo urbano;
· a comunicare questo Ordine del Giorno ai Comuni della Provincia ed al fine di meglio coordinare e rendere omogenee le varie iniziative che verranno messe in atto per attenuare e risolvere questo problema;

Forlì, 21/12/2005
Firmato
Alessandro Ronchi (Gruppo Verdi)

ORDINE DEL GIORNO NO ALL’ENERGIA NUCLEARE
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FORLì
PREMESSO

Che Nella notte fra il 25 e il 26 aprile 1986 avvenne il più grande disastro nucleare civile della storia, di cui oggi ricorre la triste ricorrenza ventennale
Che a vent’anni dal disastro di Chernobyl i danni alle persone ed all’ambiente sono ancora difficili da calcolare, a causa della mancanza di studi seri che diano una stima a lungo termine; Che solo i morti di tumore secondo il Centro internazionale della ricerca sul cancro sono stati ad oggi sedicimila, cifra secondo alcune organizzazioni internazionali sottostimata e destinata purtroppo a crescere con gli anni;
Che i danni delle radiazioni scaturite dall’esplosione di Chernobyl si ripercuoteranno ancora per decenni, ripresentando modificazioni genetiche per intere generazioni di persone a contatto con le zone contaminate;
Che lo sfruttamento dell’energia nucleare soffre dello stesso problema di approvvigionamento delle risorse necessarie, alla stessa stregua dell’uso dei combustibili fossili, che viene stimato in circa 50 anni a condizione che le richieste annuali non aumentino; Di conseguenza, considerate le scorte disponibili, l’energia nucleare ha meno futuro dell’uso del gas naturale;
Che il costo dell’energia nucleare è elevatissimo, considerati i tempi di realizzazione delle centrali e le spese per la difesa militare di questi obiettivi sensibili;
Che ad oggi non esiste una soluzione concreta per la gestione delle scorie, che presentano gravissimi rischi, altissimi costi ed un enorme potenziale di business per la criminalità organizzata;

CONSIDERATO
Che l’Italia ha deciso già nel 1987, tramite tre referendum abrogativi, di abbandonare l’uso dell’energia nucleare, di chiudere le centrali esistenti e di vietare all’ENEL la partecipazione alla realizzazione di impianti termonucleari all’estero;
CHIEDE
Alla Commissione Europea, che nel ventesimo anniversario dell’incidente di Chernobyl si aumenti l’impegno della comunità internazionale per identificare e monitorare gli effetti a lungo termine del disastro nucleare, ed alleviare la sofferenza di milioni di persone;
Al nuovo Governo Italiano un forte impegno sul fronte del miglioramento dell’efficienza energetica del nostro paese ed allo sfruttamento delle energie rinnovabili in linea con le normative dell’Unione Europea in materia;
IMPEGNA
La Giunta Comunale ed il Sindaco ad attuare provvedimenti straordinari ed azioni strutturali per migliorare l’efficienza energetica degli edifici di proprietà del Comune, proponendo investimenti finanziati anche attraverso le ESCO che permettano di diminuire quantità e costi energetici, assieme alla dipendenza dalla fornitura estera di combustibili fossili;

Firmato
Alessandro Ronchi (Gruppo Verdi)

Picco decessi da tumore negli impiegati manifattura computer

La mortalità complessiva e quella da tumore risulta considerevolmente più elevata nei lavoratori che fabbricano computer o i loro componenti rispetto alla popolazione generale. Il presente studio propone il più ampio database finora raccolto in proposito. In particolare sono stati uniformemente rilevati picchi di mortalità da tumori cerebrali, linfomi non-Hodgkin e tumori renali. Alcune grandi compagnie informatiche potrebbero possedere dati ancora più avanzati, dato che hanno accesso a titoli professionali, gruppi di lavoro, tipi e durate di esposizione agli agenti cancerogeni. Gli autori dello studio, comunque, sono ottimistici, in quanto alcuni di questi tumori possono essere ricercati onde tentare di identificarli precocemente ad uno stadio trattabile, soprattutto nel momento in cui lo staff gestionale è consapevole di chi sia maggiormente a rischio per via della propria esposizione a cancerogeni. (Environmental Health Online 2006, pubblicato il 19/10)

Efficienza europea nel consumo energetico

Efficienza europea nel consumo energetico

Piano dell’eurogoverno per il risparmio energetico. Abbattere gli sprechi di edifici, trasporti e impianti di produzione elettrica nell’arco di 6 anni. Piebalgs: “Buttiamo via il 20% dell’energia”

La Commissione europea ha presentato il piano d’azione per l’efficienza energetica. Il piano contiene una serie di provvedimenti prioritari che comprendono un’ampia rosa di iniziative finalizzate all’efficienza energetica e all’efficacia economica.

Tra questi figurano interventi per aumentare l’efficienza energetica di elettrodomestici, edifici, trasporti e impianti di produzione di energia. Vengono inoltre proposte nuove norme di efficienza energetica più rigorose, vengono incentivati i servizi energetici e presentati meccanismi specifici di finanziamento a favore di prodotti più efficienti sotto il profilo energetico. La Commissione istituirà inoltre un Patto tra i sindaci delle città europee maggiormente all’avanguardia in questo campo e proporrà un accordo internazionale sull’efficienza energetica.

“Gli europei devono risparmiare energia – è l’invito del Commissario all’Energia, Piebalgs. L’Europa spreca infatti almeno il 20% dell’energia che utilizza. Grazie al risparmio energetico l’Europa contribuirà alla lotta contro i cambiamenti climatici e ridurrà i consumi, che per ora sono in aumento, e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili da paesi terzi.”

“L’efficienza energetica – continua Piebalgs – è un elemento cruciale per l’Europa: se agiamo adesso, il costo diretto dei nostri consumi energetici potrebbe ridursi di oltre 100 miliardi di euro l’anno entro il 2020 e ogni anno eviteremo di produrre circa 780 milioni di tonnellate di CO2”.

Il piano d’azione, che sarà attuato nell’arco dei prossimi sei anni, è stato presentato dopo l’urgente invito dei capi di Stato e di governo, riunitisi in occasione del Consiglio europeo di primavera di quest’anno, a predisporre una strategia realistica in materia di efficienza energetica. Il governo italiano ha approvato un decreto legislativo che impone efficienza energetica e uso di rinnovabili nelle nuove costruzioni

Il piano punta a eliminare dal mercato i prodotti che consumano troppo e a informare i consumatori sui prodotti più efficienti e per trasformare il mercato rendendolo più efficiente sotto il profilo energetico. Saranno elaborati requisiti minimi di rendimento anche per gli edifici nuovi e ristrutturati e verranno incentivati gli edifici a bassissimo consumo di energia (la cosiddetta “casa passiva”).

Il piano mette in luce come ci siano molte possibilità di ridurre le perdite a livello di generazione, trasmissione e distribuzione dell’elettricità.

Viene presentata anche una rosa completa di misure volte a migliorare l’efficienza energetica nel settore dei trasporti, riconoscendo l’importanza di intervenire sulle abitudini di trasporto dei cittadini.

Il piano d’azione contiene anche una serie di proposte supplementari per sensibilizzare maggiormente i cittadini, attraverso attività di istruzione e formazione. Infine, nel documento viene ribadita l’urgente necessità di affrontare i temi legati all’efficienza energetica a livello globale, nell’ambito di partenariati internazionali.

Una volta messo in atto nella sua integrità, nota ancora Bruxelles, il piano d’azione per l’efficienza energetica potrà aumentare la competitività dell’Unione, migliorare il livello di vita dei suoi cittadini, dare impulso all’occupazione e far aumentare le esportazioni di nuove tecnologie efficienti sotto il profilo energetico.

“A livello individuale, anche piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini di consumo energetico permetteranno di risparmiare denaro, aiutare l’ambiente e fare la nostra parte per realizzare gli obiettivi comuni europei”.

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