Politica

Dove sono finiti i voti?

I trend elettorali sono molto utili per capire chi ha perso e chi ha ottenuto voti. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, dove tutti dichiarano di avere vinto.

Il Corriere della Sera fa delle utili infografiche delle percentuali dal 2010 ad oggi. Ancora più interessanti sarebbero i numeri assoluti, piuttosto che le percentuali, ma già queste sono molto interessanti.

Fonte: Corriere della Sera

Il voto di minoranza

Appena concluse 7 elezioni regionali, si possono fare alcune riflessioni.
Il voto di Minoranza
La prima è che in 6 regioni su 7, i Presidenti sono stati eletti con un voto inferiore al 50%. Toti addirittura con il 34,4% dei voti.
Aggiungendo a questo una affluenza media del 53,9%, significa che i presidenti sono stati eletti con un 25% dei voti degli aventi diritto (con il picco negativo di Toti, eletto 17,43% degli aventi diritto).
Questo dato andrebbe tenuto a mente, perché ci ricorda sia che chi non vota perde sempre, sia che gli eletti rappresentano la scelta di una minoranza di persone.
Astensione ed elezioni di minoranze sono la diretta conseguenza della volontà di forzare la mano sul bipartitismo.

Il voto al Governo
Non si può utilizzare per un anno il voto alle europee come indice di gradimento del Governo, e pretendere che il voto delle regionali non venga valutato alla stessa maniera.
Entrambi i voti sono legati sia ai candidati specifici sia ai partiti che li sostenevano.

L’uomo solo e forte diventa meno forte e più solo
La parabola dell’uomo che risolve da solo tutti i problemi, che ha la bacchetta magica che serve al Paese, dell’innamoramento da premier, funziona solo finché vince.
Finché vince tutti salgono sul suo carro. Finché tutti salgono sul suo carro vince. Quando la ruota inizia a scricchiolare si inverte la tendenza, solitamente. Per fortuna, aggiungo io, perché quando si è innamorati non si ragiona.

La legge elettorale
C’è il rischio che la legge elettorale, cucita su misura sui risultati previsti prima del voto, abbia bisogno di una ricucita per adattarsi ai nuovi risultati.

Grillo Vittorioso?
Sarà anche un bel risultato, quello di Grillo e dei suoi 5 stelle. Però il dato di fatto è che sprecano un 20-25% di voti nella totale ininfluenza. Non hanno nessun presidente di regione, nessun assessorato, niente di utile a cambiare veramente qualcosa per il territorio. Anche il risultato elettorale andrebbe conteggiato non sulle percentuali ma sui voti alle urne.
Fossi in loro preferirei avere un 10% e decidere della metà delle politiche che si attuano, invece che criticare fuori dalla porta. Però ammetto che stare fuori dalla porta è più facile che lavorare dentro.

Un nuovo personaggino nel gruppo europeo 5stelle

Nei giorni scorsi il gruppo europarlamentare di Grillo rischiava lo scioglimento, a causa dell’uscita di un parlamentare e del requisito del limite minimo di membri.

Per fortuna hanno convinto il polacco di estrema destra Iwaszkiewicz ad entrare nel loro eurogruppo.

Iwaszkiewicz viene da un partito il cui leader è un negazionista dell’olocausto.

Iwaszkiewicz, in un’intervista al quotidiano polacco Gazeta Wroclawska pochi giorni dopo l’elezione alle europee, aveva difeso il capo del suo partito riguardo il negazionismo, aveva dichiarato che «in giro ci sono sicuramente delle mogli che se venissero picchiate verrebbero aiutate a tornare con i piedi per terra» e anche che «non è giusto che uno stato dica come educare i nostri figli: se gli dò una sberla rischio di andare in galera, invece questo può rafforzare il loro carattere».

Fonte: Il gruppo europeo di Grillo e Farage si è ricostituito – Il Post.

Il fact checking sull’articolo 18

Stefano Catone ha fatto un riepilogo delle falsità dette in questi giorni in merito all’Art. 18 da Renzi. Alcune cose sono talmente grossolane che pare evidente il tentativo di screditare la norma per potervi mettere mano.

Alcune domande paiono banali ma è opportuno farsele: c’era bisogno del PD al Governo per una riduzione delle difese dei lavoratori? E’ questo il momento giusto per lasciare spazio al ricatto del licenziamento?

Le dichiarazioni di Matteo Renzi degli ultimi due giorni, tra interviste a Repubblica e intervento in Direzione nazionale del Partito Democratico, si sono stratificate creando confusione e allontanando lo sguardo dalla legge delega in discussione al Senato, che al momento resta l’unico documento, nero su bianco, sul quale poter discutere. Il confronto tra dichiarazioni e dati può essere utile per fare un po’ di chiarezza nel dibattito.

Fonte Art. 18: il fact checking delle parole di Renzi | È Possibile.

Green Italia – Verdi Europei

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I Green / Verdi sono il 4° gruppo nel Parlamento Europeo, con 59 deputati. Alle prossime elezioni europee concorreranno come in tutti gli altri paesi d’Europa. Eppure per farlo, e lasciare ai cittadini la libertà di sceglierli, è stato necessario un ricorso. E, manco a dirlo, in televisione non viene mostrato nemmeno il simbolo.

Figuriamoci invitare qualche candidato o leggere un punto del programma.

Se vi interessa, lo potete consultare qui:
http://campaign.europeangreens.eu/caro-cittadino-europeo-ita

Nel corso di questa crisi l’Unione Europea ha tradito le promesse fatte a molti dei suoi cittadini. L’Ue si è mostrata gravemente disunita nelle sue risposte alla crisi e per questo motivo i Verdi propongono una nuova strategia.
Noi europei dovremmo unire le nostre forze per plasmare insieme il nostro futuro. Questo è quello che significa sovranità. Al posto di un’austerità sorda ai bisogni della gente e dell’ambiente, proponiamo tre coerenti alternative volte alla sostenibilità: combattere la disoccupazione, la povertà e tutte le forme di ingiustizia sociale; trasformare le nostre economie per mezzo di soluzioni innovative ed eco-efficienti che pongano fine al cambiamento climatico e al degrado ambientale; ri-regolamentare la finanza affinché torni a servire l’economia reale. Questo è il nostro Green New Deal

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