Elezioni

Come si vota alle elezioni regionali Emilia-Romagna – Circoscrizione di Forlì

Si vota solo Domenica 26 Gennaio 2020, dalle ore 7 alle ore 23 con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale. Ci sarà una unica scheda di colore verde, dove si esprime il voto per il candidato presidente della Giunta Regionale, la lista per il consiglio Regionale e la preferenza per un candidato all’interno della lista. Facendo la croce sul simbolo di Europa Verde, in automatico esprimerai il voto anche per Bonaccini come candidato Presidente. Se abiti nella provincia di Forlì-Cesena, puoi esprimere una preferenza per me, scrivendo “RONCHI” a fianco del simbolo barrato, come indicato nella foto (stampala per non sbagliare!)

 

Ricorda, la croce sul simbolo di Europa Verde è importante perché determina l’elezione del presidente e del consiglio regionale, stampa l’immagine se lo ritieni utile.

Importante: in queste elezioni la soglia di sbarramento per le liste come Europa Verde non sarà un problema, dal momento che la coalizione supererà il 5% dei voti, mentre le liste fuori dalle coalizione dovranno superare invece il 3% per essere presenti in Consiglio Regionale.

Il voto è ad un turno unico, vincerà il candidato presidente con il maggior numero di voti, con un premio di maggioranza che dipenderà dal risultato a garanzia di governabilità.

Il voto ad Europa Verde quindi sarà una garanzia della svolta verde della regione e sarà il voto più utile!

Vota Verde nella Scheda Verde!

Come si vota a Forlì alle amministrative 26 Maggio 2019?

Le elezioni amministrative si terranno a Forlì il 26 Maggio 2019 dalle 7.00 alle 23.00 , assieme alle elezioni europee. L’eventuale ballottaggio si terrà Domenica 9 Giugno.

Nella stessa scheda si vota per il candidato sindaco e per i componenti del Consiglio Comunale.

Si può votare in uno di questi modi, alternativi:

1) Facendo solo la croce su un simbolo si vota in automatico il candidato sindaco supportato dalla lista, che è quello il cui nome è incluso nello stesso riquadro. Appena saranno disponibili i Fac Simile delle schede aggiornerò l’immagine completa.

 

2) Facendo la croce sul simbolo ed indicando due candidati (un uomo ed una donna) per il Consiglio Comunale nella riga a fianco (la modalità che consiglio).
3) Facendo solo la croce sul candidato sindaco. In questo caso non si esprime nessuna preferenza per il Consiglio Comunale. Vi sconsiglio questa modalità, perché vi permette una scelta parziale.
4) Si può votare una lista ed un candidato non collegato a quella lista, facendo la croce sia sul simbolo sia sul nome del candidato sindaco che si vuole scegliere. Si chiama voto disgiunto.

Per votare sono necessari un documento d’Identità e la tessera elettorale.

Alcune regole generali, per capire a chi dare il voto:

  • Un gruppo di liste che non raggiunge il 3% non avrà nessun seggio in Consiglio Comunale.
  • I seggi vengono attribuiti in maniera proporzionale attraverso il “metodo D’Hondt” alle liste (simboli).
  • Alle liste collegate al sindaco eletto verrà dato il 60% dei seggi in Consiglio Comunale, quindi 20 su 32 in totale.
  • I candidati sindaco perdenti verranno eletti come consiglieri comunali, in caso le loro liste superino la soglia di sbarramento del 3%. Occorre capire questo meccanismo per comprendere se una lista veramente corre per il sindaco oppure solo per il consiglio comunale.

 

I candidati sindaco sono:

  • Giorgio Calderoni, sostenuto dalle liste “Forlì Solidale e Verde”, Partito Democratico, Articolo 1-MDP ed altre 2 liste civiche.
  • Gian Luca Zattini, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia
  • Veronica San Vicente Capanaga, sostenuta dalla lista Alternativa per Forlì che è nata dall’unione di Rifondazione, Sinistra Italiana e Diem25
  • Daniele Vergini, 5 Stelle
  • Marco Ravaioli, lista Forlì SiCura

 

I sondaggi danno per scontato un ballottaggio tra Calderoni e Zattini, con un ampio margine rispetto agli altri candidati ma entrambi sotto il 50%. Sarebbe quindi interessante capire le altre liste chi sosterrebbero in caso di ballottaggio, per trasparenza nei confronti degli elettori.

 

Il messaggio semplice

Uno dei commenti migliori che ho letto sui risultati delle elezioni politiche del 4 Marzo è di Luca Sofri, direttore del Post:

dal sistema dell’informazione e degli esperti passa e attecchisce presso la maggioranza degli italiani la parte semplificata dei messaggi e non quella complessa delle analisi. -cut-
Quello di cui sono fatti i media italiani (giornali, programmi tv del pomeriggio, dichiarazioni di politici, eccetera, l’informazione) è testi e titoli: passano i titoli. Quello di cui sono fatti i media italiani è riflessioni accurate e sensazionalismo: passa il sensazionalismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è immagine di progresso e terrorismo: passa il terrorismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è spirito di convivenza e risentimento aizzato: passa il risentimento. Quello di cui sono fatti i media italiani è spiegazione dei fenomeni e litigio nei talk show: passa il litigio. Quello di cui sono fatti i media italiani è vero complesso e falso semplice: passa il falso.

Guardando le stronzate che sono passate su Facebook e su Whatsapp in questi giorni, mi rendo conto che tutti i messaggini stupidi ed “ironici” hanno scolpito, una goccia per volta, l’immaginario collettivo. Renzi è diventato progressivamente sempre più antipatico, è passato “di moda”, è diventato in pochi mesi “la vecchia politica”. Il tifo da stadio che l’ha sostenuto nel 2014, immotivato, gli si è rapidamente voltato contro, dichiarare di votarlo non era più “cool”.

Le ironie semplicistiche e becere, le bufale, non sono state superficiali ed inutili, non ci hanno fatto solo sorridere, hanno creato un immaginario collettivo. Non sono stati i programmi a convincere gli elettori, ma questo sentimento.

Su Facebook ho commentato a caldo che i russi hanno lavorato bene. Wired aveva scritto un articolo interessante, pochi giorni fa. Ne riporto un brevissimo stralcio, ma vi consiglio di leggerlo tutto:

Un po’ più inquietante invece è quanto dimostrato da un’inchiesta di BuzzFeed alla fine del 2016. La testata di disinformazione russa Sputnik, emerge come una delle principali fonti di fake-news di M5S. Soprattutto da parte di Tze Tze, sito controllato dalla Casaleggio Associati, e da L’Antidiplomatico, molto vicino al movimento. Dopo l’inchiesta Tze Tze è stato dismesso.

In realtà, ragionandoci, quest’ultimo governo Gentiloni ha fatto male? Nessuno lo sostiene. Ha fatto peggio di Berlusconi più Lega Nord dell’ultimo governo 2008-2011? Non lo dice nessuno.

Questa rabbia era immotivata, a ragione, ma si è votato a sentimento, “a pelle”.

Gli italiani a pelle hanno deciso di premiare Salvini e Di Maio. Chi oggi ne è contento lo scriva nei commenti, lasciamoci i contatti per riparlarne tra un paio di anni.

Sono pronto di ammettere di aver sbagliato pubblicamente e clamorosamente, se staremo meglio di oggi.

Fonti:

Elezioni 4 Marzo 2018 – Per chi voterò

Il 4 Marzo si terranno le elezioni politiche. Per farla breve, voterò per la lista INSIEME, e nel dettaglio vi spiego perché.

In questa campagna elettorale si è parlato molto di fascismo. Il tema, che speravamo scomparso dalle agende politiche, purtroppo è tornato attuale. Del resto abbiamo diverse liste che si candidano con valori dichiaratamente fascisti, senza nemmeno vergognarsene. Alle manifestazioni sono apparse anche bandiere neonaziste, come ciliegina sulla torta. Quindi, purtroppo, dobbiamo cercare di confinare queste idee alla irrilevanza, necessariamente fuori dal Governo.

Il centro-destra vede l’alleanza-scontro Forza-Italia/Lega Nord. In caso di una loro vittoria la lista che prenderà più voti indicherà il premier. Berlusconi non può farlo, e Salvini sarebbe meglio che non lo facesse. Tutta la coalizione è invotabile.

Poi ci sono i 5 Stelle. Dentro le loro liste in queste ultime settimane abbiamo visto elencare di tutto, tra massoni, condannati, e persone che si vantano sui social di aver picchiato rumeni. Questi candidati hanno firmato un documento di rinuncia, che però vale pressoché zero. Ad ogni modo, il loro candidato premier, Luigi Di Maio, per me è completamente inadeguato al ruolo. Non gli affiderei un piccolo comune, figuriamoci il Paese. Non stanno amministrando bene Roma, sprecando la possibilità di dimostrare di essere capaci.

Il loro difetto principale sta nella incapacità di selezione delle persone: non è vero che uno vale uno, io al Governo voglio uno migliore e non uno qualunque preso a caso. Inoltre ritengo gravissima l’assenza di democrazia interna: la dice lunga sulle capacità di promuovere una democrazia più sana per il nostro Paese. Per intenderci, non vorrei trovare un governo antidemocratico nemmeno se avesse le mie stesse idee su tutto il resto.

Gentiloni, d’altra parte, in questi mesi non ha fatto male. Mi piacciono i suoi toni pacati, il contrario dell’arroganza di Renzi. Prodi nel suo endorsement a favore della Lista Insieme ha anche sponsorizzato un governo Gentiloni bis, e sono sicuro che un buon risultato di questa lista lo favorirebbe.
Al contrario di Renzi, ha saputo governare senza spaccare l’opionione pubblica, ha un consenso maggiore, è tranquillizzante anziché divisivo. Del resto nessuno lo attacca, in questa campagna elettorale.
Per come la vedo, Renzi non ha possibilità di tornare al Governo, nemmeno se la sua coalizione dovesse andare bene. Ma con un risultato del PD sottotono ed un buon risultato delle liste della coalizione (Insieme, +Europa e Lorenzin) sarebbe sicuramente impossibile.

Inoltre credo che sia necessario che i Verdi tornino in Parlamento, per portare avanti le battaglie che in questi anni di assenza sono state quasi completamente dimenticate. Un buon risultato di Insieme oltre a portare più Verdi in Parlamento riequilibrerebbe anche i rapporti con il PD all’interno della eventuale coalizione di Governo. L’esperimento del PD come Partito della Nazione, a vocazione maggioritaria, così come immaginato da Veltroni è per fortuna fallito e si può tornare a parlare di pluralità, di progetti comuni, di rappresentatività delle istanze.

Quanto al governo di larghe intese post voto, tutto dipende da noi. E’ un bene che senza una maggioranza dei voti non ci sia un governo, l’ho sempre pensato e scritto. Forzare una vittoria con premi di maggioranza spropositati è antidemocratico. Dopo il voto tutto dipenderà ai risultati che noi avremo deciso di dare in mano a chi dovrà trattare. Le ipotesi in gioco sono tante e sinceramente spero più alla possibilità di avere una maggioranza a guida Gentiloni composta da PD, Insieme, Europa e LEU, piuttosto che PD + Forza Italia, o 5 Stelle + Lega Nord.

Le Olimpiadi di Roma

Ora che i ballottaggi sono conclusi ed il Sindaco di Roma è stato eletto, possiamo forse ragionare con più calma delle olimpiadi di Roma?

Il fatto che il gruppo Caltagirone ne sia un entusiasta sostenitore, con tutta l’evidente campagna del Messaggero contro la Raggi a corredo, non depone certo a favore di questo progetto.

Penso che serva porsi due semplici domande:
– Roma può permettersi di organizzare oggi un evento così complesso? In questo momento alla nostra Capitale servirebbe un riscatto a partire dalle cose più semplici: i trasporti, i servizi urbani (ed i rifiuti in particolare), la manutenzione dell’enorme patrimonio culturale e pubblico esistente (dai monumenti alle buche per la strada. Io credo che si debba quindi ripartire dalla base, dimostrando ad esempio di essersi ripulita dalla Mafia Capitale che ne ha caratterizzato l’immagine e la gestione degli ultimi anni. Non si elevano i piani superiori senza solide fondamenta.

– Quanto cemento è necessario per fare le olimpiadi? Anche questa è una bella domanda. A Roma ci sono ancora gli strascichi dei mondiali di nuoto, a dimostrare cosa non si deve fare.
Serve davvero costruire enormi cattedrali da centinaia di milioni di euro, nella migliore delle ipotesi inutilizzabili dopo l’evento, oppure si può procedere anche con un profilo diverso, sistemando l’esistente e creando solo quello che serve? Quanto cemento è veramente necessario che rimanga, dopo le olimpiadi? A questa domanda credo dovrebbe essere data una risposta seria, disinteressata, per capire la reale fattibilità.

Rio de Janeiro è sul lastrico, ed i 10 miliardi di euro di impianti del Brasile non risolleveranno la sua economia in ginocchio.

Non credo che Roma possa essere pronta per il 2024: libera dalle cricche e dal malaffare, con un trasporto pubblico efficiente e quello privato ridotto allo stretto necessario, ben manutenuta e con un debito meno soffocante di quello attuale.

La Raggi ha ricevuto un mandato importante, con un voto semi plebiscitario. Ha tutto il diritto ed il potere di scegliere, volendo anche chiedendolo ai suoi cittadini tramite referendum.

E nel rispondere, eventualmente, i cittadini dovranno sapere che i miliardi di spesa pubblica dovranno uscire dalle loro tasche, ed i giochi sostituiranno altri interventi forse molto più importanti come volano economico (ad esempio la riduzione vera delle tasse sul lavoro). Perché anche chi dice sì a questo progetto, sta contemporaneamente negandone altri.

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