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Deckscape – l’ora del test (Escape Room Tascabile)

Oggi vi parlo di questo gioco tascabile, senza spoiler. Si tratta di una avventura ad enigmi, che dovrete risolvere insieme ad amici per procedere fino alla soluzione. Il gioco dura circa 60 minuti e non potrà essere rigiocato, perché una volta risolti gli enigmi conoscerete le risposte. Però potrete regalarlo ad altri, e far divertire pure loro!
Il costo è molto accessibile, circa 10€, che potete dividere con i partecipanti al tavolo. E’ un ottimo regalo low cost. L’età consigliata è dai 12 anni in su, fino a 6 giocatori.
Questo tipo di giochi simula le escape room, che sono delle stanze fisiche nate nel 2006 nella Silicon Valley (ce ne sono anche in Italia) con lo stesso meccanismo.

Sul sito della DV Giochi c’è anche una demo da stampare che vi permette di capire il funzionamento, senza rovinarvi poi l’esperienza della versione intera.

Rispetto ad altri giochi analoghi, ad esempio “Unlock”, Deckscape è quello meglio riuscito. Non necessita di altre componenti esterne al mazzo di carte, gli enigmi hanno tutti soluzioni ragionevoli, c’è una storia, il costo è molto basso.
Appena finito non vedi l’ora di provare il prossimo mazzo. Per fortuna c’è già un seguito, il destino di Londra, in uscita a breve.
Si spera che a questi due ne seguano diversi altri, gli autori hanno dimostrato di aver azzeccato in pieno la formula.

Dungeon and dragons Shadow Over Mystara, il videogioco più bello di tutti i tempi

Era il 1996, quando è uscito, quindi sono passati circa 20 anni. Io ne avevo sedici ed i videogiochi erano completamente diversi da quelli di oggi. Esistevano ed avevano un senso le sale giochi, prima che diventassero sale slot, ed in un pomeriggio un ragazzino poteva contare su 3/4 gettoni al massimo, spesso meno.

Per noi quindi il ritrovo in sala giochi era un rito collettivo: se giocava un amico lo si guardava. Ci si sfidava, raramente si giocava insieme per non abbreviare questa esperienza.

Poi arrivò il primo D&D: Tower of doom, del quale magari scriverò un’altra volta. Era il primo gioco nel quale si diventava personaggi in gruppo: insieme al quartetto storico di amici riuscivamo a finirlo con un gettone, per una mezz’ora. In sala giochi era un record, e diventò presto uno dei nostri giochi preferiti.

Ma all’arrivo di Shadow over Mystara, cambiò tutto. Considerate che nel 1996 ancora avevamo internet in casa (da me arrivò l’anno dopo), non si potevano consultare le soluzioni, i trucchi, le cose nascoste.

E di cose nascoste questo gioco ne aveva davvero tante, da trovare pian piano.

Questo gioco lo abbiamo scoperto con tonnellate di ore di studio. All’inizio, un fiume di gettoni (era piuttosto difficile), poi, riuscimmo ad imparare ad arrivare alla fine senza mai morire. Un’ora e mezza di gioco ininterrotta, circa.

A volte lo abbiamo finito 2 volte di seguito, con la coda di persone alle spalle.

Perché un’altra caratteristica di questo gioco, in sala, è che ognuno aveva il suo gruppo. E ci si doveva prenotare presto, per non stare a guardare tutto il giorno. E c’era un maestro, un uomo adulto capace di grandi cose, che non saprò mai da chi avesse imparato. Mi piacerebbe ricordare il suo volto o la sua voce, conoscere il suo nome per contattarlo su internet, invece ricordo perfettamente solo il suo personaggio preferito (il ladro).

Credo che gran parte della magia venisse dalla scarsità. Quando giocare una partita costava dei soldi, c’era quella paura di perdere mista alla sfida che oggi, con giochi gratis sui tablet e cellulari, non può più esserci.

Scoprire da soli come ottenere una spada magica, uccidendo il drago rosso e portando il corno al mercato, oppure trasformare una spada maledetta in un prezioso alleato, senza leggere su internet come fare, non ha prezzo.

Tornavamo a casa, spesso, parlando di questo gioco, dopo averci passato tutto il pomeriggio.

Oggi con il mame potrei giocarci, volendo. Lo hanno anche pubblicato su Steam in una versione rinnovata. Però non è la stessa cosa. Posso morire senza imprecare, mettendo un altro “gettone” virtuale, e questo mi toglie gran parte del divertimento.

Ricordo che dopo qualche anno ne ritrovai per caso un baracchino, da 4, al mare. Chiamai al cellulare il quartetto, e ci rigiocammo tutta la sera: nonostante gli anni, ci ricordavamo perfettamente tutto e lo finimmo comunque, quasi a memoria.

Le Olimpiadi di Roma

Ora che i ballottaggi sono conclusi ed il Sindaco di Roma è stato eletto, possiamo forse ragionare con più calma delle olimpiadi di Roma?

Il fatto che il gruppo Caltagirone ne sia un entusiasta sostenitore, con tutta l’evidente campagna del Messaggero contro la Raggi a corredo, non depone certo a favore di questo progetto.

Penso che serva porsi due semplici domande:
– Roma può permettersi di organizzare oggi un evento così complesso? In questo momento alla nostra Capitale servirebbe un riscatto a partire dalle cose più semplici: i trasporti, i servizi urbani (ed i rifiuti in particolare), la manutenzione dell’enorme patrimonio culturale e pubblico esistente (dai monumenti alle buche per la strada. Io credo che si debba quindi ripartire dalla base, dimostrando ad esempio di essersi ripulita dalla Mafia Capitale che ne ha caratterizzato l’immagine e la gestione degli ultimi anni. Non si elevano i piani superiori senza solide fondamenta.

– Quanto cemento è necessario per fare le olimpiadi? Anche questa è una bella domanda. A Roma ci sono ancora gli strascichi dei mondiali di nuoto, a dimostrare cosa non si deve fare.
Serve davvero costruire enormi cattedrali da centinaia di milioni di euro, nella migliore delle ipotesi inutilizzabili dopo l’evento, oppure si può procedere anche con un profilo diverso, sistemando l’esistente e creando solo quello che serve? Quanto cemento è veramente necessario che rimanga, dopo le olimpiadi? A questa domanda credo dovrebbe essere data una risposta seria, disinteressata, per capire la reale fattibilità.

Rio de Janeiro è sul lastrico, ed i 10 miliardi di euro di impianti del Brasile non risolleveranno la sua economia in ginocchio.

Non credo che Roma possa essere pronta per il 2024: libera dalle cricche e dal malaffare, con un trasporto pubblico efficiente e quello privato ridotto allo stretto necessario, ben manutenuta e con un debito meno soffocante di quello attuale.

La Raggi ha ricevuto un mandato importante, con un voto semi plebiscitario. Ha tutto il diritto ed il potere di scegliere, volendo anche chiedendolo ai suoi cittadini tramite referendum.

E nel rispondere, eventualmente, i cittadini dovranno sapere che i miliardi di spesa pubblica dovranno uscire dalle loro tasche, ed i giochi sostituiranno altri interventi forse molto più importanti come volano economico (ad esempio la riduzione vera delle tasse sul lavoro). Perché anche chi dice sì a questo progetto, sta contemporaneamente negandone altri.

“Play”, la rivincita del gioco da tavolo in un mondo tutto digitale

“Play”, la rivincita del gioco da tavolo in un mondo tutto digitaleNon sono solo Risiko e Monopoly a crescere: il 2 e 3 aprile a Modena la fiera di settore, che lo scorso anno ha attratto 30mila partecipanti. Per il 2016 è a tema storico, dedicata alla Guerra Fredda. In anteprima tutte le novità, ma anche tornei ed eventi per gli appassionati.

Se la parola “gioco da tavolo” vi fa venire in mente soltanto Monopoly e Risiko, c’è un mondo intero che vi state perdendo e a cui sempre più persone si stanno appassionando. I più non si aspettavano che, proprio nell’era del videogioco e del digitale, i ragazzi potessero riscoprire i giochi di società, ma i numeri parlano chiaro: questo mercato continua a crescere costantemente da diversi anni.

Fonte: “Play”, la rivincita del gioco da tavolo in un mondo tutto digitale – Repubblica.it

Nome in codice – Codenames

Oggi vi parlo di un bel gioco da tavolo. E’ molto semplice, ma molto divertente. Qualche sera fa ci ha fatto piangere dalle risate.

codenames-boardgame

Si tratta di “Nome in Codice“, in inglese Codenames.
Il funzionamento è molto semplice: due squadre hanno ciascuna un leader, che deve comunicare segretamente agli altri quali sono gli agenti segreti (carte) del loro team. Ogni agente (carta) ha assegnato un nome in codice, una parola di uso comune.
Lo scopo del leader è quello di far indovinare alla propria squadra uno o più agenti alla volta, tramite una sola parola ed un numero. Ovviamente per vincere bisogna essere più veloci dell’altro team, quindi lo sforzo divertente è quello di beccare la parola giusta per far indovinare nello stesso turno più di un agente segreto.

Un esempio: se ne tavolo ci saranno due parole “banana” e “mela”, corrispondenti ad altrettanti carte da far indovinare, il leader potrà dire “frutta 2”, per dare l’indizio che 2 parole sono correlate alla frutta.
Fin qui tutto facile, ma se sul tavolo c’è la parola “fragola” dell’altra squadra, il compito è più difficile, perché bisogna evitarla per non perdere il turno ed avvantaggiare gli altri.

Ad aggiungere difficoltà al compito, c’è un assassino da non nominare assolutamente: se la fragola è il killer, avrete perso la partita non appena i vostri compagni di squadra lo nomineranno.

La rigiocabilità quasi infinita perché ogni volta si mescolano carte e mappa degli agenti segreti.

Ve lo consiglio caldamente: si spiega in 2 minuti, costa poco e vi verrà voglia di fare una partita dietro l’altra, cambiando le squadre ed i leader a turno.
Non a caso sul grande sito dei giochi da tavolo è il primo in assoluto tra i partygame ed il 19° tra tutti i giochi di sempre.


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