Politica

Lo schifezzum elettorale

Le ipotesi che si sentono sulla nuova legge elettorale superano ogni ragionevole aspettativa di schifo.
Ne verrà fuori forse un lungo elenco di regole complicatissime che hanno il solo scopo di spostare voti dall’intento originario degli elettori all’estrema utilità dei partiti attualmente presenti in Parlamento.

Del resto è più facile spostare voti cambiando legge elettorale che conquistandoli con proposte ragionevoli.
La regola che ho capito in questi anni è che più una legge elettorale è complicata, meno rappresenta il volere dei cittadini. Le complicazioni vengono introdotte proprio per manipolare le intenzioni di voto.

Fonte: “Sono Ottimisti”

Lotta all’alimentazione

L’ipotesi di tagliare, tra tutte le voci di spesa pubblica, proprio i buoni pasto è assolutamente ridicola. Per prima cosa, è uno dei pochi metodi di pagamento e rimborso che sono tracciati dalla fonte al consumo. Chi accetta i buoni pasto non può evitare di fare gli scontrini, chi li spende non può chiedere uno sconticino per un pranzo “in nero”. Inoltre il totale della spesa torna in circolo immediatamente, la loro scadenza fa si che non si accumulino sotto i materassi o nei risparmi in banca. E tornano immediatamente nell’economia locale, perché non si possono spendere per transazioni lontane, o su internet.

Mettiamo, per ipotesi, che si decida di proseguire su questa scelta stupida. Quanti locali già in difficoltà per la crisi saranno costretti a chiudere? I dipendenti si porteranno il pranzo da casa e consumeranno più volentieri un panino al volo, piuttosto che mangiare in mensa o al self-service.

L’economia ne risentirebbe, perché quei locali chiusi significheranno casse integrazioni e disoccupazioni.

Per un presunto risparmio quantificato in 10 milioni di euro, del tutto irrisorio nel totale della spesa pubblica, il costo di questa operazione potrebbe superare il taglio della spesa. Senza contare che metà di quella cifra oggi torna in IVA e tasse.

Non ci vuole una grande mente per capire che è una cosa stupida. A meno che non serva come diversivo, una operazione di facciata molto visibile sulla quale concentrare dibattiti inutili, annullati da una futura marcia indietro. Il tutto al fine di distogliere l’attenzione da altri provvedimenti forse meno evidentemente stupidi ma socialmente altrettanto inaccettabili…

Empatia

Per uscire dal pantano l’Italia avrà bisogno di tante cose. Più onestà, certamente, e voglia di bene comune. Ma anche una buona dose di solidarietà reciproca, una buona quantità di voler far bene le cose, e tanta empatia. Quello che accade di solito dopo una brutta guerra o catastrofe: l’uomo perde un po’ del suo istinto di prevaricazione sugli altri e capisce che insieme la ricostruzione è possibile.

Il ministro del lavoro non può ringhiare ed abbaiare contro un gruppo di disoccupati, chiedendo al contempo una fiducia in carta bianca.

È suo dovere spiegare perchè pensa che le sue soluzioni siano quelle giuste, nonostante appaiano anche ai più sciocchi delle pezze piene di buchi.

Ed anche il tono è importante:  quello della maestra che non spiega le dimostrazioni ma distribuisce solo punizioni già da solo è indice che, in fondo, non ci crede nemmeno lei.

Disaster Recovery

Quando capitano dei disastri, l’umanità dà il peggio ed il meglio di sè contemporaneamente.
Vediamo persone che accantonano la propria sicurezza per andare in soccorso dei bisognosi, e gentaccia che ride già pensando alle proprie future speculazioni sulla tragedia.

Lo stesso vale anche per lo sciame di commenti e di analisi. C’è chi cerca di dare informazioni utili o lasciare spazio di comunicazione attraverso un sano silenzio, e chi spara le peggiori stronzate.

Al di là di tutto, non ho sentito una sola persona fare un mea culpa. Se sono cadute abitazioni e capannoni è colpa dello Stato, dei mancati controlli, dei Maya o delle grandi compagnie petrolifere.

Non uno che abbia ammesso che la colpa è anche, per una fettina, un po’ sua.
Faccio un esempio, ma se ne potrebbero fare 1000. Se un candidato si presentasse alle elezioni dicendo che non farà nessuna cosa molto appariscente o roboante, ma userà il denaro pubblico per mettere in sicurezza il territorio, per la sua manutenzione, lo votereste? Datevi una risposta e siate seri con voi stessi. Dal punto di vista elettorale e dell’immagine viene premiato di più un sindaco che inaugura 10 rotonde, oppure quello che evita una tragedia con la prevenzione? Nel secondo caso non sarà nemmeno intervistato dalle tv locali, tanto per dire.

Io credo che un primo passo debba invece quello dell’assunzione delle proprie responsabilità. Il consumatore che chiede che i prezzi siano più bassi ed obbliga le aziende a ridurre stipendi e sicurezza per i lavoratori
Il comune che antepone l’aumento del consumo del territorio alla messa in sicurezza dell’esistente.
Il Governo che permette che l’ente che controlla e fa ricerca sul rischio sismico sia costituito da precari
Lo sciocco (se non in malafede) che oggi dà voce a chi oggi profetizza i disastri di ieri.

Lo scaricabarile non serve a nulla. Permette oggi di liberarsi la coscienza e domani di dimenticare in fretta la lezione che si dovrebbe imparare.

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