Politica

Perché si parla di Ischia nel Decreto Genova?

Genova ha bisogno della demolizione e della ricostruzione del suo ponte crollato, in tempi rapidi.

Perché invece di discutere di questo nel decreto Di Maio insiste per aggiungere il Condono ad Ischia  ed in altre regioni , l’aumento degli inquinanti nei fanghi che si possono sversare nei campi  ed altre cose che nulla hanno a che fare?

Ovviamente questi temi allungano il dibattito e rallentano l’iter, aggiungendo settimane all’approvazione delle norme necessarie veramente al capoluogo ligure.

Lo fa perché sotto l’ombrello della necessità e dell’urgenza pensa che sia più facile nascondere delle norme che ovviamente fanno crescere mal di pancia.

Non mi pare un buon esempio di trasparenza e partecipazione, nè di cambiamento.

Sarebbe opportuno che togliessero le cose che non c’entrano con Genova, e se vogliono le ripresentino in norme a parte che possano essere discusse con la serietà che serve.

Quota 100 delle pensioni, poche idee e confuse

Dopo la proposta di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, che contiene la previsione delle prossime misure della finanziaria, si ricomincia a parlare di quota 100 sulle pensioni. Che significa? Che la somma di età + contributi per avere diritto alla pensione deve essere uguale o superiore a 100. Ma ci saranno dei paletti. Pare, per il momento, che si debbano avere almeno 38 anni di contributi, e di conseguenza almeno 62 anni di età. Ma si parla anche che chi ne usufruirà non avrà penalizzazioni.

Se chi legge questa frase sui giornali intende che avrà la stessa pensione di chi aspetta 42 anni e 10 mesi di contributi o 66 anni e 7 mesi di età sbaglia, ovviamente.

Intanto la quota contributiva di pensione dipende dall’età: prima si va, meno si prende. E poi ovviamente chi matura una somma di contributi inferiore avrà sempre meno di chi ha sommato più anni nel suo montante.

Quindi non si avranno ulteriori penalizzazioni, forse, rispetto alle regole di base già in vigore. Ma è tutto da vedere.

A meno che non si stia sotto la soglia del trattamento minimo, possedendo i requisiti per riceverlo. Di qui la stortura della norma che appiattisce le pensioni, che verrà aumentata se passasse “l’aumento delle minime: per i bassi importi non c’è differenza tra chi ha lavorato 40anni contribuendo il giusto, e chi invece ha nascosto una parte del suo guadagno per contribuire al minimo. O chi ha lavorato saltuariamente in nero.

Non una grande giustizia sociale, e non un grande incentivo per i giovani ad essere completamente onesti, a fare i riscatti di laurea, a controllare e tenere in regola il proprio estratto conto contributivo. Non un grosso incentivo al merito, insomma, ed il peso ovviamente sarà sostenuto dal ceto medio, perché il debito prima o poi dovrà rientrare.

Per Genova serve un colpevole

Ho paura che nei prossimi giorni / mesi si troverà un funzionario / ingegnere colpevole di aver dato il nulla osta o non aver chiesto la chiusura del ponte Morandi.

E’ già nell’aria: si sapeva che lo stato del Ponte non era buono, perché non è stato chiuso?

Il problema in questi casi è che spesso ci sono pressioni per non ostacolare il business, economiche ed anche elettorali. Pressioni che alla fine ricadono su chi mette la firma, e la responsabilità, sulla decisione.

Ora, col senno di poi, è tutto semplice e lineare: il ponte andava chiuso, almeno limitato il traffico dei mezzi pesanti.

Ma un anno fa, se si fosse deciso di chiudere il viadotto per qualche mese necessario alla messa in sicurezza, cosa sarebbe accaduto? Il funzionario o il dirigente che si fosse preso la responsabilità di chiudere, sarebbe rimasto al suo posto senza problemi?

Possiamo guardare alle analogie sulla chiusura del ponte di Agrigento, che riversava in condizioni peggiori e nonostante questo ha generato polemiche.

La mia paura è che si trovi uno Schettino anche per Genova, una persona che certamente ha fatto male il suo lavoro, ma che si è preso tutte le responsabilità, comprese quelle non sue, di un modo di fare che era utile economicamente, che l’azienda conosceva e probabilmente stimolava.

La sicurezza è un’altra cosa rispetto alla caccia alle streghe dopo che l’evento è accaduto. Significa pagare un prezzo affinché la probabilità che questo non avvenga si riduca  al minimo.

Perché in Italia abbiamo rischi elevati?

Politicamente, perché conviene sistemare un danno invece di evitare che questo accada. Non votiamo chi mette in sicurezza una strada, votiamo chi ci promette di aprirne una nuova.

Economicamente, perché nessuno paga per tutti i danni che provoca. Basta guardare, a distanza di anni, come sono andati i risarcimenti. E’ facile privatizzare quando i costi vengono esternalizzati al pubblico.

Il politico non dovrebbe essere uno di noi, a caso

La foto di Salvini che fa un selfie con una ragazza ad un funerale di Stato mi ha fatto ricordare quanto detesti le frasi di Grillo e dei populisti, che invocano politici presi a caso dalla popolazione.

Il leghista si giustifica dicendo che ha risposto in modo educato alla ragazza che chiedeva la foto. A mio parere sarebbe stato corretto rispondere, educatamente, che non era il luogo ed il momento adatto, dando la sua disponibilità in un’altra occasione. Mi preoccupa il fatto che non gli sia venuto il dubbio che fosse inopportuno.

Se vogliamo migliorare, sia nelle piccole sia nelle cose importanti , dobbiamo avere le persone migliori a rappresentarci ed a decidere quali passi farà questo Paese nei prossimi anni.

Quando state male, cercate un medico a caso oppure il medico migliore che sia raggiungibile? O per i vostri figli, sperate in un buon insegnante ed in una buona scuola, oppure in una qualsiasi?

Non voglio una rappresentazione omogenea della società, in Parlamento ed al Governo. Non voglio una percentuale uguale a quella del bar sotto casa di ladri e disonesti, di ignoranti o razzisti.

Voglio persone degne di stima, di fiducia.

Voglio che le maggiori cariche dello Stato sappiano parlare Italiano, e ritengano corretto utilizzare la nostra lingua invece del dialetto dello scaricatore di porto, nelle occasioni di dibattito pubblico.

Si potrà rispondere che in passato non sono stati raggiunti ottimi risultati, ma non si può ignorare il fatto che il livello si stia abbassando invece che aumentare.

Non alimentiamo la fogna dei social

Anni fa scrivevo come l’algoritmo di Google premiasse i contenuti peggiori del web (qui e qui). Riassumento al limite, l’indignazione porta pagerank che porta visite.

E’ un problema sociale, quello di avere premiato il peggio: a medio e lungo termine ci porta a degenerare sempre di più.

Oggi il problema è ancora più grave, perché i social hanno acuito il problema:

  1. Viene postato un contenuto ignorante, provocatorio o violento
  2. Le persone commentano schifate, condividendolo contemporaneamente
  3. Il sistema (Facebook, twitter, ecc) si accorge che un contenuto genera interazioni, le interazioni sono tempo pubblicitario e ritorni economici
  4. L’algoritmo le porta in alto, sempre più visibili, perché sempre più persone interagiscano

I social quindi tendono a tenerci sempre in allarme, da un lato abituandoci al peggio (ottimo l’articolo di Mantellini) e dall’altro nascondendoci il bello, le cose utili e positive alla società, che non scatenano le nostre emozioni e reazioni.

Il mio invito è quello di non commentare mai direttamente i post di chi vi fa arrabbiare, a meno che non si tratti di amici veri o di persone che veramente leggono i vostri commenti.

Al contrario, fate uno screenshot della sciocchezza, parlatene pure ai vostri amici spiegando perché la ritenete tale, e condividete solo i post di chi espone in maniera costruttiva e critica. Se un vostro amico condividerà il vostro post, non avrà donato visibilità all’articolo originario, ma alla vostra critica, che è cosa buona perché non bisogna nè ignorare nè dimenticare.

Colgo l’occasione di un post di oggi veramente insensato, per farvi capire.

L’ennesimo leghista mette a confronto l’omicidio di Pamela Mastropietro con l’aggressione razzista all’atleta Daisy Osakue.

Prima di tutto non è vero. E secondo, sarebbe pure normale: mentre tutti dovrebbero condannare un omicidio, indipendentemente dall’autore e dalla vittima, sembra che per alcuni l’aggressione a Daisy non sia importante perché in fondo è “solo” andata al pronto soccorso.

Mentre Grillo minimizza l’accaduto all’atleta, è chiaro che scatena un dibattito politico. Io rifiuto e “schifo” la sua visione , e vorrei che tutti facessero altrettanto.  Condanno il tremendo omicidio di Pamela, ci mancherebbe , ma son due cose completamente diverse.

La versione del leghista è pure una sciocchezza, e possiamo dimostrarlo confrontando l’impatto che le due notizie hanno avuto sul motore Google:

Del primo evento si è parlato per mesi, c’è una indagine in corso ed un sospettato. Del secondo c’è un picco di un solo giorno, che sconta anche il fatto della crescente ondata razzista, della popolarità della ragazza e della conseguente dichiarazione di Malagò sugli europei.

Ma non è tanto questo il punto, non serviva nemmeno un grafico per capire che oggi il problema non è tanto la singola notizia, ma la corrente che ci porta a fondo, ad affogare.

Cerchiamo di sforzarci ad essere noi stessi migliori ogni giorno, rifiutiamo le risse nel fango e teniamo sempre rigida la barra dell’indignazione. Ma evitiamo di fare il gioco chi di sa sfruttarla per farsi pubblicità, perché è proprio così che i fascioleghististellati sono andati al Governo del nostro Paese, e non sarà la stessa violenza in direzione opposta e contraria a farci migliorare le cose.

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