Tecnologia

Google si salva gli acquisti che fai, attraverso GMAIL

In questa pagina https://myaccount.google.com/purchases potete consultare gli acquisti online che avete fatto e Google si è salvata.

In testa, dice un rassicurante

“Solo tu puoi visualizzare i tuoi acquisti. Google tutela la tua privacy e la tua sicurezza.”

Ma perché controlli i miei acquisti, che sono un dato parecchio delicato, se non ti chiedo di farlo? E Perché non posso disattivarti?

Consultando l’elenco non riuscivo a capire come avesse fatto a conoscerli, dal momento che non si trattava di acquisti fatti tramite servizi di Google. Andando a cliccare sulla piccolissima icona di info, si legge un “Questo acquisto è stato trovato tra le tue email di Gmail.”.

Quindi è tutto chiaro: Gmail fa il parsing delle email che abbiamo, salvandosi dati di interesse sul contenuto, anche quando non gli chiedete di farlo. Che io sappia non c’è modo per disattivare questa funzione.

Mi pare una cosa molto peggiore della  personalizzazione degli annunci pubblicitari dentro Gmail, che dopo le proteste Google ha rimosso.

Bill Gates vs Robot

Se 15 anni fa mi avessero detto che sarei stato d’accordo con Bill Gates, avrei riso. Ma le cose sono cambiate e soprattutto il futuro sarà molto diverso da quello che vediamo oggi. Quando parla di tassare i robot, lancia una provocazione ma necessita di una riflessione seria, perché ne va del nostro futuro.

Prima di tutto l’automazione non si limita ai robot: è anche un algoritmo che supera i caporedattori delle notizie, un software di riconoscimento facciale, un assistente vocale che risponde alle tue domande al posto di un operatore di call center.

E’ inevitabile che il futuro sia pieno di automazione, e prenderà sempre più posti di lavoro, non solo fisico ma anche intellettuale.

Rido quando Trump invita le aziende automobilistiche a produrre in America, e vedo allo stesso tempo i capannoni pieni di braccia meccaniche: evidentemente spostare questi capannoni vuoti di carne non risolve il problema della disoccupazione.

L’automazione inoltre concentra i guadagni in poche persone, nei proprietari dell’oggetto che lavora in automatico.

Non è un caso che negli ultimi anni si sia vista una sempre maggiore concentrazione di reddito, ed in futuro sarà sempre peggio. Quindi occorre pensare ad una soluzione.

Una idea che mi sono fatto è che tassare il lavoro sia sempre più sbagliato. Una azienda che apre e crea 100 posti di lavoro è un bene, che va premiato. A parità di entrate, se impiega e mantiene 100 famiglie invece di 10, deve essere premiata.

Però tassare i guadagni è difficile: basta pensare alle grandi multinazionali che svicolano molto facilmente le nostre entrate, con scatole vuote e fatturazioni all’estero, per posizionarsi nel paese dove si spende meno.  In più è giusto che venga premiata anche la ricerca, l’inventiva, l’imprenditorialità. 

Quindi una qualsiasi scelta di questo tipo andrebbe presa a livello internazionale, coinvolgendo più paesi possibili ed imponendo dazi per i beni che provengono da paradisi fiscali. Una scelta facile non c’è, ma bisogna pensarci subito, per immaginare una transizione graduale e meno traumatica possibile. Solo pensando alle tecnologie più vicine alla realizzazione, si stima una sostituibilità del 45% della forza di lavoro attuale.

Un esempio potrebbe essere da un lato la garanzia di un reddito minimo di cittadinanza, dall’altro la ricerca delle coperture nei profitti senza lavoro (e tassando in particolare le azioni che hanno impatti negativi sull’ambiente, visto che ci siamo).

Abbiamo per la prima volta la possibilità di immaginare un futuro nel quale il lavoro non sarà più così necessario per sopravvivere, se i benefici dell’automazione saranno per tutti. Ma dobbiamo aumentare il benessere delle persone, la qualità della vita e dell’ambiente, innalzare gli standard di vita di tutti in modo da creare nuove necessità sui quali creare posti di lavoro.

Poi, quando l’automazione sarà sempre più diffusa, questi standard arriverebbero ad una sostenibilità piena e forse senza nessuna necessità di lavoro.

Se invece continuiamo nella strada di ridurre i posti di lavoro, creare competizione verso il basso dei salari, la riduzione dei costi del welfare ed i tagli alla sanità ed alla cura della persona, delineiamo un futuro nel quale si realizza la peggiore delle realtà distopiche dei film di fantascienza.

Pensiamoci oggi, che è meglio. 

Come ci si difende dagli annunci truffa online? Quattro consigli da seguire.

Diminuire il rischio di truffe online è possibile. Ci sono alcuni trucchi che possono evitarci grossi grattacapi, che vi consiglio di seguire.

Se possibile, non inviate denaro su piattaforme insicure, senza nessuna forma di protezione. Su Ebay, ad esempio, è possibile pagando con Paypal ricevere il rimborso in caso di problemi. Occorre quindi verificare che la modalità di pagamento lo preveda. La ricarica postepay è più rischiosa, ed a mio giudizio assolutamente da evitare quando è al portatore (cioè senza nome e cognome dell’intestatario). In generale su e-commerce che hanno una buona reputazione online è difficile avere problemi. Si va peggio nelle piattaforme di annunci personali, ovviamente.

Un altro consiglio è quello di dubitare degli affaroni. Non sono impossibili, ma sono rari. Occorre chiedersi: è possibile che chi vende non sappia il vero valore di quello che vende? Ci sono motivazioni valide per questa occasione? Spesso se una cosa è troppo bella per essere vera, non è vera. Gli affari possono capitare, specie quando la visibilità dell’annuncio è particolarmente bassa: il venditore ha sbagliato categoria, nome, descrizione, e pure voi ci siete capitati spulciando tra tanti annunci, non con una ricerca secca.  Ma se l’annuncio è già stato visitato da molte persone, difficile che si tratti di un affare.

Il terzo consiglio, il più importante di tutti, è quello di controllare bene le foto. Chiunque oggi ha un cellulare con fotocamera. Non ci sono più giustificazioni per chi non mette foto originali dell’oggetto in vendita.

cerca l'immagine su google

E quando c’è una foto, fate sempre una ricerca per foto con google: se usate Google Chrome tasto destro del mouse sulla foto, “Cerca l’immagine su Google”. Su Firefox ci sono delle estensioni apposite.

Ora, se la foto è originale, non la troverete su altri annunci che collocano l’oggetto in città diverse (a volte paesi diversi) da quello che volete controllare. Se l’utente scrive di trovarsi a Bologna, mentre trovate lo stesso oggetto in vendita nel Regno Unito, qualcosa inizia a puzzare.

cerca su google 2

Controllare è facile: basta chiedergli una foto dettagliata diversa: ad esempio il numero di serie. Se si rifiuta, o non vuole vendere, o non ha l’oggetto da fotografare in casa. In ogni caso consiglio di evitare.

Ho visto usare questa tecnica anche nel programma Catfish in TV, dove smascherano soggetti che online si fingono altre persone per cercare di avviare una relazione sentimentale: una truffa anche quella.

State attenti anche alle cifre: la maggior parte delle truffe si aggira su importi abbastanza alti da giustificare il lavoro che c’è dietro (contrattazioni, scambi, telefonate), ma non tanto da motivare la denuncia da parte di chi la subisce.

Compro online da una vita e ci sono cascato solo una volta, imparando per sempre la lezione: mi sono fatto fregare dalla fretta, non avevo controllato le foto, ho pensato che fosse una occasione troppo ghiotta per esitare, mi sono fidato della telefonata. Non ho seguito le mie regole, ed ho pagato (per fortuna non troppo) le conseguenze.

Siate più furbi dei truffatori, e buoni acquisti!

 

 

Caricare il cellulare spesso rovina la batteria?

Una credenza diffusa è che il cellulare vada caricato solo quando la batteria arriva vicina allo zero.

In realtà i cellulari più moderni, che hanno batterie agli ioni di litio o a polimeri di litio, non hanno problemi.

Anzi, conviene iniziare prima che la batteria si scarichi.

La vita delle batterie viene indicata con un fuorviante “numero di cicli di ricarica”, ma questo numero va considerato come quantità di ricariche complete che la batteria potrà fare prima di richiedere una sostituzione. Se si ricarica a partire dal 50%, semplicemente si utilizzerà metà ciclo. Quindi è indifferente se ricarichiamo il doppio delle volte per la metà del tempo, la batteria non ne soffrirà.

Inoltre non c’è problema se si lasciano attaccati alla presa per una notte intera, perché il cellulare da solo smetterà di ricaricare la batteria una volta che avrà raggiunto il 100%, e continuerà a funzionare esclusivamente dalla presa a muro.

La fonte è un autorevole esperto, che risponde ad una domanda specifica per gli iPhone, ma vale per tutti i cellulari/smartphone più moderni.

E’ ora di disattivare Flash

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Il plugin Flash è diventato ormai il veicolo principale di tutti gli attacchi informatici.

Viene continuamente aggiornato per coprire nuove falle, ma il problema è che vengono risolte solo una volta scoperte.

La recente diffusione delle tecniche in utilizzo ad Hacking Team dimostra che alcune di queste possono rimanere aperte per lunghi periodi, ed essere sfruttate per prendere possesso del PC o dispositivi mobili, carpire informazioni personali, accedere ad account privati (compresi quelli che contengono informazioni sui nostri conti correnti, per dare l’idea).

Conviene quindi disabilitare l’avvio automatico, e permetterne l’esecuzione solo quando è indispensabile.
In questo modo se vorrete aprire un video potrete continuare a farlo (consci del rischio, sulla fiducia del sito aperto), ma in tutti gli altri casi eviterete l’avvio automatico, risparmiando anche banda e velocizzando i siti. Si vede nell’immagine, cliccando l’icona potrete far partire il flash quando ne avrete bisogno. Fino al click il flash non verrà eseguito, e con questo verranno fermati potenziali danni.

Sperando di convincere i web designer ad abbandonare questa tecnologia, che con HTML5 non è più necessaria.

Attivissimo ha scritto una guida per tutti i Browser, che vi consiglio di seguire, adesso.
Fatelo subito!

PS: lo stesso vale per Silverlight, ovviamente

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